Torna “Nata viva“ di Zoe Rondini. A Roma, la presentazione della nuova edizione e la proiezione del corto

Fonte: ReteNear

Zoe Rondini con il suo romanzo  “Nata Viva“. Sabato 28 novembre, a partire dalle 19:00, la presentazione della seconda edizione e la proiezione dell’omonimo corto presso le Officine XN di San Lorenzo di Roma per una serata densa di novità. Il romanzo, nella sua seconda edizione, edita dalla Società editrice Dante Alighieri vedrà infatti la presentazione del cortometraggio, ispirato alla protagonista Zoe e alla sua opera prima.

Presenta l’opera Paolo Restuccia, codirettore della Scuola di scrittura Omero e della casa editrice Omero editore, regista del programma radiofonico «Il Ruggito del Coniglio» e autore. Intervegono, Lucia Pappalardo, regista , tra gli altri, del cortometraggio «Nata viva», autrice e giornalista e Stefano Viali, attore e regista, che interpreterà alcuni passaggi del romanzo.

“Tutti i dottori si affrettano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque minuti, ma sono i primi della mia vita“.

Poi Zoe comincia a respirare. E a vivere. Quei cinque minuti dopo rispetto agli altri neonati, la costringeranno a confrontarsi fin dai primi mesi, con una vita che è cominciata più tardi ma che pian piano non tarderà a essere così tanto desiderata da consentire a Zoe di superare qualsiasi ostacolo. All’età di tredici anni, a causa di un lutto doloroso, Zoe intraprende l’avventura più importante: dare vita ad un racconto autobiografico, che l’accompagnerà per ben 16 anni. Lungi dall’essere un trattato o un saggio sulla disabilità, “Nata viva“ vuole essere un racconto appassionato e antipedagogico di una ragazzina e poi di una ragazza, che tra luci e tenebre ha saputo lottare per raggiungere e conquistare quella serenità che tutti bramiamo. Nel suo stile rapsodico, Zoe si fa cantore e testimone con la sua voce, dell’incontro sorprendente tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità. Insieme a lei, anche noi riviviamo il nostro essere stati bambini o adolescenti incompresi. Nel suo romanzo di formazione Zoe costringe il lettore a non dimenticare mai lo scarto enorme che c’è tra vivere ed esistere, inchiodandoci all’idea che per nascere veramente, ad ogni occasione, bisogna sentirsi vivi, gridarlo e raccontarlo al mondo intero.Il volume “Nata viva“ nella sua prima stesura, ha ottenuto diversi riconoscimenti ai seguenti premi letterari:

€¢Finalista al Premio Firenze 2011 – Centro culturale Firenze Europa “Mario Conti“ – XXIX Premio Firenze sezione D -narrativa edita.

€¢Segnalata al concorso letterario “Premio nazionale di letteratura Prof. “Francesco Florio“ 23 edizione 2011 – Licata“ con un diploma di elogio, ottenendo il punteggio di 93/100.

€¢Menzione d’onore con diploma di merito al Premio nazionale di poesia, narrativa e fotografia “Albero Andronico“ V edizione.

€¢Semifinalista e Menzione d’onore con diploma di merito al XVIII Premio letterario internazionale “Trofeo penna d’autore“ nella sezione A: libri narrativa e saggistica.

PER SAPERNE DI PIU’:

Società Editrice Dante Alighieri

EVENTO:

Torna “Nata viva“ di Zoe Rondini. A Roma, la presentazione della nuova edizione e la proiezione del corto.

Data:

28 novembre 2015

Organizzatore:

Zoe Rondini

Luogo:

Officine XN

Indirizzo:
Via dei Dalmati 15, Roma

 SINOSSI DEL CORTO NATA VIVA:

È  la storia di Zoe Rondini una ragazza che per i primi 5 minuti della sua vita non ha respirato. Zoe ha scritto un libro che racconta la sua vita, allegra e faticosa (Società editrice Dante Alighieri). Il corto, in un certo senso, prosegue il romanzo, concentrandosi sulle difficoltà e le conquiste “nuove“ di una Zoe matura e consapevole,  contornata però da amici e familiari che sanno riconoscere la sua forza, la sua tenacia e la sua ironia anche nell’ età adulta.

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Nata viva sbarca a Messina!

Mercoledì, 22 aprile 2015, presso l’Aula Magna del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne – Polo Universitario Annunziata, il Comitato Unico di Garanzia (CUG) e il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DICAM) dell’Università degli Studi di Messina organizzano l’evento Narrare la disabilità tra parole e musica.

Clicca sull’immagine per aprire il PDF:

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i video di Zoe Rondini

Realizzati da Zoe Rondini, Daria Castrini ed Enrico Arata.

https://www.youtube.com/watch?v=PN_76gxNyzM Nata viva, ve lo racconto.

https://www.youtube.com/watch?v=Sed_djk_wnA piccologenio.it .

https://www.youtube.com/watch?v=jmu0tmwdWEI&feature=youtu.be Italy in a day.

http://www.youtube.com/watch?v=hMSpmq0eY9k&feature=share Zoe a Positano.  Un invito ad abili & disabili a vivere le proprie esperienze e non fermarsi di fronte ad un ostacolo… io ne ho scalati 100 di gradini a Positano, bello però! 🙂

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Nata viva, un racconto sulla differenza tra vivere ed esistere

Marzia Castiglione Humani parla di Nata viva e di Zoe Rondini.

Il romanzo di formazione Nata viva è un piccolo libro che narra l’esperienza di vita di Zoe la cui esistenza è stata segnata da un’anossia neonatale. Quel respiro arrivato con quasi cinque minuti di ritardo ha causato un danno permanente ai neuroni che controllano i movimenti, ma non ha impedito alla protagonista di vivere a pieno la vita e cercare percorsi alternativi per raggiungere e conquistarsi la “normalità“, l’autostima e la serenità che tutti bramiamo.

Zoe, sarei io. Nata viva ha rappresentato per me un fondamentale canale di comunicazione con il mondo esterno. Nell’incipit mi presento così al lettore “Quando ero piccola tutti mi dicevano che ero uguale a gli altri bambini, poi crescendo mi è venuto qualche dubbio.“

Nel romanzo racconto della mia infanzia ed adolescenza caratterizzate dalla famiglia, che ha sempre creduto in me e mi ha stimolata ed aiutata. Figure di spicco nella commedia della mia vita sono mia madre e mia nonna, che mi hanno permesso di fare tantissima fisioterapia, viaggiare, c’è un capitolo dedicato ai Caraibi e New York, studiare fino al conseguimento della laurea quinquennale, conquistarmi la patente di giuda.

 Mia madre mi ha concepita all’età di venticinque anni. È una donna forte, che si è trovata a dover superare molte prove nel corso della vita. Sin da quando ero ancora molto piccola, si è trovata ad affrontare la mia crescita da sola. Mio padre è un uomo debole ed egoista, si è dileguato dopo poco.

Quando ero piccola piangevo perché volevo essere come il protagonista del mio cartone preferito, mamma riusciva a consolarmi e poi giocavano insieme. “Oggi, rivedo lo sforzo e la bravura comunque di mia madre nell’essere costretta, da sola, come meglio poteva, a consolare una bambina di cinque anni, grondante di una quantità inimmaginabile di lacrime e mocciolo, così tanto da non poter considerare che tanti litri di acqua e muco, potevano uscire da un minuscolo naso e dagli occhi di un’unica bambina cinquenne.

 Ecco, si, ora ricordo! Quando piangevo per quel cartone animato, mamma mi spingeva a fare il gioco della lotta. Era lei ad iniziare, mi diceva: «Dai Zoe dammi un pugno; no non così più forte! Dai mena mena, ecco brava così, dai ancora, dai… ancora uno!». Mamma non è mai stata masochista ma mi spingeva a fare quel gioco per insegnarmi a “muovermi“ ed a reagire.“

Infondo mia madre non era del tutto sola; come spesso accaduto nella storia della nostra famiglia ha trovato conforto in un’altra figura femminile: mia nonna. Signora energica ed elegante. Io e nonna abbiamo intessuto un rapporto speciale, profondo. È stata un’amica preziosa, con lei ho riempito buona parte del mio tempo libero con mostre, cinema, teatro, negozi e ristoranti!

Non tutti gli adulti, però, sono stati in grado di interagire con me. Nel romanzo ragiono sulla mia diversità e su come sia percepita dall’esterno: “mi domando quand’è che ho cominciato a capire che avevo qualcosa che mi “distingueva“ dagli altri, qualcosa che non gli permetteva di accettarmi, li metteva a disagio. Non a tutti si intende, ma già dal modo in cui la gente si avvicinava a me, riuscivo subito a distinguere se una persona era sensibile, senza pregiudizi e senza imbarazzi, oppure no.“

Il mio primo approccio con l’altro, gli altri, al di fuori del nucleo famigliare, è avvenuto, come per molti, a scuola. Qui mi sono scontrata con chi non voleva aiutarmi a camminare; a ricreazione rimanevo seduta al banco, per andare in bagno e partecipare alle gite scolastiche doveva intervenire mia madre, in quanto tutto il personale scolastico era terrorizzato dal prendersi la responsabilità.

I miei primi ricordi risalgono all’asilo; qui non giocavo: dovevo esercitarmi ad imparare a scrivere e camminare poiché mi sarebbe servito più tempo per riuscire a farlo rispetto a gli altri bambini.

All’elementari, poi “la suora era brava, ma molto esigente. Io andavo male, facevo una gran fatica a leggere e memorizzare. Lei non lo capiva, mi faceva leggere ad alta voce e scrivere a mano, così la mia  collezione di brutti voti cresceva di giorno in  giorno. All’inizio ero mortificata, poi per me divenne una cosa normale andare male a scuola.

Se ripenso a  quei cinque anni, mi sembra un tempo dilatato: cinque anni, solo cinque anni, durati come una vita intera.“

La scuola dovrebbe essere un luogo dove oltre ad apprendere, si istaurano relazioni, si gioca, ci si confronta, si cresce… non dovrebbe rappresentare un incubo, soprattutto da bambini!

 Gli anni più difficili, nel confronto con gli altri, sono stati quelli dell’adolescenza. Camminavo male, troppo male per uscire con i coetanei, prendere con loro i mezzi pubblici  o andare a ballare. Dovevo rimanere a casa. Isolata. Per non perdermi d’animo è a questo punto della vita che comincio a scrivere un diario. Ecco a tredici anni prendono forma le prime pagine di quello che poi diventerà Nata viva. Scrivere è stato il mio modo per capire gli altri e le vicende della vita, sentirmi viva ed utile.

 L’atro è rappresentato anche dal secondo marito di mia madre. Figura maschile che, insieme a nonno, ha rappresentato, nell’universo femminile della mia famiglia, un importante punto di riferimento. Un uomo simpatico, un secondo padre presente e giocherellone, un adulto che portava addosso i postumi della poliomielite. Forse proprio per queste sue caratteristiche mi capiva meglio di chiunque altro. Rickie, questo era il suo soprannome, visse con noi per nove anni. La sua morte improvvisa segnò in tutta la famiglia un duro colpo. Non è casuale la scelta di iniziare a narrare in un diario i ricordi legati a lui per evitare che sbiadissero con il passare del tempo e per condividerli da prima con la famiglia e pochi amici, poi con tutti i lettori di Nata viva.

Dicono di Nata viva: Zoe non sale mai in cattedra, non si lascia andare a inutili piagnistei, anzi è proprio con pungente ironia, ed auto ironia, che narra l’incontro tra luci e tenebre, presenza ed invisibilità, civiltà e pregiudizio, dialogo e assenza.

Questo libro è a tutti gli effetti un romanzo autobiografico, non un trattato sulla disabilità, anche se ha alti contenuti pedagogici.

Il “segreto“ dell’autrice è non dare  mai per scontato nulla e soprattutto non accontentarsi mai del buon quieto vivere che spesso la società assegna alle persone disabili.

Lo stile è scorrevole,  rapsodico adatto ad adulti e ragazzi. È un testo appassionato ed appassionante, che spizza vitalità (tratto dalla sinossi dell’opera, a cura di Matteo Frasca).

 Nata viva, edito dal Gruppo Albatros il Filo (2011). L’autrice scrive con il nome d’arte di Zoe Rondini, foto di copertina realizzata da Daria Castrini. 

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Nata viva: il coraggio di ribellarsi ad un destino predeterminato

Dal sito Crederciperessere (http://crederciperesserci.blogspot.it/2014/05/nata-viva-il-coraggio-di-ribellarsi-ad.html)

C’è chi si trova “proiettato” nel mondo ed invece di scegliere la propria vita ed il proprio percorso decide di lasciarsi portare dalla corrente, o lasciarsi vivere  “a come viene”, alla meno peggio.
C’è invece chi comincia il proprio percorso con delle  difficoltà accessorie, con delle “barriere all’ingresso”, che gli impedirebbero di scegliere dove voler andare e chi essere, ma quel qualcuno proprio non ci sta e con determinazione e forza preferisce “scegliere di essere nel mondo”.
Perchè autodeterminarsi è un diritto di tutti, in quanto essere umano,  e non basta respirare per vivere… anzi tra vivere e sopravvivere c’è una bella differenza.

Zoe Rondini, autrice del libro Nata viva, edito da Albatros, ha con sè il coraggio di  compiere una scelta, non sempre facile ma sicuramente consapevole.

A fare la differenza sin da subito nella sua vita sono purtroppo i cinque minuti che tolgono il respiro in negativo.
Un’anossia di appena cinque minuti , un danno al cervello e la vita cambia, si complica…
E’ a quel punto che bisogna fare una scelta tra lasciarsi schiacciare dalle difficoltà, da una scelta che sembra imporcisi da parte delle circostanze o reagire e lottare per far emergere la propria essenza.
Ecco perchè Zoe sceglie con Nata viva di condividere il suo percorso esistenziale negli anni… il libro stesso è una sfida…

“Crederci fino in fondo – racconta Zoe (pseudonimo dell’autrice)  – diventa sfida quando gli obiettivi non sono utopici. Avere grandi bbiettivi ma raggiungibili e lottare giorno per giorno ci aiuta a raggiungere importanti traguardi”
Il libro racconta delle sfide ma anche delle sconfitte e delle amarezze, delusioni e ferite quotidiane. 

Perchè è anche e soprattutto attraverso la sofferenza che si approda alla consapevolezza di sè e si compie un percorso di concreta crescita.
Sulla strada sono tanti gli ostacoli per riuscire ad “incontrare” il proprio sè più autentico.
Più “tosti” degli ostacoli fisici, delle barriere architettoniche, sono le barriere pscologiche ed emotive, le chiusure del cuore e della mente di alcuni interlocutori.
“Non ho avuto molti problemi con le barriere architettoniche – continua l’autrice –  bensì con quelle culturali delle persone che non volevano capirmi ed aiutarmi (nel capitolo della scuola soprattutto).
Ma chi si sente veramente capito negli anni dell’adolescenza? Per questo Nata viva è un libro adatto a tutti: ai cosiddetti normali ed amche chi non ritiene di essere incluso nel concetto di “NORMALITA’.”.

Per riflettere insieme, per condividere pensieri ed emozioni, per sostenere in un percorso, per far sentire meno soli, quando la solitudine ed il senso di spaesamento interiore e sociale sembrano dilagare fino ad inghiottire la speranza.
La chiave di volta è l’amore: innanzi tutto quello per se stessi che poi esonda e si proietta all’esterno, permettendo di amare davvero l’altro da sè.
Amore da intendersi come un fiume, un flusso continuo, in grado di unire e di superare le differenze.
Ma anche un amore che si traduce in  desiderio di esplorazione corporea, in voglia di contatto.
“L’amore – ribadisce Zoe –  è un aspetto della vita comune a  tutti, disabili e non.
Tutti ci innamoriamo, ci eccitiamo, abbiamo impulsi e desideri. Forse l’amore e la sessualità ci rendono uguali nell’essere unici. Io, ad esempio, Io ho amato, sono stata non corrisposta, amata, delusa, desiderata e di nuovo innamorata.
Non mi rassegno agli stereotipi della donna oggetto, del disabile asessuato o continuamente voglioso… è per questo che nel mio portale www.piccologenio.it faccio sentire la mia voce con articoli su questa importante tematica. Solo che ancora siamo culturalmente lontani dal superare certi tabù”.

Perchè quelle differenze, che rendono il corpo diverso, a volte disarmonico e sgraziato per chi ha una disabilità grave o gravissima, troppo spesso fanno ancora paura e creano distanze incolmabili.
Innanzi tutto tra la voglia di autoesplorazione e conoscenza corporea rivolta verso se stessi e la possibilità effettiva di poter dar corso a questo desiderio a causa di gravi limitazioni funzionali, che inficiano a monte la possibilità di una reale intimità.
Si è prigionieri di un “corpo disobbediente” come lo definisce Mina Welby, che frustra e limita il rapporto innanzi tutto con se stessi, prima ancora che con un possibile partner.
“Proprio per questo, la figura professionale dell’assistente sessuale (attualmente la proposta di legge popolare è in discussione al Senato) rappresenta una figura importante, già riconosciuta in molti Paesi europei cosiddetti evoluti.
In Italia abbiamo ancora moti pregiudizi e false credenze, freni moralistici e rigidità indondate. Questa figura è, invece, ben vista da molte persone con disabilità e dalle loro famiglie. In presenza di una disabilità cognitiva o motoria grave questa figura professionale potrebbe veramente aiutare.
In caso di una disabilità più lieve queste terapiste dell’amore non dovrebbero sostituirsi ad un rapporto di coppia”.
Dicevamo che l’amore scaturisce innanzitutto da quello per se stessi, riverbero di quello per la vita.
Ecco perchè, paradossalmente, si può nascere vivi o essere morti emotivamente pur respirando. 

“Il mio amore per la vita – dice Zoe – nasce certamente dall’amore che si ha per gli altri e per se stessi, ma molto fa l’affetto e l’educazione ricevuta. La spinta ad ‘amare’ in ogni senso deriva dal  non accontentarsi e cercare di fare il massimo anche quando gli altri intorno fanno il ‘minimo sindacale’. Se parlo così non è per buonismo o dottrine religiose: penso sia solo un piccolo trucco per vivere più sereni”,
 Sull’onda del suo amore per la vita e della sua Determinazione Zoe non si arrende e persegue, dunque, i suoi obiettivi di vita.
Quali? Zoe li enuncia con una semplicità che incanta, facendo sorridere di alcuni rovelli mentali ed emotivi che ci rendono vittime e progionieri.
“Far conoscere Nata viva a sempre più persone. Portare a termine un’altra pubblicazione. Trovare un lavoro soddisfacente ed avere una vita sentimentale, affettiva e relazionale buona”.

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Nata viva di Zoe Rondini, la forza delle donne

 

 

 

 

 

 

 

Dal sito Dianora Tinti (http://www.dianoratinti.it/nata-viva-di-zoe-rondini-la-forza-delle-donne/)

L’AUTRICE

Zoe Rondini è lo pseudonimo dell’autrice. Con una laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione alle spalle ed una magistrale in Editoria e Scrittura (giornalismo), ha pubblicato molti articoli sui problemi e diritti dei disabili e con Nata Viva  ha vinto premi e menzioni d’onore in vari concorsi letterari.
Da questa storia è stato tratto uno spettacolo teatrale, “La cantastorie Zoe“, scritto dalla stessa autrice e Matteo Frasca con la supervisione di Tiziana Scrocca, attrice, autrice e regista, andato in scena a Roma presso il Teatro Abarico e il Teatro Arvalia.

DI COSA PARLA

Nata viva racconta la storia di Zoe che, fin dalla nascita, convive con un grave problema fisico al sistema nervoso centrale dovuto al fatto che nei primi cinque minuti della sua vita non ha respirato.

COSA NE PENSO

Nata Viva non è soltanto la storia di una neonata, bambina, adolescente e donna speciale: Zoe. E’ molto di più…
Leggendo questo intenso racconto non si può certo dubitare che sia autobiografico, ma oltre alla protagonista non esiste pagina dove non si senta forte la presenza di altre due donne: la mamma e la nonna di Zoe.
Ecco perché, a parte qualche figura maschile, quella dell’amato nonno al quale viene dedicato un capitolo ed un’altra in particolare, lo definirei un romanzo al femminile.
La storia di tre donne, quindi, con le loro solitudini e zavorre che quotidianamente si portano dietro, ma anche con la loro dignità e i loro sogni perché quelli non mancano mai.
Già il titolo ci trasmette l’idea di qualcosa di palpitante, vitale, energico. Nascere vivi, vuol dire nascere per esistere, per conoscere, sfidare, osare, arrivare più in là possibile. L’essere umano è programmato per la vita e nessuno lo è meglio di una donna.

L’uomo nasce e piange. È così. Lo ha deciso madre natura. Senza zio Aristide
probabilmente io non sarei neanche nata. Ma io nasco e non piango. Non respiro
neanche. Tutti i dottori si affrettano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque minuti, ma sono i primi della mia vita…

Zoe, dentro, è una bambina come tutte le altre, ma fuori no. Quei primi cinque minuti della sua vita la costringeranno a confrontarsi fin da subito con un mondo che ha tanto da offrire ma che esige ancora di più.

“Quando ero piccola tutti mi dicevano che ero uguale agli altri bambini, poi crescendo mi è venuto qualche dubbio.“ Cosi inizia il libro.

Nata Viva è un inno alla vita. Sgombrate la mente da pensieri negativi, qui non troverete niente di ciò.
Certo, trasuda dolore, in alcuni casi delusione e sgomento, ma ciò che prevale è la convinzione che è sempre possibile farcela e il male procurato da alcuni avvenimenti è addolcito dalla delicatezza con la quale vengono descritte le impressioni e gli stati d’animo sia della protagonista che degli altri personaggi.

Non è facile mettersi a nudo, mostrarsi completamente senza veli, senza alcuna protezione. L’autrice invece lo fa, mostrando un animo forte come una roccia e delicato come una margherita.

La stessa forza che ritroviamo nella nonna, donna di raro valore, faro e punto di riferimento nella tempestosa esistenza di Zoe.

Il rapporto con l’altra donna di questa storia, la mamma, appare più conflittuale, ma ovunque traspare per lei amore e comprensione. Come se l’autrice dicesse sottovoce: ..non deve essere stato facile neanche per lei…

Zoè Rondini è riuscita con maestria a confezionare una storia particolare, non la solita autobiografia. Per questo la sua personale vicenda diventa un emblema e un monito per tutti coloro che non si accontentano, ma che inseguono i propri desideri nutrendoli continuamente con nuove, anche se incerte, aspettative.

Perché come conclude lei stessa… “Eppure la vita riserva inaspettate sorprese alle persone che nonostante tutto… nascono vive!“

Dove comprare “Nata viva

È  possibile ordinare “Nata viva“ in tutte le librerie d’Italia.

È consigliabile comprarlo direttamente alla casa editrice:

È possibile ordinare Nata viva alla casa editrice, scrivendo a:

ordini@ilfiloonline.it

o per comunicazioni relative alla distribuzione in libreria:

distribuzione@gruppoalbatros.com

E presso il sito internet: 

http://www.ilfiloonline.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=flypage.tpl&product_id=274455371&category_id=11&option=com_virtuemart&Itemid=239&vmcchk=1

Alcune copie sono già presenti presso:

Libreria Manzoni, Viale Parioli 16L (Roma).

Libreria Il Filo, Via Basento 52 (Roma).

Libreria Mdd Bookshop via Ascanio Sforza, 37 (Milano).

Il libro è acquistabile online presso i seguenti siti:

http://www.ilfiloonline.it/index.php?page=shop.product_details&flypage=flypage.tpl&product_id=274455371&category_id=11&option=com_virtuemart&Itemid=239&vmcchk=1

http://www.deastore.com/libro/nata-viva-zoe-rondini-gruppo-albatros-il-filo/9788856743036.html

http://www.ibs.it/code/9788856743036/rondini-zoe/nata-viva.html

http://www.bol.it/libri/Nata-viva/Zoe-Rondini/ea978885674303/

http://libri.dvd.it/altri-generi/nata-viva/dettaglio/id-3309930/

http://www.libreriauniversitaria.it/nata-viva-rondini-zoe-gruppo/libro/9788856743036

http://www.amazon.it/Nata-viva-Nuove-voci-Rondini/dp/8856743035

http://www.webster.it/libri-nata_viva_rondini_zoe_gruppo-9788856743036.htm

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“NATA VIVA“ di Zoe Rondini edizioni Gruppo Albatros il Filo Aprile 2011 di Alessandro Leggieri

Nata viva di Zoe Rondini

Recensione a cura di Alessandro Leggieri per www.piccologenio.itSono sorretta da molti cuscini: non ho forza nei muscoli, sono come una bellissima bambola di pezza, lancio delle intense occhiate a mamma e nonna: è l’unico modo che ho di comunicare“.

E’ in questo modo che l’autrice descrive il momento del ritorno a casa dall’ospedale dopo essere sopravvissuta alla propria nascita; si perché Zoe, dopo essere uscita dal ventre materno, non respira e non può esprimere la sua gioia di vivere con il consueto pianto che tutte le mamme aspettano di sentire come segno che tutto si è concluso per il meglio. Il pianto arriverà solo dopo cinque minuti, purtroppo non senza conseguenze permanenti.

Un po’ diario autobiografico, un po’ romanzo di formazione, “Nata Viva“ è il racconto di un’esperienza di crescita. Racconto che non è solo un resoconto degli accadimenti ma anche sostegno, come sottolinea l’autrice stessa, nei momenti difficili.

Particolarmente difficile è stato per Zoe il periodo dell’adolescenza. Dopo la separazione dei suoi genitori, il padre naturale si fa sempre più assente, un dolore che l’autrice decide di tenere per sé e solo accenna. Principale figura paterna diventa allora Rickie, il nuovo compagno della madre con il quale Zoe instaura un ottimo rapporto. “Rickie era così, riusciva a trasformare le piccole cose in qualcosa di speciale e sempre divertente: (…) ed era sempre pronto a scherzare e giocare con tutti“. 

Improvvisamente, all’età di tredici anni, Rickie muore lasciando un vuoto profondo nel cuore di chi gli voleva bene. “Rickie non c’era più (..). ma io conservo ricordi dentro di me e li scrivo sulla carta in modo che non sbiadiscano“. E’ in questo modo che Zoe inizia l’avventura della scrittura.  “In quegli anni trascorrevo interminabili pomeriggi a casa e scrivevo era l’unica cosa che potevo fare senza l’aiuto di nessuno“. La scrittura diventa allora per l’autrice anche un’ancora di salvataggio nei confronti della solitudine, della tristezza e della noia.

Comincia in questo periodo la consapevolezza delle “profonde diversità“ che portano l’autrice ad un isolamento forzato dai coetanei. “Mi perdevo in lunghi ragionamenti su cose che per gli altri erano banali: il passare del tempo, l’avvicendarsi delle stagioni, i legami tra le persone che conoscevo“. E’ solo attraverso questo “riflettere tra me e me“ che l’autrice diventerà consapevole dei propri limiti e delle proprie capacità. 

Accanto ad episodi prettamente adolescenziali come un pomeriggio passato sulle transenne dell’entrata di una discoteca in attesa delle amiche che non si presenteranno, episodio però significativo in quanto testimonianza di un’autonomia voluta e ricercata, l’autrice ci narra anche di “sostegni buoni e cattivi“, di azioni banali che diventano difficoltose per l’incapacità di prendersi delle responsabilità da parte degli adulti. E’ così che durante le medie Zoe deve attendere la madre alla fine delle lezioni per andare in bagno in quanto né bidelle né professoresse si prendono la briga di accompagnarla al piano di sopra per paura che possa succedere qualcosa e loro possano andarci di mezzo

Come un filo d’Arianna nel labirinto di quel periodo della vita che trasforma ognuno di noi da bambini in uomini e donne, Zoe ci conduce attraverso episodi piccoli e grandi  e ci svela il suo personale percorso; un percorso più tortuoso della norma ma che alla fine porterà l’autrice ad un elevato grado di comprensione ed accettazione delle difficoltà legate alla propria condizione sia per sé che per gli altri.

La lettura di questo romanzo di formazione è consigliata ad adolescenti, giovani, genitori, docenti, presidi, insegnanti di sostegno e nonni. È un romanzo di formazione a tutti gli effetti (è un racconto non un saggio sulla disabilità) ma può essere anche di insegnamento per chi, adolescente, cerca la sua strada e la propria identità dentro e fuori dal gruppo, dalla famiglia, dalle convenzioni… o quasi…! A chi l’ha già trovata e desidera aiutare i più giovani che si stanno ancora cercando e scoprendo!

Zoe Rondini è una scrittrice, blogger e giornalista; il suo blog è www.piccologenio.it. È laureata in lettere e pedagogia. Da anni la sua scrittura si incentra sui diritti delle persone disabili ma anche su  cinema e le tematiche pedagogiche sue grandi passioni. Ha anche pubblicato su altri siti, blog, giornali on-line e su “La Vita dell’Infanzia”: la rivista italiana della Montessori. Ultimamente si è dedicata ad un’altra importante tematica: nel suo blog sono presenti molti articoli sull’amore la sessualità e la disabilità. Sogna di avere più visibilità sui media per far sentire la sua voce a favore dell’infanzia e dei disabili. Nata viva è la sua opera prima.

 

 

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Nata viva su Arte e Cultura, comune di Torino

Nata viva

“Nata viva“ è la storia appassionata e appassionante di una bambina che ha la sfortuna di venire al mondo con un problema grave: difficoltà respiratoria.
Nasce viva Zoe, ma comincia a respirare cinque minuti dopo la sua nascita e quei cinque minuti segnano la sua vita per sempre: un respiro intrappolato per un tempo infinito in un corpo troppo piccolo la costringono, fin dai primi mesi, a lottare per quella vita che in quei primi cinque minuti sembrava le fosse negata. È infatti la storia di questa bambina che, crescendo, impara a superare tutti gli ostacoli, ad affrontare le incomprensioni di chi non la capisce, a sostenere sforzi sovrumani per un unico obiettivo: condurre una vita normale, vivere e non solo esistere.

Zoe, lentamente ma coraggiosamente, con testardaggine diremmo, impara a camminare, a parlare, a leggere e a nove anni scopre la grande passione per la scrittura: comincia così a scrivere i suoi primi racconti. Ma a tredici anni si trova a superare il momento più difficile della sua vita a causa di un lutto doloroso. Un momento di dolore, ma anche uno stimolo a tentare l’avventura più importante: per necessità o per caso o per bisogno di reagire oppure per libera scelta, decide di iniziare un racconto autobiografico che l’impegna per dodici anni.
Ecco come una bambina, divenuta ragazzina e poi ragazza, nelle varie fasi della sua crescita, ha saputo lottare, in un’alternanza di luci e di ombre, di vittorie e di sconfitte, per arrivare con le sue sole forze a quella serenità alla quale tutti aspiriamo, acquisendo una personalità forte e veramente ammirevole che colpisce. Poiché Zoe non si è mai adagiata nel suo problema, non si è mai rassegnata al “non vivere“ per la sua disabilità, ma ha saputo trovare la strada a lei più congeniale per “vivere la vita che nei primi cinque minuti“ sembrava le volasse via. Poiché Zoe vuole “vivere’ e non solo “esistere“ e dare un significato alla sua vita.
In questo libro sono presenti tutti i protagonisti della sua stupenda e coraggiosa vicenda: amici e nemici, familiari, compagni di scuola, dottori, fisioterapisti, maestri, insegnanti, docenti universitari, presidi, babysitters, viandanti. Un libro adatto a tutti: studenti, adolescenti, adulti, genitori, insegnanti…

L’AUTRICE
Zoe Rondini è lo pseudonimo dell’autrice. Laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione, attualmente sta studiando per ottenere la laurea magistrale in Editoria e Scrittura (giornalismo). In passato ha pubblicato molti articoli riguardanti i problemi e i diritti delle persone disabili su vari siti, su un quotidiano on-line e sulla rivista italiana dell’Opera Montessori. Nata Viva è la sua opera prima, segnalata al concorso letterario“Premio nazionale di letteratura Prof. “Francesco Florio“ 23 edizione 2011 – Licata“ con un diploma di elogio, ottenendo il punteggio di 93/100.

“Nata viva“
Autore: Zoe Rondini
Editore: Il Filo – 2011
Costo: 15,50 euro

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recensione di Nata viva a cura di Enrico Arata

 

Nata Viva
Nata Viva

La vita vien così, tutta d’un tratto.

Non conosco neanche un uomo che abbia mai deciso di vivere ancor prima che la vita fosse cominciata. Molti di voi potrebbero ben risentirsi di un’affermazione così ovvia. Frattanto, quanti di voi sanno dirmi di donne e di uomini che scelgono di vivere quando la vita sembra essere gracile o dannatamente faticosa? Dal canto mio posso raccontarvi di amici tanto cari che della vita non hanno tollerato le prime oscillazioni, né i consecutivi trasalimenti.

Parliamo d’altro, di cose a noi gradite, di fiori nascenti e di giochi per bambini. I più bei giochi sono  quelli che si fanno per terra, perché è proprio lì che si coltivano le prime relazioni con la vita. Il gioco per terra affina la percezione tattile, educa al riconoscimento olfattivo e alimenta il senso critico di ogni bambino. Sì, giocare per terra è bello e giusto, finché non ci si dimentica della protezione che ci rende la terra. Ci si rivolge maliziosamente al volo degli uccelli. I bambini lentamente si discostano dal suolo, svelano a tutti la sommità del capo. Osservano esterrefatti l’immensità dell’orizzonte. È quando si sta in piedi che si cresce e ci si allontana gradualmente dalle piccole cose. Si perde l’attenzione per il dettaglio e per il frammento e ancora per l’individuo e  finalmente per la vita, tutta…Ma Zoe resta ancora giù, interdetta, che rigira tra le mani il suo piccolo mondo. Le quotidiane compagnie sono distratte, e non si bada a certe cose che oramai non dilettano più. Avanti Zoe, alzati!

Vi siete mai chiesti quante cose si possono fare in cinque minuti?

In cinque minuti possiamo preparare un buon caffè; fumare una sigaretta;  stravolgere l’andamento della borsa; segnare il goal della vittoria; ascoltare un brano musicale; chiedere la mano di una donna. Di cinque minuti possiamo rimandare la sveglia della mattina, poi di altri cinque minuti e volendo di altri cinque minuti ancora, finché di cinque minuti in cinque minuti non ci si accorge d’aver rimandato la sveglia di un’ora e quarantacinque minuti. Con cinque minuti si intende un intervallo di tempo che generalmente va dai cinque ai trenta minuti.

Beh, facciamo un gioco, così per divertirsi.

No, non preoccupatevi, questo è un gioco di quelli che durano poco, pochissimo! Vi chiedo solo di trattenere il respiro per cinque minuti…

Sapete, noi tutti ammiriamo l’orizzonte, la somiglianza che esso ha con l’eterno, con il desiderabile e l’inafferrabile. L’orizzonte è le nostre aspirazioni, i nostri capricci, i nostri vizi, le nostre conquiste. L’orizzonte è la proiezione ricercata di un domani più sereno. Cinque minuti sono un’inezia, il più piccolo dettaglio di  un’intera esistenza. Zoe l’orizzonte non lo vede, è troppo lontano, è tanto in alto. C’è che restare cinque minuti senza mai respirare al momento della nascita è cosa eterna per il nostro cervello, sufficiente a determinare quel che saremo, ma non necessariamente quel che faremo. La zona del sistema nervoso di Zoe, quella che interessa il movimento muscolare è lesa.

La piccola Zoe non potrà mai alzarsi. Non potrà mai camminare.

La vita vien così, tutta d’un tratto. È compito nostro darle un valore, un senso compiuto.
Zoe, la madre, la nonna, il nonno, Fiore, Ricky, Georgia hanno combattuto, tutti, affinché nulla restasse incompiuto; affinché il destino non si rivelasse già determinato. Si capisce, c’è chi non sopravvive alle battaglie, e forse qualcuno decreta troppo presto la propria resa. Ma vi dico, per di più, che Zoe cammina, proprio così, proprio lei, cammina. Credetemi, non è poco.

No, non chiedo di conoscere quel che non possiamo capire. Ma vedere il mondo da terra, ritrovarsi poi ad alzarsi e superare giorno per giorno il proprio limite è qualcosa che ci lega, tutti.

Così, la nostra Zoe indica l’orizzonte, ancora indefinito, anche per lei accattivante. Come tutti lo insegue, nei beni e nei mali, consapevole che niente nella vita è mai perduto.

Un giorno capiremo che la vita vien così, tutta d’un tratto.

Nata viva è il racconto di un frammento di vita, uno di quei romanzi brevi detti esistenzialisti. È la storia di una bimba, un’adolescente, una donna nata “diversa“, ma viva, più di tutti!

È un implicito inno alla vita. Ben distante da ogni pensiero nichilista, per non dire scettico, questo prezioso romanzo infonde nel lettore valori come il coraggio e la determinazione. Estremamente equilibrato nelle dinamiche, scritto con un dire delicato, a tratti pungente.

Uno dei racconti più autentici della letteratura italiana contemporanea. Zoe all’età di tredici anni iniziava a scrivere il suo diario, come fa d’altronde ogni bambina di quell’età. Scriveva già coll’urgenza che affligge gli scrittori, con quella necessità di dire e di comunicare e di capire le cose, attraverso la scrittura. Ha scritto tanto, e mentre le bimbe ben presto abbandonavano il loro diario, Zoe, il suo, lo arricchiva sempre di nuovi e ancora nuovi contenuti. Oggi quel diario è qui, in questo romanzo, tagliato e cucito, sì, ma autentico, che conserva ancora il sentimento del bambino.
Lasciatemi dire, poi taccio, una parola sul vizio del normale.

Normale. L’inquietudine degli esseri serba la necessità di definire una collettiva percezione dell’ordinario. Normale. Che ingenua ironia. Io penso al naso. Io penso ineluttabilmente a un naso!

Per un bambino le opzioni sono categoricamente due: i nasi sono  a patata o sono all’insù.


Tutto il resto  dei nasi è normale, non conta. Il resto non conta, ma quei due nasi anomali implicano tutta la meticolosa descrizione del volto. Per un bambino non è poco. Per la vita non è poco. Per me non è poco. Le realtà insolite, poco ordinarie, al tempo stesso  intimidiscono e saziano la vita.

I giochi più belli erano proprio quelli per terra, luogo fertile per fantasticare, per vivere.

Di normale non c’è niente o forse abbiamo tutto. Questo lasciamolo decidere ai bambini.

Zoe oggi è una donna, una scrittrice, una dottoressa, una sorella, una figlia, un’attrice, una viaggiatrice, un’amica, e se dalla sua anormalità si può trarre del coraggio, torniamocene a giocare per terra.

 

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Disabilità come risorsa. In un romanzo autobiografico, il racconto di un esistenza vissuta con fede ed energia

Nata Viva
Nata Viva

pdf: 036-038 l’ultimo articolo su Zoe Rondini e Nata viva, c’è solo un errore di nomi per il resto è bello e con tante foto! fonte: rivista “A Sua Immagine” n.44- 9 novembre 2013. Articolo di Domitia Caramazza.

buona lettura!

“Tutti i dottori si affret­tano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque mi­nuti, ma sono i primi della mia vita… in quei momenti nessuno, nemmeno i medici potevano capire il perché non mi era arrivato abbastanza ossigeno al cervello: è questo che mi provocherà la morte di alcune cellule del sistema nervoso centrale, proprio quelle che controllano i movimenti…“. Marzia sintetizza così, nel primo capitolo del suo romanzo autobiografico, Nata viva, i primi minuti di vita in cui ha rischiato di morire, fatali per la lesione cerebrale che le ha causato un handicap motorio. Nel tempo, lo ha saputo trasformare in vera e propria risorsa, grazie a tanto carattere, all’amore delle persone care, in particolare della nonna, e alla fede. “Quando ero piccola tutti mi diceva­no che ero uguale agli altri bambini, poi, crescendo, mi è venuto qualche dubbio“. Esordisce autoironicamente Marzia, convinta che negare le diffe­renze non sia un’arma per combatterle. Ha imparato a ‘giocare’ con i propri limiti, per migliorarsi. La passione per la scrittura le ha aperto una finestra sul mondo, che racconta con vivace intelli­genza. È il suo concetto di esistenza che non sposerà mai l’idea di normalità, nella più banale accezione, in quanto crede nell’unicità della vita di ciascuno, “anche in tutti gli equilibri mancati“. Niente è scontato per Marzia. Non lo è stato nascere, non lo è stato parlare o scrivere, e soprattutto non lo è stato camminare.

 

Primi difficili passi

Cinque minuti di blackout

Cinque minuti di blackout
Cinque minuti di blackout

“Sono una persona deambulante, an­che se a volte sembra che stia per cade­re o in procinto di schiantarmi al suolo. Anche se barcollo tanto, oramai, a 28 anni, sono poche le volte che realmen­te cado per terra e quelle poche volte non faccio in tempo a toccare il suolo che già mi sono rialzata“. Marzia in­troduce così quella che definisce l’im­

Nata viva

Dalla sua opera prima è stato tratto uno spettacolo teatrale

La Cantastorie Zoe

L’handicap

come ricchezza Marzia, in arte Zoe Rondini, ha fatto

della sua disabilità una risorsa di vita.

E lo racconta con forza, coraggio ed energia

di Domitia Caramazza

 presa più assurda e faticosa della sua vita: camminare. Quando ha ancora pochi mesi, gioca per terra, come tutti i bambini, poi, nel rimanere seduta a osservarli muoversi e camminare, ac­quisisce progressivamente la consape­volezza della propria disabilità. Sono numerosi e conflittuali i ricordi legati ai medici e ai fisioterapisti, soprattutto quello che fa riferimento a Damian, l’inglese al quale riconosce il merito della sua deambulazione autonoma. È con lui che Marzia inizia a cammi­nare sola, stringendo forte i pantalo­ni sull’esterno coscia per mantenere l’equilibrio. È una bambina, ma deve esercitarsi anche durante l’estate. Non può rischiare di perdere tutti i piccoli ma faticosi progressi raggiunti. Da­mian la raggiunge a Roma per alcuni periodi di terapia intensiva, durante i quali le impone infinite camminate. Il suo metodo è la motivazione psicolo­gica. “I medici che mi visitavano nei primi anni di vita, dicevano che non avrei mai camminato. Invece, adesso, mi muovo da sola“. Afferma risoluta Marzia.

Persone importanti

Insieme a nonno, sorella e mamma
Insieme a nonno, sorella e mamma
Insieme alla nonna
Insieme alla nonna

Negli anni della prima infanzia la mamma e la nonna lottavano per farla crescere serena: “Non sapevo che papà non riusciva ad accettarmi, non sapevo che i miei stavano per se­pararsi“. All’età di due anni, i genitori chiedono l’annullamento del matri­monio. Più tardi, la madre si fidanza con Rickie, entrato a far parte della loro vita “in punta di piedi“. Lui, re­duce da una poliomielite infantile, sa benissimo come e quando dover aiu­tare Marzia, stimolandola a fare mol­tissime cose. Riesce a comprenderne le difficoltà e a rassicurarla più di altri. La parte destra del corpo di Rickie è rimasta più piccola rispetto a quella sinistra. È completamente autonomo, ma ha un braccio che non riesce più a utilizzare quasi per niente. Rickie, però, muore all’improvviso, nell’estate del 1994, periodo in cui Marzia/Zoe, decide di iniziare a scrivere Nata viva. Ad accompagnarla nell’impegnativo passaggio dall’infanzia all’adolescen­za, dopo i primi anni di vita trascorsi con la tata ‘Nonna Ali’, è la ventenne Ingrid, ex capo scout. Niente coccole, al contrario, la rende autonoma nel la­varsi, asciugarsi e mettersi il pigiama, facendole capire che non serve chi la compatisca. La persona più impor­tante della sua vita, però, è la nonna: “L’unica che non ha smesso di aiutar­mi e di starmi vicina, ha sempre credu­to nelle mie potenzialità e per questo mi ha fatto raggiungere molti traguar­di“. Marzia è cresciuta con lei. È con la nonna che usciva nel tempo libero. È stata la nonna a imporsi perché im­parasse a camminare. A sostenerla nelle difficoltà scolastiche. A regalarle il viaggio più bello, a New York. Ad aiutarla a scrivere il primo articolo. La nonna è stata sempre e amorevol­mente vicina. Il nonno, invece, “uomo saggio e importante“, l’ha aiutata a preparare i primi esami universitari.

I traguardi della vita

L'Abbraccio
L’Abbraccio

“Mentre gli altri bambini giocavano, io ho passato tante, troppe ore sedu­ta al banco dell’asilo e il pomeriggio”

Storie di fede MARZIA RONDINI

 

IN LIBRERIA

Tra vivere

ed esistere

Non è un trattato o un saggio sulla disabilità, ma un appassionato romanzo autobiografico di formazione, in cui la protagonista, Zoe, diviene testimone del sorprendente incontro tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità, non accontentandosi del “quieto vivere“ che spesso la società assegna alle persone disabili. Per maggiori informazioni gli indirizzi e-mail

sono info@piccologenio.it,

e ordini@ilfiloonline.it.

Nata Viva

Nata Viva

Zoe Rondini

Editore: Gruppo Albatros Il Filo

Anno di pubblicazione: 2011

Numero pagine: 195

Prezzo: € 15,50

Cinque minuti di blackout Nei primi attimi di vita non ha respirato, riportando danni molto gravi al sistema nervoso centrale

A Sua Immagine 37

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