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L’approccio olistico e l’unione sacra per migliorarci

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L’approccio olistico e l’unione sacra per migliorarci 1 [1]

I benefici dell’approccio olistico. 2 [2]

La sessualità delle persone con disabilità. 2 [3]

Disabilità e sessualità, a che punto siamo?. 3 [4]

Il sostegno alla Persona ed il riconoscimento dei diritti 4 [5]

Il massaggio tantrico come pratica per uno sviluppo armonioso della propria sessualità. 5 [6]

Le Energie nel Tantra. 6 [7]

Conclusioni 6 [8]

I benefici dell’approccio olistico

Le discipline olistiche hanno l’obiettivo di far ritrovare il benessere, tramite la visione globale del soggetto. Tali discipline infatti, non si concentrano solo sulla malattia o sul sintomo, ma agiscono su tutti e tre gli elementi che ci contraddistinguono: corpo, mente e spirito. Partendo da questi presupposti, l’approccio olistico può aiutare la persona a ripristinare un sano equilibrio psicofisico.

L’utilizzo delle molte discipline olistiche può essere inoltre di grande utilità per rimuovere blocchi energetici ed emozionali, permettendo alla persona di riconquistare l’equilibrio naturale globale. Ad ognuno di noi capita di sentire il bisogno di rilassarci, ritrovare un’armonia, stare meglio con noi stessi e con il contesto sociale dove viviamo. L’approccio olistico può essere ideale per coloro che sentono l’esigenza di un cambiamento, un miglioramento o devono superare un momento difficile.

Nella socialità, tale approccio consente di imparare a gestire i rapporti con le altre persone, di migliorare la propria autostima e di raggiungere obiettivi prefissati. Da un punto di vista spirituale può facilitare il raggiungimento di un’armonia e di una pace interiore, necessarie per una vita globalmente sana. Ma le discipline olistiche non devono essere viste  come lontane dalle metodologie di intervento della medicina tradizionale. Innanzitutto, perché l’approccio di tipo olistico non è finemente terapeutico, cioè non si limita a guarire il sintomo. Non vanno sottovalutati gli aspetti di prevenzione e di conservazione e miglioramento dello stato di salute. 

Da un punto di vista sociale, l’approccio olistico consente al soggetto di imparare a gestire i rapporti con le altre persone, di migliorare la propria autostima e di raggiungere obiettivi prefissati. Questo può essere ottenuto anche solo con una corretta respirazione. Per chi desidera esplorare altre frontiere più “alte”, l’approccio olistico può consentire di esplorare nuove sfaccettature della propria spiritualità.

La sessualità delle persone con disabilità

Nella vita di ogni persona l’aspetto affettivo sessuale non è staccato dal resto. Ciò detto vale anche per chi deve passare molto tempo a cercare di migliorarsi come nel caso delle persone con disabilità. Spesso è proprio l’esigenza di miglioramento che ti porta a desiderare un’esperienza sentimentale e sessuale.

Altre volte, tali desideridrivano dalla rabbia di vivere isolati dal contesto sociale, o la frustrazione perché [1]si sta in una famiglia  o in un istituto che impedisce lo sviluppo e l’appagamento di certe necessità.

Ancora oggi in Italia si fa fatica a pensare alla vita affettiva e sessuale delle persone con disabilità.  È complicato superare le paure di tante famiglie e operatori.  A pagarne il prezzo più alto sono le persone con disabilità cognitiva importante.

Sarebbe auspicabile che familiari, assistenti, medici terapisti tenessero presente (anche grazie alla visione olistica/totale) che tutte le persone hanno un fisiologico desiderio di affetto e di contatto. Si tratta di bisogni connaturati nell’essere umano.

Va detto anche che esistono varie forme di disabilità e per ognuna la sessualità dovrebbe essere approcciata in maniera diversa. È fondamentale tenere in considerazione le differenze tra una disabilità fisica lieve da una grave e tra fisica, cognitiva e sensoriale. In alcuni casi il bisogno dello sviluppo della sessualità è più evidente, in altri è meno esteriorizzato, ma è sempre presente, anche se con le differenze legate al genere, all’età, al tipo di handicap e alle peculiarità dell’individuo e al contesto sociale dove la persona si forma.

Disabilità e sessualità, a che punto siamo?

Spesso le persone che hanno subito danni cerebrali, si trovano ad affrontare tante terapie quali: la riabilitazione motoria, la riabilitazione neuropsicologica, la logopedia, la terapia occupazionale ect. Per ottimizzare la riabilitazione e mettere al centro la persona, con le necessità del momento e le aspettative per il futuro, è auspicabile che i vari ambiti riabilitativi trovino una logica di lavoro comune e che ci sia un dialogo per poi stabilire un intervento integrato che accompagnino la persona con disabilità e i suoi famigliari dalla riabilitazione all’affermazione di sé. Nel team riabilitativo sarebbe auspicabile avere la figura dello psicosessuologo.

Secondo un sondaggio di MySecretCase, blog di educazione sessuale, emerge che il 56,1% dei disabili vive la sessualità con il proprio compagno; il 31,7% la vive in solitudine; il 6,1% con una lavoratrice del sesso e quasi il 10% dei caregiver ricorre a questa figura per supportare il proprio familiare. Se, infatti, circa il 60% degli utenti vive la sessualità all’interno della coppia, il 14,6% sostiene di non avere mai avuto alcun tipo di relazione e di non sentirsi a proprio agio con la sessualità, né in solitudine, né in coppia, l’8,5% vive – invece – solo l’autoerotismo e ben il 37,8% vive la sessualità in modo naturale, sia in coppia e sia in solitudine.

Non solo! Il 94% dei disabili, il 100% dei caregiver intervistati e il 97,9% degli utenti di MySecretCase ritiene, inoltre, necessario che il percorso terapeutico e di cura venga affiancato, da parte delle istituzioni, da un percorso con una psicologa o una sessuologa; quasi il 50% degli utenti ritiene che i sex toys abbiano avuto un ruolo importante nella scoperta del proprio piacere personale e di coppia. Il 92,7% dei disabili, l’85,7% dei caregiver familiari e il 92,9% degli utenti di MySecretCase, risulta, inoltre, d’accordo con la legalizzazione, in Italia, della figura dell’Assistente sessuale.Dal sondaggio è emerso infine che il problema delle persone con disabilità non è tanto una vita sessuale carente quanto piuttosto una scarsa rappresentazione: la quasi totalità degli utenti di MySecretCase senza disabilità, ha riflettuto per la prima volta sulla questione sesso e disabilità, proprio perché non è una tema che rientra nella conversazione mediatica con fluidità.

Ci vuole un maggior interesse delle istituzioni e del settore dell’informazione, molte famiglie sono lasciate sole e non sanno a chi rivolgersi e come gestire la crescita del familiare con disabilità.

Il sostegno alla Persona ed il riconoscimento dei diritti

È bene tener presente che vige un legame indissolubile tra autonomia, supporto all’emancipazione e sviluppo della sessualità per le persone con disabilità. La negazione di tali aspetti, la mancanza di informazione e consapevolezza, combinata con la totale assenza di autonomia e privacy, recano solitudine, rabbia e frustrazione, con la conseguente rassegnazione ad una vita povera di stimoli. Pertanto, la condizione in cui la famiglia stessa sostiene e supporta un percorso di autonomia risulta fondamentale per le persone con disabilità.

Spesso la sessualità staccata dall’amore è poco concepita. In diverse interviste del saggio polifonica RaccontAbili [9], si evince come spesso le famiglie e la società fatichino ancora a riconoscere il diritto alla sessualità delle persone con disabilità. Afferma Andrea: “I miei genitori non vogliono sentir parlare di sessualità, dicono che non sta bene: per loro è un argomento tabù. Mi considerano un asessuato e questo mi crea tanta rabbia e disagio: vorrei fargli capire che non è così, ma non ci sono ancora riuscito. Anche la società ci considera tali”.

Antonio Giuseppe Malafarina parla di come la società fatichi ancora a vederci come persone complete con le stesse pulsioni dei normodotati: “Partiamo da una considerazione: le persone con disabilità sono sessuate. Hanno, quindi, una loro naturale sessualità, benché nell’ideale delle persone ne abbiano al pari degli angeli. Se non si considera un aspetto di una persona ci si priva della possibilità di percepirla pienamente. (…) Non esiste un diritto all’amore, ma esiste un diritto alla salute e un buon rapporto con il proprio corpo dal punto di vista sessuale ricade nel diritto alla salute. Ciò detto, la società impari che anche le persone con disabilità hanno una sessualità e un’affettività”.

Per le donne con handicap, la situazione è più complicata rispetto agli uomini: non si riconosce che la donna viva la necessità dell’appagamento sessuale, viceversa per l’uomo si ritengono più accettabili l’istinto e le pulsioni. La condizione della donna con disabilità pone inoltre di fronte, in numerosi casi, ad una situazione di particolare debolezza e soggezione con un forte rischio di discriminazione. A tale proposito riporto le parole dell’Onorevole Lisa Noja sui dati delle varie discriminazioni subite dalle donne con disabilità: “Quello delle discriminazioni è un tema di cui si discute ancora troppo poco nel nostro paese, nonostante migliaia di donne e ragazze con disabilità, vivano varie forme di discriminazione in ogni aspetto della loro vita. Nel mondo del lavoro si registra un tasso di inoccupazione delle donne con disabilità del 45% contro il 35% degli uomini. Anche nell’accesso al diritto alla salute si riscontra una discriminazione: i tassi di tumore al seno sono infatti molto più elevati tra le donne con disabilità a causa della mancanza di apparecchiature di screening e diagnosi adeguate. Infine, nella vita intima, dove le donne con disabilità hanno una probabilità di subire violenza da 2 a 5 volte superiore rispetto alle altre donne”.

Ci vorrebbe un maggior sostegno alla persona e al contesto dove vive (famiglia, casa-famiglia, assistenti). È anche auspicabile che  tutte le persone che sentono il bisogno di emanciparsi e di avere una vita autonoma, ricevano validi supporti su più fronti e una corretta e esaustiva educazione sentimentale.

Il massaggio tantrico come pratica per uno sviluppo armonioso della propria sessualità

Spesso, tramite il gruppo Facebook: “Amore, disabilità e tabù: parliamone! [10],  le persone con disabilità o i loro genitori mi chiedono un consiglio su come vivere un’esperienza passionale. In molti casi ho ritenuto di consigliare loro di avvicinarsi e sperimentare il massaggio tantrico (che fa parte delle molte discipline olistiche) e il tantrismo.

Il tantrismo è un antico indirizzo di pensiero che ha influenzato i grandi sistemi religiosi orientali (induismo, buddhismo, jainismo). Tale filosofia considera le passioni di per sé né buone né cattive; esse non vengono quindi represse, poiché significherebbe respingerle a un livello più profondo. Il Tantra è arrivato in Occidente nel ventesimo secolo trovando un terreno culturale fertile grazie alla rivoluzione sessuale e all’emancipazione della donna. Oggi riscontra sempre più curiosità ed interesse perché unisce in un’unica pratica i desideri umani più profondi: quello di amare e quello di essere veramente se stessi.

Il Tantra è legato al concetto di amore, di rispetto e fiducia in sé stessi e nell’altro. Non è una pratica che riguarda esclusivamente la sessualità, come spesso erroneamente si tende a credere. Il tantrismo non rinnega il corpo: è la religione che unisce la fisicità alla spiritualità.

La Via del Tantra è una via amorevole. Il massaggio tantrico, eseguito da professionisti, può aiutare la persona a scoprire il rapporto con la propria totalità e con l’altro in modo profondo, amorevole ed erotico. Molte persone, anche con disabilità, cercano in questa “Via” delle risposte sulla propria sessualità. Nel Tantra non c’è nulla di vietato e nulla di obbligatorio.

Per quanto riguarda noi persone con disabilità nel massaggio tantrico non si rischia il rifiuto come spesso avviene in chat. In un massaggio tantrico la disabilità non conta. Mi ricordo un uomo che aveva avuto delle esperienze sbrigative con delle prostitute, poi ha scoperto il massaggio tantrico e si è sentito finalmente accolto e coccolato.

Tra gli effetti immediati e di lungo periodo che vengono riscontrati dopo un massaggio possiamo riportare: un aumento dell’autostima, l’allentamento delle tensioni e una sensazione di benessere durevole nei giorni successivi.

Il Tantra ha a che fare con la sfera spirituale, intima ed emotiva delle persone.

Le Energie nel Tantra

Nella visione tantrica l’unione di un uomo e una donna, indicata con il termine sanscrito: “Maituna”, è considerata un atto sacro. In questa unione, vissuta con rispetto e ritualità, non c’è nulla da negare o reprimere.

Nel Tantra il Maituna, è considerato il mezzo supremo per arrivare all’Unione con il Tutto, la divinità maschile Shiva è unito a quella femminile Shakti. Le due divinità non si uniscono per generare figli, bensì per arrivare all’estasi.

La coppia che pratica il Maituna, come se fosse un vero rito e meditazione, utilizza le energie di ambedue le persone per raggiungere uno stato di completa armonia.

Va comunque considerato, in un’ottica olistica, che non c’è solo l’aspetto sessuale per raggiungere un’armonia globale. Alcune tecniche di meditazione conducono alla scoperta delle nostre energie. La meditazione della Kundalini ad esempio se praticata con regolarità permette il risveglio dell’energia vitale e da questo spazio consapevole ci può essere un incontro tantrico, dove il fine non è materiale ma spirituale.

Kundalini in sanscrito significa “serpente” ed indica l’energia vitale posta alla base della colonna vertebrale. Con il massaggio e la meditazione è possibile risvegliarla e farla risalire. In questo processo la Kundalini attraversa i vari chakra: centri sottili di energia; donando una piacevole sensazione di benessere psicofisico.

Tutto ciò può essere utile alle persone, anche con disabilità, a scoprire una sessualità profonda e armoniosa, molto distante dalla prostituzione che a volte viene usata per colmare un vuoto e poiché non si ha nel nostro paese la figura dell’assistente sessuale.

Conclusioni

La definizione di salute sessuale, data dall’Organizzazione mondiale della sanità OMS, recita così: “La salute sessuale è l’integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettuali e sociali dell’essere sessuato, allo scopo di pervenire ad un arricchimento della personalità umana e della comunicazione dell’essere”. Già nel 1993, l’Assemblea Generale ONU aveva approvato un importante documento dove veniva riconosciuto il pieno diritto a tutti i portatori di handicap di esprimere la propria sessualità.

Nonostante tutto, il cambiamento culturale per abbattere censure e tabù, in Italia è più lento e teorico rispetto ad altri paesi. Per molte persone manca l’informazione e la consapevolezza della propria sessualità. Spesso è più semplice negare o reprime piuttosto che informare. Manca inoltre un corretto sostegno per quelle famiglie che sono aperte a certi aspetti, ma non sanno a chi rivolgersi.

Auspico che le tematiche trattate in questo intervento, siano state utili per iniziare a scoprire delle discipline che spesso non si conoscono e per mettere in luce le esigenze delle persone con disabilità.

Infine è importante fare molte domande prima di affidarsi ad un operatore tantrico, per comprendere se è preparato o se fa questo tipo di massaggi da poco tempo e per un proprio tornaconto. Il Tantra è un dono per l’altro e non bisogna aspettarsi nulla in cambio, se non lo scambio energetico.

Leggi anche:

Sex 05. Zoe, disabilità e diritto alla sessualità  [11]L’Espresso

Dalla riabilitazione all’affermazione di sé: come sono diventata regista della mia vita [12]

Le persone con disabilità, la comunicazione nel web ed il devotismo [13]