il Natale è luce da donare.

una festa che ha il sapore della rinascita degli uomini. Festa di speranze, buoni propositi, regali da donare e da ricevere.
Sto sognando? Perchè no! Meglio sognare che avere incubi. I sogni spesso diventano realtà.
Chi da piccolo non ha aspettato che Babbo Natale ci portasse i doni? Era una bella attesa!
Poi il tempo ci ha fatto scoprire che Babbo Natale era un’invenzione e che le renne, in realtà non volano.
Però mi piaceva quel mondo incantato fatto di slitte trainate dalle renne nel cielo stellato e guidate da un grasso signore con la barba bianca e tutto vestito di rosso.
Peccato che crescendo i mie sogni, e penso anche i vostri si sono infranti.
Però, per fortuna, molti italiani sognano anche da grandi. Anche loro si aspettano dei regali materiali, fanno i conti con l’anno vecchio e sperano che l’anno nuovo gli porti amore, salute e denaro. Magari chiedono a babbo natale una promozione sul lavoro, qualche zero in più sulla busta paga, la salute ed anche un matrimonio o un divorzio, dipende dai casi.
Per i bambini il Natale è l’occasione di scrivere nella letterina oltre ai giocattoli frasi tipo “… per favore fammi diventare più buono ed ubbidiente…” oppure “fa che i bambini africani abbiano da mangiare e tanti giocattoli come ho io”.
Perché da grandi si vive in maniera frenetica ed egoistica?
Spesso gli adulti prendono coscienza di molte realtà che non sanno fronteggiare e pertanto il venticinque dicembre viene vissuto, e si riduce, ad un giorno come tanti altri con pessimismo, malinconia e tanta ipocrisia anche perché il natale è la festa della famiglia. Per tutto dicembre e parte di gennaio la propria situazione famigliare si accentua, i litigi e la solitudine si fanno sentire di più in tutte quelle persone che non hanno una famiglia modello come ci rammentano tutti i presepi che vediamo.
A dicembre girare per negozi e bancarelle sembra un obbligo.
Può essere una terapia scaccia pensieri, un dovere di un padre verso i proprio figli o una gioia quando si cerca il regalo più bello del mondo da fare alla persona che amiamo. Fatto sta che nel centro e nelle fiere natalizie delle grandi città, c’è sempre una gran folla, traffico, è quasi un utopia trovare parcheggio per una macchina famigliare, ma almeno l’economia gira.
Personalmente quest’anno vorrei “donare” qualcosa di mio perchè non voglio perdermi l’occasione di festeggiare la festa del natale Natale come merita, perchè il vero Natale non è solo luce che proviene dai negozi e dalla case, ma vera luce emanata dall’interno di ciascuno di noi.

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Gli amici di Sant’Egidio: insieme per crescere, aiutare e aiutarsi.

La riunione degli amici della comunità di Sant’Egidio nel cortile di un antico monastero, oggi museo di Roma in Trastevere.
All’ombra protettrice di un amplissimo albero. Ha voluto significare la “La liberazione della diversità dei corpi e delle menti“, dalla costrizione e la sofferenza attraverso la libertà che l’arte moderna consente.
Al di là del valore del prodotto artistico, le difficoltà di comunicazione dei propri sentimenti sono superate con il messaggio dell’arte.
Questo consente di scendere nella profondità del pensiero di ciascuno, e di verificarne gioie e dolori, volontà di essere e agire, il riscatto dalla discriminazione.
Non solo la pittura ha dominato un anno di impegno artistico, guidato in sintonia di visione da istruttori amorevoli; ma anche l’allestimento di cento lampade realizzate con il “diseiner“ così creativo del genio italiano, ha consentito di illuminare di una luce simbolica il
“sogno di un mondo per tutti“, che Sonia una degli artisti ha espresso come obiettivo dell’anno di lavoro.
Nei quadri si raccontano le vicende degli zingari, di coloro che pieni di speranza si imbarcano per trovare terre più ospitali su fragili barche, per varcare i confini che non solo la geografia ma la mancata solidarietà fra gli uomini ha reso ostili.
Ma si raccontano anche i confini domestici, fra i “sani“ e gli “afflitti“, vuoi di imperfezioni di natura, vuoi per accidenti di vita, vuoi per il naturale declino delle forze e delle menti dovuto all’avanzare degli anni.
Un popolo molto consapevole di disabili, dei loro familiari , degli accompagnatori e di giovani volontari – presenti in gran numero nell’ampio cortile –Ha rinnovato la sua fiducia verso coloro che –come la comunità di Sant’Egidio – vivono con il sentimento dell’amicizia e della cura.
Non è senza significato che con il contributo degli artisti disabili che hanno lavorato per un anno vissuto insieme, la comunità abbia potuto far nascere sani 6000 bambini africani, preservandoli dall’AIDS.
Questa “reciprocità“ di vantaggi è esempio di quanto si può ottenere, se veramente ci si impegna a far sì che “il sogno di un mondo per tutti“ divenga realtà – vissuta-.

guardate le facce sodisfatte degli artisti su: http://www.micromosso.com/serie/pavani_5/index.html

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la mia Supernonna

scansione0001.jpgEcco come mi immagino possa essere la mia Supernonna tra dieci anni!
Lei adesso ha 81 anni e chi la conosce non ci crede, rimane stupito e dice “ non è possibile. Complimenti le davo massimo 65 anni!“
Io le dico che si mantiene “Sprint“ perché sta sempre con me che la prendo in giro, la faccio ridere ed insieme usciamo spesso per andare al cinema, in pizzeria o a volte mi accompagna all’università.
Ovviamente a nonna ho fatto vedere la foto qui sopra dicendole “ora ti faccio vedere come sarai tra dieci anni“ lei sorridendo e mi ha risposto “dubito che sarò così“. In effetti ha spesso mal di schiena, quindi non credo che riuscirà mai ad alzare la gamba così tanto; ma ha simpatia, voglia di vivere e di vivere bene, penso che ha già superato e continuerà a superare la nonnetta della foto.

Un consiglio, se anche voi avete una nonna che è un turbine di energia, fatela “vivere”, ridere e divertire con voi ma attenti a non farla arrabbiare…!

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due importanti novità

Buongiorno a tutti, vi informo di due importanti novità di questo sito:

1) potete inserire i vostri commenti a tutti gli articoli che trovate sulla home page. Come dovete fare? È semplice, basta cliccare sul titolo dell’articolo, andare in fondo alla pagina poi cliccate su  “Rispondi. You must be logged in to post a comment.““  Da lì vi potete iscrivere e lasciare le vostre opinioni.
2) Nel forum ci sono tanti argomenti nuovi da discutere e da proporre ai vostri amici e colleghi.
Spero di leggervi presto e che diciate queste notizie a tante altre persone.
A presto

 la Redattrice
 

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I disabili e le disabilità in televisione

In Italia purtroppo il tema della disabilità è poco trattato in televisione. In molti paesi europei il disabile può lavorare nel piccolo schermo.  Nel nostro paese  questo non è possibile perché la mentalità è “se lo spettatore vede il conduttore in sedia a rotelle, si intristisce e cambia canale“. A me, personalmente, mette tristezza questo tipo di mentalità.
Il tema della disabilità viene trattato adeguatamente in tv? In che modo la tv generalmente affronta il tema della disabilità?
Per rispondere a queste domande prendo in esempio  L’indagine realizzata dal Censis, che in sette punti chiave mette in luce le pecche del pensiero latente in Italia su “disabilità in tv“ L’ indagine è stata fatta in collaborazione con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e promossa dal Segretariato Sociale della Rai rivela alcuni elementi di assoluta novità rispetto agli studi precedenti.
1 Non è frequente che si parli di disabilità in TV (80 unità di analisi nei 2 mesi analizzati), ma quando se ne parla viene dedicato all’argomento uno spazio ampio e completo.
2 Sono le “storie di vita” la forma espressiva utilizzata con un forte ancoraggio all’esperienza vissuta dal disabile che è rappresentata in una cornice di “normalità positiva”. Vengono evitati i toni drammatici oppure l’enfatizzazione delle tragedie familiari.
3 Il disabile in TV è prevalentemente maschio, adulto, e handicappato motorio. Questo dimostra che:
– oggi è impossibile presentare in televisione un’immagine femminile imperfetta;
– l’anziano in televisione deve essere un anziano felice, consumatore e “giovane” ad ogni costo. Perciò l’anziano disabile non è “presentabile”;
– i disturbi mentali trovano voce in TV solo quando approdano alla cronaca nera. Si rileva una rimozione colpevole rispetto alla realtà più diffusa, mentre sarebbe indispensabile ben altra attenzione collettiva.
4 È la Rai che mostra una comunicazione più attenta e approfondita nelle trasmissioni sulla disabilità (50 interventi contro 8 di Mediaset).
5 La decisione di trattare il tema non rincorre la cronaca o l’evento ma è frutto di una scelta autonoma delle trasmissioni (nel 70,9% dei casi).
6 La cronaca nera è completamente assente e questo è in controtendenza con quanto avviene per altri soggetti sociali deboli (minori, immigrati, donne).
7 La comunicazione risulta chiara, in genere indirizzata al largo pubblico, ma manca l’informazione di servizio rivolta direttamente ai disabili o a chi di loro si fa carico. Il ruolo di sensibilizzazione proprio dell’informazione non arriva a produrre in questo caso proposta istituzionale.

Tab. 20 – I disabili rappresentati in TV per tipo di handicap (val. %)
Disturbi motori 48,1
Disturbi sensoriali 11,4
Disturbi del linguaggio 3,8
Disturbi intellettivi 8,9
Disturbi relazionali 5,1
Handicap in genere non specificato 29,1
Non sono presenti disabili e se ne parla 1,3

In Italia si sono formate cooperative, ci sono agevolazioni fiscali per i diversamente abili, assistenza domiciliare… molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare per ottenere un paese sempre più “civile“ e al pari con gli altri paesi europei.

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mangio poco o troppo? il problema è l’amore

L’anoressia e la bulemia  sono disturbi psicopatologici del comportamento alimentare Cosa c’è in genere dietro a questi disturbi? Si potrebbe cominciare a rispondere a questa domanda generica e complicata dicendo che non si mangia soltanto per sostentarsi, mangiare è un’attività carica di simboli e con essa esprimiamo la nostra relazione con il mondo.
Quindi la persona affetta da disturbi alimentari racchiude in se molte delusioni amorose, affettive e relazionali e la psicoterapia è lunga e difficile per tutto il carico di rapporti negativi che spingono la paziente a chiudersi, invece che chiedere aiuto e ad allontanarsi invece che andare verso “l’altro“.
Queste malattie sono anche chiamate “le malattie dell’amore“. Spesso le ragazze giovani, dopo una delusione amorosa, o a causa di un grosso conflitto con la mamma e poche attenzioni dal parte del padre, cominciano a perdere la stima per loro stesse. Il loro disagio si riflette e viene manifestato con la mancanza totale o quasi di alimentarsi, oppure con delle grandi abboffate che generano sensi di colpa e vomito autoindotto.
Parte della responsabilità è anche da attribuire  alla tv e ai giornali, perché propongono modelli di bellezza e perfezione. Il messaggio è chiaro: “se sei magra, sei anche bella, stimata, ricca e famosa come una top model“.
A questo proposito mi ha colpito un articolo del Corriere delle Sera:  “Modella brasiliana stroncata dall’anoressia. Carolina Reston aveva 21 anni: pesava 40 chili per 1,74 di altezza.“
L’articolo spiegava che la Reston, dopo la sua ultima sfilata in Giappone, è stata ricoverata in ospedale a causa di un’insufficienza renale. Di lì a poco il quadro clinico si è ulteriormente complicato per l’insorgere di una forma di setticemia, un’infezione contratta per lo stato di deperimento fisico in cui si trovava (la sua pressione oscillava tra 30 e 50).
Dopo la morte della giovane, la madre non riesce a darsi pace. Ai microfoni di Globo Tv, ripresa poi dal Tg2, ha espresso tutto il suo strazio ma anche il senso di colpa per essere arrivata in ritardo: “E’ importante prestare attenzione ai primi sintomi per salvare i nostri figli“ ha detto in lacrime, rivolgendosi ai genitori che combattono la stessa battaglia. “Quando l’ho vista per l’ultima volta mi sono spaventata. E’ sempre stata ossessionata dal peso, ma adesso sembrava malata, tant’è vero che anche l’agenzia per la quale lavorava ultimamente, «L’Equipe» di San Paolo, l’aveva messa in trattamento da uno psichiatra, ma lei spesso non andava alle sessioni, perché temeva che non la chiamassero più se riprendeva qualche chilo“.
Il caso di questa giovane donna, poco più che ragazza, e di sua madre straziata dalla perdita ma anche dal vedere come i problemi oserei dire psicofisici le stavano portando via la figlia, mi sembra una testimonianza forte per poter dire alle ragazze: non sognate di essere uguali alle top model! Ognuno di noi ha la propria corporatura e la deve mantenere costante per essere sana, solo se rispettiamo e manteniamo sano il nostro corpo saremo in grado di ricevere e trasmettere l’amore e le attenzioni che è cibo dell’ interiorità di ogni essere umano.

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le ultime novità

Ciao a tutti, volevo dirvi che ho aggiornato le pagine “chi siamo“ e “film e libri“. Inoltre vi invito a cliccare su http://www.2007.handiamo.it/sites/wp_handiamo/index.php è un interessante blog che si occupa di cultura in modo molto ampio.
Mi ha colpito il sottotitolo del blog stesso: un diario per riflettere sul significato della cultura per tutti. Dove la disabilità non è un mondo a parte ma una parte del mondo.
Io vi ho partecipato comentando i seguenti articoli: “LO SPECCHIO CHE ATTRAVERSA L’ANIMA. FRIDA KHALO. La “Cantata dei bambini“. Un viaggio teatrale con l’attore Fabrizio Minneo. La casa. Voglia di spot. Il cinema di Ozpetek per l’AIRC, ed Gauguin, Sinonimo di Coraggio.“
Buona settimana a tutti
La Redattrice
 

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aggiornamenti dell’14 ottobre 2007

ciao a tutti, ho aggiornato la pagina “film e libri”.

un consiglio per il cinema: non vi perdete “il buoi dell’anima”. L’ho visto, è fatto benissimo e ho messo un articolo tra i film in piccologenio

potete mandare i vostri commenti e/o recenzioni all’indirizzo info@piccologenio.it

ho anche aggiornato il mio curriculum vitae che trovate alla paggina “chi siamo” .

Anche in “articoli della redattrice” ed in “artogoli vostri” sono trattati temi importanti ed attuali, un cosiglio: usate l’idece a destra e non precedente e successuva per avere una visione più completa di questo sito

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