- Piccolo Genio - https://www.piccologenio.it -

L’approccio olistico come visione positiva della vita

Intervista a Massimo Mandorino, Operatore Olistico e Professionista del benessere attraverso il massaggio bionaturale. Massimo ha uno studio privato a Roma Nord. È docente di discipline olistiche e tecniche di massaggio presso l’Accademia Operatori Olistici in Roma e alla Conscientia Academy in Venezia. Nell’intervista si cerca di fare chiarezza sui principi delle discipline olistiche e sul Tantra: queste tecniche possono aiutare tutte le persone, anche chi ha una disabilità.

Ciao Massimo, il tuo primo approccio alle discipline olistiche è iniziato nel 1978. Questo ti ha portato a frequentare scuole di yoga e, successivamente, di meditazione. Puoi raccontarci meglio il tuo percorso e cosa ti ha spinto a muovere i primi passi in questi settori?

Ciao Zoe, in effetti il mio primo “contatto” con le discipline olistiche risale a molti anni fa quando, da ragazzo, per problemi di salute legati alla mia schiena, ho conosciuto la tecnica Shiatsu che, tra l’altro, era da poco arrivata in Europa.
È stata una vera e propria “illuminazione”. L’esperienza che stavo vivendo grazie a questa tecnica olistica non invasiva, generò in me grande curiosità e mi stimolò a voler conoscere meglio e di più questo tipo di approcci al benessere della persona.
Fu così che iniziò il mio interesse verso questo mondo ed iniziai un mio percorso personale approcciando nell’immediato lo yoga e, successivamente, la meditazione e i primi, curiosi, studi sull’approccio olistico.

Cos’è cambiato in te a livello umano in tutti questi anni, e poi professionalmente, visto che ne hai fatto la tua attività?

Molto. Da ragazzo, ad esempio, ero molto rabbioso. Sono rimasto orfano in giovane età e non riuscivo ad accettare la cosa. Catapultato nel mondo, con la necessità di sopravvivere, ad un’età normalmente dedicata alla spensieratezza. L’approccio al mondo olistico mi ha aiutato moltissimo a canalizzare le mie energie in un’ottica costruttiva e non distruttiva.

Dalla sofferenza può nascere una grande capacità di amare. E questo lungo viaggio introspettivo mi ha fatto capire, più di 15 anni orsono, che ero pronto a farne uno strumento di aiuto per il prossimo.

Le diverse discipline e approcci olistici alla persona quali: ayurveda, agopuntura, yoga, shiatsu, Medicina Tradizionale Cinese, la riflessologia plantare, aromaterapia, etc, (solo per citarne alcune) nascono spesso in oriente; come sono arrivate in occidente e perché c’è tanto interesse a tal proposito?

Ci sono testimonianze che fanno risalire la pratica dell’agopuntura in Europa all’età del bronzo. Mentre lo shiatsu, come dicevo pocanzi, ha trovato diffusione in Europa negli anni ’70. Altre discipline olistiche (o DBN, Discipline Bio Naturali), hanno rivestito interesse nel mondo occidentale proprio per il loro approccio “olistico” che considera la persona in tutte le sue entità: corpo, mente e spirito (“olos” dal greco, significa appunto “totalità”, il “tutto”). Questa visione si contrappone, di fatto, all’approccio della medicina allopatica che spesso si sofferma sul sintomo e non sulla causa.
L’interesse verso queste discipline (e quindi la loro diffusione) è conseguenza della presa di coscienza da parte delle persone, della necessità di un approccio più naturale alla salute. Oggi questo è testimoniato anche dalla grande attenzione alla scelta degli alimenti e del ritorno alla fitoterapia, diffusa da tempo in occidente, ma offuscata, a seguito della rivoluzione industriale, dalla grossa spinta verso la farmacopea di sintesi.

Quanto e perché è cambiata (se è cambiata) la domanda e l’offerta dei trattamenti olistici negli ultimi decenni?

Oggi, fortunatamente, si ha una maggiore consapevolezza che il “benessere” ha un impatto molto importante sulla nostra qualità di vita. Ricevere dei trattamenti olistici eleva le difese immunitarie, stimola gli ormoni della felicità (serotonina, dopamina, ossitocina, estrogeni), ristabilisce l’equilibrio della persona nell’accezione olistica “corpo-mente-spirito” allontanando l’insorgere della malattia.

Questo ha portato alla crescita della domanda e, di conseguenza, anche l’offerta; c’è stato infatti un fiorire di scuole e accademie che offrono percorsi di formazione specifici.

Hai raccontato che da più di quindici anni hai scelto di fare di questo mondo la tua attività.
Sei specializzato in diversi trattamenti come massaggi rilassanti ed antistress, tecnica Cranio Sacrale, l’ayurveda Garbhayangam per le donne in dolce attesa, e altri più energetici finalizzati al riequilibrio dei chakra come Reiki, cristalloterapia, aromaterapia; vuoi spiegarci sinteticamente cosa sono i chakra e questi trattamenti?

Cercherò di essere davvero sintetico, perché qui si apre un mondo!
Chakra, in lingua devanàgari, significa ruota, vortice, disco, cerchio. I chakra sono centri energetici conduttori; i principali sono 7 e si aprono a varie altezze lungo l’asse della colonna vertebrale e sono attraversati da Sushumna, una delle 3 nadi principali insieme a Ida e Pingala, nelle quali scorre il Prana, ovvero il Qi, l’energia vitale.

Ogni chakra ha un significato ben definito. Ognuno di loro rappresenta una “funzione”: sopravvivenza, desiderio, volontà, amore, comunicazione, intuito e comprensione.
Il loro equilibrio e pieno funzionamento sono fondamentali per la salute della persona. Ma eventi, traumi recenti e antichi, possono minare questo equilibrio. Trattamenti energetici come il reiki, la cristalloterapia, l’aromaterapia, il massaggio olistico, ci aiutano a riequilibrarli.

Inoltre, alla base del primo chakra, Muladhara, risiede la Kundalini-Shakti, l’energia più potente che il nostro corpo possiede che, come è noto, è molto legata alla sessualità. È rappresentata da un serpente avvolto in tre spire e mezza che riposa alla base della colonna e che, con la sua testa, occlude la nadi Sushumna, e rappresenta la forza femminile primordiale della creazione.

Nella maggior parte della gente rimane addormentata nella sua posizione arrotolata: kundala infatti significa “avvolto”. Se risvegliata la Kundalini si srotola e si arrampica verso l’alto attraversando tutti i chakra, uno dopo l’altro, fino a raggiungere il chakra della corona, Sahasrara, dove l’attende Shiva, la Coscienza Divina, suo amore e sua controparte, e li si uniscono nel Maithuna, l’unione sacra.

Nelle discipline olistiche è importante, come hai appena detto, sbloccare i chakra e riattivare l’energia della Kundalini. Come avviene tutto questo e quali benefici può dare nel breve o nel lungo periodo?

Riattivare o liberare la Kundalini è possibile attraverso il Tantra, attraverso il massaggio yoni o lingam, attraverso il massaggio Kundalini ideato dal Maestro Yogi Bhajan. Sarà l’operatore a scegliere il rituale più consono in funzione dell’anima che deve ricevere il trattamento. Nel tantra, come anche nell’olismo, nulla è codificato.

Così come non si parla di “genere”. Spesso sento o leggo di operatori che si rivolgono esclusivamente ad un pubblico femminile o maschile. Accogliere e prendersi cura di una persona non prevede la “scelta” di genere, non prevede il “giudizio”, la cui assenza è un pilastro della visione tantrica.

Il beneficio principale di questi trattamenti e rituali energetici e quello di liberare e canalizzare correttamente l’energia vitale, donando un senso di pace, leggerezza e visione positiva.
Questo benessere non si manifesta solo durante il trattamento ma permane nei giorni a seguire e, nel lungo periodo, se si è fatto un percorso costante, può far si che i benefici siano permanenti.

Hai frequentato corsi di grandi Maestri del Tantra quali Daniel Odier, e seguito e studiato gli insegnamenti di Yogi Bhajan e Anodea Judith.
Quali sono stati i più utili nella tua professione e nella vita di tutti i giorni?

Devo dire che tutti mi hanno arricchito moltissimo da un punto di vista personale e donato strumenti che utilizzo quotidianamente sia personalmente che nella mia professione.

Ho già citato Yogi Bhajan per quel che riguarda il Massaggio Kundalini, ma è anche il Maestro che ha creato il Kundalini Yoga, oggi molto diffuso e che anch’io tutt’oggi pratico regolarmente.

Anodea Judiith e colei che oggi viene considerata la massima esperta a livello mondiale per quanto riguarda la conoscenza del sistema dei chakra e i suoi libri sono fonti di conoscenza, consapevolezza e ispirazione. Aver approfondito la conoscenza dei chakra, mi permette oggi di fare una valutazione dell’equilibrio energetico di una persona senza la necessità di uno scambio verbale.

Daniel Odier, last but not least, che ho incontrato in diversi seminari e stage residenziali, è quello che considero il mio più importante maestro tantrico. Nel percorso di vita che ho fatto da quando mi sono approcciato al tantra, ho seguito innumerevoli stage e maestri/e in Italia, apprendendone anche i vari approcci al tantra. Molti di questi sono “figli”, in un modo o nell’altro, di Daniel Odier. Ad un certo punto del mio percorso ho capito che ero pronto ad incontrare il “maestro dei maestri” per consolidare la mia conoscenza tantrica ed in particolare sul Tantra Kashmiro – Yoga del Tocco che lui ha portato in occidente e che ancora oggi divulga ed insegna.

Cosa rappresentano per te il Tantra, il tantrismo e le discipline olistiche?

Potrei rispondere con tre semplici parole: libertà, consapevolezza, aiuto.

Avere un approccio tantrico significa avere una visione positiva della vita, credere nell’amore ed essere capaci di cogliere la bellezza che ci circonda. Considera anche che tra i benefici del vivere in maniera sana la filosofia tantrica, c’è il miglioramento dell’umore, la diminuzione dello stress e l’aumento della capacità di concentrazione. È quindi un vivere più in armonia con l’universo.

Le discipline olistiche rappresentano un approccio consapevole allo stile di vita, rafforzano il tuo stato di salute e, nell’espressione professionale, sono un impareggiabile strumento di aiuto per il benessere del prossimo. Di fatto stimolano in te stesso e negli altri la capacità di autoguarigione insita in ognuno di noi.

Come diceva Ippocrate, che aveva una reale visione olistica, “Le forze naturali che abbiamo dentro di noi possono, da sole, guarire la malattia”.

Hai ideato lo stage esperienziale “Ripartiamo dal tocco: dalla carezza all’abbraccio®” per divulgare ed insegnare la pratica tantrica. Come nasce il progetto e come viene accolto?

Il Tocco è una potentissima forma di comunicazione: è profonda, intima, più di quanto mille parole possano essere. E su questo concetto, negli anni scorsi, assieme ad una amica e collega, abbiamo effettuato vari stage per la divulgazione della pratica tantrica.

Questa idea è un’evoluzione di questa esperienza e mi è nata con l’arrivo della pandemia e con la consapevolezza di ciò di cui siamo stati repentinamente privati. Il titolo stesso che ho dato ne è una sintesi.

Uno dei nostri bisogni primari, sin da bambini, è l’essere accarezzati, toccati e abbracciati. La mancanza di questo contatto impoverisce ed inaridisce l’animo smorzando le nostre emozioni.

Il progetto viene accolto con interesse e per ora si realizza attraverso sessioni individuali o di coppia, durante le quali si fa la meditazione tantrica tandava, si lavora sul respiro consapevole, sulla sensorialità, il tocco ed infine il rituale tantra del kashmir, ma appena sarà possibile sarà anche uno stage esperienziale mirato al risveglio del corpo, delle sensazioni e delle emozioni più profonde e di tutto quello che in questo momento ci manca terribilmente.

Qual è il target delle persone che si avvicinano al Tantra e tantrismo? Cosa cercano? E a tuo avviso è adatto alle coppie?

Qui c’è da fare un piccolo distinguo: esistono molti cosiddetti “centri tantra”, che attirano un target di clientela esclusivamente maschile, che offrono massaggi erotici. Qui non si parla di tantra anche se l’offerta di quei servizi utilizza impropriamente questo termine. Lungi da me condannare o giudicare le persone che cercano questo tipo di massaggi, ma ritengo importante chiamare ogni cosa con il giusto nome.

Per quello che invece riguarda la mia esperienza diretta, la mia clientela è perlopiù formata da donne ed in misura minore da coppie.

Le donne che mi contattano per avvicinarsi al tantra, posso dirti che nella maggior parte dei casi lo fanno su consiglio della propria psicoterapeuta o sessuologa.

Sono donne che spesso hanno subito abusi di tipo fisico o psicologico, sia in età adolescenziale che in età adulta, donne anorgasmiche, donne che rifiutano il proprio corpo o il suo cambiamento nel tempo, che magari non ricevono più dal partner le attenzioni di un tempo e per questo perdono il senso della loro femminilità spesso identificato in modelli stereotipati. A volte questo accade nel momento che dovrebbe essere “il più potente” per una donna cioè la maternità trasformandola in una posizione di instabilità e sfiducia in sé stessa”.

L’obiettivo è quello di riacquisire la propria femminilità, la propria accettazione, di recuperare un rapporto più sano con la propria sessualità e, nel caso delle coppie, superare la dualità nell’incontro sacro tra le due coscienze maschile e femminile (Shiva e Shakti), scoprire un nuovo dialogo corporeo, superare difficoltà sessuali e riaccendere la passione ritrovando quell’unicità che è un altro punto cardine del tantrismo.

Il Tantra è o può essere utile nell’ambito della disabilità? Hai esperienze in questo senso?

Assolutamente si.

La prima volta che ho avuto occasione di trattare una persona disabile, è stato qualche anno fa durante un festival Olistico dove ero stato invitato ad offrire il mio massaggio emozionale alle/agli ospiti che volevano provarlo. Io non gestivo il calendario delle prenotazioni per cui, ogni volta che aprivo la porta dello studio nel succedersi degli appuntamenti cadenzati ogni ora, non sapevo chi mi sarei trovato di fronte. Arriva un ragazzo in sedia a rotelle, lo faccio accomodare (con un balzo sale sul lettino) e mi confessa che non ha mai ricevuto alcun tipo di massaggio in vita sua. Beh…devo dire che è stato uno dei massaggi più emozionanti che io abbia mai fatto in vita mia. Al termine del massaggio ci siamo ritrovati abbracciati con lui che tra le lacrime mi ringraziava per l’esperienza che aveva vissuto. Quando è uscito la sua compagna, vedendolo così felice, si è messa immediatamente in lista per provare anche lei il trattamento!

Questo mi ha dato la consapevolezza di quanto il massaggio e, successivamente, il rituale tantrico possa giovare ad una persona con disabilità.

Oggi posso dire di avere una buona esperienza per quel che riguarda l’offrire i trattamenti tantra alle persone disabili. E ora, più che mai, sono convinto del loro valore, utilità e, lasciami dire, necessità.

Uso la parola necessità non a caso perché come sai, e ne abbiamo parlato anche in occasione di convegni che ti hanno vista ospite, anche io come te, sono un convinto sostenitore e divulgatore del diritto alla sessualità dei disabili. E il tantra, attraverso l’accoglienza e il tocco è in grado di celebrare il diritto e la sacralità di quei corpi ai quali, troppo spesso, questo diritto è negato.

Di frequente sono i genitori che ottemperano a tale necessità masturbando i figli, ma questo è innaturale e sbagliato. Bisogna sicuramente fare di più per divulgare la cultura del tantra in questo ambito, facendo conoscere la sua utilità soprattutto ai familiari delle persone disabili che spesso non considerano le necessità o i desideri dei loro cari.

Ciò detto mi sorge l’esigenza di fare una importante precisazione.
Il tipo di assistenza che noi tantrika diamo nell’ambito della disabilità, nulla ha a che fare con la figura dell’Assistente Sessuale, figura presente in molti paesi del nord Europa (Belgio, Olanda, Germania, Danimarca, Svizzera) ed anche in Giappone e che in Italia, grazie alla mente illuminata di Maximiliano Ulivieri che ha creato il progetto LoveGiver, vorrebbe prendesse forma attraverso la figura dell’operatore e assistente all’emotività, all’affettività e alla sessualità (O.E.A.S.).
Allo stato attuale il progetto, seppur depositato da molto tempo presso le istituzioni, non ha ancora visto la luce e la figura dell’O.E.A.S ancora non esiste.

Sei anche docente presso l’Accademia Operatori Olistici di Roma e presso la Conscientia Academy di Venezia della quale sei anche coordinatore didattico; entrambe le strutture si occupano della formazione di Operatori Olistici certificati e Professionisti del Benessere attraverso il Massaggio Bionaturale.
Ti va di parlare di questa esperienza? Cosa ti senti di dire a chi vuole orientarsi nel mondo olistico con serietà e a chi ritiene di saper fare i massaggi o trattamenti olistici dopo aver letto qualche libro?

Parto da un assunto: l’operatore olistico va considerato un professionista a tutti gli effetti!

Purtroppo, nella giungla normativa attuale, non è una figura riconosciuta dallo Stato e questo genera gran confusione in questa “terra di nessuno” e molti ne approfittano.
Seppur normata ai sensi della legge 4 del 14/01/2013 che fa riferimento alle ‘professioni non organizzate in ordini o collegi’, per quanto spiacevole dirlo, la figura dell’operatore olistico non ha necessità di alcun titolo per operare e, con riferimento alla legge citata ed adeguato codice ateco e partita iva, chiunque può “mettersi sul mercato” da un giorno all’altro.

Ma questo non deve indurre a pensare che non sia una professione per la quale una adeguata e continua formazione nel tempo, sia necessaria.
Non è sufficiente quindi “leggere qualche libro” o frequentare un corso di un week-end per sentirsi o essere “operatori”. La letteratura è importante e lo studio è fondamentale, ma non può essere la sola fonte di apprendimento. Spesso leggo su forum dedicati post di persone che, dopo aver fatto un solo corso di massaggio di qualche ora, chiedono informazioni su come aprire uno studio: è oggettivamente inquietante.

Ma la colpa è anche di alcune scuole che, per esigenze di mercato, vendono la chimera che con poche ore di formazione puoi immediatamente trarre un beneficio economico.
In questo periodo di oggettiva difficoltà per tutti, alcune scuole di massaggio offrono addirittura la “formazione on-line”! Ma come si può solo lontanamente pensare che apprendere la delicatissima arte del massaggio, del tocco, possa essere fatta senza alcuna esperienza pratica?

Come dico sempre alle mie allieve ed allievi, mettere le mani sul corpo di una persona è una enorme responsabilità, pari alla fiducia che questa persona ripone in noi affidandosi ai nostri trattamenti. Per questo una adeguata formazione, esperienza e, non dimentichiamolo, predisposizione, sono fondamentali.

Quindi il consiglio che mi sento di dare a chi si vuole approcciare a questo meraviglioso mondo è quello di non fermarsi al primo sito che incontrano, ma di confrontare, approfondire e comprendere bene l’offerta formativa di ogni struttura, privilegiando chi offre un ventaglio il più completo possibile per la formazione degli operatori, facendo ben attenzione che nelle materie di studio siano presenti non solo le diverse tecniche di massaggio e trattamento, ma anche materie fondamentali come l’anatomia e complementari come l’approfondimento della visione olistica, l’anatomia energetica piuttosto che lezioni di diritto, per finire con l’approccio alla clientela ed il marketing. E soprattutto che siano certificati da un ente di qualità riconosciuto, perché il valore curriculare e di competenza, nei confronti dei clienti o delle strutture alle quali ci si voglia rivolgere, fa la differenza.

Comunque, se i tuoi lettori dovessero aver bisogno di consigli, sappiano che sono a loro disposizione.

I contatti di Massimo Mandorino sono:

Tel.-W.A.: 320 1777454
Facebook: massimobenessereroma [1]
Instagram: massimobenessere [2]
web: massimobenessere [3]
E-mail: info@massimobenessere.it

Nota: come blogger mi interessano i diversi punti di vista, i vissuti e le esperienze delle persone. Ognuno vive la filosofia del Tantra, l’amore e l’erotismo interpretandoli. Ciò detto, se una persona mi dice cose assolutamente contrarie al mio modo di pensare è chiaro che non gli do spazio. Altresì se c’è qualche idea “opinabile” cerco di rispettarla anche se non la condivido pienamente.

Leggi anche:

Tantra e disabilità; un accostamento possibile? [4]

Presentazione del saggio RaccontAbili [5]

Lezione per il Master di Neuroriabilitazione [6] presso l’Università Lumsa di Roma