Bullismo ed atteggiamenti negativi da parte degli insegnanti

scritto dalla redattrice
Parolacce, offese e “prese in giro”, ma anche minacce, botte e danni alle proprie cose. Sono queste gli atti di bullismo che i ragazzi hanno denunciato più frequentemente.
Durante la ricreazione, un alunno si avvicina ad un compagno e mentre con una mano gli torce il braccio dietro la schiena, con l’altra gli punta un coltellino sotto la gola costringendolo a ripetere davanti a un gruppo di compagni: “Sono il tuo schiavo e tu sei il mio padrone“.  Purtroppo non è una scena di un film girato nel Bronx , ma è la realtà di una scuola media del Veneto.
Negli ultimi anni si diffuso sempre più il bullismo nelle scuole dell’obbligo. Un preoccupante fenomeno che include anche abusi sessuali tra coetanei delle medie, o ancora minacce e percosse a compagni diversamente abili.
Ultimamente i telegiornali e Striscia la Notizia gli hanno dedicato numerosi servizi, a volte gonfiando le vicende altre volte, purtroppo, si attenevano alla realtà.
Ora diamo uno sguardo hai dati oggettivi sul fenomeno del bullismo in Italia:
Nel III Rapporto realizzato nel 2002, su un campione rappresentativo di 3800 adolescenti di età compresa fra i 12 ed i 18 anni, quasi un terzo degli intervistati (33,5%) ha dichiarato che nella propria scuola si verificavano continui atti di prepotenza da parte dei compagni, mentre circa la metà del campione ha riferito di aver minacciato o picchiato qualcuno. Del 53,4% che ha detto di non aver mai minacciato nessuno, le femmine rappresentano il doppio dei maschi. Tali dati sono rimasti sostanzialmente stabili nell’ultima ricerca (2004) condotta e pubblicata nel V Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza la quale, tra l’altro, mostra come, al contrario di quanto comunemente si pensa, il bullismo sia un fenomeno che riguarda tanto i maschi che le femmine, seppure espresso con modalità differenti. I maschi mettono in atto prevalentemente prepotenze di tipo diretto, con aggressioni per lo più fisiche ma anche verbali, nei confronti sia dei maschi che delle femmine. Questa ultime, invece, utilizzano in genere modalità indirette di prevaricazione e le dirigono prevalentemente verso altre femmine. Poiché le forme di bullismo indiretto sono più sottili e più difficili da riconoscere, il bullismo “al femminile” è stato individuato più tardi rispetto a quello maschile ed è più difficile da rilevare anche per gli insegnanti.
Secondo me fenomeni di bullismo sono sempre esistiti ma in una forma meno eclatante: spesso la classe si coalizzava contro il compagno più timido, meno alla moda o disabile offendendolo verbalmente, isolandolo dalle amicizie e i giochi della classe. Facendolo sentire solo, diverso, e nei casi più gravi lo possono convincere di essere inadeguato alla loro amicizia perché inferiore.
La colpa è anche, a volte, di quelle insegnanti che percepiscono il problema ma non essendo in grado di prendere dei provvedimenti fanno finta di niente. Altre volte, l’insegnante si trova di fronte ad un adolescente che non ha mai ricevuto dei valori ed un’educazione ne dalla famiglia ne dell’asilo e tanto meno dalle elementari, che ha frequentato e quindi è facili e a volte è impossibile impartire dei valori “giusti“ quando il ragazzo ha già 13-14 anni .
Un altro fenomeno negativo e più latente del bullismo, ma non per questo da sottovalutare, è quando gli insegnanti trattano male o prendono di mira gli alunni, approfittandosene della loro autorità.
Mi sento in dovere di fare una differenza: un conto è incitare un ragazzo a fare del suo meglio anche con sgridatate, richiami, note disciplinari; un altro conto è prendere di mira un alunno, rimproverarlo più del necessario, farlo sentire un “somaro incapace“, farlo vergognare davanti alla classe, vi assicuro che molti docente usano questi atteggiamenti sicuri di “avere il coltello dalla parte del manico“, forti del fatto che sentono e fanno sentire un gigantesco distacco tra l’essere alunno e l’essere professore.
Il consiglio che mi sento di dare a tutti gli alunni dalla prima media al quinto superiore è questo: se stai facendo del tuo meglio e nonostante tutto un insegnante o qualcun altro della scuola continua a prendersela con te, hai il diritto di fare in modo che smetta. Dillo a qualche altro insegnante, a qualcuno della scuola, ai tuoi genitori. Non dovresti essere da solo a dover gestire questa situazione!
Tieni un diario e scrivi la data e quello che è successo mettendo più dettagli che puoi, scrivi anche chi c’era e ha visto tutto. Racconta come ti sei sentito e i pensieri che hai fatto. Parla con i tuoi genitori e chiedi loro di andare a discuterne con il direttore della scuola, oppure se sei più grande e vuoi parlare tu stesso con l’insegnante o il preside è giusto che tu lo faccia, ma solo dopo aver raccontato a casa quello che ti è successo e dopo aver ascoltato il consiglio di chi ha qualche anno più di te e ti conosce bene.
 

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