Dove acquistare Nata viva (aggiornato il 9/01/2012)

Il libro è  acquistabile online presso i seguenti siti:

http://www.ibs.it/code/9788856743036/rondini-zoe/nata-viva.html

http://www.bol.it/libri/Nata-viva/Zoe-Rondini/ea978885674303/

http://libri.dvd.it/altri-generi/nata-viva/dettaglio/id-3309930/

http://www.libreriauniversitaria.it/nata-viva-rondini-zoe-gruppo/libro/9788856743036

http://www.amazon.it/Nata-viva-Nuove-voci-Rondini/dp/8856743035

http://www.webster.it/libri-nata_viva_rondini_zoe_gruppo-9788856743036.htm

È possibile ordinare Nata viva alla casa editrice, scrivendo a:

ordini@ilfiloonline.it

o per comunicazioni relative alla distribuzione in libreria:

distribuzione@gruppoalbatros.com

Il libro è acquistabile presso:

Libreria Manzoni, Viale Parioli 16L                    (Roma).

Libreria Fahrenheit P.zza Campo de’ Fiori, 44   (Roma)
libreriafahrenheit451@yahoo.com

Libreria Il Filo, Via Basento  52                          (Roma).

Libreria Mdd Bookshop via Ascanio Sforza, 37  (Milano).

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IL GRIDO DI ZOE (prima breve recensione)

Dott. Maria Luigia Carpentieri

Partendo da una verità espressa da Zoe “il diverso degli altri è il diverso per il disabile“ ritengo
fondamentale l’orizzonte in cui ci poniamo quando analizziamo i fatti della sua vita:
la quotidianeità, il superfluo, l’essenziale, il contingente, il trascendente.
I conflitti adolescenziali elaborati dalla protagonista risultano amplificati a causa di una ingombrante
burocrazia che prevalica sulla vera vita e relazioni parentali e sociali sviluppate su interazioni nutrite da
problematiche rese esponenziali.
Il rapporto fra Zoe e sua madre risulta composto da amore ed odio in una alternanza rapida e sconvolgente
mentre fortemente equilibrante è quello con l’ amatissima nonna: struttura portante dell’albero della vita
e della famiglia.
L’educazione ricevuta da Zoe e da lei stessa coltivata è costruita su realtà psicologiche d’evoluzione:
stimoli  risposte, effetto  causa, proiezioni freudiane.
La scrivania di studio descritta e percepita come una sedia elettrica e l’aula  come cella scolastica sono
concetti geniali: come docente li condivido ma non per solidarietà bensì per esperienza personale
nonostante la mia posizione sia al di là della cattedra.
Nominalmente ogni termine ha una sua funzione specifica ma nel vituperato relazionismo implica analogie
diametralmente opposte.
Zoe è una giovane donna inserita nell’attuale società che si occupa di comunicazione, di crescita del
femminile in una forma di responsabile consapevolezza.
Si muove su una base di interazioni sincroniche in cui la volontà  forte e intraprendente è animata
dal desiderio.
Zoe grida la sua voglia di vivere sin dalla sala parto, ciò che lei ci racconta è un inno alla libertà,
è una dichiarazione di amore, di indipendenza, di crescita, di coraggio cantata all’interno della sinfonia
armoniosa dell’esistenza.

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Giovani scrittori nell’Italia d’oggi: A tu per tu con l’autrice di “Nata viva“

Una giovane autrice ci racconta la sua passione per la scrittura e la pubblicazione, meno di un mese di fa, del suo primo romanzo autobiografico. Un racconto di sé che parte proprio da quel secondo respiro, da quella seconda possibilità che la vita le ha donato e che lei oggi ha deciso di condividere con tutti. Un romanzo per tutti, per ritrovarsi, riconoscersi o semplicemente capirsi e comprendere come con passione e forza si sia sia in grado di superare ogni ostacolo. E semplicemente vivere.

  La tua passione per la scrittura è sbocciata quando eri poco più che una bambina, in seguito ad un tragico evento.

Ho cominciato a scrivere i miei ricordi al tredici anni. Era autunno, erano passati pochi mesi dall’agosto ’94, un agosto segnato da un lutto improvviso nella mia famiglia. All’improvviso Rikchey, il secondo marito di mia madre se ne era andato per sempre! Rikchey era un padre per me, era stato nove anni con mamma, aveva vissuto con noi tutti i giorni, tutte le sere, tutti i Natali tutti i compleanni dai miei quattro ai quasi tredici anni. Non volevo perdere anche i ricordi legati a lui. Così a tredici ho cominciato a scrivere su un quaderno i ricordi del passato. All’inizio non avrei mai pensato che stavo intraprendendo un’avventura letteraria che sarebbe durata per sedici lunghissimi anni! A fasi alterne s’intende: in certi periodi ho scritto e corretto molto, in altri lo studio non mi lasciva tempo per la mia vocazione per la scrittura.

 

Durante l’adolescenza, hai vissuto lo scrivere come un compagno di viaggio, un amico con cui parlare senza limiti di sorta.

Negli anni dell’adolescenza non potevo uscire, andare in discoteca, o in centro come tutti i miei compagni di classe. Il mio handicap motorio mi permetteva di fare solo una cosa in completa autonomia: SCRIVERE! Così ho scritto tanto, non solo di Richey, come volevo fare all’inizio ma più di me, della mia vita iniziata con quasi cinque minuti senza respirare! Quasi cinque minuti… un tempo lunghissimo senza ossigeno nei polmoni, senza che la circolazione del sangue cominciasse “NORMALMENTE“ a circolare, come succede a tutti, come lo ha deciso la natura, com’è normale che accada… Magari ora chi legge sta pensando che dovevo essere morta poco dopo… beh sì avete ragione! Sono stata fortunata a farcela, e poi grazie ai dottori, grazie a tantissima fisioterapia, ed all’impegno e lo sforzo immane della mia famiglia e mio, ho imparato a camminare, parlare, muovermi, fare tanti “gesti quotidiani“ anche se con non poche difficoltà.

“Nata Viva“ in fondo è sempre stato dentro di te, perché parla di te, è la tua storia che si fa parola scritta per aprirsi ad un pubblico più grande. Perché hai scelto questo titolo?

Il mio libro è nato come un diario, un appiglio, un’ancora di salvezza. Durante l’adolescenza sentivo forte l’esigenza di scrivere e raccontarmi, proprio da queste necessità è scaturito il romanzo autobiografico: “NATA VIVA“. Ho scelto questo titolo perché ritengo che abbia due significati importanti: il primo è riferito alla mia nascita, a quello che mi è accaduto subito dopo, ed il secondo si lega al concetto che la vita va vissuta, e non va subita passivamente; tenendo sempre presente l’enorme differenza che c’è tra “vivere“ ed “esistere“! Ogni cosa è desiderata, conquistata, ottenuta… non c’è mai nulla di banale o scontato e questo ho cercato di “gridarlo“ con molta forza pagina dopo pagina, ed i lettori si sono riconosciuti in questo testo che spesso parlava di ognuno di loro (persone normali e non persone disabili), mi hanno capita ed apprezzata. Un’altra scelta direi “azzeccata“ poiché mi ha permesso di raccontare molte più cose… è stata quella di sostituire tutti i nomi, compreso il mio, con degli pseudonomi.

Il libro è una somma delle tue esperienze, un viaggio per comprendere quanto sia speciale la vita e quanto questa vinca poi sopra ogni eventuale barriera.

In “Nata viva“ ci sono anche i bellissimi viaggi che ho fatto (soprattutto, il più bello ed emozionante) quello a New York, l’esperienza della scuola, le vacanze al mare, c’è la mia famiglia, c’è raccontato il rapporto con i parenti, l’intesa speciale tra me e la mia nonna materna; ci sono i giochi e le favole di mia madre, la complicità tra me e mia sorella ed il rapporto di quando eravamo bambine, c’è la scoperta che ho fatto pian piano da grande di un nonno attento, premuroso e simpatico; con il quale ho trovato sempre più argomenti per arricchire il nostro dialogo. Ci sono io, i miei pensieri, le cose che a voce non ho mai detto. C’è tanto da leggere tutto di un fiato. 

Qual è lo stile di scrittura che hai adottato per questo tuo primo romanzo?

“Nata viva“ è un romanzo autobiografico, non un saggio pedagogico sulla disabilità. Lo stile di scrittura è semplice, minimalista, ironico, autoironico, a volte volutamente pungente, ma sempre leggero e scorrevole. È questo il “segreto“ e la “ricetta“ che ha dato vita al breve romanzo adatto a tutti. Lo possono leggere i ragazzi dalla scuola media in poi, le maestre, le insegnanti di sostegno, i genitori. Sarei felice di sapere che una maestra o professoressa abbia letto alcune pagine in classe così come sarebbe anche bello sapere che dei Nonni lo abbiano letto, gli sia piaciuto e abbiano deciso di leggerlo ai loro nipotini, la sera quando stanchi dopo una giornata piena di giochi e grandi corse, si ritrovano tutti sul divano.

Non mi resta che augurarvi buona lettura!

Scheda del libro:

Autore: Zoe Rondini

Editore: Gruppo Albatros Il Filo

Collana: Nuove voci

Data di pubblicazione: Aprile 2011

ISBN: 8856743035

Il libro lo potete ordinare in qualsiasi libreria d’Italia o comprarlo su vari siti internet; qui di seguito ve ne riporto alcuni:

http://www.bol.it/libri/Nata-viva/Zoe-Rondini/ea978885674303/

http://www.deastore.com/libro/nata-viva-nata-viva-/9788856743036.html

http://www.ibs.it/code/9788856743036/rondini-zoe/nata-viva.html

lo trovate anchè presso la libreria Mdd Bookshop via Ascanio Sforza, 37 MILANO e la libreria MANZONI a ROMA in VIALE PARIOLI 16.Per eventuali informazioni scrivere a info@piccologenio.it

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Il Libro Nata Viva (aggiornato il 9/01/2012)

 Zoe Rondini

“… Tutti i dottori si affrettano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque minuti, ma sono i primi della mia vita”. Poi Zoe comincia a respirare. E a vivere. Quei cinque minuti dopo rispetto agli altri neonati, la costringeranno a confrontarsi fin dai primi mesi, con una vita che è cominciata più tardi ma che pian piano non tarderà a essere così tanto desiderata da consentire a Zoe di superare qualsiasi ostacolo. All’età di tredici anni, a causa di un lutto doloroso, Zoe intraprende l’avventura più importante: dare vita ad un racconto autobiografico, che l’accompagnerà per ben 16 anni. Lungi dall’essere un trattato o un saggio sulla disabilità, Nata Viva vuole essere un racconto appassionato e antipedagogico di una ragazzina e poi di una ragazza, che tra luci e tenebre ha saputo lottare per raggiungere e conquistare quella serenità che tutti bramiamo. Nel suo stile rapsodico, Zoe si fa cantore e testimone con la sua voce, dell’incontro sorprendente tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità. Insieme a lei, anche noi riviviamo il nostro essere stati bambini o adolescenti incompresi. Nel suo romanzo di formazione Zoe costringe il lettore a non dimenticare mai lo scarto enorme che c’è tra vivere ed esistere, inchiodandoci all’idea che per nascere veramente, ad ogni occasione, bisogna sentirsi vivi, gridarlo e raccontarlo al mondo intero.

Zoe Rondini è lo pseudonimo dell’autrice. Laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione, attualmente sta studiando per ottenere la laurea magistrale in Editoria e Scrittura (giornalismo). In passato ha pubblicato molti articoli riguardanti i problemi e i diritti delle persone disabili su vari siti, su un quotidiano on-line e sulla rivista italiana dell’Opera Montessori. “Nata Viva” è la sua opera prima.

Dove acquistare Nata viva

http://www.ilfilo.eu/zoerondini/  .

http://www.ilfiloonline.it/index.php?page=shop.product_details&product_id=274455371&category_id=11&flypage=flypage.tpl&option=com_virtuemart&Itemid=175 .

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Incipit Nata Viva

Zoe Rondini
Premessa
“Nulla di utile”

Quando ero piccola tutti mi dicevano che ero uguale agli altri bambini, poi crescendo mi è venuto qualche dubbio. Adesso mi domando quand’è che ho cominciato a capire che avevo qualcosa che mi “distingueva” dagli altri, qualcosa che non permetteva loro di accettarmi, li metteva a disagio. Non a tutti si intende, ma già dal modo in cui la gente si avvicinava a me, riuscivo subito a distinguere se una persona era sensibile, senza pregiudizi e senza imbarazzi, oppure no. Forse ho percepito questo fin dall’asilo, visto che i miei primi ricordi risalgono a quegli anni, forse da molto, molto tempo prima, quando osservavo gli altri bambini sgambettare dall’interno dell’incubatrice. O forse l’avevo già intuito quando mi trovavo nella pancia di mia madre e avevo tutta quella fretta di uscire e tutta quella paura, non potevo non aver paura, “qui sono al sicuro”, devo aver pensato. Non volevo ritrovarmi in un mondo troppo grande per me, troppo rumoroso, pieno di doveri e regole da rispettare. Dove tutti corrono e poche persone hanno tempo e voglia di aiutare chi resta indietro.”La nascita è un cambiamento troppo grande per me”, devo essermi detta, e io ho sempre temuto i cambiamenti. Non so dire quando ho intuito che avevo qualcosa di “diverso”, ma so che la consapevolezza della mia diversità l’ho acquisita piano piano, crescendo, sentendo gli altri bambini che di nascosto ridevano e parlavano di me e dicevano «guarda i suoi scarabocchi». O quando rimanevo seduta ad osservare tutti gli altri muoversi, bambini che correvano, dispettosi e allegri, saltavano, salivano e scendevano dagli alberi, dalle altalene, dai muretti alti, ogni giorno sempre più alti. E poi c’erano i grandi che sempre dovevano andare da qualche parte, sempre avevano qualcuno da chiamare, da andare a cercare, qualcun altro con cui stare. Non capivo perché avessero bisogno di muoversi tanto. Forse sto meglio io, non mi stanco come loro, posso giocare qui per terra, potrei giocare qui in ginocchio per interi pomeriggi. Mi dicevo questo e non pensavo a quello che mi mancava.

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