Carina la ragazza in carrozzina

Di recente, su Messanger, mi contatta un uomo che dice di aver bisogno di un consiglio. Lo saluto e gli dico che sono disposta ad ascoltarlo.

Esordisce in questo modo: “Anni fa c’era una ragazza disabile che mi corteggiava; mi mangiava con gli occhi! Non ci ho mai fatto niente, anzi la evitavo”.

Non è la prima volta che mi arrivano dei messaggi che lasciano trasparire poca intelligenza ed empatia, ma cerco comunque di ascoltare e di non lasciarmi scoraggiare da quelli che, a prima vista, mi sembrano dei preconcetti.

L’uomo mi dice di avere quarantasei anni e il suo approccio è abbastanza timido, ma vuole a tutti i costi condividere con me un fatto di quando era molto giovane. Senza indugiare inizia il racconto: “Nel mio quartiere vedevo spesso una ragazza disabile, la evitavo, ma i suoi occhi dolci sembravano chiedermi di uscire con lei… Quando tornavo a casa, pensavo a lei e mi masturbavo”.

Come inizio mi sembra piuttosto triste, ma cerco di capire meglio la situazione e domando: “Sai dirmi che problemi aveva la ragazza?” mi risponde: “Era in carrozzina di preciso non lo so. Era molto carina”.

Penso che la sagacia non sia la principale qualità del mio interlocutore, che aggiunge: “Non ho mai avuto il coraggio di parlarci”.

Sento una profonda empatia verso la ragazza: anche a me è capitato che uomini spaventati dalla mia disabilità rinunciassero ad approcciarmi, anche se attratti.

Rido e rispondo: “Beh sei un cuor di leone!”

Marco, così chiamerò il cavaliere senza macchia e senza paura, mi chiede: “Che vuoi dire? Ho scoperto recentemente che le persone disabili possono fare sesso”.

Ci vuole tanta pazienza con certi soggetti… mi spiego meglio: “Voglio dire che potevi conoscerla, mi hai detto che non era male… e poi magari parlavate di mettervi insieme. Poteva essere divertente per entrambi”.

L’intrepido Marco allora cerca una giustificazione: “Pensavo che le persone disabili non potessero fare sesso, lei era anche molto carina. Recentemente, da vari gruppi Facebook, ho scoperto che anche i disabili fanno sesso, scusami per l’ignoranza”.

Wow! Un salto in avanti per quello che più che un cavaliere sembra un uomo di Neanderthal, ne sono capitati tanti di tipi così anche sui siti d’incontri.

Faccio zapping con il telecomando, mi sembra un passatempo più utile di quella conversazione.

Dopo un po’ di tregua il cavernicolo trova da solo una spiegazione ai suoi laceranti dubbi: “forse ero troppo giovane!”. Ecco quella che sembra la confessione di un bullo liceale pentito.

Fingendomi interessata e tranquilla scrivo: “Scusa, posso chiederti quanti anni avevi all’epoca del fatto?”

“Ero molto giovane, avevo ventidue, ventitré anni!”

Ecco, non si tratta di un bullo liceale, poi nel paleolitico non c’era la scuola… ribatto: “Eri già un uomo…”

Lui non coglie il mio messaggio. È nel vortice dei suoi pensieri, in fondo oggi è un uomo maturo di quarantasei anni, è deciso e vuole andare fino in fondo: “Zoe ti prego dimmi: potrei fare sesso con una donna disabile? Mi piacerebbe sapere se ci sono dei limiti in caso mi ricapitasse l’occasione! Di nuovo scusami per l’inesperienza”.

Leggo e penso a quanta ignoranza c’era e c’è ancora su questo tema, mi dico che sono contro gli stereotipi e le barriere mentali, ma tutto ha un limite!

Lui insiste, non facendo caso al fatto che non sto rispondendo: “Pensavo che una persona in carrozzina dalla vita in giù non sentisse niente e che non potesse fare sesso, ma mi sembra di aver capito adesso che se stai in carrozzina puoi anche fare sesso”.

Penso alla ragazza: chissà perché era sulla sedia a rotelle… Camminava a fatica e la usava di tanto in tanto o la usava sempre ed era campionessa di basket o di nuoto paralimpico? così cerco di approfondire: “magari conoscendola avresti potuto capire perché usava la sedia a rotelle, e quanta mobilità avesse realmente”.

Ma il vero enigma era un altro: “Ho letto su alcuni gruppi Facebook che alcune persone in carrozzina non sentono nulla, ma fanno comunque sesso, altri invece percepiscono le sensazioni. Ero giovane allora, ma ora vorrei capirci di più magari mi ricapita!”

“Potevi informarti!”

“Vent’anni fa ero un ragazzo timido. E poi a chi chiedevo: non c’era Internet!”

Niente, non ce la fa a capire che sarebbe stato semplice conoscerla, magari era simpatica e avrebbero potuto approfondire il loro interesse, o forse era antipatica… in entrambi i casi avrebbe conosciuto una persona e si sarebbe levato dei dubbi. Non era timidezza, sembra più panico di conoscere una persona che secondo molti non rispecchia la “normalità” e ora, a più di vent’anni dall’accaduto, si vuole togliere la curiosità e forse, anche qualche sfizio.

Che pazienza! Ci manca solo che mi chieda se anche io uso la carrozzina. Di sicuro non ha visto il film “Quasi amici”, nel quale viene trattato anche questo tema con sagacia ed ironia. Glielo consiglio e gli spiego il perché. Mi risponde “Grazie lo guarderò!”

Sono consapevole che non può bastare un film ad abbattere tanta ignoranza. Penso a quanti uomini come Marco mi sono capitati e a quanti, vedendomi, non si lasciano sfiorare dal pensiero che posso avere dei desideri. Ma c’è anche da dire che probabilmente tutti questi incontri mancati o il morboso interesse collegato solo alla disabilità hanno evitato a me e a tante ragazze disabili dei pessimi e inutili appuntamenti!

Bisogna essere preparati a chi ti evita o a chi non ha il coraggio di andare fino in fondo. Loro pensano di non essere notati, ma anche ciò spesso non corrisponde alla realtà.

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