Conferenza sul “progetto chance”

Ciao a tutti, in questa pagina vi propongo una relazione su un tema che mi ha molto colpita. Ho scelto anche di mettere due quadri di Miro perché sono belli e che sembrano fatti da un adolescente.
Giovedì 04 maggio 2006 nell’aula magna della Sapienza si è tenuta la conferenza del professor Marco Rossi Doria che presentava il progetto chance, attivo in molte scuole elementari e medie inferiori di Napoli e dintorni. Nella prima parte della conferenza si è detto che l’Italia è il paese d’Europa con il più alto tasso di abbandono scolastico. Le cause di questo fenomeno sono molteplici. In piccola parte sono le famiglie che mandano i figli a lavorare, ma nella maggioranza dei casi sono gli adolescenti che scelgono di non frequentare. Secondo loro la scuola non gli insegna cose utili, non tiene conto delle loro esigenze e problematiche. Così i ragazzi fanno molte assenze, in classe sono rumorosi e distratti; di conseguenza gli insegnanti etichettano questi adolescenti come: “ragazzi difficile“. Un indagine statistica ha messo in luce il fatto che un ragazzo che comincia a lavorare da piccolo non empierà mai la sua conoscenza specifica in un mestiere e non avrà si formerà mai una cultura adeguata alla società di oggi. Di conseguenza sarà destinato a guadagnare poco e fare un lavoro non gratificante per tutta la vita. Il progetto chance è attivo nelle scuole proprio per dare a questi ragazzi una chance in più. Ogni mattina gli educatori che lavorano al progetto, vanno a scuola e preparano l’accoglienza. Apparecchiano una tavola con la colazione e mentre educatori e ragazzi stanno seduti insieme; ascoltano della musica, o leggono e discutono le notizie di un quotidiano, parlano dei loro problemi scolastici e famigliari. “E’ il modo più sereno di cominciare la giornata di studio“ ha spiegato Diego giovane educatore, stipendiato e che lavora a tempo pieno al progetto. “ tutti noi educatori siamo in stretto contatto sia con gli assistenti sociali con i genitori; spesso andiamo a casa dei ragazzi a prendere un caffè e a dialogare con la famiglia. Cerchiamo di agevolare la comunicazione tra famiglia e insegnanti dopo l’orario scolastico organizziamo sport, gite e campi scuola. Tutte attività coinvolgenti ed importanti per a socializzazione“. Mi ha colpito la spiegazione di un esercizio semplice ma efficace che gli educatori propongono di fare ai ragazzi insieme ai loro docenti. L’esercizio consiste nel prendere un fogli grande, dividere e metà e in una parte scrivere “cose che dipendono da me“ e sull’atra “cose che non dipendono da me“. In ragazzi hanno un mese di tempo per fare un elenco. Alla fine del mese professori e allievi si siedono in cerchio e si dedica un ora e mezza, due ore, per discutere tutti insieme. Sono rimasta colpita dall’idea che ci sono docenti disposti a sottrarre tutti i mesi un paio d’ore a programmi didattici, alle interrogazioni e ai compiti in classe, per discutere con i propri alunni. Spero che questo progetto si estenda anche a molte altre scuole in altre città italiane. Sarebbe anche interessante estendere il metodo del “progetto chance“ per aiutare bambini e ragazzi che non vivono la scuola in modo sereno perché hanno altri tipi di problemi, sto pensando alla dislessia, disturbi del linguaggio, disturbi sensoriali, o più semplicemente sono timidi, hanno poca autostima, si sentono inadatti all’ambiente scolastico. Per saperne di più sul “progetto chance“ qui sotto proverete delle informazioni prese dal sito internet: http://www.terre.it/giornale/articoli/324.html