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Cosa significa rimanere a casa, nel periodo di quarantena, se hai una disabilità o se si ha un familiare disabile? Quali le misure di assistenza?
Ne abbiamo parlato a Radio3, con Vincenzo Falabella, presidente della Fish onlus, Federazione Italiana per il Superamento dell’ Handicap, Paola Severini Melograni, direttrice di Angelipress.com, prima agenzia italiana d’informazione sul terzo settore che coinvolge diverse persone disabili, collabora con Gr Parlamento, Enrichetta Alimena, collabora con il Quotidiano del Sud, per Radio3 ha realizzato il radio documentario Tutto normale: un altro sguardo sulla disabilità, disponibile in podcast sul sito tresoldi.rai.it Marzia Castiglione Humani in arte Zoe Rondini, autrice, pedagogista e blogger. Grazie al romanzo autobiografico Nata Viva (da cui è stato tratto un cortometraggio), al portale Piccologenio, alle lezioni presso l’Università Lumsa di Roma, agli interventi nelle scuole, è impegnata nella diffusione della conoscenza del mondo della disabilità e nella promozione dei diritti dei disabili. Ha firmato di recente il pezzo Quarantena: la buona occasione per sviluppare empatia verso le persone con disabilità. Mariangela Tarì, mamma di Sofia e Bruno, insegnante. Si è battuta, insieme ad altre mamme, per una nuova legge sul caregiver familiare e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire.
Ascolta la puntata Ho parlato al diciottesimo minuto
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«Adesso è indispensabile che si rafforzi immediatamente l’assistenza domiciliare alle famiglie con disabilità. Poi, quando finalmente ne usciremo, sarebbe auspicabile che tutti fossero diventati migliori, con una maggiore immedesimazione nei confronti delle categorie più deboli, rivedendo con occhi diversi le esigenze e i diritti delle persone con disabilità e in generale di chi ha costantemente la necessità di essere aiutato, curato e sostenuto»
La tragica pandemia che ha colpito gran parte del mondo e l’Italia, sta facendo emergere anche la resilienza e l’inventiva di una moltitudine di persone che rimangono a casa. Il Coronavirus non sta facendo distinzioni.
È tragico apprendere il numero di decessi giornalieri. Spero che gli sforzi sovraumani di tanti medici dia presto un risultato positivo. I ricercatori italiani sono famosi in tutto il mondo, adesso più che mai abbiamo bisogno del loro impegno per arrestare l’infinito numero di contagi e decessi, ci vuole lo sforzo di tutta la comunità per aiutarli e sostenerli.
Forse questo potrebbe essere il momento più adatto per comprendere meglio la condizione di molti cittadini con disabilità e sfatare luoghi comuni ed errate convinzioni. Ogni persona (normodotata e disabile) sta vivendo questo periodo in modo più o meno coinvolgente.
Viverlo da casa è già una fortuna rispetto a chi combatte nelle sale della terapia intensiva che sembrano non bastare mai.
Nell’ambito della disabilità le situazioni sono differenti: c’è chi necessita di aiuto e cure infermieristiche h24, ed è tragico apprendere che queste cure scarseggino ora più che mai, e chi ha problemi più lievi. Anche in presenza di un handicap motorio non grave, spesso ci si ritrova costretti a casa perché varie condizioni lo impongono, e allora si deve trovare la forza e la creatività da soli per riempire le lunghe giornate, mentre gli altri continuano a correre e non hanno tempo per chi è più lento. Adesso tutti o quasi sono chiamati a rallentare, fermarsi, riflettere, attivare il proprio mondo interiore, può essere l’occasione giusta per immedesimarsi e comprendere molteplici situazioni.
Sui social-network e i mass media si cerca di infondere coraggio reciprocamente anche se è ogni giorno più dura, si cerca di intrattenere e intrattenersi, mettendo in campo la propria creatività.
Adesso che forse solo la tecnologia ci tiene in contatto è il momento giusto per riflettere su l’uso consapevole della rete. Ora più che mai ci sentiamo vicini grazie ad internet. Molti seguono lezioni scolastiche ed universitarie a distanza, ci intratteniamo con con musei visitabili online, con musica, radio, teatro, corsi di ogni tipo.
Molti accusano questa reclusione dovuta al divieto di uscire. Come già accennato, ma è bene sottolinearlo, numerose persone con disabilità vivono la maggior parte del loro tempo costrette a casa senza il pensiero, l’empatia e l’aiuto che si sta muovendo in questo particolare periodo a vari livelli. Ultimamente mi stanno contattando tanti amici e conoscenti per chiedermi come sto vivendo questa quarantena, o per cercare un po’ di compagnia e conforto. Colgo l’occasione per ringraziare ulteriormente chi si è preoccupato e resto vicina a chi si sente solo.
I social-network e il web sono la mia estensione. Grazie all’uso del computer ho scritto il romanzo “Nata Viva” e ho aperto il portale Piccologenio.it, che è una finestra dedicata al mondo della disabilità attraverso la quale riesco ad aiutare insegnanti, disabili e le loro famiglie che mi contattano per chiedermi un consiglio su problematiche che spaziano dalla riabilitazione alla scuola, dai rapporti familiari agli ausili informatici, all’editoria. Ho però preso atto del fatto che le domande più frequenti, e talvolta insistenti, riguardano il tabù e il desiderio più pressante per molti, ovvero come vivere l’amore, l’erotismo e l’autoerotismo in una condizione di disabilità.
Non sarà di certo la quarantena a spegnere questi desideri, anzi potrebbe capitare che l’isolamento forzato li esasperi ulteriormente. In questo particolare periodo, io e tanti altri stiamo vivendo relazioni fatte di lettere, messaggi, telefonate e video chiamate. Per il bene di tutti è giusto attenersi ai decreti, anche se questi ci fanno stare a distanza o isolati. Adesso è il momento di inventare nuovi modi per stare in contatto, intensificare la cultura, lo studio a distanza e gli aiuti per le categorie deboli. Tutto ciò si sta facendo, ma sono convinta che si possa fare maggiormente, per questo periodo ed in parte per il futuro.
Tornando al tema dell’amore ai tempi del Coronavirus, mi ha molto colpito la foto di Fabrizia e Giovanni, due giovani fidanzati divisi dalla zona arancione che si incontrano al check point lungo la strada che da Ospedaletto Lodigiano porta a Casalpusterlengo. I loro “appuntamenti” rispettano il metro di distanza, sotto gli occhi vigili dei carabinieri. I due giovano aspettano il momento nel quale si abbracceranno nuovamente. Prendiamo esempio da chi, in vari modi, si sta impegnando per fare la sua parte anche se ciò comporta dei piccoli o grandi sacrifici.
Quanto a me e, a molte altre persone con disabilità, è molto probabile che nelle nostre vite abbiamo avuto più occasioni, paragonate ai “normodotati”, di passare lunghi periodi a casa per problemi di salute o, forse ancor peggio, per fattori esterni che ci hanno impedito di uscire, come la presenza di barriere architettoniche o l’assenza di un’assistenza sulla quale poter contare.
Rispetto al periodo che stiamo vivendo ci sono notevoli differenze. In primo luogo, il fatto che l’isolamento riguardi tutti, senza distinzioni, (o quasi, purtroppo ci sono ancora gli anarchici e gli spavaldi runner improvvisati) sembra rendere tale condizione più sopportabile. Sarebbe auspicabile che le restrizioni e questo “esperimento sociale” ci rendano migliori, per avere una maggiore immedesimazione della società dei confronti delle categorie più deboli e che, una volta riconquistata la libertà di uscire, ognuno inviti per una passeggiata o una cena fuori anche il proprio amico con disabilità. D’altro canto, in presenza di un handicap più grave e complesso, è indispensabile che immediatamente si rafforzi l’assistenza domiciliare per non far sentire sole e abbandonate le famiglie.
Questa è la mia prima quarantena “creativa e solidale”: a casa siamo in tre, mi diletto tra creatività culinaria, social-network, videochiamate, ginnastica in balcone e l’immancabile scrittura. Spero che impareremo da questo periodo portandoci dietro le cose positive che ci stanno unendo tutti.
Quando finalmente ne usciremo spero che saremo migliori, allora sì che ci abbracceremo tutti e mi auspico che rivedremo con occhi diversi le esigenze e i diritti di chi va costantemente aiutato, curato e sostenuto.
Video messaggio #RestateACasa:
Nota biografica:
Sono Zoe Rondini, autrice del romanzo autobiografico “Nata viva” dal quale è stato tratto l’omonimo cortometraggio ed anche autrice, pedagogista e blogger.
Grazie a Nata Viva, al portale Piccologenio, alle lezioni presso l’Università Lumsa di Roma, a gli interventi nelle scuole, mi impegno nella diffusione della conoscenza del mondo della disabilità e nella promozione dei diritti dei disabili.
Tutte le mie attività hanno in comune la voglia di essere utile agli altri e il desiderio di partecipare ad un cambiamento culturale che tenga conto delle diversità, delle peculiarità e dei diritti di ogni individuo. Il messaggio delle mie narrazioni è che anche con un handicap si può condurre una vita normale, piena di sfide e di soddisfazioni.
Articolo pubblicato anche su Superando, Ubiminor e DisabiliDoc
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In passato ho già spiegato la visione olistica, le origini e le funzioni. In questo articolo vorrei approfondire energia vitale, esaminando i chakra e le nadi. Secondo la visione indiana e più prettamente yogica, i chakra sono centri sottili di energia. “Troviamo i primi accenni sui chakra, nella Bhagavad Gita, la “Bibbia indù” (scritta attorno al 700 a.C. secondo Sri Yukteswar, il guru di Yogananda) che presenta i sette chakra in forma simbolica. Attorno al 1000 a.C. poi lo Yoga Kundalini Upa- nishad accenna già ai chakra[1]”.
Anche la funzione delle nadi è importante a livello energetico. Si tratta di una sorta di rete sottile di canali che convogliano le energie; in sanscrito nadi significa letteralmente vena, canale. 72.000 sono le nadi descritte nei testi sacri, quelle principali sono tre: Ida, Pingala e Sushumna.
Le diverse energie trasportate sono:
Prana l’energia vitale, ascendente e fresca;
Apana l’energia tiepida discendente;
Sapana l’energia mediana e calda
Vyana l’energia oleosa che permette i movimenti di tutte le membra.
La parola chakra in sanscrito significa ruota. Un chakra può essere descritto come un punto energetico, un vortice di energia che si trova nel nostro corpo. I chakra principali vibrano ad una frequenza specifica. Se vibrano troppo velocemente o troppo lentamente rispetto al loro stato di equilibrio ci saranno delle ripercussioni sul nostro stato fisico, mentale, emotivo e spirituale.
Quando sono sviluppati bene, i chakra rilasciano energia che diventa potere creativo, piacere sessuale, potenziamento delle proprie doti naturali.
1° chakra, muladhara o “chakra della radice”
Posizione: nella parte inferiore del bacino, tra coccige e pube
Colore: rosso
Significato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita, la capacità di governare gli istinti. È il chakra con cui vengono assorbite le energie della Terra e scaricate le tensioni eccedenti mediante l’atto sessuale.
2° chakra, svadhistana o “chakra splenico”
Posizione: metà inferiore del ventre
Colore: arancio
Significato: è il piacere, la gioia di vivere, la sessualità espressa al massimo delle sue potenzialità.
3° chakra: manipura o “chakra del plesso solare”
Posizione: metà superiore del ventre
Colore: giallo
Significato: è la capacità di agire energicamente, la volontà, l’autostima e l’autonomia personale. In senso spirituale è l’essenza attiva di cui siamo stati dotati.
4° chakra, anahata o “chakra del cuore”
Posizione: zona pettorale del corpo
Colore: verde
Significato: è la capacità di amare emotivamente, provare cioè un sentimento che non parte tanto dalla mente, quanto dal cuore. Nella tradizione yoga, amore e ascolto sono in stretta relazione; spiritualmente parlando, hanno la stessa valenza.
5° chakra, vishuddha o “chakra della gola”
Posizione: nella metà inferiore del collo e a livello delle clavicole
Colore: azzurro
Significato: è la creatività, la comunicazione, la spiccata percezione estetica. I bravi artisti, musicisti… sono persone nelle quali il vishuddha è ben sviluppato. In senso spirituale, infatti, rappresenta la connessione con l’altrove, l’essere in comunicazione con dimensioni che superano l’umano.
6° chakra, adjnia o “chakra del terzo occhio
Posizione: grande chakra che si trova al centro della fronte
Colore: indaco
Significato: è la mente tattica, razionale. In senso spirituale è il terzo occhio, come qualità della persona è la fiducia in se stessi.
7° chakra, sahasrara o “chakra della corona”
Posizione: sopra il cranio
Colore: viola
Significato: è la capacità spiccata di pensare strategicamente, cioè abbracciare la situazione con il pensiero; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale è l’autorealizzazione.
In prossimità di Muladhara, il primo chakra, giace avvolto in tre spire e mezzo un serpente che rappresenta la Kundalini, ovvero l’energia vitale.
È dormiente in attesa che la sua potenzialità venga risvegliata. In numerose tradizioni, il simbolo del serpente rappresenta la saggezza e la conoscenza.
La Kundalini è l’energia che, salendo verticalmente attraverso Susumna, passa in tutti i chakra arrivando fino alla sommità in Sahasrara. La Kundalini rappresenta anche la capacità creativa e generativa dell’essere umano. Secondo la Hatha Yoga Pradipika la Kundalini è il supporto energetico di tutte le pratiche dello yoga. L’oggetto di queste pratiche e del Tantra è quindi risvegliare l’energia Kundalini e farla salire in tutti i chakra.
Se i chakra sono iperattivi sono come una valvola che assorbe troppo velocemente energia e potenzia le funzioni del corpo sovraccaricandolo. Un blocco o un’iperattività comporta uno squilibrio negli organi e nelle ghiandole corrispondenti.
Oggi, grazie agli insegnamenti dei grandi Yogi, alle varie pratiche tantriche e la riattivazione delle energie vitali possiamo comprendere meglio il nostro essere. Secondo Jayadev Jaerschky autore del libro “Risvegliare i Chakra”, lavorando su di essi diventiamo più attenti alle energie del nostro organismo; capiremo così tutti i tratti della nostra personalità. Ciò detto, secondo -la visione yogica- definisce chi siamo, come viviamo e come ragioniamo.
Conoscere in profondità i chakra ci porta a comprendere il mondo. Significa essere condotti alla realizzazione del Sé, e quindi all’unione con il cosmo. Per arrivare a questa conoscenza è auspicabile trovare l’armonia tra le varie energie.
[1] Dal libro “Risvegliare i Chakra” di Jayadev Jaerschky
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L’8 marzo 2019 sono stata relatrice al convegno promosso dal Centro Studi Erickson “Sono adulto! Disabilità diritto alla scelta e progetto di vita” a Rimini.
Di seguito i materiali del mio intervento, incentrato sull’importanza della narrazione di sè e sulla valenza terapeutica della scrittura.
Treiler del cortometraggio Nata Viva:
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Guarda il mini-film:
Libri:
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Per comprare il romanzo autobiografico e di formazione Nata Viva clicca qui
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E-mail: zoe.rondini@gmail.com
Oppure mi potete scrivere in privato sulla pagina Facebook ZoeRondiniAutrice o sul profilo Istagram
Il gruppo Facebook “Amore, disabilità e tabù: parliamone” è aperto a tutti!
Il 26 luglio 2018, ho partecipato al programma “Codice – La vita è digitale“, condotto da Barbara Carfagna, andato in onda su Rai Uno alle 23.30.
Un grazie particolare a Lucia Pappalardo e al team Rai.
Dal minuto 54 in poi c’è il nostro servizio!
CODICE – LA VITA E' DIGITALE 27/07/2018
Ringrazio per il gentile prestito RaiPlay: "https://www.raiplay.it/video/2018/07/Codice-La-vita-e-digitale-Superuomini-o-postumani-9dddbdec-b750-449b-addd-3e3d08285bad.html" Da UFFICIO STAMPA RAIRai1: CODICE – LA VITA E' DIGITALESei puntate il giovedì in seconda serata dal 26 luglio, conduce Barbara Carfagna26/07/2018 – 23:30Internet è una rivoluzione che non ha uguali nella storia dell’umanità. Il digitale sta modificando l’uomo e la società in modo imprevisto. Sicurezza, salute, economia: proprio di questo si parlerà nella seconda edizione del programma di Rai1 "Codice", condotto da Barbara Carfagna in onda ogni giovedì dal 26 luglio alle 23.30. Insieme ad accademici, ricercatori, scienziati, startupper, visionari, storici, frati, hacker, nerd, e geek mostreranno quali sono i cambiamenti già in atto nella nostra vita, e quelli a cui stiamo per assistere. Nella nuova Era che abbiamo l’opportunità di vivere dobbiamo fare i conti con cambiamenti straordinari, che investono le nostre esistenze: sono già disponibili tecniche che permettono di “hackerare” il nostro DNA, e nuovi sistemi diagnostici permettono di individuare le malattie ancor prima che si manifestino. Ma non solo: molti scienziati e “futuristi” assicurano che entro pochi anni si raggiungerà il cosiddetto “punto di singolarità”, cioè il momento in cui l’intelligenza artificiale sarà pari, o paragonabile, a quella degli umani. Quale sarà il destino dell’uomo? #Codice si potrà rivedere su Raiplay.it, e sul canale Rai Youtube sarà inoltre possibile approfondire i contenuti online e le interviste fatte agli esperti internazionali direttamente in inglese.
Gepostet von World's Line am Freitag, 27. Juli 2018
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“Come c’è un’arte di raccontare, solidamente codificata attraverso mille prove ed errori, così c’è pure un’arte dell’ascoltare, altrettanto antica e nobile.” L’osservazione di Primo Levi, mi sembra molto pertinente con l’esperienza, anzi le esperienze, che vi sto per documentare.
Il 7 novembre 2017, Lucia Pappalardo, regista del mini film Nata viva ed io, siamo state relatrici al convegno: Adolescenza, tra affettività e sessualità, oltre ogni pregiudizio, promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, presso la Sala Consigliare del Comune di Ancona. Questa opportunità è stata resa possibile grazie alla volontà e la tenacia della Presidente della Commissione della Pari Opportunità della Regione Marche, Meri Marziali, che ha promosso l’iniziativa e ha voluto fortemente la nostra presenza nonostante i danni ed i problemi causati dal terremoto.
La mattinata, ha visto coinvolte esponenti dell’Unione Italiana dei Ciechi di Ancona e le dottoresse del consultorio.
Ad ascoltare con partecipazione erano i ragazzi di medie e licei di vari istituti del capoluogo marchigiano.
La dottoressa Giorgia Giacani, la collega Katia Caravello psicologhe e psicosessuologhe e la ginecologa Valeria Bezzeccheri, hanno spiegato ai ragazzi, con semplicità e senza falsi pudori, l’importanza dei metodi anticoncezionali e la prevenzione delle malattie veneree. Le relatrici hanno altresì invitato i ragazzi a fare domande senza avere timori e vergogna su argomenti quali l’amore, i sentimenti e la sessualità. È stato anche messo in luce l’aspetto ludico del rapporto sessuale, ricordandone la bellezza e l’importanza per tutti. Le relatrici hanno poi spiegato ai ragazzi cos’è un orgasmo, descrivendolo come un momento fondamentale dell’atto sessuale.
La Giacani ha aperto il suo intervento condividendo con i ragazzi una riflessione sulla paura nel rapporto con l’altro, ricordando che “il momento giusto è quando ti passa la vergogna”. La giovane psicosessuologa ha poi sottolineato che “la sessualità fa parte di noi, dalle nostre origini, e quindi ci appartiene; ma appartiene anche all’Altro, perché il sesso è relazione. Il sesso per gli adolescenti è anche scoperta. E la scoperta implica curiosità e paura.”
Forti e coinvolgenti le testimonianze delle relatrici non vedenti e ipovedenti che hanno raccontato il loro vissuto con un handicap visivo e la loro realizzazione grazie agli studi universitari, al lavoro, ai fidanzati e mariti. Hanno narrato le loro esperienze sentimentali, la fase adolescenziale, le limitazioni e le differenze con i coetanei. Katia Caravello ha condiviso con i ragazzi una parte del suo vissuto: “nel non vedere non si ha accesso ad una serie di informazioni sul contesto, sulle mode del momento, su un ragazzo che ti guarda in modo interessato… è importante che gli amici, i genitori, la scuola non neghino tali informazioni e in quest’ottica è fondamentale il lavoro che l’Unione Italiana dei Ciechi svolge per sensibilizzare famigliari, ragazzi e docenti.”
Nella seconda parte del convegno è stato proiettato il cortometraggio Nata viva, il proseguimento dell’omonimo romanzo autobiografico.
Lucia, regista del mini film, ha raccontato la nostra volontà di mettere in scena alcuni brani del libro quali la fisioterapia, ma anche narrare i problemi e le conquiste della Zoe adulta, ad esempio la vicenda della patente, l’autonomia, il rapporto con l’altro sesso e l’amore.
Al termine della proiezione, gli alunni mi hanno fatto complimenti e molte domande. Con la semplicità che caratterizza gli adolescenti, hanno voluto sapere se soffro per le barriere create dagli altri. La mia risposta è stata sincera: “oggi no, perché ho degli amici e conoscenti che mi apprezzano. Alla vostra età ho sofferto per l’emarginazione ed i pregiudizi dei compagni di classe, cosa che si sarebbe potuta evitare con semplici domande sul mio handicap e su come poter fare insieme a me cose divertenti e da adolescenti: uscire in gruppo, prendere l’autobus, andare in discoteca o a mangiare un gelato.”
Mi è stato poi chiesto se ho sofferto quando non mi volevano rinnovare la patente, ho risposto: “sì, ma ho lottato: ho guidato per più di dieci anni senza problemi e non potevo accettare un’ingiusta negazione”.
Un’altra domanda interessante ed inaspettata è stata: “perché non ti rechi nelle varie scuole per raccontare la tua storia?”, ho spiegato che sto girando istituti ed università di Roma, la mia città e la sua provincia, ma a ripensarci perché escludere un’esperienza simile ad Ancona?
Infine gli alunni si sono anche complimentati e una ragazza mi ha abbracciata con sincerità in quanto ai loro occhi ho superato l’adolescenza, età critica per loro e per la maggior parte degli individui. Con qualche ostacolo in più, ma sono comunque riuscita ad ottenere diversi risultati importanti.
Oggi nel mio girare scuole e ambienti istituzionali trovo molta attenzione per le persone con delle caratteristiche diverse dalla normalità ed anche per l’infanzia e gli adolescenti.
Spero che l’oggetto del convegno, e quindi la lotta ai vari pregiudizi, siano portati ancora avanti nelle scuole, nelle famiglie e nelle sedi istituzionali, con altre importanti iniziative anche in futuro. La volontà di continuare su questa scia è presente e tangibile. In quest’ottica è importante continuare a creare momenti di confronto e scambio, a vari livelli, tra istituzioni e persone che hanno una differenza o uno svantaggio. Si parla ancora troppo poco, e solo in sporadici contesti, delle numerose e differenti disabilità, ma anche di amore, sessualità e pregiudizi, quasi siano temi da non approfondire o capire, tutto ciò alimenta tabù ed incomprensioni.
Ripensando alle tante informazioni della conferenza, al silenzio dei ragazzi nell’ascoltare le relatrici e alla loro voglia di capire e sapere, mi torna in mente un’affermazione di Winston Churchill: “il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare.”
Del convegno si è parlato anche al telegiornale regionale delle Marche:
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INTRODUZIONE
presentazione, parlare degli studi e del percorso formativo e lavorativo. In particolare soffermarsi sul progetto “Disabilità e narrazione di sé”.
Zoe oggi, l’esperienza nelle scuole e nelle università grazie a “Nata viva” e l’esperienza del giornalismo a Piuculture, da prima il diario e Piccologenio. La scrittura dal mio punto di vista è terapia, è una compagnia, questo mi è sembrato importante comunicarlo alle scuole incontrate.
–l’esperienza nelle scuole: è stato e continua ad essere per me importante incontrare gli studenti dalla quinta elementare alle università, per raccontare una testimonianza e condividere traguardi, problemi, metodologie, narrazioni e passioni. Raccontare vari esempi di bambini, ragazzi e professori incontrati con il progetto “disabilità e narrazione di sé”.
ENTRIAMO NEL VIVO DI NATA VIVA
LA NASCITA -essendo la giornata delle paralisi infantili parlerei/leggerei della mia nascita: DA PAG.19 A 23
LA SCUOLA-la scuola: introduzione mia; letture spiegare che tutta la scuola è stata segnata da problemi degli adulti… da piccola il rapporto tra pari funzionava. Il sostegno di Valerio (LUIGI).
Oggi come si interviene davanti un problema? La situazione è veramente cambiata o ci sono solo più figure professionali? Il rapporto tra pari come viene facilitato o ostacolato? Lettura PAG 173-175
LA FISIOTERAPIA -Lettura “aggrappati ai pantaloni”, parlare della fisioterapia, i terapisti ed il loro ricordo (una terapia insopportabile voluta dagli adulti). Per fortuna non erano tutti uguali: Luigi mi ha aiutato tanto a scuola, mi ha insegnato ad usare il pc senza traumatizzarmi, anzi… allora un approccio terapeutico che tenga conto della psiche del bambino era già possibile negli anni ‘80 ‘90? Ed oggi come si interviene? A cosa si da valore??? Lettura PAG- 63 E 64
LA FAMIGLIA –come cambiano le dinamiche tra genitori e figli? E tra soggetto disabile e gli altri componenti della famiglia? Gli esempi (e le letture da scegliere) sono tanti: con i nonni, con Fiore, mamma, papà, Ricky ect quale il ruolo dell’analisi? Difficoltà di Zoe adolescente ed adulta nel creare relazioni al di fuori della famiglia… e al di fuori della logica dell’aiuto… ciò ha radici profonde, ma si può intervenire? Letture:
– (la nonna): Dov’è meglio dormire? (pag.41-42);
– (fiore) Auguri e figlie femmine (pag. 101-105);
– Nuotare in piscina, nuotare tra l’invidia (121).
DISABILITA’ E SESSUALITA’ –Il rapporto con l’altro sesso. Una grande conquista voluta e desiderata; il mio “io” ha preso il sopravvento, ho fatto quello che ho fatto da sola. L’amore e la sessualità per una persona disabile sono una conquista oltre che passioni, emozioni, condivisione! Si parla tanto di queste tematiche, ma persistono molti tabù, non tutte le famiglie sono pronte e aperte. Non tutti i normodotati accettano una partner disabile. E’ ancora molto la diffusa la concezione del disabile “eterno bambino”. Cosa fare? Come farsi accettare? Cosa pensate della figura dell’assistente sessuale? A mio avviso la strada è ancora lunga anche se qualcosa ho attenuto. Raccontare la mia esperienza e fare un collegamento al corto.
– L’AUTONOMIA – raccontare della patente, della burocrazia, dell’inadeguatezza delle strutture frequentate da persone più fragili come anziani e disabili (ore di fila, caldo, assenza di gentilezza e di empatia).
PROIEZIONE CORTOMETRAGGIO PER RIPRENDERE GLI ULTIMI DUE TEMI: SESSUALITA’ E AUTONOMIA: LA ZOE ADULTA.
CHIUDE L’INTRODUZIONE.
***
SPUNTI DI RIFLESSIONE
-ACCETTAZIONE, NON ACCETTAZIONE E SENSI DI COLPA, tre aspetti che colpiscono il disabile, la famiglia e la società, a vari livelli. Per mia esperienza posso dire che le soddisfazioni lavorative, l’amore e la sessualità, il libro e il corto aiutano, ma le “insidie” di sentirsi inadeguata, non accettata e con sensi di colpa, sono sempre in agguato.
Domanda: Come incide secondo voi la nascita di un bambino disabile sull’equilibrio familiare?
Quali potrebbero essere le conseguenze dell’accettazione e della non accettazione?
Ad esempio da un lato si assiste a persone che rinunciano a loro stesse per dedicarsi al membro disabile della famiglia, altre si chiudono e si allontanano, per paura di non essere all’altezza delle sue “pretese”.
Quali altre dinamiche vi vengono in mente?
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Vi presento il cortometraggio di Nata Viva
Autrice del saggio “RaccontAbili. Domande e risposte sulle disabilità” e del romanzo autobiografico “Nata Viva”, dal quale è stato tratto l’omonimo cortometraggio disponibile su YouTube. Esperta e consulente per quanto concerne le tematiche riguardanti la sessualità, l’amore e l’affettività per le persone con vari tipi di disabilità e di chi si relaziona quotidianamente con loro.
Ma procediamo con ordine: la mia vita ha avuto un punto di svolta quando, ho pubblicato il romanzo autobiografico e di formazione Nata Viva. da questo momento in poi, attraverso la narrazione del sé, sono riuscita a raccontare la resilienza nelle vite ordinarie di tante persone con disabilità (me compresa) e di chi, per vari motivi, si trova a relazionarsi noi.
Dopo aver sperimentato l’effetto decisivo e dirompente che la scrittura ha avuto per me, ho deciso di utilizzare tale strumento per aiutare altre persone a narrarsi per comprendere quanto di straordinario c’è nelle loro vite. Da ciò nasce il secondo libro, il saggio “RaccontAbili, domande e risposte sulle disabilità”. Come autrice e pedagogista ho fatto molti incontri con gli alunni dalle scuole e dell’università Lumsa.
Ho una disabilità motoria dovuta ad un’asfissia neonatale di cinque minuti. Per fortuna grazie a tanta riabilitazione conduco una vita “normale”. E’ con la consapevolezza dei mie limiti e capacità che ho fatto le scelte più importanti verso una vita piena e autonoma.
Il mio ultimo traguardo è la pubblicazione del volume “RaccontAbili, domande e risposte sulle disabilità” (Erickson Live, 2020). Si tratta di un saggio polifonico, che racchiude le “voci” di trenta persone tra disabili e chi, per vari motivi, conosce bene il mondo della disabilità. L’intento dell’opera letteraria è quello di offrire il punto di vista dei diretti interessati, uscendo dall’ottica di interpellarli solo nei casi migliori o peggiori delle loro/nostre vite. E’ una narrazione corale e polifonica. Gli argomenti delle interviste sono quelli che ci accomunano tutti, si parla infatti di famiglia e società, routine, lavoro, interessi, arte, amore e sessualità. Il volume è arricchito da testimonianze di caregiver, siblings, psicologi, psicosessuologi, registi, attori, scrittori, giornalisti, e docenti universitari.
La mia opera prima è il romanzo di formazione ed autobiografico Nata viva, (Società Editrice Dante Alighieri 2015). La narrazione si concentra sulle vicende positive e negative, vissute dalla nascita agli anni universitari, dal punto di vista di una bambina e ragazza con disabilità motoria.
Lungi dall’essere un trattato o un saggio sulla disabilità, “Nata viva“ vuole essere un racconto appassionato e antipedagogico di una ragazzina e poi di una ragazza che, tra luci e tenebre, ha saputo lottare per raggiungere e conquistare quella serenità che tutti bramiamo, non dando mai per scontato nulla e soprattutto non accontentandosi mai del buon quieto vivere che spesso la società assegna alle persone disabili.
Attraverso lo stile del romanzo definito dalla critica “rapsodico, discontinuo, spesso ironico e autoironico”, cerco di farmi testimone, dell’incontro sorprendente tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità, costruendo, capitolo dopo capitolo, la mia visione del mondo, dove la normalità sembra non appartenere a nessuno, per fortuna.
Da questo volume hanno preso vita numerosi progetti creativi come l’omonimo cortometraggio (Primo classificato nella categoria Corti della realtà” nell’ambito del Premio L’Anello debole 2016, al Festival di Capodarco), il progetto contro ogni forma di discriminazione e bullismo: “Disabilità e narrazione di sé; come raccontare le proprie piccole e grandi disabilità” e lo spettacolo teatrale: “La Cantastorie Zoe”.
A seguito del conseguimento della laurea triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione ho
acquisito competenze in ambito pedagogico e sociologico, che ho messo in pratica nel progetto: “Disabilità e narrazione di sé” portato in diversi istituti scolastici con studenti dai dieci anni in su. I contenuti degli incontri nelle scuole sono ispirati al romanzo “Nata viva”.
In ambito accademico, sono spesso relatrice nell’ambito di lezioni e convegni che trattano la disabilità e tematiche a essa correlate. In queste sedi approfondisco gli aspetti psicologici, sociologici e pedagogici legati all’handicap; affronto argomenti quali i rapporti tra la persona con disabilità e la famiglia, la scuola, gli ausili informatici, l’amore, l’affettività, la sessualità e la narrazione del sé come strumento di empowerment e di terapia, la vita indipendente, disabilità e mass media.
Da anni mi dedico anche alle tematiche riguardanti l’amore, la sessualità, l’educazione sentimentale e la figura dell’assistente sessuale; tutti gli articoli sono raccolti nella categoria: “Amore e sessualità: sfatiamo i tabù” di questo portale.
Ritengo importante distinguere l’amore dalla sessualità. Quest’ultima è parte integrante della personalità di ogni essere umano. Negli ultimi anni anche in Italia si parla sempre più spesso della sessualità delle persone con disabilità, nonostante già nel 1993 l’Assemblea Generale dell’ONU abbia approvato un documento nel quale viene riconosciuto il diritto a tutti i portatori di handicap di esperire la propria sessualità. Tale concetto è stato ribadito ancora più chiaramente nella Dichiarazione dei Diritti sessuali della WHO nel 2006 in cui si afferma che è diritto di tutti gli esseri umani, liberi da coercizione, discriminazione e violenza.
Per cercare di dare il mio contributo nel processo di apertura della disabilità alla sessualità ho ideato, nel 2012, il gruppo Facebook “Amore, disabilità e tabù: parliamone!“, di cui sono moderatrice e che, ad oggi, conta oltre 1.600 membri. Il gruppo si propone come un luogo di incontro virtuale, per fare conoscenza, scambiare informazioni sui temi che riguardano l’amore, la sessualità, talvolta accolta e altre volte negata, per le persone con disabilità motoria, sensoriale e cognitiva.
Il mio impegno nel cercare di abbattere i tabù e gli stereotipi legati alla sessualità è iniziato più di dieci anni fa con l’interesse ad approfondire la visione olistica della persona. L’approccio olistico (dal greco ὅλος hòlos: totale, globale), tiene presente la totalità di ogni individuo corpo, mente e spirito. In questa visione si inserisce anche la sessualità. Questo interesse mi ha portata ad organizzare due convegni: “Il tocco dell’Anima attraverso il Tantra” e “Gli handicap invisibili e l’approccio Olistico della Persona. Il diritto di scoprire la Sacralità della Sessualità”, nonché ad affrontare tali argomenti con interventi in vari master universitari. In queste sedi ed in vari articoli analizzo, tra l’altro, gli aspetti della sessualità tantrica come esperienza positiva e come valida alternativa (in alcuni casi e per disabilità non complesse) alla figura dell’assistente sessuale che in Italia stenta ad essere riconosciuta e regolamentata. Queste tematiche sono presenti anche nel saggio RaccontAbili, nonché, annualmente dal 2017, nelle lezioni per i Master dell’Università Lumsa e nell’ambito del corso di Pedagogia speciale presso la Pontificia Università Salesiana per la facoltà di Scienze dell’educazione. In quest’ultima esperienza, le studentesse mi hanno intervistato su tematiche quali: amore, affettività, vita famigliare ed autonomia.
Per quanto riguarda la scrittura giornalistica, collaboro con “Superando”, testata online promossa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e “Ubiminor”, il portale dell’adolescenza inquieta. In passato ho lavorato per “Piuculture” – Il giornale dell’intercultura – seguivo convegni e conferenze sui migranti e le tematiche a loro correlate, per poi redigere articoli; mi occupavo inoltre di curare i contenuti social su Facebook e Twitter. Ho anche avuto l’occasione di scrivere per la rivista Near, promossa dall’UNAR (Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri), la rivista cartacea “Vis Vitae”, promossa dall’Associazione Risveglio Onlus, “La vita dell’infanzia”, rivista cartacea dell’Opera Montessori e “Angeli Press”, agenzia di comunicazione impegnata nel sociale.
Ai tempi del liceo, mi sono avvicinata alla recitazione grazie alla lungimiranza dell’attore e regista Stefano Viali, con il quale ho seguito un corso per ben nove anni. I suoi laboratori, che non erano di teatro integrato, erano rivolti agli studenti del liceo e universitari. Anni dopo, l’attitudine alla recitazione mi ha portato, grazie alla collaborazione con Matteo Frasca e la regista e attrice Tiziana Scrocca, ad estrapolare dal mio romanzo la sceneggiatura dello spettacolo teatrale “La cantastorie Zoe“. Dal 2019 ad oggi, faccio parte del laboratorio teatrale indipendente – Compagnia Nuovo Teatro C.N.T, direzione artistica dell’attrice-regista Patrizia Schiavo.
Quotidianamente mi impegno ad aiutare le tante persone che mi contattano attraverso i social network, a far capire l’importanza di una vita indipendente e cerco di stimolarle e potenziare le loro capacità. Ogni persona ha diritto ad una vita più piena, autonoma ed il più soddisfacente possibile.
Ultimamente, con il profilo Istagram Zoe Rondini Scrittrice, mi diverto ad affrontare tanti temi che riguardano noi persone disabili in modo rapido ed accattivante: seguitemi!
Tutte le mie attività hanno in comune la voglia di essere utile agli altri e il desiderio di partecipare ad un cambiamento culturale che tenga conto delle diversità, delle peculiarità e dei diritti di ogni individuo. Il messaggio delle mie narrazioni, è che anche con un handicap si può condurre una vita normale, piena di sfide e di soddisfazioni. Vorrei continuare a diffondere questo pensiero con la scrittura, la recitazione, il giornalismo, i media, gli interventi nelle scuole, nei corsi universitari, nei convegni e seminari.
Mi ritengo una persona fortunata e determinata poiché, se ripercorro le tappe che mi hanno condotto all‘autonomia, posso riconoscere tanti traguardi fondamentali: a diciotto anni ho conseguito la patente di guida; a ventun’anni ho raggiunto l’autonomia, andando a vivere da sola, in una casa su misura per me e che mi rispecchia molto. Sono laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione e specializzata in Lettere presso l’università Sapienza. Dai ventidue anni in poi ho vissuto diverse storie d’amore.
Zoe Rondini è uno pseudonimo che, per motivi di privacy, ho usato per le mie opere edite ed il mini-film. Potete contattarmi scrivendo al seguente indirizzo: zoe.rondini@gmail.com, o tramite la pagina Facebook Zoe Rondini ed il profilo Istagram .
Se avete voglia di arrivare fino in fondo alla pagina troverete delle foto di vari momenti significativi.
Scrittrice, divulgatrice, formatrice-pedagogista, consulente per persone con disabilità e le loro famiglie, blogger, digital content creation e attrice teatrale.
La finalità perseguita dal progetto è quella di “educare alle differenze” e stimolare la narrazione di sé. Per quanto riguarda le scuole primarie e secondarie tale scopo viene declinato in un’ottica di prevenzione e contrasto al bullismo, al cyberbullismo e nell’educazione ad uso consapevole dei socialnetwork.
Il racconto del progetto è disponibile al link: La narrazione di sé per potenziare l’autoconsapevolezza
Laici.it
Ubiminor.org
Piuculture.it
Rivista Rete Near
Rivista cartacea “La famiglia – bimestrale di problemi familiari”
Angeli Press – testata giornalistica cartacea a cura di Paola Severini Melograni.
Competenze comunicative e di organizzazione di eventi: esperienza maturata in attività di pubblicazione, diffusione e presentazione in vari contesti delle mie opere letterarie, il romanzo di formazione “Nata viva” e il saggio “RaccontAbili. Domande e risposte sulle disabilità”.
Comunicazione online attraverso il portale www.piccologenio.it e i principali socialnetwork.
Gestione di una community Facebook di oltre mille utenti su tematiche relative a disabilità, amore e sessualità.
Creatività e spirito di iniziativa. Capacità relazionali e di fare rete, buon livello di public speaking.
Vocazione pedagogica e didattica messa in pratica con i progetti nelle scuole (di cui sopra) e nell’ambito dell’esperienza come attrice teatrale. Comprovata capacità di gestione e partecipazione al lavoro di squadra, buone capacità diplomatiche in situazioni di stress o tensione.
Entusiasmo e grande voglia di fare, tenacia e capacità di reinventarsi in progetti e iniziative condivise.
Sono in grado di svolgere in autonomia il lavoro in sede e da casa, flessibilità d’orario.
La consulenza rappresenta un’opportunità fondamentale per tutti coloro che, non possedendo conoscenze in determinati ambiti (amorosi, sessuali, famigliari, fisioterapici, scolastici ecc.) Le attività di consulenza danno a chiunque la possibilità di accedere gratuitamente a un servizio di informazione ed orientamento per prendere importanti decisioni o risolvere delicati problemi su quesiti a carattere psicologico, sociale, famigliare ed educativo.
Qualora fosse necessario è anche possibile un incontro online.
La consulenza consiste in un intervento con un numero limitato d’incontri e ha lo scopo di inquadrare la problematica descritta al professionista al fine di valutare una risposta in tempi relativamente brevi. Esso può rivolgersi ad una singola persona, ad una coppia o ad una famiglia.
Buona padronanza degli strumenti Windows Office, WordPress, Outlook, Internet, Gmail, Skype, Zoom e Streamyard. Social media marketing su Facebook, Instagram e Twitter.
Rassegna stampa dell’opera letteraria “RaccontAbili. Domande e risposte sulle disabilità”:
Link alla rassegna stampa dell’opera letteraria e mini-film Nata viva
Di seguito i file audio e le foto dell’intervista al programma radiofonico “Chi c’è in classe” andato in onda su “Radio Freccia Azzurra“; la web-radio gestita dai bambini di una quinta elementare della scuola Perlasca di Roma. E’ un progetto educativo promosso dall’Associazione Matura Infanzia e dal Circolo Gianni Rodari.
Link all’ intervista
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Lezione per il master di psicologia della Lumsa 15.07.2018
Nata Viva“ tra i corti finalisti di Capodarco, L’anello debole 2016
Potete trovare il volume sul sito della Socetà Editrice Dande Alghieri, Amazon, Ibs.
Il portale Piccologenio nasce dalla mia vocazione per la scrittura e la comunicazione.
Nei primi anni dopo il suo esordio in rete l’8 marzo 2006, è stato un piccolo blog, con poche categorie che trattavano alcune tematiche inerenti la disabilità, i film e i miei racconti. Con il tempo sono cresciuta, è maturato il mio spirito d’osservazione; la narrazione del sè mi ha sempre aiutata a capire meglio me stessa e la realtà che mi circonda. Ho sviluppato esperienza ed interesse per la pedagogia; tutte le tematiche inerenti al mondo delle disabilità, in particolar modo come questa percepisce e viene percepita in contesti quali: la famiglia, la scuola, il cinema, il teatro, la rete… Così da pochi scritti sono passata a creare un portale su disabilità e tematiche culturali che più mi appassionano e sento urgenti.
Pubblicare il romanzo “Nata viva” e realizzare l’omonimo cortometraggio con la regia di Lucia Pappalardo e l’Associazione Nazionale Filmaker e Videomaker Italiani mi ha portato a creare una apposita categoria: questa vuole essere un modo per imprimere, catalogare ed esporre i riconoscimenti ed i progetti tutt’ora in corso che hanno preso vita dal romanzo di formazione e dal mini-film.
Un progetto importante è: “Disabilità e narrazione di sé; come raccontare le proprie piccole e grandi disabilità”; è stato ripetuto dal 2012 ad oggi ed ha come intento la prevenzione al bullismo e rispetto delle differenze. Le classi dove si è svolto comprendono bambini e ragazzi dai 10 ai 18 anni.
Essere Zoe Rondini, autrice, pedagogista e blogger mi ha fatto trovare il mio posto nel mondo e nel mondo del lavoro. È grazie alla mia diversità ed al racconto di essa che ho molte soddisfazioni umanamente e professionalmente. Ho anche la possibilità di esprimere le mie idee tramite le lezioni universitari, convegni e simposi.
Nei primi anni da blogger ho avuto diverse collaborazioni creando varie sezioni che affidavo ad altri, queste sono: fondazione26; Teatro dell’oppresso; English Theatre of Rome; A.n.g.e.t; la psicologa risponde e hadicap e sessualità. Tale scelta è poi stata abbandonata: non si tratta di un giornale e non ho più paura di non essere in grado di arricchire questo spazio virtuale con contenuti nuovi e multimediali.
Un passaggio molto importante per la mia scrittura sul web e formazione è stata l’esperienza presso il giornale online Piuculture, questa mi ha dato l’opportunità di apprendere e mettere in pratica la scrittura giornalistica più sintetica, essenziale ed immediata. La testata mi ha anche dato l’opportunità di cimentarmi con la scrittura dei socialnework, queste nuove competenze mi hanno dato un riscontro positivo ai post che riguardano i contenuti di Piccologenio e Nata viva. Grazie a Facebook e Twitter, mi contattano molte persone con disabilità e le loro famiglie per complimentarsi e chiedermi consigli sulle terapie, i problemi scolastici, vita indipendente, amore e sessualità.
Le categorie che aggiorno di più sono: Nata viva; Articoli della redattrice e Amore e sessualità, sfatiamo i tabù; in quest’ultima cerco di affrontare tali tematiche sfatando miti e pregiudizi. L’intento è da una parte offrire risposte concrete a chi ha un handicap e desidera fare certe esperienze e dall’altra affrontare le tematiche dell’amore, della sessualità e dell’educazione sentimentale di tutti perché ritengo che tali tematiche ci rendano tutti uguali e tutti diversi: non è saggio negarli o reprimerli portando il disabile a farsi un’idea sbagliata o a esasperata.
Per il futuro spero di rendere il portale sempre più utile alle persone con varie disabilità, alle loro famiglie, a chi è vittima di bullismo e a chi, per diversi motivi si rapporta con questi temi: spero di contribuire ad una cultura dell’inclusione e del rispetto delle differenze. Penso che l’inclusione significhi accettare le differenze di ognuno e condividere delle esperienze importanti. Contesti come la scuola, in mondo del lavoro, lo sport, il teatro… possono essere fondamentali per costruire un tessuto sociale positivo ed è a questi che mi rivolgo e con i quali vorrei collaborare con la scrittura, i mie studi pedagogici e la recitazione.
Guarda il mini-film:
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