Il bacio, tra amore, attualità e storia.

Il bacio può essere considerato la più grande forma di comunicazione che esiste.

Venne inventato dai cavalieri medioevali con lo scopo di capire se le mogli avessero bevuto mentre loro erano alle crociate. Fortunatamente il bacio non è rimasto circoscritto al consumo di alcool, ma ha preso piede.

Un bacio può essere delicato, amichevole, triste, conclusivo, simpatico, educato, invitante, passionale, devastante o distaccato.

Può essere usatoper trasmettere qualsiasi tipo di messaggio si desideri, specialmente in amore.

Il bacio però è soggettivo, ciò che piace ad una persona non farà necessariamente lo stesso effetto ad un’altra. Baciate dunque nel modo in cui vorreste essere baciati, in maniera che il vostro partner possa capire ciò che desiderate. Se inizia a baciarvi nella maniera giusta, ditegli quanto vi è piaciuto e mostrategli che vi sentite alquanto eccitati. In fondo il bacio serve anche ad avviare l’eccitazione sia maschile sia femminile.

Ci sono persone che baciano e coccolano benissimo ma poi nel rapporto sessuale si rivelano poco durevoli e poco capaci di far provare l’estasi al partner, cosa fare? A volte il tempo aiuta a raggiungere quell’intimità ed empatia necessarie che faranno  suonare i due strumenti all’unisono, altre volte il dialogo, le spiegazioni, i messaggi non verbali, gli aiuti per capire cosa piace lasciano il tempo che trovano ed allora la coppia scoppia!

E’ stato teorizzato che una donna decide nei primi 5 minuti di incontro con un uomo se ci sarà un seguito con lui.

Se un uomo è attratto da una donna e scopre che lei è una pessima baciatrice probabilmente  il rapporto sessuale “verrà ugualmente consumato“ , mentre una donna che scopre un uomo essere un pessimo baciatore probabilmente deciderà di non spingersi oltre.

È riduttivo, tuttavia, descrivere il bacio solo come veicolo dell’attrazione tra un uomo e una donna al primo appuntamento. Il bacio è molto di più; certamente è indispensabile per riconoscere il feeling in una coppia, ma ha delle enormi potenzialità inesplorate. Come dicevo all’inizio dell’articolo il bacio è un potente mezzo di comunicazione: è comunicazione affettiva, pace, passione, armonia tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso. Oggi come oggi non vale più la regola dell’uomo cacciatore e la donna subalterna. La società si sta evolvendo. Le manifestazioni d’affetto e d’amore escono dagli schemi rigidi di una volta e comprendono fortunatamente anche persone LGTB.

Il bacio non è solo una forma d’amore e passione, è importante il bacio dato ai bambini come accettazione e gratificazione del loro comportamento, ha la stessa potenza ed immediatezza comunicativa di uno schiaffo. È un importante mezzo educativo.

Vorrei qui riportare la storia di tre famosi baci dell’epoca contemporanea.

Il primo è quello che Julia e Auriane si sono scambiate nel bel mezzo della manifestazione organizzata a Marsiglia (e in altre 75 città francesi) dall’associazione “Alliance Vita“ contro il progetto di legge su matrimonio e adozioni per coppie omosessuali. In questo caso il bacio è stato il mezzo attraverso cui le due giovani ragazze hanno espresso il loro dissenso nei confronti dei manifestanti; questo ha avuto una diffusione enorme ed è entrato a fare parte della simbologia per la lotta ai diritti delle coppie omosessuali.

 

 

 

 

 

 

 

Il secondo bacio cui vorrei fare riferimento è quello tra Breznev e Honecker, all’epoca rispettivamente presidente dell’Unione Sovietica e della Germania dell’Est. L’immagine di quel bacio divenne presto una delle più fortemente simboliche della Guerra fredda, soprattutto dopo che l’artista russo Dmitry Vrubel ne dipinse una copia sulla parte est del Muro di Berlino con la scritta: «Dio mio, aiutami a sopravvivere a questo bacio della morte».

 

 

 

 

 

Strano, ma non impossibile, fotografare un bacio tra due giovani in primo piano ed una sommossa sullo sfondo. Mi riferisco all’immagine del bacio tra due ragazzi, scattata a Vancouver, durante gli scontri tra i tifosi dell’hockey e la polizia. La ragazza era stata colpita dallo scudo di un poliziotto ed è caduta a terra, il suo ragazzo ha cercato di tranquillizzarla, le ha dato un bacio e le ha detto “Andrà tutto bene“; il fotografo ha scattato la foto proprio in quel momento.

Il bacio è storia, racconto, passione, emozioni, testimonianza, è un modo immediato quanto potente per mostrare la propria presenza e l’esigenza di comunicare con il prossimo. Con lo stesso input – il bacio appunto- possiamo adottare una comunicazione a vari livelli. Purtroppo spesso lo dimentichiamo e sottovalutiamo l’importanza di quanto riportato in questo mio breve articolo.

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Il segreto del piacere femminile. (aggiornato il 31/07/2014)

In questo mio post vi propongo un articolo che ho trovato interessante e complementare con i due post precedenti in tema di sessualità, pubblicati sempre in questo portale (http://www.piccologenio.it/2014/07/26/lesperienza-di-un-piacere-intenso/  http://www.piccologenio.it/2014/07/23/il-piacere-magico-del-massaggio-tantrico/).  L’articolo che vi riporto lo potete trovare al seguente riferimento Masturbazione femminile: tabù o pudico segreto? http://www.wellvit.it/blog/masturbazione-femminile-tabu-o-pudico-segreto/

La masturbazione è un aspetto importante della sessualità di ragazze e ragazzi, uomini e donne, disabili e normodotati. Essa accompagna i momenti intimi solitari e di coppia. Ai disabili cognitivi si può insegnare che ci sono tempi, luoghi e modi per viversi l’autoerotismo. In un recente convegno al quale ho avuto modo di partecipare, si è parlato proprio dell’importanza di “insegnare“ piuttosto che “negare“, l’esito sui ragazzi era stato positivo.

Una volta, tramite Internet, un ragazzo che stava in sedia a rotelle  mi raccontò che la sera si masturbava fino a raggiungere l’orgasmo. A mio avviso il suo racconto dettagliato era una pura fantasia in quanto non eseguiva il tutto in modo corretto. Già l’autoerotismo è solo una parte dell’amore, in più troppo spesso ancora oggi purtroppo, i disabili si devono accontentare di lavorare di fantasia. Tutto ciò avrebbe bisogno di risposte concrete e di aiuti all’intero nucleo familiare, in questo modo si eviterebbe anche il fenomeno, sempre più frequente, delle madri che masturbano i propri figli.

In questo articolo vorrei parlare della masturbazione femminile, parlandone con un’ottica rivolta a tutti e non soffermandomi solo alle persone diversamente abili come ho fatto in passato in altri articoli.

In passato la masturbazione è stata considerata, dal punto di vista medico e religioso, come fonte di malattie fisiche e psichiche (insania ex masturbatione) e in essa è stato visto soltanto il peccato (vizio solitario). Per fortuna ci siamo evoluti, non c’è niente di sbagliato o peccaminoso nel toccarsi basta farlo nei giusti contesti

L’autoerotismo femminile è ancora uno dei grandi tabù sulla sessualità, qualcosa che non si confida nemmeno alla migliore amica. In effetti gli esempi da me sopra citati riguardavano ragazzi e non ragazze. Nonostante la libertà sessuale di oggi, la masturbazione della donna porta con sé un certo alone di immoralità, vergogna e spesso senso di colpa tipico delle società occidentali; ciò ben evidenzia la complessità psicologica e sessuale della donna e la relazione con il proprio corpo: in poche ammettono di ricercare il piacere da sole e, se lo fanno, precisano che si tratta di una soluzione estrema in periodi forzati di astinenza. Ma questo potrebbe anche non significare nulla: l’autoerotismo non è necessariamente legato a un periodo di astinenza e spesso rappresenta semplicemente un metodo alternativo per la ricerca del piacere.

Sono contraria a tanti tabù della “civiltà“ occidentale, forse dovremo avere l’umiltà di imparare alcune cose da culture molto diverse dalla nostra, sono certa che ne trarremmo giovamento.

Gli uomini praticano la masturbazione senza che nessuno, tantomeno loro, si scandalizzi per questo e lo fanno tutti nello stesso modo. Questo dato di fatto è fondamentale per abbandonare retaggi maschilisti e anacronistici sul tema.

Masturbazione femminile: un aspetto naturale della sessualità

Masturbazione femminile e autoerotismo eppure, la masturbazione è un aspetto naturale  fondamentale  della nostra sessualità e quindi, non andrebbe assolutamente trascurato perché,  pur essendo una dimensione apparentemente solitaria e privata, porta con sé molti aspetti positivi: innanzitutto, consente alla donna di conoscere più approfonditamente il proprio corpo e le proprie reazioni e la sua capacità di ricevere piacere in modo naturale e semplice; in secondo luogo può aiutare ad abbassare l’ansia legata al rapporto sessuale e a vivere più serenamente il sesso con il proprio partner. Questo vale tanto per i “normodotati“ quanto per i disabili: ce ne sono diversi con disabilità motoria o sensoriale che vivono a pieno il rapporto di coppia.

Anche in una relazionale in generale la masturbazione femminile ha risvolti positivi: molti uomini infatti apprezzano la capacità delle donne di cercare ed ottenere piacere, anche da sole.

Perché una donna dovrebbe praticare la masturbazione?

Vediamo quindi perché per una donna la masturbazione è importante:

€¢Per riuscire a capire profondamente come funziona il proprio corpo e le proprie sensazioni erotiche e rappresenta una via privilegiata di conoscenza sui propri punti sensibili.

€¢Per insegnare al partner come procurale piacere e come le piace essere accarezzata. Una donna che scopre i suoi punti piacevoli e sa come raggiungerli sarà in grado di guidare il proprio partner al raggiungimento di soddisfazione sessuale di coppia, oppure provare piacere dalla stimolazione ricevuta senza necessariamente aspettare di avere un orgasmo assieme.

€¢Per rilassarsi e alleviare lo stress.

€¢Per eccitare ancora di più il proprio partner.

€¢Per sentirsi sessualmente appagata a prescindere dall’esistenza o meno di un partner.

€¢Perché si ama!

La cultura scientifica

Masturbazione femminile tabù o segreto L’eroticità e la masturbazione femminile è stata per lungo sconosciuta e rimossa anche dalla cultura scientifica (specie da teorie psicoanalitiche ortodosse) che ha visto lo sviluppo psicosessuale della donna solo in funzione dell’aspetto riproduttivo della sessualità, la maternità, e il ruolo familiare come pilastri dell’identità femminile.

I primi a parlarne con un certo rilievo sono stati Masters & Johnson che in uno studio degli anni Sessanta svelarono che era una pratica abituale tra le donne americane, anche se quasi sempre negata.

Oggi fortunatamente la posizione della scienza è cambiata e sono numerose le ricerche e gli studi sulla masturbazione femminile e i suoi benefici per la donna.

E’ frequente riscontrare che molte donne raggiungono l’orgasmo solo masturbandosi, e già negli anni ’80 Shere Hite nel suo trattato sul piacere femminile parlava di 85% di donne che raggiungevano l’orgasmo con la masturbazione piuttosto che con il rapporto sessuale (dove il rapporto di orgasmi raggiunti era 1 su 4 rapporti sessuali consumati).

Numerose ricerche in sessuologia clinica hanno riscontrato che le donne che si dedicano all’autoerotismo hanno una vita sessuale molto più attiva e soddisfacente e raggiungono più facilmente l’orgasmo rispetto a quelle che non la praticano.

Molte donne, invece, che non riescono a raggiungere l’orgasmo con il proprio partner spesso dichiarano di non essersi mai masturbate.

Riferimento: http://www.wellvit.it/blog/masturbazione-femminile-tabu-o-pudico-segreto/

Come accennavo nella parte iniziale dell’articolo, non riconosco nella masturbazione sia maschile sia femminile un tabù, anzi ritengo possa essere un modo per superare le proprie paure, inibizioni, accettarsi e conoscersi meglio, superare tabù e imbarazzi in primis con se stessi (accettarsi vuol dire anche evitare tanti problemi psicologici e psicosomatici legati alla propria corporeità)  e poi col proprio partner. Troppo spesso ancora oggi si fa di tutto per evitare che il disabile si masturbi, a mio avviso  lo si dovrebbe educare a questa pratica in quanto il proibizionismo ingigantisce il problema; spesso l’autoerotismo può essere l’unico mezzo per vivere la propria sessualità ed esserne appagato. L’auspicabile previsione formale della figura dell’assistente sessuale potrebbe apportare delle importanti novità in questo ambito. Questa figura professionale potrebbe giovare sia alle persone disabili sia alle loro famiglie. L’assistenza sessuale consiste nell’educare la ragazza o il ragazzo disabile a conoscere il proprio corpo e a recarsi piacere; non comprende il rapporto sessuale tra l’assistente e l’assistito. Il tutto viene affrontato con le dovute accortezze in termini psicologici e pedagogici.

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L’esperienza di un piacere intenso (aggiornato il 31/07/14)

Dopo i numerosi articoli sulla sessualità in questo portale, mi sono resa conto di non aver affrontato un particolare momento dell’esperienza sessuale: l’orgasmo. Per questo vi propongo questo  post nel quale voglio soffermarmi sulla magia del piacere femminile, più complesso di quello maschile, più “meccanico“ e semplice da raggiungere. Per parlare di tutto ciò mi avvarrò di testi scientifici, ed informazioni selezionati nella grande quantità, più o meno attendibile, che si trova in rete.

Da dove deriva la parola orgasmo? La spiegazione la offre il dizionario Treccani: dal greco  ὀργασμός, der. di ὀργάω «essere pieno d’ardore, di voglia ardente».

Sulla Non Enciclopedia si leggono delle spiegazioni sarcastiche, ma si sa che l’ironia cela sempre un fondo di verità: nella specie umana, sia uomini che donne possono avere l’orgasmo. Gli uomini lo hanno sempre saputo, ma per secoli hanno tentato di nascondere questa verità alle donne per evitare che queste ultime li caricassero di responsabilità. D’altronde gli uomini non sono nuovi a certe mistificazioni: fino a vent’anni fa avevano fatto credere alle donne che la saliva femminile avesse proprietà antibatteriche.

Negli uomini l’orgasmo si presenta come un picco rapido di eccitazione seguito dall’eiaculazione, a cui segue la fase che in termini scientifici i sessuologi chiamano “fase dell’ho-avuto-quel-che-cercavo-per me va bene così- buonanotte“.

Nelle donne l’orgasmo è molto più incerto, più difficile e più problematico da raggiungere.

L’orgasmo è per lo più associato, in ambedue i sessi, ad altri tipi di azioni involontarie, come emissioni verbali, di solito vocali.  L’orgasmo si accompagna altresì a spasmi muscolari in diverse parti del corpo e a una sensazione di generica euforia.

L’orgasmo femminile è da sempre circondato da un alone di mistero dovuto in parte al fatto di non essere testimoniato, come invece accade per quello maschile, da alcun segno esteriore e visibile. Come recitava Giorgio Gaber: “Per l’uomo è chiaro, è evidente: quando arriva al massimo c’è la prova, ma le donne come funzionano? Maledizione! Non c’è la prova!“.

Per raggiungere il culmine del piacere, un segreto da tener presente, risiede nel fatto che la stimolazione diretta, o indiretta, del clitoride è probabilmente sempre essenziale per il raggiungimento dell’orgasmo femminile!

Molto spesso non vi è nessun automatismo per raggiungere l’estasi del piacere femminile, è “sufficiente“ che lei venga stimolata in modo prolungato e adeguato e che il rapporto avvenga in un contesto di sintonia, intimità, tranquillità e passione.

La donna, a differenza, dell’uomo può raggiungere molte volte l’apice del piacere in un breve arco di tempo. A volte capita che  l’uomo pensi solo a se stesso e non intenda minimamente far star bene la propria partner, questo atteggiamento è più frequente di quanto non si creda. Viceversa se un uomo fa di tutto per far star bene più e più volte la propria donna la coppia è più affiatata e duratura.

Ma che cosa accade esattamente in una donna durante l’orgasmo?

Anche in questo caso la dicotomia tra orgasmo maschile, meccanico e sempliciotto, e quello femminile, complesso e dinamico, si ripropone. Mentre negli uomini vi è un variabile lasso di tempo in cui non è possibile riprendere la sequenza eccitazione-orgasmo, nelle donne è a volte possibile che la curva dell’eccitazione risalga e che si raggiunga nuovamente il picco del piacere.

Certamente questo è un modo molto distaccato di descrivere un’esperienza estremamente complessa e personale che non può essere ridotta ad un mero meccanismo fisiologico. L’orgasmo femminile, come tutto ciò che concerne il piacere sessuale, è, infatti, un fenomeno essenzialmente psicosomatico (Kaplan, 1974) ed è regolato non solo a livello genitale ma anche a livello centrale e pertanto condizionato da pensieri, emozioni, convinzioni, vissuti e significati. È questa complessità della donna che in condizioni normali rende il piacere un traguardo unico ed estremamente importante da raggiungere. Di certo se c’è amore e passione sarà più facile viversi l’apice del piacere diversamente se l’atto sessuale è meccanico, c’è meno attenzione a questo aspetto.

I massaggi tantrici sono indicati per raggiungere uno o più orgasmi, cosa che non sempre accade del rapporto sessuale.

Il fatto che la risposta sessuale sia regolata anche a livello emotivo e mentale comporta non poche complicazioni: molti disturbi sessuali, che sono conseguenza di paure, idee, convinzioni che influiscono negativamente sul normale andamento delle diverse fasi.

Ad esempio, ci sono persone molto allarmate dall’idea di manifestare di fronte al partner un’emozione così intensa, che fa sentire vulnerabili. Altri possono non accettare di dipendere da qualcun altro per ottenere sensazioni così vigorose e ne fanno una lotta di potere. Questa lotta sotto le lenzuola può essere anche una lotta tra sessi “io sono il maschio ed io devo godere, tu donna non ne hai il diritto e ciò non è un mio problema“.

Abbiamo detto, inoltre, che durante l’orgasmo c’è un leggero annebbiamento della coscienza: molte persone hanno paura di perdere il controllo e questo può causare anorgasmia, ovvero l’impossibilità di raggiungere l’orgasmo dopo una fase di adeguata eccitazione. In realtà quello che accade è un restringimento del campo di coscienza, come quando si va al cinema o si legge un libro molto intensamente e ci si immerge in quel mondo per goderselo appieno. Durante questa fase la coscienza si offusca, ma non c’è assenza di coscienza di sé. Ci si lascia andare attivamente, orientando la coscienza verso l’esperienza sessuale, ed è possibile riprendere il controllo della situazione in qualunque momento.

Il restringimento del campo di coscienza porta alla riflessione su di un altro mito relativo all’orgasmo, quello della simultaneità: l’orgasmo, proprio per questa lieve alterazione della coscienza, è il momento in cui si è maggiormente concentrati su se stessi e quanto più è intenso quanto più si sta da soli. Al massimo è un fenomeno contemporaneo, ma di scarsa condivisione. Forse la sincronia fa sentire un po’ meno colpevoli, un po’ meno egoisti, ma essere molto attenti all’altro non aumenta il piacere, distrae, invece, dall’esperienza fisica, facendone perdere una parte.

A mio avviso si dovrebbero tener presenti tempi e modalità diverse, donare piacere e non pretendere di godere insieme. Spesso si pensa solo al proprio soddisfacimento ed alla domanda dell’uomo “tesoro hai goduto“ il sì diventa doveroso. Perché non tenere presenti le normali differenze che ci sono tra uomo e donna anche in questo campo? Chissà se tanti post serviranno a fare un’informazione migliore ed aumentare un pochino la coscienza di chi s’informa.

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Il piacere magico del massaggio tantrico

Il seguente post è tratto da internet  ed è stato rielaborato dalla redattrice di piccologenio.it.

Ho deciso di condividere questo articolo in quanto la pratica del massaggio tantrico è ancora poco conosciuta nel nostro Paese e merita di essere divulgata, considerate anche le potenzialità che ha per le persone che hanno difficoltà, per diverse ragioni, ad instaurare rapporti di coppia.

“Il massaggio Tantrico dal punto di vista pratico si propone come una esperienza polisensoriale: luci, profumi, suoni, si fondono per andare a stimolare e catturare ogni aspetto della fisicità, stimolazioni tattili che giocano sapientemente durante il massaggio alternando tecniche incisive e sfioramenti delicati seguite da manualità sensuali ed altre meditative, andando ad attivare i chakra ed energie sottili. Tutto questo ed altri aspetti ancora del Tantra fanno sì che il massaggio non risulti un massaggio fatto di giochi erotici, bensì sia il risultato di pratiche dal sapore sciamanico, con intenti propiziatori.

Si crea una connessione a livello del cuore che ci apre le porte verso l’estasi tantrica e gli stati profondi di coscienza.“

Vorrei portare come esempio un articolo sul tantra tratto dal sito http://www.tantralove.biz/massaggi-tantra/cosa-e-il-massaggio-tantrico/  per far capire e divulgare questa interessante disciplina, che può dare molto a chi per varie ragioni ha poche occasioni di raggiungere un orgasmo intenso e duraturo, o semplicemente trova difficile lasciarsi andare, o per vari motivi (di handicap, contesti culturali  e sociali che tendono a negare e reprimere, o fattori come la depressione, la timidezza, la mancata accettazione di sé, il non sentirsi accettato e capito dal/la proprio/a partner  ect) quindi non riesce a viversi tranquillamente il rapporto sessuale. Nel tantra il raggiungimento dell’orgasmo avviene sempre, esso è intenso, duraturo e più essere ripetuto nel caso delle donne, elementi che nel rapporto sessuale non sempre avvengono.

La disciplina del tantra nasce in India, da noi c’è ancora molto bisogno di chiarezza e comunicazione. Questo mio portale può essere un punto di riflessione.

Nella seduta vengono aperti e chiusi i sette punti del chakra. Essi partono dalla base della nostra colonna vertebrale per arrivare fino alla parte del cranio. Andare a lavorare su essi fa sì che si ricrei un equilibrio tra il terreno e lo spirituale. Il ricevente di tale massaggio deve stare in completo relax, ma nello stesso tempo in ascolto se desidera veramente capire che cosa è il TANTRA e percepire emozioni e risveglio dei cinque sensi. Una persona si lascia andare veramente a questo tipo di massaggio quando si permette l’accesso totale a se stesso, ai suoi bisogni, istinti, appetiti sessuali, al suo vero sentirsi fuori e libero da schemi e condizionamenti sociali.

In concreto, ciò che caratterizza di fatto la pratica, è l’ aspetto spirituale che si esprime attraverso una corretta attenzione che è portata a livello del “Cuore“ e alla consapevolezza della “Sacralità “ del corpo che ospita l’ Anima. Il termine “massaggio tantrico“ non individua quindi una specifica sequenza, o delle precise manualità, ma soltanto un modo di massaggiare, un particolare tipo di sensibilità nel tocco. In sostanza, ciò che caratterizza il massaggio tantrico non è il “cosa“, ma il “come“ del massaggio.

La pelle segna il limite visibile del nostro corpo ed il punto di contatto con il mondo. Si può osservare che attraverso la respirazione diviene più viva, più fremente, più morbida. Con la pratica del massaggio si scopre che il corpo non è limitato dalla pelle. Le vostre sensazioni ed emozioni tattili, sessuali, legate all’affettività, all’orgasmo, si amplificheranno in un susseguirsi di onde del piacere che daranno la sensazione di allontanarsi di molto, toccare il mondo e ritornare al corpo. E’ una sensazione molto piacevole.

I Tantrika praticano questo massaggio tutta la vita perché per loro l’arte del tocco tantrico è uno yoga a tutti gli effetti, in quanto è la porta d’accesso alla sensorialità e stimola l’essere ad una creatività costante.

I Tantrika parlano della preminenza del senso del tatto, per loro l’essere umano recupera la propria unità quando è toccato profondamente, ovvero quando il contatto non è una strategia sessuale, quando nulla è “voluto“.

 

A cosa serve il Massaggio Tantrico?

Fare o ricevere un massaggio tantrico consente di raggiungere il giusto equilibrio fra mente e corpo e di trasferire questa condizione anche nell’atto d’amore per esempio con il proprio partner, attraverso lo sblocco energetico, così s’intensificano le emozioni e s’impara a controllare e prolungare il piacere e i momenti di estasi.

Ovviamente tutto ciò è ostacolato dai nostri schemi mentali, dal nostro carattere, dalle nostre ferite interiori, dai nostri condizionamenti morali e il tantra può rappresentare il superamento di questi nel tempo. Con il massaggio non ci si vuole addentrare nella psicologia, ma semplicemente aiutare con la capacità e consapevolezza del presente ad avere una percezione più diretta e marcata delle sensazioni sensuali del proprio corpo e a far vivere meglio il presente, “ il qui ed ora“ vivendo a pieno ed in modo prolungato l’esperienza dell’orgasmo.

Nella nostra società, tutto ha assunto un carattere formale dalla stretta di mano agli aspetti più intimi, e c’è da scommettere che molti contatti amorosi si svolgano in modo standardizzato con gesti ripetuti e scontati, nell’assenza di ogni creatività e con poca soddisfazione reciproca. Nella civiltà delle macchine l’uomo appare meccanizzato non soltanto nel corpo, ma perfino nei pensieri e nei sentimenti. Tra questi due estremi, la stretta di mano e la congiunzione amorosa, esiste oggi, dal punto di vista del contatto, un grande vuoto. Se il sentimento della solitudine è così diffuso, le cause sono da ricercare almeno in parte in questa semplice realtà. Il contatto attraverso il massaggio, quando è applicato correttamente, è un filo di Arianna che consente di uscire dal labirinto più buio.  Gli stimoli dolci, armoniosi e passionali infondono fiducia. E’ risaputo che il contatto fisico nutre l’autostima e la capacità di affidarsi e abbandonarsi.

Tra gli effetti immediati del massaggio tantrico possono riscontrarsi  risultati positivi sulla  sfera psico-affettivo-sessuale, il rilascio delle tensioni e dello stress, ricarica energetica, inoltre possono verificarsi trasformazioni e cambiamenti sul modo di percepire noi stessi e la realtà che ci circonda compresa una riattivazione delle energie sessuali.

Inoltre si propone di favorire, la dove ce ne fosse bisogno, lo sblocco dell’energia affinché scorra liberamente nel corpo attraverso i “meridiani“ condizionando positivamente tutti gli aspetti della vita.  In generale anche dove fossero assenti blocchi emozionali, permette un miglioramento energetico corporeo, anche sessuale.

Come viene sviluppato il Massaggio Tantrico:

Il Massaggio tantrico avviene in nudità, sia per chi riceve il rituale che per chi dona; il fatto di essere nudi porta ad una sensibilità più acuta nel ricevere il massaggio, unito a un senso di libertà maggiore. Durante il trattamento, le energie del corpo sono stimolate in modo da scorrere meglio, aumentando anche il piacere. Tutto ciò serve per migliorare la percezione dei propri sensi, dei propri istinti, passioni, a conoscersi meglio sia dall’interno di sé che in relazione con l’esterno. È praticato con manualità molto intense e, soprattutto, con un atteggiamento interiore particolare.

Diventa così una grande opportunità di meditazione ed espansione del Sé; un ascolto continuo.  Sotto l’ aspetto tecnico, il Massaggio Tantrico si esprime attraverso un’intensa successione di manualità atte a stimolare uno stato meditativo attraverso una più intensa percezione della fisicità e delle capacità sensoriali senza evitare anche la stimolazione genitale, anzi usandola molto in quanto dal primo chakra (esso è situato nel perineo) e poi con gli orgasmi si liberano le energie di tutto il corpo, per questi motivi il massaggio tantrico a volte è finalizzato al puro piacere e soddisfacimento sessuale.  Il corpo umano è una totalità e tutto è sacro, degno e meritevole di attenzione. Non esistono zone interdette dallo Spirito. Purtroppo nella nostra società, e particolarmente in Italia, la cattiva informazione ed educazione sono ancora molto diffuse. Il Massaggio Tantrico non è sesso, tanto meno un’occasione per esprimere bassi istinti: per questo esistono semmai specifiche prestazioni in altri ambiti.

Il Massaggio Tantrico non può essere effettuato in serie, cambierà e si trasformerà da persona a persona poiché ognuno ha un fisico, un’energia diversa e delle esigenze diverse.  Inoltre anche effettuato sulla stessa persona il massaggio non sarà mai lo stesso perché l’energia sia del massaggiatore, sia del cliente cambierà con esso di volta in volta.

Che sensazioni ed effetti dona il massaggio tantrico ?

Le sensazioni e gli effetti sono del tutto soggettivi, tuttavia, si può dire che come effetti costanti si osserva un profondo senso di liberazione, di pace, di armonia,  riequilibrio e appagamento.

È opportuno osservare che ciò è dovuto al fatto che il Massaggio Tantrico non è una tecnica standard che si apprende su un libro o su una videocassetta o peggio in un videocorso on line, bensì un’espressione di attenzioni veicolate dal Tantrika. Infatti la tecnica di massaggio nasconde spesso delle trappole che ingabbiano l’operatore olistico in schemi, che mal si adattano con il massaggio tantrico.

Il massaggio Tantra può essere effettuato seriamente solo da chi “è nella Via del  Tantra“: qualcuno cioè che abbia realizzato l’essenza del tantra nella propria vita e poiché il tantra è esperienziale, ecco che non può essere spiegato ma solo vissuto e percepito personalmente. Non si può studiare, semmai in parte può essere una trasmissione diretta.

Il tocco tantrico è uno strumento che sviluppa la consapevolezza che è il vero ed unico obiettivo del Tantra.  Il massaggio rituale tantra è sensuale pur non essendoci penetrazione o uso del pene per questo gli assistenti sessuali per disabili dovrebbero essere formati anche su questa antica arte, il sesso fine a sé stesso è una cosa meccanica e vuota, che non ha senso.

 

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La sessualità delle persone disabili, presa sul serio, ma con leggerezza.

Regia: Carlo Zoratti
Anno di produzione: 2013
Durata: 82′
Tipologia: documentario
Genere: biografico/sociale
Paese: Germania/Italia/Austria
Produzione:
DETAiLFILM, Videomante; in collaborazione con ZDF, Rai Tre (Doc3)
Distributore:
Tucker Film
Data di uscita: 01/04/2014
Formato di ripresa: HD
Formato di proiezione: DCP e Digibeta, colore
Titolo originale: The Special Need
Altri titoli: L’Amore Secondo Enea

 

Tutti nella vita desiderano trovare l’Amore, e prima o poi, tutti, ce la fanno.

The Special Need racconta la storia di un giovane uomo che, come tanti altri, a trent’anni vuole una compagna, tutta sua, con cui fare l’amore. Per Enea soddisfare quest’esigenza appare davvero complicato. Il suo principale ostacolo è l’autismo, o meglio, il modo in cui questo viene percepito all’esterno. È infatti molto diffuso il luogo comune che porta a considerare le persone disabili come degli eterni bambini. A scontrarsi contro la futilità di questo pensiero è Carlo Zoratti, giovane regista del film e amico di Enea fin dall’adolescenza. I due crescono insieme, fino a quando per un periodo Carlo si allontana dalla città in cui vivono. Al suo ritorno, come racconta nel suo intervento a Che Tempo Che Fa, incontra Enea alla fermata del bus. È cresciuto, sono coetanei, entrambi ormai due uomini. La prima cosa che Carlo si domanda è come il suo amico si rapporti con le esigenze di un adulto, prima fra tutte quella di avere la morosa. Ed in effetti Enea desidera tantissimo avere una ragazza. Carlo, insieme all’amico Alex, si assume allora l’impegno di intraprendere la missione trovare una ragazza ad Enea! Da qui l’idea di documentare attraverso un road movie questa incredibile avventura, che li condurrà sino in Germania.  In Italia la soluzione al bisogno di Enea, per ora, non esiste. È la legislazione addirittura ad impedirlo, sanzionando chi ha rapporti con persone con disabilità intellettiva quasi allo stesso modo di chi ha rapporti sessuali con minori.

Il film affronta con grande delicatezza il tema dell’assistenza sessuale, senza inutili giri di parole, denunciando la situazione legislativa italiana e mettendola a confronto con quella europea. La professione dell’assistente sessuale è esercitata da terapiste dell’amore, che aiutano le persone disabili a esplorare il proprio corpo, le proprie pulsioni e i proprio desideri. Dato il labile confine che la separa, apparentemente, dalla semplice prostituzione, l’assistenza sessuale viene percepita negativamente da chi ne fa un questione puramente morale. In Italia, paese laico solo sulla carta, tale figura non riesce a prendere piede, viene denigrata, relegando la questione della sessualità delle persone disabili all’intimità della famiglia  e, in alcuni casi fortunati, agli amici. Tuttavia la maggior parte dei diversamente abili e dei loro familiari è favorevole a questo tipo di assistenza, che si fonda anche su una preparazione psicologica e terapeutica.

Il viaggio di Enea è anche un viaggio interiore. Il protagonista negli 82 minuti del film cresce. All’inizio della pellicola gioca con il liquidator, mentre sulla via del ritorno, ragiona sul desiderio di incontrare l’amore e di poter ballare con la sua fidanzata sulle note della sua canzone preferita.   Per questo cambiamento si potrebbe paragonare The special Need ad un romanzo di formazione. Il film narra una storia ironica,  commovente, raccontata con sapiente delicatezza. Aiuta lo spettatore a riflettere sui pregiudizi,  sulla morale, sulla figura dell’assistente  sessuale per disabili, sull’amore, la sessualità, la complicità tra amici; su aspetti della vita di ogni persona, non solo e necessariamente delle persone disabili. I confini tra normalità e disabilità, moralità e diversità sembrano non appartenere a nessuno per fortuna.

La “favola moderna di Enea“, come la definisce Carla Meneghin, la terapista che si occupa di Enea, in un’intervista rilasciata alla rivista Il Redattore Sociale (http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/457539/The-special-need-il-film-on-the-road-che-rompe-il-tabu-su-sesso-e-disabilita) apre un nuovo sguardo su un problema molto urgente delle persone disabili e delle famiglie. Nell’intervista la dottoressa Meneghin parla dell’Enea del film che appare come un giovane uomo spiritoso e vivace. Tale leggerezza e vivacità, sebbene dolorosamente autentiche, rischiano di confondere gli spettatori. “L’Enea del film – come spiega Carla Meneghin – è l’esito di una pazientissima relazione, terapeutica e affettiva, con me e con i suoi splendidi genitori. Un processo che non avrà mai fine, anche se i risultati non smettono mai di sorprenderci“.

Applauditissimo al Festival di Locarno (unico italiano nella sezione Cineasti del presente); vincitore per 4 volte nel 2013 nelle rassegne Trieste Film FestivalZagrebDoxSXSW Film Festival e Dok Leipzig e da ultimo primo classificato al DALLAS INTERNATIONAL FILM FESTIVAL, nella sezione documentari http://diff2014.dallasfilm.org/congratulations-2014-dallas-international-film-festival-winners-2/ , The Special Need è stato definito dalla stampa il caso cinematografico del momento.

 Un piccolo film che apre la mente e tocca il cuore.

 Di Zoe Rondini.

 

Gli altri mie post su amore, sessualità e disabilità sono:

http://www.piccologenio.it/2013/07/24/amore-e-sessualita-unoccasione-per-un-cambiamento-sociale-e-culturale/ AMORE E SESSUALITà, UN’OCCASIONE PER UN CAMBIAMENTO SOCIALE E CULTURALE

http://www.piccologenio.it/2013/07/20/disabilita-sessualita-e-famiglia-la-condizione-in-italia/  DISABILITA’ SESSUALITà E FAMIGIA, LA CONDIZIONE IN ITALIA.

http://www.piccologenio.it/2010/07/19/intermittenze-dellamore-per-abili-e-disabili/ INTERMITTENZE DELL’AMORE PER ABILI E DISABILI.

http://www.piccologenio.it/2010/04/28/un-dibattito-per-tutti-nella-settimana-del-per-tutti/  HO PARLATO IN UN DIBBATTITO SULL’AMORE E SESSUALITà PER LE PERSONE DISABILI.             

http://www.piccologenio.it/2008/10/26/giovani-la-difficolta-di-amare-e-la-difficolta-di-crescere/ GIOVANI, LA Difficoltà DI AMARE è LA Difficoltà DI CRESCERE

 http://www.piccologenio.it/2012/03/28/lurlo-silenzioso-di-zoe/ L’URLO SILENZIOSO DI ZOE

 

 

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Amore e sessualità, un’occasione per un cambiamento sociale e culturale

 In un mio articolo sull’handicap l’amore la sessualità in rapporto alle famiglie, scritto un anno fa  affermavo che: “Per quel che attiene alla vita sessuale di una persona disabile ritengo che i disabili debbano essere aiutati e compresi per arrivare ad avere un’attività sessuale cosciente anche fuori del matrimonio o della convivenza; come accade naturalmente per tutti gli uomini e le donne che scoprono queste pulsioni. Nella cultura attuale permangono ancora pregiudizi e negazione della sessualità dell’handicappato.“

A distanza di tempo dal post sopra citato torno a riflettere, su questo argomento, su quanto sia importante e difficile averne una piena coscienza e su come troppo spesso in Italia si neghi al disabile anche la conoscenza di semplici situazioni che fanno parte della vita.

Negli ultimi anni ci siamo trasformati, parlo di noi occidentali, in “maleducati sentimentali“, cito qui Massimo Gramellini. Oggi parlare di amore, di temi quali spiritualità e sentimenti, è divenuto un tabù. Non ci si pone alcuno scrupolo a toccare il fondo del degrado e della volgarità, ma ci si imbarazza a esprimere ciò che si prova. Ci siamo disabituati a riconoscere e distinguere i sentimenti dalle emozioni. I primi hanno alla base una progettualità reale e sono molto vicini ai sogni; le seconde sono estemporanee, nascono dalla pancia, dal cuore, ma non sempre arrivano al cervello. Possono trasformarsi in sentimenti, ma anche sfumare via. 

Cosa è la sessualità?

La sessualità si può, a mio avviso, definire come un aspetto fondamentale e complesso del comportamento che riguarda da un lato gli atti finalizzati alla riproduzione e alla ricerca del piacere, e da un altro anche gli aspetti sociali che si sono evoluti in relazione alle caratteristiche diverse dei generi maschile e femminile. L’ambito sessuale investe la biologia, la psicologia, la cultura, riguarda la crescita dell’individuo e coinvolge tutta la sua vita relazionale. Il termine “sessualità” quindi è riferito più specificatamente agli aspetti psicologici, sociali e culturali del comportamento sessuale umano, mentre col termine “attività sessuale” ci si riferisce più specificatamente alle pratiche sessuali vere e proprie.

In certe famiglie capita ancora e troppo spesso che si faccia di tutto per NON far conoscere al disabile nozioni semplici sulla sessualità e sull’amore, poi si esulta se lui o lei hanno perso la verginità. Magari ciò accade, ma non ci si interroga se è stato sesso o amore, se c’era abbastanza consapevolezza o se un adulto disabile rimanga un adolescente nell’approcciarsi e nel vivere la sessualità. I disabili che vivono determinate situazioni e si ritrovano in un contesto sociale e affettivo iper protettivo, dopo la prima o le prime esperienze, non si chiedono se si è trattato di amore o più semplicemente e banalmente di un atto sessuale! Queste persone disabili, sembrano a volte distanti, disinteressate e poco consapevoli di loro stesse per capire l’enorme, profonda e fondamentale differenza tra amore e sessualità! Da questo punto di vista, ad un handicap fisico o sensoriale si aggiungono problemi rilevanti sotto l’aspetto affettivo, di consapevolezza di sé, dei propri limiti, delle proprie capacità ed anche su come relazionarsi con gli altri. Il risultato può essere che se non adeguatamente supportati ed aiutate, queste persone rimangono come ragazzi immaturi incapaci di reagire ad un iper protezione della famiglia e talvolta della società. Può succedere che una persona disabile dica “TI AMO“ o “HO VOGLIA DI FARE L’AMORE CON TE“ quando andrà a compiere un atto privo di passione ed erotismo; teso a soddisfare un proprio istinto, senza quella sana consapevolezza volta a dare piacere ed a raggiungere  il piacere DI ENTRAMBI.

È un’amara realtà soprattutto degli uomini. È cosa ricorrente, riscontrata tra i normodotati ed anche tra  persone disabili che si sono fatte un’idea sbagliata e totalmente diversa dalla realtà, oltre ad avere una visione egocentrica e narcisistica del rapporto. Ci sono dei disabili ben integrati nella società, nella scuola, nel mondo del lavoro, che li portano ad avere piena coscienza di sé ed una vita socio-affettiva completamente normale. Ma esistono ancora molte realtà di emarginazione e vergogna dove la persona disabile ha come unica fonte per affrontare certe tematiche Internet, accedono con facilità a contenuti pornografici… Il rischio di farsi un’ idea distorta dell’amore e della sessualità è elevato. Inoltre questi disabili non possono e non devono parlare o confrontarsi liberamente su determinati argomenti, quindi rimangono poche idee sentite qua e là dentro e fuori il web, che spesso sono ben lontane da quella che è la realtà dei fatti.

La sessualità è parte della vita dell’essere umano, ma sembra che molti genitori ed insegnanti non riescano a spiegare questi aspetti agli adolescenti e provino ancor più imbarazzo a parlarne con un disabile. Se i ragazzi trovano le dovute spiegazioni tra amici dello stesso sesso e si approcciano spesso in età adolescenziale con i primi baci e le prime esperienze, per un disabile questo confronto è più difficile da instaurare e le prime esperienze avvengono in età adulta. È  proprio per questo che si dovrebbe “educare“ il ragazzo anziché reprimere le sue normali pulsioni. Su internet sembrano emergere schiettamente le difficoltà che un disabile incontra nel vivere l’erotismo e l’autoerotismo, ma poi certe tematiche non hanno seguito nella vita reale. Anche l’amore sta correndo il rischio di esistere solo via chat, facebook e nei forum dedicati alla disabilità. Su tali supporti l’inibizione viene meno e tutte le fantasie possono essere comunicate. Una persona che ha già avuto le sue esperienze è in grado di scindere e filtrare i messaggi virtuali; ma ci si dovrebbe interrogare di più sugli effetti che tutto ciò può avere su una persona che ha solo queste come “nozioni, modello, riscontro e sfogo“.

Il genitore, l’insegnante, lo psicologo, il terapista dovrebbero essere in grado di far capire al disabile che il sesso non è una cosa sporca, da nascondere, negare, proibire, senza dare spiegazioni o motivazioni. Il cattivo uso della sessualità può trasformarla da elemento positivo ad elemento negativo nella vita affettiva-relazionale di un individuo.

Un’ interessante articolo di Antonio Giuseppe Malafarina parla dell’idea di realizzare un cortometraggio dove si mette il luce il rapporto madre figlio di fronte al desiderio. La storia, può essere uno spunto di riflessione: narra di un bambino che diventa grande e una madre che lo segue attutendone la disabilità, come spesso avviene in molte famiglie. Fra i due protagonisti si instaura una grande complicità finché nel rapporto non si inserisce una terza persona. Una donna. E una donna, peraltro, che non c’è. Sta fotografata su un cartellone pubblicitario e appare all’improvviso su una strada che madre e figlio percorrono in macchina. L’adolescente ne è attratto. La madre non sa come reagire. Capisce che è giusto che sia così, che andrebbe guidato, ma non sa come stabilire un rapporto fra suo figlio e il mondo della sessualità, ovvero quello dell’amore al di fuori di ciò che lui aveva sempre conosciuto con parenti e amici.

E adesso? La madre è angosciata. Il figlio è confuso. Quale soluzione trovare? Ne proporrà una, se la proporrà. Il regista Franco Montanaro nel suo cortometraggio definisce Amore come lo stare svegli tutta la notte con un bambino malato. O con un adulto molto in salute. spiega il senso del corto con queste parole: «La madre del ragazzo compie un percorso, non a cuor leggero, non facile, in cui per amore verso il figlio compie un cambiamento, supera un preconcetto ma si scontra con la realtà che questo preconcetto non riesce ancora a superarlo».

Molte madri che si trovano nella medesima situazione, in diversi paesi scoprono un sostegno importante nella figura dell’assistente sessuale. In Italia questa figura professionale ancora non è riconosciuta. Ritengo che per alcuni tipi di disabilità medio-gravi  questa figura sia indicata, ma in altri casi, dove c’è solo un problema motorio LIEVE o sensoriale non trovo giusto che ci si rivolga a questa “figura“: le regole alle quali  spesso questi “operatori“ si attengono sono rigide (si esclude la penetrazione ed il rapporto orale) e non permettono di far vivere al disabile un rapporto sessuale “completo“, quando magari la persona sarebbe in grado di maturare e viversi normalmente determinate esperienze. Chissà quando cambieremo il nostro modo di pensare anche fuori dal web? Sarebbe una svolta importante per il nostro paese ed una crescita culturale enorme.

 

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INTERMITTENZE DELL’AMORE PER ABILI E DISABILI.(post con una foto)

È un tema importante e attuale del quale se ne parla molto su internet, gli si dedicano convegni, articoli  su blog, siti, riviste specializzate e non. Sto parlando della sessualità per le persone disabili.
Anche nel mio sito questa tematica viene ampiamente e saggiamente trattata nella categoria “HANDICAP E SESSUALITA’“ dal Dott. Tassiello. In uno dei suoi tanti post, dal titolo: “OCCUPARSI DELLE PERSONE TENENDO CONTO DELLA LORO SPIRITUALITÀ“ egli afferma che una persona con handicap, spesso nel suo percorso evolutivo tende a isolarsi e ad allontanarsi sempre più dalla realtà della vita, spinta dalla necessità e materialità di quei bisogni che sono semplici e banali per i sani “normodotati“. È vero e purtroppo è molto facile cercare un rifugio nelle proprie fantasie per tentare di scappare da una realtà che non ci piace, fatta di tante cose che ci mancano terribilmente e che sono molto lontane da noi, quindi estremamente difficili da raggiungere e realizzare.
Ho anche letto che in Inghilterra nei primi anni settanta, all’interno del movimento radicale dell’Union of the Physically Impaired against Segregation, si è andato sviluppando il cosiddetto modello sociale della disabilità. Esso ha introdotto una nuova idea: la disabilità è un prodotto sociale. La disabilità viene perciò considerata una costruzione sociale e non più l’esito di una menomazione fisica o psichica. Da questo ne consegue un’importante idea che caratterizza un modo di pensare di molte persone; purtroppo non è ancora un’idea recepita e interiorizzata da tutti quelli che cercano di abbattere le barriere architettoniche e culturali per facilitare il potersi esprimere di chi è diverso. A tale proposito partirei con affermare che il diritto di amare e di portare avanti il proprio percorso di crescita sentimentale e sessuale, dovrebbe essere un diritto esteso a tutti , “normodotati“ e “disabili“. Ci sono molti genitori, pedagogisti, psicologi… che sono favorevoli ad organizzare convegni, occasioni reali e virtuali, per parlare di questo argomento. Ci sono anche persone che aborriscono all’idea di riempirsi la bocca di parole su questa tematica.  Bruno Tescari, presidente della Lega Arcobaleno e vicepresidente della Federazione italiana superamento handicap (Fish), non ne poteva più di sentir parlare di disabili e sessualità in modo non corretto anche da parte dei cosiddetti esperti. “Mi sento offeso e molto seccato quando nei convegni intervengono, come relatori, psicologi, assistenti sociali, pedagogisti, operatori ed esperti vari, che parlano della sessualità dei disabili. Ci mettono sotto il vetrino della loro scienza e concludono immancabilmente con “Anche i disabili hanno diritto alla sessualità!“
La sessualità è una caratteristica naturale degli esseri viventi – compresi i disabili – strettamente connaturata sin dal momento della nascita. Ed allora, non parlate, Signori esperti, di diritto alla sessualità; semmai, di diritto al SESSO!”
Secondo me dipende, da come e quanto se ne parla. Se i dibattiti e gli articoli sono fatti bene, perché condannarli? Ci sono tante situazioni che meritano lo stesso ed anche maggiore interesse del sesso delle persone disabili, sto pensando a tutti quegli uomini e quelle donne che hanno perso l’intesa e sono cadute nella noia e nella monotonia del rapporto di coppia. Mi chiedo se queste problematiche non meritano più spazio e più attenzione. Vorrei ricordare che molti disabili fisici e cognitivi, non hanno decifit sentimentali ed affettivi; allora perché molti genitori si scandalizzano tanto e vivono come un lutto il prendere coscienza che la figlia disabile si è affacciata al mondo dell’amore, della passione, del desiderio? Generalmente sono le femmine quelle più penalizzate dalla famiglia e dalla società.
Oggi si comincia a discutere delle tante ragazzine che diventano mamme tra i tredici ed i diciannove anni. È una situazione diffusa all’estero ma in Italia ci sono molti più casi di quanto si pensi. Ci sono molti argomenti legati all’amore che  meriterebbero più attenzione e più spazio, ma ancora, purtroppo, suscitano meno interesse e meno attenzione, forse perché appartengono ai “normali“? Ma se al centro di una vicenda ci fossero due diversamente abili? Se il titolo della notizia fosse più o meno questo: “una coppia di adolescenti disabili danno alla luce un bebè“… come reagirebbe l’ opinione  pubblica? Con lo stesso interesse che si ha per due ragazzini normodotati o le  idee, la curiosità, il gossip, e l’attenzione sarebbero ingiustamente centuplicati? Temo che si verificherebbe una pioggia incessante di parole e di attenzione.
C’è anche da dire  che se per i ragazzi normodotati l’amore, in genere, si affaccia durante la fase adolescenziale, per un disabile può essere una conquista  che richiede maggior impegno ed attesa prima di poter essere raggiunta e vissuta.
Gli esempi e gli argomenti sarebbero ancora un’infinità, ma non voglio addentrarmi troppo in un’analisi dei fenomeni e delle ragioni socioculturali; preferisco puntare l’attenzione sulle idee e sulle opinioni, senza addentrarmi troppo nella materia specifica (come del resto è consuetudine di tutti gli articoli del mio sito).
Vorrei avviarmi ad una conclusione scrivendo ancora delle opinioni personali che possono essere condivise o aprire un dibattito costruttivo: ogni uomo ed ogni donna che vivono la propria crescita sentimentale e sessuale vanno capiti, rispettati, aiutati ed amati. A mio avviso l’amore e la sessualità ci rendono tutti uguali e tutti diversi, unici nel nostro essere; capaci di accogliere l’altro, amarlo, coccolarlo, rispettarlo e fare tutto ciò anche con noi stessi!
Sotto quest’ottica non si può più parlare di abili e disabili, normali e diversi! Ma solo di amore e rispetto delle persone e dei ruoli che le persone (innamorati, genitori, parenti, psicologi, pedagogisti, terapisti, assistenti…) svolgono nella loro vita.

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Benessere ed armonia per corpi e menti

Tantra e assistente sessuale nel nostro paese. È ancora utopia vivere l’amore e la sessualità in modo completo.

Attraverso il massaggio Tantra, il corpo ritrova l’armonia tramite il rilassamento e l’eccitazione dei sensi. L’intento principale è quello di sviluppare una maggiore consapevolezza sia in chi lo offre, sia in chi lo riceve, migliorando la reciproca padronanza dei desideri e delle emozioni. Chi offre il massaggio, dona il proprio amore incondizionato all’altra persona. Chi lo riceve dovrebbe pertanto porsi in una condizione di totale fiducia, liberando la mente dai pensieri e dalle aspettative, favorendo l’attivazione dei propri sensi. Nel massaggio Tantra, è essenziale abbandonarsi all’attimo presente, un dolce ed eccitante momento in cui trovare la serenità e il piacere nella loro dimensione più nobile e pura. Consigliato ai single ma anche ad alcune coppie dove c’è molta intesa e si vuole ritrovare o provare in un modo diverso l’armonia e la complicità.

I 3 PRINCIPI DI APPLICAZIONE DEL MASSAGGIO TANTRA

 Come ogni altra tecnica di massaggi orientali, anche il Tantra presenta i suoi principi.

 1) Essere con la mente, con il corpo e con l’anima nell’attimo presente, senza distrazioni. Per arrivare a questo stato d’animo è importante concentrarsi sul proprio respiro, rendendolo più profondo. Il massaggio inizia proprio da una profonda e lenta respirazione e dalla visualizzazione dei chakra.

 2) La mano dovrebbe rimanere a completo contatto con il corpo del ricevente, in modo da disegnarne le sue forme sia con le dita che con il palmo.

 3) I movimenti vanno eseguiti in un armonioso flusso continuo, in modo che ogni gesto perfezioni il precedente e allo stesso tempo prepari il successivo movimento. Il massaggio Tantra è fatto da scivolamenti, strofinamenti, carezze, con variazioni di pressione, durata e ritmo. Durante il massaggio è possibile parlare, di tanto in tanto, con la persona trattata in modo da rassicurarla in caso fosse un po’ tesa, favorendo il rilassamento. Questo massaggio è un’opportunità per aprirsi, sia per chi lo offre, sia per chi lo riceve. Rilassa molto e apre i cuori. Con il Tantra è possibile scoprire nuove emozioni, nuovi orizzonti per la vita personale o di coppia.

  L’ESECUZIONE

 II massaggio esplora e stimola tutte le zone del corpo: schiena, gambe, piedi, braccia, mani, gli organi riproduttivi, collo, testa, e viso vengono accarezzati con pressioni leggere, eseguite con strofinamenti circolari, dolci, rilassanti. Il ricevente, poiché viene massaggiato dappertutto, deve essere nudo, tenendo eventualmente coperte solo quelle zone del corpo che al momento non sono trattate. Anche il massaggiatore o la massaggiatrice, può decidere di offrire il massaggio da nudo. Il massaggio agli organi riproduttivi ha delle tecniche specifiche per il trattamento del maschio (Tantra Lingam) e della femmina (Tantra Yoni): per scoprirle, non dovete fare altro che chiedere il supporto di un esperto massaggiatore o massaggiatrice Tantra e provarle di persona!

 Chi offre di massaggiare, rimane seduto accanto al ricevente, concentrandosi sul proprio respiro, iniziando poi a far scivolare le mani lungo il corpo, più e più volte in ciascuna delle zone da trattare. Questi scivolamenti, oltre ad eccitare, aumentano la capacità di percepire il proprio corpo sviluppando maggiormente i sensi. Una volta terminato di massaggiare la parte posteriore del corpo, toccherà alla parte anteriore o viceversa. Durante il massaggio, non manca la stimolazione dei Chakra, centri di energia ove scorre, secondo la tradizione del Tantra, lo spirito umano. Ciò porta grande equilibrio e benessere, senso di leggerezza, defaticamento, è un ottimo trattamento per corpo e mente. Le tecniche del massaggio sono così importanti? Le prime volte che si eseguono le tecniche del massaggio Tantra, così come spesso avviene nell’apprendimento di altri stili di massaggio, è probabile che l’attenzione sia rivolta soprattutto nel cercare di eseguire correttamente le tecniche piuttosto che fare del proprio meglio per soddisfare la persona che si ha dinnanzi. Non è molto importante ricordarsi tutti i passaggi, tutti i movimenti. E’ invece importante, soprattutto per il principiante, eseguire le tecniche con sincerità e spontaneità, concentrandosi di più sulla persona che si sta massaggiando. Con la pratica e col tempo, tutti i movimenti del Tantra diverranno spontanei, naturali, non più così calcolati o forzati. Tutti i movimenti del Tantra seguono la Via della Natura, una natura che abbiamo dentro di noi e che attende di affiorare in tutto il suo splendore. Con il tempo e l’esperienza, tecnica e sensibilità si fonderanno assieme e ci si potrà lasciare trasportare unicamente dalle sensazioni del massaggio.

 ORIGINI E FILOSOFIA DEL TANTRA

 La parola Tantra significa “trama“, riferendosi alla creazione di un tessuto, oppure anche “rituale“. I primi testi della dottrina tantrica risalgono al VI e VII secolo d.C. Derivante dal buddhismo, la filosofia del Tantra, è col tempo entrata in contatto con altre dottrine che hanno contribuito a renderla come è oggi. Fra queste dottrine è presente l’induismo vedico, l’islamismo arabo, il taoismo cinese e lo scintoismo giapponese. Il mondo occidentale, entrò in contatto con questa filosofia solo nel XX secolo. Il Tantra è una corrente filosofica che si prefigge di far raggiungere all’essere umano, attraverso un sentiero basato sull’esperienza personale, uno stato di coscienza superiore. Come avviene nel buddhismo, si cerca di arginare il dolore psicologico attraverso il raggiungimento di una completa e lucida visione di sé stessi, ottenendo il controllo rilassato (non solo per mezzo del massaggio) dei propri desideri e la facoltà di amare pienamente la vita. Il Tantra pone l’esperienza umana al di sopra della passiva accettazione di una qualunque visione cosmica che spieghi il significato della vita e che finirebbe per limitare l’espressione individuale. Mirando all’evoluzione personale, i praticanti del Tantra si concentrano sulla realtà dei sensi, impegnandosi ad espandere la loro percezione, liberando la mente dai pregiudizi e osservando le varie manifestazioni della realtà.

 I BENEFICI E LE MIE OSSERVAZIONI

 Con il massaggio Tantra, è possibile migliorare il rapporto di coppia, grazie a una più ampia scoperta delle proprie potenzialità naturali. Il Tantra sviluppa i sensi, sia fisici che intuitivi della persona che si impegna in questo percorso. Indicato anche per i single, i disabili, per chi non vuole o non riesce ad avere una relazione stabile. L’empatia che il massaggiatore deve avere con il cliente, la grazia e la dolcezza misti all’erotismo sono essenziali per questo tipo di massaggio, e questo mi porta a pensare che sarebbe uno step fondamentale per la figura dell’assistente sessuale per disabili.  Lo potrebbero imparare anche molti partener, soprattutto uomini un po’ maldestri… esso offre una carta in più per raggiungere un piacere intenso e duraturo. Inoltre è importante ricordare che ci vuole una lunga e rigida preparazione e non tutti i “professionisti“ sanno svolgere adeguatamente questo tipo di massaggio.

 Vi propongo una testimonianza toccante del rapporto speciale tra un’assistente sessuale, un ragazzo disabile e la madre. Forse il Tantra è utile in questa professione per accompagnare e completare le coccole e le attenzioni di queste operatrici professioniste visto che sia le assistenti sessuali sia i massaggiatori tantrici usano, a diversi livelli massaggi, dialogo e coccole :

TESTIMONIAZA DI UN’ASSISTENTE SESSUALE PER DISABILI

 “Ciao, sono ELISABETTA scrivo per raccontarti la mia esperienza con un ragazzo disabile.

 Mi occupo di massaggi (riflessologia plantare). Sono stata chiamata dalla mamma di questo ragazzo che al tempo aveva 25 anni, lo chiamerò MASSIMO, per mantenere il suo anonimato . La sua disabilità è dovuta ad un incidente motociclistico molto grave. Mesi di coma e paresi a metà corpo.

 Ho iniziato a lavorare su di lui quando era ancora in coma vigile e nell’arco di qualche anno, con l’aiuto di altri specialisti, dalla psicologa alla logopedista e il fisioterapista, siamo riusciti a rilassare il suo corpo per stare da solo in carrozzina. La sua mente è molto attiva, conserva una buona memoria, dotato di un intelligenza emotiva molto spiccata, sensibile e brillante nelle battute. Ha recuperato molto a livello mentale, meno a livello fisico. Non riesce a stare in piedi perchè ha paura, è molto rigido, le gambe le muove ma non avendo muscolatura fa fatica a sorreggersi e questo alimenta la sua paura. Nel corso degli anni abbiamo instaurato una bella confidenza e simpatia, tra massaggi conditi di chiacchere, abbracci, sorrisi.

 Durante le mie sedute, da quando è stato un grado di comunicare anche solo coi gesti , ha sempre mostrato il desiderio di toccarmi, aveva voglia di contatto oltre quello che potevo dargli.

 E quando ha potuto esprimersi a parole mi ha chiesto esplicitamente se poteva toccarmi dovunque, e magari fare anche altro!

 Parlando con la mamma di questo suo bisogno, ci siamo rese conto che serviva una donna, in modo sottile lei stessa mi chiese di permettergli qualcosa di più, ma ovvio io non potevo, mi sentivo a disagio, a rimettergli sempre a posto le mani, è stata una situazione difficile, provavo dispiacere per lui e nello stesso tempo capivo le sue necessità.

 Si è addirittura parlato di portare Massimo in Svizzera, ma sempre la morale e l’imbarazzo hanno vinto su questo pensiero.“

 Forse c’è da rivedere le “regole“ di queste operatrici e riconoscerne l’operato, in Italia siamo abbastanza indietro su tutto ciò!

 Massimo adesso ha 40 , è parzialmente autosufficiente, ha sempre bisogno di essere assistito e non credo sia mai stato aiutato sotto l’ aspetto sessuale.

 Ogni tanto lo incontro, non si è più parlato di questo argomento, anche lui come molti disabili nel nostro paese… viene distratto con altre attività che lo impegnano molto, è un ragazzo sereno, intelligente, seguito con amore da tutta la sua famiglia, ma l’aspetto sessuale credo sia rimasto cosi, un desiderio, un segreto nel suo cuore, un bisogno della sua carne, che resterà tale.

 Ora io non sono nessuno per dire cosa va fatto e cosa no, ma sono certa che se lui avesse potuto scegliere al tempo mi avrebbe detto si, …..portami da una bella donna per fare l’amore, per sentire l’amore fisico, per godere di un corpo che non sia solo il mio, per appagare ciò che mi manca, non posso chiedere alla mamma di portarmi lei.

 Forse adesso lui è cambiato e non ci pensa più, ma forse anche no. È giusto che un disabile debba non pensare all’amore, al sesso, all’erotismo ed alla passione?

 Non so a cosa poi porterebbe dargli la possibilità di farlo, forse innescherebbe meccanismi che lo porterebbero a desiderare sempre più spesso quei momenti e non so a che punto quindi sarebbe gestibile poi la situazione per la famiglia, o addirittura se lui potrebbe soffrirne, avendo provato una cosa che non può avere quando vuole…

 Trovare un equilibrio tra le due situazioni sarebbe l’ideale.

 Personalmente credo sia necessario aiutarli anche sotto questo aspetto, donna o uomo che sia, il come farlo solo uno specialista può dirlo.

L’assistente sessuale può e deve essere una figura in grado di interagire  con gli altri specialisti che si occupano di disabilità.

Grazie.“

 Vi lascio alle riflessioni che i due argomenti trattati possono aprire.

 

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