Operazione Lieta Onlus.

   IN PASSATO TUTTI ABBIAMO SENTITO PARLARE DI FALSE ADOZIONI A DISTANZA. TRUFFE ORRIBILI PERCHE’ FACEVANO LEVA SULLA BONTà DELLA GENTE. ORTRE A RUBARE I SOLDI HANNO RUBATO LA SPERANZA DELLA GENTE DI DARE AD UN BIMBO LONTANO UNA PROSPETTIVA DI VITA MIGLIORE.
CONSAPEVOLE DI Ciò VORREI RICHIAMARE LA VOSTRA ATTENZIONE SULL’OPERAZIONE LIETA. È UNA ONLUS CHE DA DIVERSI DECENNI A QUESTA PARTE AIUTA MOLTISSIMI BAMBINI IN BRASILE, DANDO LORO LA POSSIBILITà DI VIVERE IN UN ECCELLENTE ISTITUTO, CON IL CALORE DI MOLTI VOLONTARI CHE SI DANNO DA FARE PER CREARE, AL SUO INTERNO, UN CLIMA FAMIGLIARE.
CHE DIRVI ANCORA? POSSO DIRVI CHE CON L’OPERAZIONE LIETA ONLUS TANTI BAMBINI SONO DIVENTATI ADULTI, ISTRUITI E CAPACI DI SVOLGERE UN MESTIERE, POSSO RACCONTARVI CHE UNA MIA AMICA C’è ANDATA TANTE VOLTE A FARE VOLTARIATO NELLE CASE FAMIGLIA E QUINDI è TUTTO VERO!
POSSO DIRVI CHE AI TANTI PADRINI E MADRINE CHE GIA’ HANNO ADOTTATO UN BIMBO O UNA BIMBA ARRIVANO COSTANTEMENTE LETTERE, FOTO, PAGELLE SCOLASTICHE, PER SEGUIRE “PIU’ DA VICINO“ IL VOSTO BAMBINO.
COMUNQUE L’ADOZIONE A DISTANZA NON è L’UNICO MODO DI AITARE L’OPERAZIONE LIETA; VI TRASCRIVO TUTTE E TRE LE INIZIATIVE CHE POTETE SCEGLIERE:

 CON 8 EURO AL MESE PUOI UNIRE LA TUA “GOCCIA” A QUELLE DI TANTI ALTRI AMICI CHE IN QUESTO MODO SOSTENGONO IL LAVORO DEI VOLONTARI PER I BAMBINI E LE BAMBINE CHE VIVONO NELLE CASE DI PACOTÃŒ, DI EUSEBIO, DI LIMOEIRO E FORTALEZA.
 

CON 14 EURO AL MESE PUOI PUOI ASSICURARE UN PASTO AI BAMBINI E ALLE BAMBINE CHE GRAZIE ALLE MENSE CREATE NELLA FAVELAS SORTE AI MARGINI DELLA CITTÀ, HANNO LA CERTEZZA DI POTER MANGIARE ALMENO UNA VOLTA AL GIORNO.

INFINE CON 18 EURO AL MESE PUOI DARE VITA AD UNA “ADOZIONE A DISTANZA“ PER SEGUIRE PIÙ DA VICINO I BAMBINI DI PACOTÃŒ, EUSEBIO, LIMONEIRO, FORTALEZA E, DA QUEST’ANNO, ANCHE A PONTA GROSSA (PARANÀ) E SAO BENTO (MARANHÃO). RICORDIAMO CHE PER IL MANTENIMENTO DI OGNI BAMBINO SONO NECESSARIE TRE ADOZIONI, E DUNQUE OGNI BAMBINO HA TRE PADRINI.
DA QUALCHE MESE OPERAZIONE LIETA HA AVVIATO LE ADOZIONI A DISTANZA ANCHE PER ALCUNE CENTINAIA DI BAMBINI DELLE MISSIONI PIAMARTINE DI PONTA GROSSA, NEL SUD DEL BRASILE, E DI SAO BENTO, ZONA POVERISSIMA DEL NORD.
ORA BASTA PARLARE, VI COPIO QUI SOTTO TUTTI I RECAPITI DELLA SEDE DI BRESCIA E LE INFORMAZIONI PER CHI LA VOLESSE SOSTENERE
BUENA VIDA A TUTTI
MARZIA (la redattrice di questo sito)
 

recapiti
Operazione Lieta onlus
via Ferri, 91
25123 Brescia
telefono 0302306463
www.lieta.it

Volontari
Tutto è cominciato con il centro Educacional di Fortaleza. Poi il sogno di Padre Luigi Rebuffini, il sogno di dare casa, cibo e affetto a migliaia di bambini che ne erano privi si è allargato a Pacotì, Eusebio e Limoeiro. Un sogno che si fa concreto ogni giorno grazie anche al cuore, al cervello, alle braccia e alle gambe di tanti volontari, gente che ha scelto di dedicarsi, chi per qualche mese e chi per qualche anno, a dimostrare che con l’amore i miracoli succedono per davvero. Si possono leggere, i miracoli, negli occhi dei bambini e delle bambine della case nate dal sogno di un missionario in cui i volontari si sono dati un semplice obiettivo: far rivivere un clima di famiglia.
Il resto viene di conseguenza. 20 marzo 2010

Come si fa?
Per far giungere il vostro aiuto potete usare

il conto corrente postale n. 10422251 intestato a:
Associazione Operazione Lieta ONLUS
via Ferri,91 -25123 Brescia
IBAN: IT 77 J 07601 11200000010422251

Agevolazioni Fiscali. Ogni donazione a favore di Operazione Lieta è detraibile dalle imposte sia per i singoli che per le aziende (sotto forma di deduzione), fino ad un massimo di 2.065,83 euro. Per poter usufruire di tali agevolazioni è necessario conservare la ricevuta di versamento
Se avete un conto corrente in banca, potete dare disposizioni di fare il versamento del vostro contributo su uno dei seguenti conti bancari:

Banco di Brescia (Agenzia 2)
conto n. 9345, ABI 03500, CAB 11202
IBAN: IT 49 O 03500 11202 000000009345

Banco di Brescia (Agenzia 21)
conto n. 9764, ABI 03500, CAB 11230
IBAN: IT 63 B 03500 11230 000000009764

Banca Popolare di Brescia (via Leonardo da Vinci)
conto n. 52660, ABI 5437, CAB 11200
IBAN: IT 27 I 05437 11200000005266050

Banca Intesa (via Moretto)
conto n.235721/72, ABI 3069,CAB 11210
IBAN: IT 84 M 03069 11210 000023572172
BCC di Pompiano e Franciacorta (filiale di Brescia)
conto n.351261/24, ABI 8735, CAB 11200
IBAN: IT 89 K 08735 11200014000351261

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I massaggi ayurvedici (con recapito del Dottor Tassiello)

I massaggi ayurvedici, non sono solo una moda, una forma di medicina alternativa; ma possono essere un valido aiuto alla vita frenetica e sregolata che spesse volte siamo portati a condurre. Ecco perchè ho deciso di chiedere all’esperto Professor Tassiello, di scrivere un articolo semplice ma esauriente a riguardo. Buona lettura a tutti Marzia.

Sempre più frequenti sono le riflessioni e le critiche sulla sanità in generale e sulla prevenzione in particolare. Accolgo con molta riconoscenza le sollecitazioni a parlare di tecniche terapeutiche alternative. Il ricorso alla medicina alternativa di origini orientaleggianti è sempre più frequente e scientificamente accettato. L’agopuntura ne è un esempio illustre. A questo proposito cito con piacere il titolo di un importante lavoro recente del prof. David Servan-Schreber “Guarire“ il cui sottotitolo è un programma e una critica alla farmacologia e alla psicanalisi, che recita: “Una nuova strada per curare lo stress, l’ansia e la depressione senza farmaci né psicanalisi“. Sottolineo che l’autore è uno psichiatra e chi vi scrive uno psicanalista; quindi siamo in piena autocritica. Vengo al yema in oggetto, su cui sarò molto breve e sintetico, perché vorrei concludere con alcuni suggerimenti in tema di prevenzione delle malattie croniche come il diabete, le cardiopatie , il cancro, la bulimia, la depressione, disturbi della circolazione. Il massaggio ayurvedico è una parte della più ampia scienza della vita indiana, l’Ayurveda, che affonda le sue radici negli antichi testi sacri, i Veda. L’Ayurveda è nota come scienza medica, ma soprattutto come scienza medica sacra e tale impronta resta in tutte le sue parti. Parlando della medicina psicosomatica ho già avuto modo di dire che il corpo è integralmente connesso alla psiche, anzi per meglio dire la psiche è fatta di “corpo“. Quindi qualunque tipo di intervento sul corpo influisce direttamente sulla psiche, che risente costantemente dei disagi ambientali a cui siamo sottoposti. Per essere più chiari, così come il corpo subisce le vessazioni ambientali ed il nostro equilibrio psicologico ne risente, allo stesso modo se diamo al nostro corpo attenzioni e premure (carezze, baci, ecc.)  anche la psiche migliora la sua condizione. Quindi ben venga anche il massaggio ayurvedico allora, che è considerato, in oriente, una tecnica la cui sostanza è sacra. Con esso, dicono gli esperti, “Non si tratta solo di tonificare i muscoli o di drenare la linfa; si tratta anche di trasformare le energie compresse e di consentire al corpo, sia fisico, sia energetico, di ristrutturarsi permettendogli di ritrovare la sua integrità e spiritualità“. Ciò che è interessante per il massaggio ayurvedico è che vengono utilizzate diverse manualità specifiche a seconda della costituzione della persona (Vata – Pitta – Kapha) o in base alle necessità di ognuno. E’ ormai riconosciuto come uno stile di massaggio tra i più significativi, per la profondità della filosofia che lo accompagna e per la varietà delle tecniche possibili.  Dicono ancora gli esperti che “Il massaggio ayurvedico agisce su tre piani: sul piano fisico (rilassa il corpo, migliora l’elasticità dei muscoli, migliora la flessibilità della colonna vertebrale e delle articolazioni, stimola la circolazione sanguigna e linfatica, nutre, tonifica e rassoda la pelle), sul piano psichico (toglie lo stress, riappacifica la mente, la calma, la distende) e sul piano spirituale … E’ senz’altro di aiuto sul piano fisico per i muscoli e le tensioni nervose, ma fatto nel modo corretto può progressivamente riportare ad una dimensione di noi che normalmente è dimenticata. Il massaggio ayurvedico è avvolgente, rincuorante, ristrutturante; ridona forza ed energia, recupera le funzioni vitali; è una pratica sacra, e come tale può donare moltissimo.  Con il massaggio ayurvedico è possibile progressivamente riprendere contatto con la parte più profonda di se stessi, con la propria anima. E’ per questo che il massaggio ayurvedico viene anche chiamato “il massaggio dell’Anima”. Insieme a queste bellissime parole che rappresentano la fonte della filosofia orientale, mi piace aggiungere un pensiero occidentale che viene da una forma di filosofia del benessere e che ci suggerisce una serie di prodotti naturali supportati dalla scienza. , tra cui un “trittico“ di prodotti, a garanzia del benessere psicofisico, a sostegno della salute in generale . Gli esperti suggeriscono una nutrizione proattiva per la nostra vitalità; in effetti gli American Centers for Disease Control, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione Europea concordano sul fatto che svolgere una vita attiva e mantenere una dieta ricca di grani integrali, frutta, verdura e pesce come raccomandato dalla Piramide della sana alimentazione siano le chiavi per aumentare la vitalità e il benessere complessivo. Purtroppo, la gran parte di noi rovescia completamente quella che dovrebbe essere la Piramide della sana alimentazione: mangiamo più grassi, oli e dolci che verdure, raramente mangiamo anche un solo frutto al giorno, mangiamo meno di una porzione di grani integrali al giorno, mangiamo meno di una porzione di pesce alla settimana. Non facciamo esercizio a sufficienza e non mangiamo pasti equilibrati. Il “trittico“ di cui sto parlando si chiama proprio “PROVITALITY“ non casualmente, in quanto contiene gli integratori nutrizionali suggeriti dagli esperti. Per maggiori informazioni sul tema si può contattare il Dottor Francesco Tassiello all’e-mail: francesco.tassiello@tiscali.it 

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GLI OCCHI NON SONO SOLO LO SPECCHIO DELL’ANIMA. (con un’immagine di un quadro)

Molte persone mi chiedono come mai, quando scrivo, faccio ancora parecchi errori. Tanti di voi già sanno che ho un handicap motorio legato al momento della mia nascita.

Fin dai tempi dell’asilo veniva un terapista a casa per insegnarmi a scrivere. La dottoressa che mi seguiva aveva deciso che dovevo imparare a scrivere prima degli altri bambini, perché non riuscivo a controllare molto bene i movimenti.

Mentre gli altri bambini giocavano io ho passato tante, troppe ore seduta al banco dell’asilo ed il pomeriggio in camera mia, a riempire pagine e pagine di lettere “A“ poi “B“ poi “C“ e così via.

Alle medie mi cominciò a seguire un logopedista molto bravo. Fu lui a spiegarmi che i bulbi oculari sono circondati da muscoli e quando una persona legge i muscoli devono consentire all’occhio di muoversi da sinistra verso destra con una certa rapidità. “Marzia, i tuoi muscoli sono molto più deboli del normale, puoi fare degli esercizi specifici per rinforzarli così leggerai con meno lentezza e fatica, e aumenterà la tua capacità di apprendimento.“ Questo logopedista mi spiegò che anche se  mi impegnavo negli esercizi non sarei comunque riuscita a recuperare al cento per cento. Gli esercizi li ho fatti da grande: è stata una mia scelta. Ma mi era stato anche spiegato che se li avessi fatti nell’età dell’asilo e della scuola elementare, avrei ottenuto risultati di gran lunga migliori.

Ho scritto quest’articolo per spigare il mio problema visivo, che apparentemente non si vede e non si può intuire. Non voglio colpevolizzare nessuno, ma spero che conoscendo un altro aspetto del mio handicap, delle persone, magari mamme, maestre, presidi e anche (spero) terapisti, possano capire ed aiutare i bambini con la mia stessa difficoltà.

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occuparsi delle persone tenendo conto della loro spiritualita’

Dottor Francesco Tassiello

Questo tema ha per oggetto una serie di considerazioni e riflessioni incentrate sul malato in generale e la persona con handicap e sofferente in particolare. Egli, nel suo percorso evolutivo, tende ad isolarsi ed allontanarsi sempre più dalla realtà della vita, spinto dalla necessità e materialità di quei bisogni che sono semplici e banali per i “sani normodotati“ e che lo allontanano sempre più dall’essenzialità filosofica e spirituale che connota, comunque, tutti nella continua e costante ricerca delle risposte alle domande vitali che attraversano tutte le culture e strati sociali, tanto nella salute che nella malattia e nella sofferenza. Queste riflessioni non vogliono entrare nei dettagli etici in cui la politica si è dibattuta, distratta solo dagli eventi funesti del terremoto dell’Aquila. Una considerazione teorica per tutte, di contenuto non religioso, rimanda ai due passaggi evolutivi, quello della nascita e della morte, in cui ciascun passaggio rappresenta un’ipotesi affascinante di crescita e spinta. Il primo dal mondo intrauterino a quello extrauterino, in cui tutto è chiaro, tranne il pensiero di colui che è espropriato da quel “paradiso“ di vita iniziale. Il secondo ancora più affascinante è rappresentato dal passaggio, cosparso di sofferenza e lutto, da questo mondo fatto di energia concentrata e materiale ad un altro di “altre energie“ ben più affascinanti e misteriose. Gli spunti di riflessione sono i seguenti:
a) Il malato è una persona nella sua totalità (teoria di A. Mercurio).
b) Il cammino semplice di Santa Madre Teresa di Calcutta.
c) Il concetto di prendersi cura della persona di Fornari e R. Carli, dal curare al prendersi cura.
d) Le riflessioni dell’ex presidente francese Francois Mitterrand sulla morte.
e) La deontologia e l’etica della sperimentazione.
f) Le riflessioni, i suggerimenti e i pentimenti di tre medici passati “Dall’altra parte“.

In questa prima “provocazione“ parliamo insieme (aspettando i vostri contributi) della persona nella sua complessa dimensione, così come la definiscono alcuni illustri autori. M. Erikson dice che “la persona è un cittadino che si prende cura“. Vorrei fermarmi su questa splendida definizione che è di apertura e preludio a tutti gli altri punti che affronteremo insieme.

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domande di un utente e risposte del Dottor Tassiello II° parte

Ciao Marzia,
provo a rispondere alla seconda domanda che ci è stata rivolta, scusandomi per il ritardo; la ripropongo per fare memoria: PERCHE’ SE UNA PERSONA (UOMO O DONNA CHE SIA) CON UN HANDICAP MOTORIO, UN NON VEDENTE,  UN NON UDENTE… DEVE LOTTARE PER FAR VALERE IL SUO DIRITTO AD UNA VITA SENTIMENTALE E SESSUALE? PERCHE’ DOVRA’ FARE MOLTA PIU’ FATICA NEL TROVARE UN PARTER SIA ESSO NORMODOTO O LIEVEMENTE DISABILE? PERCHE’ MOLTA GENTE PENSA CHE A UN DECIFIT FISICO NE CONSEGUE UNA DIMINUZIONE DELL’INTELLICENZA E DELLA SFERA EMOZIONALE, MENTRE IN REALTA’ QUEST’ ULTIMI DUE FATTORI SONO UGUALI SE NON SUPERIORI ALLE PERSONE DEFINITE “NORMODOTATE“?
Inizio rispondendo alla parte finale della domanda per quanto concerne la relazione tra deficit motorio e diminuzione dell’intelligenza e della sfera emozionale, perché sono temi a cui mi sento preparato a rispondere, anche se modestamente; per il resto della domanda ho coinvolto Giacomo e la sua personale intelligenza ed emotività, nonostante il suo deficit motorio: Già in questo coinvolgimento e nella stima e riconoscimenti, che riceve da più parti, c’è la mia risposta a quanto sopra, ma aggiungo che non è sufficientemente chiaro che cosa è l’intelligenza, se non partiamo dall’impegno che ciascuno mette nel raggiungere gli obiettivi, più che attenersi ai questionari sul quoziente intellettivo (criticato da fonti autorevoli). Che dire della sfera emozionale, per cui ci vorrebbero fiumi di parole e citazioni, una per tutte vale il notevole lavoro di Daniel Goleman “Intelligenza Emotiva- Che cos’è – Perché può renderci felici“. Possiamo fare personali verifiche attraverso l’amore (emozione più importante di tutte) che intercorre tra ciascuna madre e ciascun figlio. Segue la lettera di Giacomo, con cui stiamo facendo un importante lavoro di equipe su questi temi:
Caro Francesco,
rispondo con molto piacere alle domande di Marzia, con una sola frase:
Parliamone di più, intanto! Secondo me “parte” tutto da qui. La
persona disabile dovrà ancora lottare per avere diritto alla vita
sentimentale e poi sessuale, che hanno tutti gli altri, finchè tutti,
disabili e non, penseranno ad altro e non affronteranno il Problema.
Parlo volutamente di “Problema”, perchè di questo si tratta nella sua
accezione “complessa e problematica”. La Disabilità è ancora “vista”,
anche da molte Persone Disabili, solo nei suoi aspetti pratici o di
“facile risoluzione” legati alla semplice mobilità, (metto uno
“scivolo” o una pedana e risolvo tutti i miei problemi e degli Altri
“come me”). Si tende a tralasciare o volutamente Ignorare la Sfera più
importante e “fondante”, della Persona: Quella Sentimentale e
Relazionale, perchè più complessa e facile a Fraintendimenti e-o
Distorsioni. Bisogna proprio per questo parlarne di più, senza PAURA
DELLE PAROLE E CON LA CHIAREZZA “DELL’ESPERIENZA”. SOPRATTUTTO LE
PERSONE CON DISABILITà DEVONO AVERE PIù CORAGGIO! POI ANCHE IL
“PREGIUDIZIO” DEI “Normodotati” (CHE SPESSO NASCE DALLA  PAURA DI CIò
CHE NON SI CONOSCE E NON SI VUOL CONOSCERE), DIMINUIRà e sarà meno
“presente”, ( non credo che possa mai scomparire, perchè non
SCOMPARIRà MAI L’HANDICAP E LA DIVERSITà); ma testimonianze coraggiose
e chiare come quelle di Marzia vanno sicuramente in questa direzione:
FINALMENTE!
Un caro ed affettuoso saluto a te e a Marzia.
A presto
Giacomo Spartano
 

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domande di un utente e risposte del Dottor Tassiello I° parte

Giorni fa, mi è arrivata una mail all’ indirizzo del sito. Non era per me, ma era per il Dottor Tassiello, responsabile della categoria “handicap e sessualità“. Mi sono fatta da portavoce ed ora pubblico le domande e le risposte  integralmente.

EGREGIO DOTTOR TASSIELO, INNAZI TUTTO LE FACCIO I COMPLIMENTI PER I SUOI ARTICOLI E PER QUESTO SITO CHE SEGUO Già DA DIVERSI MESI. LE SCRIVO PERCHE’ MI PIACEREBBE SAPERE LA SUA OPINIONE SU ALCUNI MIE INTERROGATIVI.
MI POTREBBE SPIEGARE BREVEMENTE PERCHE’, ANCORA OGGI NELLA NOSTRA SOCIETA’ SONO RADICATI I PREGIUDIZZI PER I QUALI,  SE UNA GIOVANE  HA PIU’ DI UN PARNER è CONSIDERATA UNA PROSTITA, MENTRE SE SI TRATTA DI  UN RAGAZZO VALE LA REGOLA CHE Più DONNE HA, PIU’ E’ “FICO“? PERCHE’ SE UN UOMO RACCONTA A I SUOI AMICI CHE IN UNA SETTIMANA è USCITO CON DUE, TRE  O Più DONNE RICEVE COMPLIMENTI E BATTUTE CHE LO ESALTANO, MENTRE SE UN RAGAZZO è TIMIDO… VIENE EMARGINATO E CONSIDERATO UNO IELLATO?

PERCHE’ SE UNA PERSONA (UOMO O DONNA CHE SIA) CON UN HANDICAP MOTORIO, UN NON VEDENTE,  UN NON UDENTE… DEVE LOTTARE PER FAR VALERE IL SUO DIRITTO AD UNA VITA SENTIMENTALE E SESSUALE? PERCHE’ DOVRA’ FARE MOLTA PIU’ FATICA NEL TROVARE UN PARTER SIA ESSO NORMODOTO O LIEVEMENTE DISABILE? PERCHE’ MOLTA GENTE PENSA CHE A UN DECIFIT FISICO NE CONSEGUE UNA DIMINUZIONE DELL’INTELLICENZA E DELLA SFERA EMOZIONALE, MENTRE IN REALTA’ QUEST’ ULTIMI DUE FATTORI SONO UGUALI SE NON SUPERIORI ALLE PERSONE DEFINITE “NORMODOTATE“?

LA RIANGRAZIO MOLTO, UN UTENTE DEI TANTI.

Carissima Marzia,
sono molto contento per il tuo messaggio e rispondo con piacere, ma anche con molta umiltà, per i miei limiti.
Le domande della persona che ci segue meriterebbero una risposta collegiale che solo un dibattito ampio, aperto a persone che vivono la realtà del proprio quotidiano personale, familiare e sociale, può provare a rispondere.
Da qualche tempo insieme a Paolo Conte, presidente dell’Associazione HANDIAMO e Giacomo Spartano e altri “Compagni di buona volontà” stiamo affrontando proprio questi temi in una rubrica televisiva,.
Da questi incontri televisivi non emergono risposte, ma l’impegno dei partecipanti a riflettere insieme su temi che in un recente passato venivano vissuti e tenuti celati in famiglia, quando ciò era possibile, ma più spesso in istituti molto discutibili.
Premesso ciò, provo a rispondere, ripeto con modestia e umiltà.
Le persone timide mi stanno molto a cuore, anzi le comprendo pienamente, perchè, nonostante i miei 63 anni sono sostanzialmente timido!!!! Nel mio lavoro, quando incontro queste persone, che sono molte …. fortunatamente … suggerisco la lettura di un libro scitto da due colleghe dal titilo esplicito “MEGLIO TIMIDI” che scitto, da due donne la dice lunga e con molta più chiarezza di quanto potrei e saprei fare io. In una società prevaricatrice e con l’evidenza dei bulli e dei mobber (che, fortunatamente sono una esigua minoranza) sono sempre più numerose le donne che si “contendono” i poveri timidi, ma simpatici e gentili.
Per i pregiudizi ci vorrebbe un vero e proprio convegno, ma non abbiamo le giuste risposte; i ragazzi che mettono le “tacche” si autosqualificano autonomamente; mentre per le fanciulle ci vuole un discorso a parte, frutto di molte ricerche, per cui ne ho fatto oggetto di un articolo a se, che possiamo pubblicare a parte. molto brevemente posso accennare che la promiscuità delle fanciulle è causa di malattie (senza scomodare l’AIDS) CHE SONO ASSENTI SE IL PARTNER è SEMPRE LO STESSO. Questa considerazione ha molto a che fare con l’acidità vaginale e la basicità del liquido seminale.
L’AMORE nelle coppie “Miste” è un tema molto difficile nel quale non mi avventuro “in solitaria” ma  chiedo aiuto agli amici per fare una “cordata”; quindi faccio appello alla pazienza di chi ci ha scritto e che ringrazio di cuore.
Un forte abbraccio
Francesco
 

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IL MITO DI ULISSE (Il fascino dell’avventura)

LE RISPOSTE DELLO PSICOSESSUOLOGO

IL MITO DI ULISSE. Il fascino dell’avventura.

di  FRANCESCO TASSIELLO.

La storia di Ulisse, nonostante il tempo trascorso, mantiene il suo fascino ed una forma di attraente attualità. L’eroe omerico si propone, in particolare verso i giovani, con una caratteristica che lo contraddistingue e lo fa preferire ad altri illustri eroi storici. Gli ingredienti che compongono e contraddistinguono il fenomeno sono numerosi e variopinti; di questi alcuni contribuiscono a farne, insieme al mito, anche la sindrome. Per cui il titolo può diventare MITO E/O SINDROME DI ULISSE, perché l’eroe di Omero, oltre alle doti guerrieri di condottiero, le sue strategie belliche, e le sue astuzie, si è posto alla nostra attenzione anche per le sue curiosità umane e le sue debolezze psicologiche che lo hanno visto cedere alle tentazioni di vario genere, che oggi chiamiamo dipendenze. Le cronache con crescente frequenza ci raccontano storie tragiche di novelli eroi omerici che, in passato si avventuravano nel mondo fuggendo dalla famiglia, metafora dell’isola omerica, adesso fuggono rifugiandosi nelle droghe di varia natura. Gli episodi di alcolismo, di impasticcamento da estasi, di fumo di vario genere, e quant’altro il mercato del facile edonismo è in grado di offrire, sono ormai puntuali ad ogni week-end. Nonostante le numerose campagne preventive condotte in maniera “efficace ed efficiente“, gli avvertimenti proposti dalle tragedie puntuali ad ogni suddetto week-end, i progetti portati nelle scuole, e quanto altro ritenuto utile, il persistere delle offerte di sostanze incriminate sul mercato fanno realisticamente pensare che c’è una domanda crescente. La legge del mercato è rappresentata dalla domanda e dall’offerta. Alcune sostanze sintetiche possono essere prodotte facilmente e abbondantemente, per cui aumenta l’offerta  e la domanda ne trae vantaggi economici; il prezzo diminuisce e diventa accessibile alle tasche dei giovanissimi. Il viaggio di Ulisse continua inarrestabile. Non è casuale che uno dei termini utilizzato per l’uso/abuso di sostanze, oltre allo sballo è il viaggio. Non possiamo prenderci in giro e prendere in giro i giovani dicendo loro solo gli aspetti negativi e dannosi dell’uso di sostanze; perché non funziona. Allora, paradossalmente diciamo che è buona e fa bene, come una medicina, che come tale viene rifiutata; ma non voglio scherzare, per rispetto delle numerose famiglie colpite dalla tragedia. Un giovane ragazzo ha raccontato, forse unico nel genere, che si è trovato ad una festa, in un gruppo intorno ad un tavolo, in cui girava il “fumo“ come se fosse una catena di montaggio; c’era chi preparava il tabacco, chi aggiungeva la miscela, chi “rullava“, con una capacità professionale stupefacente. La cosa altrettanto stupefacente del giovane ragazzo è stata la sua astensione, nonostante le reiterate provocazioni ad ogni passaggio dello spinello nelle sue mani. Possiamo semplicemente dire bravo al ragazzo ed alla sua capacità assertiva (proposta come acquisizione indispensabile dai progetti di educazione sessuale nelle scuole), se non fosse per il suo personale disappunto e rincrescimento per il sentirsi escluso dal gruppo a causa della sua paura e timidezza. Anche quest’ultima caratteristica di personalità, per la quale è chiamato ad intervenire lo psicologo, deve essere riconsiderata e quasi rivalutata; ma anche qui non voglio scherzare, per rispetto dei numerosi giovani, che per timidezza sono oggetto di scherno ed isolamento dal gruppo. L’offerta di queste sostanze, che rappresentano il facile guadagno per le mafie di tutto il mondo, toccano la voglia di tutti coloro che ardono dal desiderio di provare sensazioni sempre nuove ed ammalianti, così come Ulisse nell’incontro con le sirene non resiste alla tentazione di offrire a se stesso ciò impediva ai suoi compagni di avventura. Ulisse ci ha insegnato molte cose, e forse, con le sue numerose strategie, potrebbe esserci ancora utile. Ma… il mercato delle sostanze, di cui l’alcool e l’eroina sono gli esemplari più appariscenti, rispondono ad esigenze di mercato gestite dai governi di paesi che ne traggono tali vantaggi che sopportano gli “svantaggi“ dei piccoli orfani e privati della buona Penelope.
Per maggiori informazioni sul tema si può telefonare direttamente al Dottor Francesco Tassiello 392-9753748 o 06-9852852; E-mail: francesco.tassiello@tiscali.it

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