Gli apprezzamenti dei personaggi “famosi” a Nata viva

Fausto Bertinotti,  Massimo Gramellini, la Tamaro, Mattarella, Papa Francesco, Marco Masini e Cannavacciuolo hanno apprezzato “Nata viva”!

Ecco alcune testimonianze:

“La ringrazio per l’invio del libro e per l’interesse che ha voluto dimostrarmi. Molto cordialmente Fausto Bertinotti“.

 

“Gentile Dottoressa Castiglione Humani, ringrazio Lei e Zoe per il libro: una storia che poteva essere pesante ed invece scorre leggera. Un’autentica spremuta di cuore. Grazie! Massimo Gramellini“.

“Cara Zoe, che bella cosa che mi scrivi! Comprerò la tua autobiografia e la leggerò con piacere. Sei una ragazza coraggiosa e ti auguro tutto il successo che meriti. Un caro saluto, Susanna Tamaro“.

Ed infine c’è la lettera di Cannavacciuolo:

“Cara Marzia, voglio ringraziarti per avermi scritto e per avermi raccontato di te attraverso il cortometraggio che hai realizzato. La tua storia mi ha colpito perché è la storia di una donna forte che ha lottato e che lotta per i suoi diritti e per le sue passioni.

Sono proprio le persone come te quelle che secondo me hanno tanto da insegnare, perché troppo spesso anche nel mio lavoro incontro ragazzi che pretendono senza volersi sacrificare, che non lottano per seguire i loro sogni.

Leggerò molto volentieri il tuo romanzo e credo che tutti dovrebbero leggerlo per trarne un insegnamento importante.

Vorrei contraccambiare mandandoti il mio libro “Pure tu vuoi fare lo Chef?” dove ho voluto raccontare un po’ la mia storia e la mia filosofia da Chef.

Se mi farai avere il tuo indirizzo te lo farò spedire il prima possibile.

Tu puoi spedire il tuo all’attenzione della mia assistente:

(…)

Ti mando un grande abbraccio. Antonino Cannavacciolo”

E dopo qualche giorno è arrivato il libro dello chef con dedica:

“Cara Marzia, la tua forza è una scuola di vita per tutti i giovani che  lottano per i loro sogni. Con affetto Antonino”.

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Cinque minuti e poi…

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Fonte: Nordestnews.com Cinque minuti … Che cosa sono in fondo nella vita di un essere umano? Per un uomo d’affari spesso rappresentano il tempo di un caffè bevuto in piedi tra una riunione e l’altra, per uno studente annoiato costituiscono lo stillicidio di secondi che precedono il suono della campanella alla fine delle lezioni, per un ritardatario cronico passano sempre troppo in fretta e, prima che egli possa accorgersene, si ammonticchiano gli uni sugli altri a formare quarti d’ora …

Insomma, il “peso specifico” di cinque minuti non è univoco, né tantomeno universale: ognuno di noi, in base alla propria esperienza e alle circostanze in cui si trova, percepisce quest’intervallo di tempo in modo diverso e conseguentemente gli attribuisce una valenza e un’importanza del tutto personale; tuttavia, non possiamo negare che nella maggioranza dei casi i cinque minuti non li consideriamo neanche, salvo quando “ci girano” (i cinque minuti, appunto!).

La protagonista di questa storia, invece, i cinque minuti li considera eccome, del resto non potrebbe fare altrimenti neppure volendolo; eh già, perché in quel mercoledì di settembre di trentacinque anni fa, furono proprio cinque minuti a decidere chi sarebbe stata (e soprattutto CHE ci sarebbe stata!) Zoe Rondini.

La gravidanza era a termine e le doglie erano state indotte, Zoe sembrava pronta ad uscire, ma poi ecco i fatidici cinque minuti di limbo, che la piccola trascorse in apnea, completamente senza respirare; durante questi trecento lunghissimi secondi, la morte e la vita si sfidarono in un silenzioso duello e per fortuna la vita ebbe la meglio, sia pure con gravi conseguenze per il sistema nervoso centrale di Zoe, irreparabilmente lesionato a causa di quella mancanza d’ossigeno.

Una vita iniziata con cinque minuti di ritardo non è certo una vita qualunque, senza dubbio è molto più difficile della media e per affrontarla occorre possedere una dose extra di grinta e determinazione, oltre all’indispensabile supporto di familiari, amici, fisioterapisti, insegnanti, insomma di tutte quelle figure che per il loro ruolo dovrebbero sostenere un individuo così speciale nel suo percorso di crescita psicofisica, possibilmente evitando di farlo sentire diverso e di escluderlo dalla società. Nel caso di Zoe, grinta e determinazione non sono mai mancate, gli amici ci sono sempre stati, alcuni familiari sono stati (e sono tutt’ora) più presenti di altri – come testimonia il legame molto profondo con la sorella e con i nonni materni, finché erano in vita – mentre alcuni fisioterapisti, ma soprattutto alcuni insegnanti, hanno purtroppo contribuito a rendere ancora più impervio un cammino già abbastanza tortuoso.

Nonostante le mille difficoltà di ogni giorno, Zoe non si è mai arresa: ha imparato a camminare, a parlare, a leggere e a scrivere secondo i suoi tempi, che pur essendo un po’ più dilatati rispetto alla norma (poiché inevitabilmente condizionati da quei fatidici cinque minuti), non le hanno impedito di raggiungere molti traguardi, quali ad esempio il conseguimento di due lauree all’Università “La Sapienza” di Roma (una in Scienze dell’Educazione e della Formazione e l’altra, specialistica, in Editoria e Scrittura) o il coronamento del suo sogno di vita indipendente, realizzatosi all’età di ventuno anni quando ha deciso di staccarsi dalla famiglia e andare a vivere per conto proprio, sia pure con il supporto quotidiano di un assistente.

Mentre si impegna al massimo per ottenere le sue piccole grandi conquiste, Zoe cerca sempre di essere d’esempio e d’aiuto agli altri, in particolare a coloro che vivono situazioni simili alla sua e magari non riescono ad affrontarle con lo spirito giusto; ecco perché dal 2006 cura il portale Piccolo Genio, un sito web che parla di disabilità, ma anche di cultura, cinema, teatro e molti altri argomenti, tutti sviscerati dal punto di vista personale e particolare della redattrice, ovvero di una persona che era partita con cinque minuti di ritardo ma poi ha recuperato alla grande, fino a diventare la ragazza dinamica e intraprendente che è oggi, con i suoi mille interessi e progetti per il futuro.

Il portale riserva ampio spazio alla pubblicizzazione del primo romanzo di Zoe Rondini, “Nata viva”, pubblicato lo scorso anno in seconda edizione dalla Società Editrice Dante Alighieri; il libro è un romanzo autobiografico e di formazione nel quale l’autrice, che scrive usando uno pseudonimo per ogni personaggio della storia (compresa lei, che preferisce sempre comparire come Zoe Rondini piuttosto che con il suo nome di Battesimo), ripercorre passo dopo passo le tappe salienti della sua vita, dalla nascita al periodo universitario. Sebbene l’opera sia stata data alle stampe in tempi recenti (nel 2015, come riferito più sopra), la sua genesi risale addirittura al 1994: è in quell’anno infatti che Zoe, per preservare i ricordi che la legano al secondo marito della madre, scomparso improvvisamente, decide di cimentarsi nella scrittura di un diario, che l’accompagnerà per dodici anni; più tardi, rileggendo quanto scritto, si rende conto che molte persone (soprattutto molti ragazzi, disabili e non) potrebbero riconoscersi e ritrovarsi nelle sue parole, quindi, con l’aiuto del consulente letterario Matteo Frasca, decide di editare i suoi appunti in modo che diventino pubblicabili e fruibili da chiunque voglia seguire questa ragazza nel suo cammino alla ricerca della serenità. Ad impreziosire il libro, che già nella precedente edizione ha vinto diversi premi letterari, ci sono la prefazione della professoressa Serena Veggetti, docente di psicologia all’Università “La Sapienza” di Roma, e l’appendice costituita dal racconto “L’ultimo acquerello”, scritto a quattro mani con la sorella e ispirato ad uno dei personaggi del romanzo, il nonno Adriano Bompiani.

Spesso, dopo aver letto un’opera di narrativa le cui vicende ci hanno coinvolto e appassionato, ci chiediamo cosa succede in seguito: veramente la storia finisce in contemporanea con il racconto? Nel caso di “Nata viva”, che è un romanzo autobiografico, la risposta è, ovviamente, no! La vita di Zoe non si ferma alla fine degli studi universitari, dopo essere diventata Dottoressa Magistrale la attendono diverse esperienze: i viaggi, l’ingresso nel mondo del lavoro, il conseguimento della patente di guida, la scoperta dell’amore e della sessualità… Un assaggio di tutto questo è rappresentato dal cortometraggio che porta lo stesso titolo del libro ed è stato scritto da Zoe insieme alla regista Lucia Pappalardo; in questo mini-film la protagonista, che recita con un suo alter ego maschile (amico, amante, assistente… chissà?), racconta la sua vita da adulta: ora ha imparato a reagire alle difficoltà positivamente e con il sorriso, cercando di non complicarsi l’esistenza più del necessario; il tono ironico che si può cogliere leggendo “Nata viva” si ritrova anche nel cortometraggio, sebbene qui si trasformi in un leggero sarcasmo, atteggiamento forse più tipico di chi ormai ha superato la trentina.

Il successo riscosso finora dal cortometraggio, che potete vedere direttamente in questa pagina,

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va di pari passo con quello del libro, come testimonia l’importante riconoscimento che è stato attribuito all’opera lo scorso giugno a Capodarco di Fermo, nelle Marche; qui, nell’ambito della manifestazione “Capodarco L’altro Festival”, il cortometraggio “Nata viva” è risultato vincitore del premio “L’anello debole”, giunto quest’anno alla decima edizione. Come riferito da Andrea Pellizzari, direttore artistico del premio e presentatore della serata finale, la vittoria è stata decretata dalla giuria popolare, che ha stravolto il risultato modificando il voto della giuria tecnica; a mio parere, questa è la miglior conferma possibile del fatto che la gente comune, i ragazzi di ieri e di oggi, possono identificarsi facilmente in Zoe Rondini e nella sua battaglia quotidiana per conquistare un posto nel mondo.

Poiché siamo esseri imperfetti, ognuno di noi racchiude in sé fragilità e debolezze con le quali deve imparare a convivere per riuscire a trovare il proprio equilibrio psicofisico; se per il 15% della popolazione mondiale, incluse Zoe Rondini e la sottoscritta, i limiti da accettare sono quelli imposti dalla disabilità (come riportato dallo “World Report on Disability”, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2011 e scaricabile qui in lingua inglese), per il restante 85% si tratta di limiti che hanno altri nomi e forse sono meno riconoscibili, ma sono pur sempre limiti.

Per quanto possa sembrare strano nell’era della globalizzazione, al giorno d’oggi anche essere immigrati può purtroppo costituire un limite, un handicap che preclude un inserimento “alla pari” nel tessuto sociale. Questo è uno dei motivi per cui Zoe Rondini, che ha sperimentato sulla propria pelle cosa significa essere discriminati a causa di una condizione nella quale siamo costretti a vivere nostro malgrado, ha scelto di mettere la sua passione per la scrittura al servizio di questa particolare categoria di persone, che potremmo definire “nuovi cittadini”; tale opportunità le è stata offerta dalla testata giornalistica online “PiuCulture”, che dal 2010 dà voce agli stranieri che vivono, studiano e lavorano a Roma. Lavorando per questo giornale, Zoe mette senz’altro a frutto la sua laurea specialistica in Editoria e Scrittura, avendo contemporaneamente la possibilità di imparare cose nuove sul mondo del web e del giornalismo; ciò che più conta però, è che i suoi colleghi la trattano alla pari, affidandole incarichi e responsabilità nonché imponendole di rispettare scadenze: questo è sicuramente il modo migliore per ricordare a ogni persona, non soltanto a Zoe Rondini, che è NATA VIVA e come tale deve comportarsi!

Lisa Corbelli

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Ciak sul Fermano 15-16-17 luglio 2016

Riparte la stagione estiva promossa dall’Associazione “Il Grillo Parlante” di Altidona. Si inizia con Ciak sul fermano, festival del film corto, il 15-16-17 luglio 2016 alle 21:30.

Questa è la 4°edizione. Il direttore artistico dell’evento è Paolo Marzoni che ha svolto egregiamente insieme all’associazione la selezione dei cortometraggi che si andranno a proiettare. Nelle prime due serate verranno proiettatti i cortometraggi in gara e la serata conclusiva sarà interamente dedicata alla memoria di uno dei più grandi fotoreporter internazionali Mario Dondero a cui è intitolata questa edizione del festival.

I corti saranno premiati dopo un’attenta valutazione di una giuria tecnica ed una giuria popolare.

La giuria tecnica composta da: Simonetta Bonanni, Andrea del Zozzo, Danilo Cognigni, Guido Bandini, Laura Strappa, Marco Cruciani e Christina B. Assouad assegnerà i premi per il miglior cortometraggio, la miglior regia e la miglior fotografia.

Alla giuria popolare è affidata la scelta per l’assegnazione del premio per il miglior cortometraggio del pubblico.

Anno dopo anno, si consolida la collaborazione con le istituzioni pubbliche e l’evento ogni anno assume sempre maggior rilievo anche a livello nazionale.

La manifestazione ha lo scopo di portare alla luce realtà sociali importanti con la proiezione di cortometraggi di registi emergenti, quest’anno i film sono tutti della stessa  distribuzione  elenfant distribution  di Adam Selo L’iniziativa tende ad assumere il ruolo di trampolino di lancio per la vena artistica, spesso celata, della realtà locale e di vetrina per il territorio.

Nella serata conclusiva del 17 verrà proiettato fuori concorso il cortometraggio “Nata Viva” di Lucia Pappalardo, vincitore dell’ Anello Debole, del Capodarco Film Festival. La regista è riuscita a raccontare la storia, l’allegria e l’ironia di Zoe Rondini, ragazza che per i primi 5 minuti della sua vita non ha respirato. Attraverso il cortometraggio ha in modo eccellette distrutto tutti i luoghi comuni sui disabili. Saranno con noi la protagonista Zoe Rondini e la regista Lucia Pappalardo.

Nel corso della serata finale gli omaggi e le testimonianze per l’amico Mario Dondero saranno molte, per questo ci si avvale della fruttifera collaborazione dell’associazione culturale Altidona Belvedere e della fototeca provinciale, ente gestore dell’archivio di Mario Dondero, guidate dal Prof. Pacifico D’Ercoli. La serata sarà presentata dall’amico Andrea Braconi, alla presenza di tante istituzioni della provincia di fermo e della regione Marche e di tanti amici del fotoreporter, la compagna Laura Strappa e il regista Marco Cruciani autore del documentario Calma e Gesso, in viaggio con Mario Dondero. Naturalmente non poteva mancare la voce di Simonetta Peci, attrice, fotografa e scrittrice, che proprio da Altidona regalerà degli omaggi all’amico Mario. Il tutto contornato da interviste inedite del nostro direttore artistico Paolo Marzoni a Mario Dondero. Vantiamo la Collaborazione di Paolo Marzoni in quanto socio della Maxman Coop che si pone l’obiettivo di incrementare il lavoro sul territorio emiliano-romagnolo e marchigiano, costruendo una rete di collaboratori volta a realizzare prodotti di alta qualità e promuovere figure emergenti competenti (registi, scenografi, direttori della fotografia ecc…).

nella serata conclusiva ci sarà la 2°edizione enogastonomica “Altidona in Vetrina” per promuovere il turismo e le enogastronomie locali, che coinvolgerà ristorante Casa Mia, ristorante Da Fernando, ristorante Il Casale, Villa Poggia Verde, ristorante-pizzeria Bar del Corso, ristorante-pizzeria le Papillon, pizzeria Il Veliero, pizzeria L’Oca Nera, panificio Vecchio Forno, pasticceria Malavolta, pasticceria Millevoglie, Perfero Caffè, cantina Le Senate, ingrosso e distribuzione Aso, fiori e piante La Valentina, B&B Vicolo Fiorito.

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Fotogallery ed Intervista del Capodarco L’Altro Festival edizione 2016

Ecco la premiazione (dal decimo minuto), emozione alle stelle!

La serata di premiazione con Pif

Una sintesi della serata di ieri al Capodarco L'Altro Festival: la presentazione di un documentario sui 50 anni della Comunità di Capodarco; una lunga intervista al autore, regista e conduttore de “Le Iene” Pierfrancesco Dilibero in arte PIF e la premiazione dei migliori corti e web-doc sul sociale. Presenta il direttore artistico della manifestazione, Andrea Pellizzari

Gepostet von L'Anello Debole am Sonntag, 26. Juni 2016

 

E poco prima…

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La fotogallery del Capodarco L’Altro Festival

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Premio L’anello debole, la forza di Zoe strega la platea

Articolo originale da: capodarcolaltrofestival.it

La forza di Zoe, che non ha respirato nei primi 5 minuti della sua vita; l’amicizia struggente di due aspiranti astronauti che “non possono vivere senza il cosmo“; una strana piscina sulla spiaggia di Gaza; la centralinista della polizia che tutti vorremmo nei casi di violenza sulle donne; un poetico spot sull’autismo.

Sono le storie dietro i 5 video cortometraggi vincitori del premio L’Anello debole 2016, assegnato questa sera, 25 giugno, dalla Comunità di Capodarco di Fermo nella penultima serata del Capodarco L’Altro Festival. Ad essi si sono aggiunti due nuovi premi speciali (di cui uno ex-aequo) e un premio della giuria di qualità.

La serata – seguita da circa 400 persone – è stata presentata dal direttore artistico del premio Andrea Pellizzari, che sul palco ha avuto accanto l’ospite forse più atteso di questo Festival: il popolarissimo autore, regista e conduttore de “Le Iene“ Pierfrancesco Dilibero in arte Pif.

Erano state 252 quest’anno le opere in concorso, di cui 227 video e 25 audio cortometraggi (per questa sezione non erano stati designati finalisti): un’edizione quasi record per la quantità, ma sicuramente straordinaria per la qualità delle opere – molte già pluripremiate, – per il livello di molti autori e per il numero di lavori arrivati dall’estero (da 12 paesi).

Le opere finaliste erano state scelte dalla giuria di qualità del premio e poi votate (in qualche caso cambiando la classifica di arrivo) dagli oltre 150 componenti della giuria popolare durante la proiezione-maratona della “Notte dei corti“ di venerdì 24 giugno.

Il primo classificato per la sezione Corti della realtà è stato “Nata viva“ (17’), di Lucia Pappalardo, ispirato all’omonimo libro di Zoe Rondini, disabile a causa di un’asfissia alla nascita. La vitalità della protagonista ha stregato anche la platea di Capodarco. Il premio è stato consegnato dal presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale Marche Francesco Giacinti.

Il premio per la sezione Corti di Fiction è andato a un grandissimo autore russo di film d’animazione, Konstantin Bronzit e al suo “We can’t live without cosmos“ (15’), un vero capolavoro di tecnica e sensibilità.

Ma in questa sezione c’è stato anche un premio speciale della giuria assegnato a“Quasi eroi“ (20’), l’amore tenero e stralunato tra due giovanissimi di periferia filmato dal grande regista Giovanni Piperno. Il premio è stato consegnato dal presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista.

Nella sezione Cortissimi della realtà ha vinto “La piscina di Gaza“ (5’20“), il progetto visionario e concreto di un istruttore di nuoto, realizzato da Luca Galassi.

Nella sezione Cortissimi di fiction premio a un altro autore straniero, l’argentinoWenceslao Shizoryk con “112“ (5’30“), un eccellente piccolo thriller su una strana telefonata a un servizio di pronto intervento spagnolo, ispirato a una storia vera.

Infine il premio per la sezione Ultracorti è andato a Andrea Tubili (già vincitore lo scorso anno a Capodarco del premio speciale Ecopneus“), con lo spot di 30“ della Rai per la giornata sull’autismo 2016. Il riconoscimento è stato consegnato dal vice prefetto di Fermo Francesco Martino.

Il premio speciale “Corto Giovani“ è andato a Alessandro Capitani per “Bellissima“(12’), un corto di fiction sull’amore per una ragazza esclusa già vincitore con la stessa opera del David di Donatello 2016 per il miglior cortometraggio. Il riconoscimento assegnatogli dalla giuria di qualità del premio L’Anello debole era stato bandito in parallelo con “Coop for Words“, il premio letterario bandito dalle Coop operanti in varie regioni d’Italia. Presente a Capodarco per la consegna il vicepresidente di Coop Alleanza 3.0 Elio Gasperoni.

Per il nuovo premio speciale dell’Anello debole al migliore “Web-Doc“ si è registrato l’unico ex-aequo di questa edizione. Per questa particolare forma di comunicazione concepita per internet e che unisce foto, video, audio e testi hanno vinto “Uncut“, la guerra delle donne contro le mutilazioni genitali femminili, di Emanuela Zuccalà e Simona Ghizzoni; e “Sotterranea“, di Carlo Tartivita, Chiara Campara, Matteo Ninni, uno straniante viaggio interattivo nel ventre di Milano. Una speciale menzione della giuria a “Nella sabbia del Brandeburgo“, una produzione italo tedesca di Katalin Ambrus, Nina Mair, Matthias Neumann. Il premio è stato consegnato dal presidente della Fondazione Carifermo Alberto Palma.

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Premio Anello debole, vince forza di Zoe

Articolo originale da: Ansa Marche

La forza di Zoe, che non ha respirato nei primi 5 minuti della sua vita; l’amicizia struggente di due aspiranti astronauti; una strana piscina sulla spiaggia di Gaza; la centralinista della polizia che tutti vorremmo nei casi di violenza sulle donne; un poetico spot sull’autismo. Sono le storie dietro i 5 video cortometraggi vincitori del premio L’Anello debole 2016, assegnato ieri sera dalla Comunità di Capodarco nella penultima serata del Capodarco L’Altro Festival. La serata è stata presentata dal direttore artistico del premio Andrea Pellizzari, che sul palco ha avuto accanto Pierfrancesco Diliberto in arte Pif. Erano 252 quest’anno le opere in concorso, di cui 227 video e 25 audio cortometraggi arrivati da 12 Paesi.

Il primo classificato per la sezione Corti della realtà è stato “Nata viva” di Lucia Pappalardo, ispirato all’omonimo libro di Zoe Rondini, disabile a causa di un’asfissia alla nascita.

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“Nata Viva“ tra i corti finalisti di Capodarco, L’anello debole 2016

Nata Viva - Capodarco L'Altro Festival

Un altro importante traguardo per l’Associazione Nazionale Filmaker e Videomaker italiani. Il corto “Nata viva“ è stato selezionato tra i 5 corti finalisti al premio “L’Anello debole 2016“ all’interno del “Capodarco L’Altro Festival“.

Nata Viva - Capodarco L'Altro Festival Nata Viva - Capodarco L'Altro Festival

Una giuria di qualità ha selezionato l’opera – che porta la firma della nostra Lucia Pappalardo, con il supporto dell’Associazione Nazionale Videomaker e Filmaker italiani – tra le tante che hanno preso parte al concorso. “Nata viva“, che narra la storia di una donna, Zoe Rondini, che non ha respirato per i primi 5 minuti della sua vita, fa parte della sezione i “Video della realtà“.

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Appuntamento adesso il prossimo 24 giugno quando, in occasione della “Notte dei corti“, verranno proiettate al pubblico tutte le opere selezionate. Quindi il voto della giuria popolare, sommato a quello della giuria di qualità, decreterà i vincitori di ogni sezione. La premiazione avverrà il 25 giugno. In bocca al lupo!

Nata Viva - Capodarco L'Altro Festival Nata Viva - Capodarco L'Altro Festival

 

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Zoe Rondini: intervista all’autrice di “Nata viva“

“Nata viva“ raddoppia il successo attraverso una seconda edizione edita dalla Società Editrice Dante Alighieri. Disabili DOC intervista l’autrice Zoe Rondini.

Difronte a certe persone e a certe storie le proprie parole per quanto possano descrivere vita e situazioni perdono il valore e la carica innanzi al racconto di chi ha vissuto la sua storia. Questo è uno di quei casi in cui preferisco passare immediatamente la parola all’intervistata che si racconta in maniera talmente egregia da non darmi alcuna ragione per dilungarmi in un’apertura più lunga.

Leggete l’intervista, leggetela con attenzione e poi, se potete, leggete anche il libro. Subirete il fascino di una storia che è sicuramente Nata viva.

A voi tutti le parole di Zoe Rondini.

… poi alzi la testa, inizi a pensare a come potrai prenderti beffa dei tuoi limiti perché tu vuoi vivere e non ti accontenti di sopravvivere!

D: Buongiorno Zoe, partiamo dalla domanda “mappamondo“. Chi è Zoe Rondini?

R: Buongiorno, Zoe Rondini è l’autrice del romanzo di formazione “Nata viva“ edito dalla Società Editrice Dante Alighieri. È anche una ragazza di 34 anni con la passione per la scrittura, il cinema, il teatro e le mostre. Zoe è laureata in “Scienze dell’educazione e della formazione“ e specializzata in “Editoria e scrittura“. Entrambe le lauree le ha conseguite alla Sapienza di Roma.

Un sorriso che vale più di mille parole …

D: Mi conceda una battuta: apparteniamo allo stesso club. Infatti da quello che ci racconta la sua disabilità è sopraggiunta a causa di un parto difficile e di una temporanea asfissia. Personalmente non riesco a immaginarmi diverso da come sono, quindi Disabile; Zoe ha mai pensato come sarebbe stata la sua vita in assenza di quei 5 minuti di condizione asfittica?

R: Da piccola ci pensavo ogni giorno nel confronto con gli altri. Oggi ci penso solo quando la società e la famiglia mi fanno sentire Disabile. Se fossi nata “normale“ forse mi sarei potuta permettere di essere meno tenace, forse sarei stata più “uguale“ agli altri, ma non avrei instaurato dei legami speciali con i miei nonni materni e mia sorella. Penso anche che gli “equilibri“ con i miei genitori e parenti sarebbero stati più sani e positivi.

D: Zoe Rondini è oggi famosa per essere l’autrice di “Nata viva“, libro che è giunto alla seconda edizione. Cosa l’ha spinta a scrivere un romanzo autobiografico?

R: Ho iniziato a scrivere a 13 anni per preservare i ricordi che mi legavano al secondo marito di mia madre, che nel 1994 è venuto a mancare improvvisamente. Crescendo ho sentito il desiderio di scrivere tante esperienze importanti (positive e negative) da me vissute. C’era tanto da raccontare e da condividere con gli altri. Concludere Nata Viva, vederlo pubblicato, seguire la vita di questo libro… è per me il coronamento di un sogno. Non so se Zoe Rondini sia famosa, o se mai lo diventerà, ma di certo sto facendo di tutto per… “avere il mio quart’ora di celebrità“!

D: Da quello che ci ha raccontato “Nata viva“ è il percorso della sua vita dalla fanciullezza al momento in cui è diventata autrice del romanzo stesso. Qual è stato il cammino di Zoe Rondini attraverso le differenti stagioni della vita? Mi riferisco all’età degli studi, al dopo studi, ai momenti in cui ci si affaccia al mondo del lavoro e anche a quelli in cui si iniziano a vivere degli affetti.

R: In Nata viva viene descritta tutta l’esperienza scolastica, da me vissuta in modo negativo. I compagni, i docenti, le maestre, le professoresse invece di aiutarmi mi hanno creato ancora più problemi… All’Università mi sono trovata benissimo e ho studiato sperando che il mio curriculum vitae fosse più “appetibile“ con una laurea quinquennale. Invece la realtà italiana per un Disabile che aspira ad un lavoro è quella che si basa su: quanto hai esperienza con i tirocini e che reddito hai… Per adesso il mio “lavoro“ è scrivere ed occuparmi del romanzo di formazione Nata viva. Certo un lavoro dignitoso e rispettabile manca a me e a troppi giovani nel nostro paese…
Mi chiedi anche degli affetti, beh diciamo che la mia volontà e tenacia mi hanno portato a conoscere prima il sesso e poi l’amore. L’ultima storia d’amore mi ha deluso… è da allora che mi sono molto limitata nel conoscere nuovi possibili partner, accontentandomi di un’amicizia speciale con un uomo normodotato, più grande di me, simpatico e particolarmente sensibile!

D: Il periodo scolastico non è stato un momento vissuto bene, mi pare di capire. Quali sono state le maggiori criticità? I maggiori ostacoli incontrati nel rapporto con professori, compagni e lo stesso Istituto della scuola?

R: Esatto, il periodo scolastico è stata un’esperienza da dimenticare. I problemi maggiori sono stati arrecati da chi rendeva complicata qualsiasi mia azione o esigenza. Ad esempio nel periodo delle medie nessun membro del personale scolastico mi voleva accompagnare in bagno, in quanto se fossi caduta sarebbe stata sua la responsabilità.
Meno male che questa “esigenza“ si presentava solo una volta a settimana quando avevamo sei ore, anzi che cinque. Allo scadere dell’ora “X“ veniva mia madre apposta per una semplice “pipì“. Anche partecipare alle gite come tutti i miei compagni era un’utopia ed anche lì c’era il problema della responsabilità. Potevo partecipare solo se accompagnata da mia madre o da qualche ragazza che mi aiutava il pomeriggio… I problemi più grandi sono stati legati alla responsabilità e forse mancava anche un pizzico di buona volontà. Consentimi di non anticipare altro, in quanto in Nata viva c’è tanto sulla scuola.

L’incessante e caparbia volontà di raggiungere la metà, di vivere “il sogno“.

D: Zoe Rondini ha vissuto un percorso di studi decisamente completo che l’ha portata a essere una universitaria. Qual è stato l’approccio con il mondo del lavoro e qual è l’attuale occupazione dell’autrice “Nata viva“?

R: A questa domanda mi sembra di avere già risposto poche battute più su… Posso comunque aggiungere di aver approcciato al mondo del lavoro in due momenti diversi, da giovanissima ragazza diplomata in cerca della sua strada e da dottoressa. Il primo lavoro retribuito è stata una collaborazione con la rivista Montessori per la quale ho scritto alcuni articoli grazie ai quali ho guadagnato qualcosa. Da laureata mi sono affacciata al mondo del lavoro attraverso un programma di tirocini e di avviamento al mondo del lavoro per persone disabili promosso dal Comune di Roma. L’esperienza professionale non è stata davvero gratificante! Ho raccontato questa mia esperienza sul mio portale Piccologenio, di seguito il link all’articolo: La mia esperienza di tirocinio-lavoro.

D: Zoe Rondini è quindi una autrice a tempo pieno, oltre a “Nata viva“ è anche curatrice del portale piccologenio.it. Se “Nata viva“ è un romanzo autobiografico qual è la missione di piccologenio.it?

R: Il portale piccologenio.it è uno spazio web che parla di disabilità e non solo, unisce le tematiche sociali e articoli a carattere culturale (si parla di film, libri, teatro ect). La missione di Piccologenio è in primis quella di raccontare il mondo della disabilità da un’ottica personale e personalizzata, ma che mira alla condivisione di questioni, problemi e situazioni quotidiane. Si parla infatti di amore, lavoro, viaggi, amicizia e tanto altro, dal punto di vista particolare della disabilità.
Il sito ha inoltre il compito di divulgare e conservare tutto ciò che riguarda il mio romanzo di formazione. È attivo dal 2006. Negli anni si è ampliato, all’inizio curavo principalmente le categorie “articoli della redattrice, film e libri, teatro…, e curiosità“. Adesso, non a caso curo maggiormente la categoria “Nata Viva“ e continuo a scrivere articoli che pubblico nella categoria “Articoli della Redattrice“.

D: Il titolo che lei ha dato al libro mi piace molto, “Nata viva“. Mi fa pensare a una persona con una grande voglia di vivere e non di sopravvivere; prova ne è il suo impegno che l’ha portata al meritato successo. La vita di una persona Disabile si completa anche, e soprattutto, attraverso la presenza di un affetto, di un amore. Qual è la vita sentimentale, amorosa, di Zoe Rondini?

R: Allora, la vita sentimentale di Zoe inizia con tanta determinazione. Superati da poco i 20 anni, mi sono inscritta ad una chat per incontri e lì ho conosciuto prima il sesso e poi ho vissuto delle storie d’amore. Se tornassi indietro rifarei quasi tutto… quello che ho fatto! In chat ho conosciuto anche il mio migliore amico, ma ahimè non saremo mai una vera coppia. Il mio desiderio di amare ed essere amata è svanito con l’ultima storia seria che ho avuto. Anche lui aveva una disabilità motoria meno accentuata della mia, mi ha attirato il suo desiderio di avere una storia seria, in fondo anch’io lo desideravo. Con il passare del tempo mi sono accorta che lui e le sue esigenze erano al primo posto e non capiva le mie… dopo tanti problemi affrontati solo dalla sottoscritta… ho detto o le cose cambiano o io dico basta e mi tiro indietro. È finita dopo i miei inutili tentativi di affrontare i problemi che avevamo.

D: In questi giorni si parla tanto di un sondaggio fatto da un noto quotidiano italiano che ha posto l’interrogativo: “Accettereste mai un partner Disabile?“. Noi – Io e Lei – abbiamo vissuto le nostre storie, l’ottimismo emerso da questo sondaggio lo ritiene reale o più che altro una risposta di cortesia per apparire mentalmente aperti?
Per lei, Zoe, quanti realmente sono sinceramente disposti a condividere una vita accanto a una persona Disabile?

R: A mio avviso dipende da vari fattori. Intanto ritengo che le donne abbiano più facilità ad “accettare“ un uomo disabile anziché viceversa, la mia disabilità è stata vista con timore da tanti uomini normodotati. Altro elemento che può fare la differenza consiste nel momento in cui l’handicap è sopraggiunto, a mio avviso se questo è dato da una malattia o un incidente, gli amici e gli affetti veri rimangono. Se nasci disabile è più complesso. Per la risposta al sondaggio penso ci possa essere una percentuale di verità ed un’altra che ha fornito una risposta di cortesia.

D: Da libro a corto. “Nata viva“ diventa un video. Qual è l’emozione di vedere recitato un messaggio che lei ha iniziato a trasmettere attraverso un romanzo autobiografico?

R: l’esperienza del corto è stata importante, è stato bello scriverlo insieme alla regista Lucia Pappalardo, mi sono divertita e impegnata nella recitazione. Fare teatro per tanti anni sicuramente mi è stato d’aiuto. Sono felice anche del messaggio del video: «Zoe fatica a fare tutto ma alla fine è arrivata a tante conquiste!».
Si può considerare il cortometraggio come un proseguimento di Nata viva, come se fosse la risposta alla domanda “e poi che succede?“. Zoe diventa adulta, impara a reagire più di prima, si è stufata di tante complicazioni ed ha imparato a ridere di più su altri temi. Il corto racconta proprio questo cercando di mantenere il tono ironico di Nata viva, che, con il sopraggiungere dell’età adulta, si trasforma in un leggero sarcasmo.

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D: Dove sarà disponibile il corto di “Nata viva“?

R: Sicuramente tra non molto sarà caricato su piccologenio.it e si trova anche su YouTube.

D: Quali sono gli attuali progetti per il futuro di Zoe Rondini?

R: in primis promuovere Nata viva a questo proposito mi permetto di dire che il volume è impreziosito dalla prefazione della Professoressa Serena Veggetti (docente di psicologia alla Sapienza di Roma), ed un racconto ispirato ad uno dei personaggi del romanzo, Adriano Bompiani, che sarebbe mio nonno. Il racconto “L’ultimo acquerello“, pubblicato in appendice a Nata viva, è stato scritto a quattro mani da me (Zoe) e mia sorella Fiore, con la consulenza letteraria di Matteo Frasca.
Infine oltre a fare nuove presentazioni del romanzo Nata viva, vorrei diffondere su internet l’omonimo cortometraggio.

D: Lei è una Protagonista. Disabili DOC ama follemente il Protagonismo dei Disabili perché riteniamo che sia propedeutico a chi è meno audace e che serva a far capire molto del D-Mondo a chi Disabile non è. Quali sono i progetti futuri della “Protagonista Zoe“?

R: Nell’ambito della promozione della prima edizione di Nata viva ho avviato un progetto mirato a narrare la disabilità nelle classi scolastiche, attraverso il mio racconto orale e la lettura di alcuni capitoli del libro. I ragazzi hanno dimostrato molto interesse ed erano entusiasti, ho risposto a tutte le loro domande, anche a quelle più piccanti…! È un’esperienza che spero di ripetere anche avvalendomi del cortometraggio e dei due contenuti nuovi del libro. Penso di aver appreso più io dalla loro spontaneità, che loro dalla sottoscritta.

D: Se lei è una Protagonista molti Disabili non amano apparire anche se hanno conquistato molte mete nella loro vita. Ho l’impressione che molti Disabili “arrivati“ vogliano evitare di definirsi tali proprio per non attirare su di loro quegli sguardi che si potrebbero rimodificare dopo tante fatiche spese per essere visti come tutti ci dovrebbero vedere.
Lei, come autrice di “Nata viva“, quale messaggio potrebbe mandare per “stanare“ quei Disabili che potrebbero essere di esempio a molti?

R: beh io non sono molto d’accordo con la sua affermazione: Simona Atzoli, Maximiliano Ulivieri, Andrea Bocelli… fanno di tutto per non far spegnere i riflettori su di loro, senza celare la loro disabilità. Perfino il presidente Roosevelt era disabile…! Per tornare alla realtà italiana, purtroppo bisogna fare un discorso mediatico: non tutti riescono a fare notizia e quindi rimangono nell’ombra pur volendo essere notati. Il mio messaggio è quello di avere grinta e tentare di essere d’esempio ad altri… ma ho anche un messaggio per i media: scommettete su talenti “diversi“ e fuori dai canoni, penso che gli ascolti ne gioverebbero!
Nel mio piccolo sto portando avanti un progetto, che potrebbe dirsi essere nella sua fase conclusiva, volto ad accendere i riflettori sul D-Mondo, come lo chiama lei. Si tratta di una raccolta di interviste a persone disabili e non, ma che abbiano comunque a che fare con il mondo della disabilità, sui grandi temi della vita quali famiglia, amicizia, amore, lavoro, autonomia…

D: Bene, siamo giunti al termine. Ora le chiedo semplicemente una chiosa tutta sua, comunichi ai lettori di Disabili DOC qualunque pensiero o messaggio che le stia a cuore.

R: In Nata viva, sia libro che video, il messaggio che passa è quello che: nonostante tutto, si può avere un’esistenza ricca di conquiste e determinazione se… ci si sente vivi!

Se posso permettermi vorrei indicare il link dove è possibile comprare il libro: “Nata viva“

Per contattarmi potete scrivere a info@piccologenio.it  o raggiungermi sulla mia pagina Facebook.

Infine potete leggere i miei tanti scritti sul portale piccologenio.it e, perché no, propormene di vostri!

Grazie mille per questa intervista!

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Nata viva di Arturo Belluardo 10 dicembre 2015

Fonte:  Il magazine della Scuola di Scrittura Omero di Roma.

Sabato 28 novembre alle Officine XN di Roma è stato presentato “Nata viva“. “Nata viva“ è il libro autobiografico di Zoe Rondini pubblicato dalla Società Editrice Dante Alighieri. “Nata viva“ è il cortometraggio girato da Lucia Pappalardo su Zoe Rondini. “Nata viva“ è un’ondata di allegria collettiva che travolge tutti i partecipanti alla serata, unendoli in una sequenza in crescendo di risate e applausi: da Paolo Restuccia, che la presenta, a Enrico Farro, Presidente dell’Associazione Filmaker e Videomaker Italiani che ha prodotto il film, dall’attore Stefano Viali che legge stralci del libro, all’editore del romanzo, Mauro Spinelli.

Eppure, a raccontarla in un pitch, nella storia di Zoe non ci sarebbe niente da ridere, è roba tosta. “Cammino un po’ male, parlo un po’ male, controllo un po’ male i movimenti delle mani, delle dita, dei bulbi oculari“ ecco chi è Zoe “non ho un movimento, un arto o un muscolo che fa capo al mio sistema nervoso centrale che non è stato lesionato a causa di quei cinque minuti“.

Quei cinque minuti, quei fatali cinque minuti con cui inizia il suo romanzo: “L’uomo nasce e piange… Ma io nasco e non piango. Non respiro nemmeno. Provano disperatamente a rianimarmi, ma rimango cinque minuti senza respiro … in quei cinque minuti non mi è arrivato ossigeno al cervello: è questo che mi provoca la morte di alcune cellule del sistema nervoso centrale“.

Eccola Zoe, Zoe che non si capisce quando parla, Zoe che cammina come se ballasse, Zoe che ti guarda e ti mette a nudo, Zoe che scoppia a ridere quando la sorella si commuove davanti alla macchina da presa, raccontando la sua storia. Zoe che riflette sul suo essere diversa: “Quando ero piccola tutti mi dicevano che ero uguale agli altri bambini, poi crescendo mi è venuto qualche dubbio“. Zoe e le sue parole sull’amore, sull’uomo che si mette a ridere se lei gli morde la lingua mentre lo bacia, sull’uomo che ha fretta di sfilarle le scarpe perché non può aspettare per fare l’amore. Eccola Zoe, che ti travolge con il suo desiderio di esserci e di affermare: “Questa è la mia vita, questa è la vita“.

E il corto di Lucia Pappalardo viaggia attraverso la vita di Zoe, raddoppiandola in un attore che è suo specchio, suo carnefice, suo amante. Le immagini contrappongono i muscoli traballanti di Zoe alle esplosioni estetizzanti delle statue di Hans Christian Andersen, fanno scontrare la voglia di indipendenza e di libertà della ragazza disabile con la miope ottusità della burocrazia: il test di guida per il rinnovo della patente diventa uno scontro epico sulle note del tema della Morte Nera di Star Wars.

E al centro di tutto c’è sempre lei Zoe, magnifica attrice, scrittrice tagliente che ti lascia stupefatto, distruggendo tutti i luoghi comuni sui disabili. Perché, diciamocelo chiaramente, il pensiero dominante vuole che i disabili, poverini, siano stupidi. Ecco, Zoe, con la sua opera di grande raffinatezza, stravolge l’archetipo, ti costringe a raffrontarti con la tua di stupidità. E lo fa con allegria e ironia. E a fine serata vorresti proprio diventare suo amico, continuare a parlare con lei per ore.

Ma questo non sarà difficile. Anzi, se ve ne è venuta voglia questa è la sua mail:

info@piccologenio.it

Per comprare il libro:

Società Editrice Dante Alighieri

NATA VIVA CORTOMETRAGGIO:

È  la storia di Zoe Rondini una ragazza che per i primi 5 minuti della sua vita non ha respirato. Zoe ha scritto un libro che racconta la sua vita, allegra e faticosa (Società editrice Dante Alighieri). Il corto, in un certo senso, prosegue il romanzo, concentrandosi sulle difficoltà e le conquiste “nuove“ di una Zoe matura e consapevole,  contornata però da amici e familiari che sanno riconoscere la sua forza, la sua tenacia e la sua ironia anche nell’ età adulta.

Guarda il video

RASSEGNA STAMPA PER LE DUE OPERE:

Zoe Rondini: intervista all’autrice di “Nata viva“

“Nata viva“ raddoppia il successo attraverso una seconda edizione edita dalla Società Editrice Dante Alighieri. Disabili DOC intervista l’autrice Zoe Rondini. (…)

 

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