Zoe racconta i progetti come autrice e come cerca di aiutare gli altri

IlBenessereOlistico mi ha dato l’opportunità di raccontare i progetti legati alla scrittura e alla divulgazione; nonché come cerco di aiutare gli altri.

 Iniziamo con una domanda semplice e complessa insieme…Chi è Zoe Rondini?

Sono un’autrice e blogger con disabilità motoria. La scrittura per me è il mezzo per dare il mio contributo alla conoscenza del mondo della disabilità e nella promozione dei diritti delle persone con disabilità.

È appena uscito un tuo nuovo saggio “RaccontAbili, domande e risposte sulle disabilità”, edito dall’Erickson Live. Ci racconti l’intento di quest’ultimo lavoro editoriale?

Volentieri! Si tratta di un saggio polifonico che, attraverso circa trenta persone intervistate, prova a narrare la vita di ogni persona; fatta da famiglia, lavoro, routine, arte, diritti, amore e sessualità; dal punto di vista delle persone con disabilità.

L’idea di un’opera corale sulle varie forme di disabilità mi è stata suggerita dalla visione del film “The Help”, nel quale la protagonista, scrive un libro sulla situazione del razzismo in America degli anni 60; intervistando un piccolo gruppo di persone di colore. Il mio intento è stato cercare di fare la stessa cosa per la disabilità.

Le persone scelte non sono famose: una Bebe Vio o Alex Zanardi hanno raccontato molto di sé. Ho cercato di intervistare persone comuni che raccontassero le luci e le ombre della loro quotidianità.

Penso ne emergano spunti importanti sulla condizione delle persone con disabilità e su come si possono trarre interessanti soluzioni a situazione che spaventano molte famiglie. Ad esempio sul “dopo di noi”: molte persone spiegano come il co-housing possa essere una valida alternativa ai grandi istituti. Anche i tirocini-lavoro sono utili per accedere al complicato mondo del lavoro. C’è un interessante intervista che spiega, punto per punto, la legge 104/92 in materia di disabilità e diritti.

I tabù maggiori permangono nella conquista dell’amore e della sessualità.

Molti lamentano il fatto che i genitori li vedano ancora come eterni bambini, o che se ne occupano terze persone. A tal proposito, spiega Angelo nella sua intervista: “C’è da dire che della nostra sessualità se ne occupano troppe persone normodotate, tranne noi”.

Sul tema dell’amore e la sessualità ho posto anche domande su come il Tantra può essere d’aiuto per scoprire la sessualità e l’erotismo.

Nella seconda parte dell’opera si evince il mio punto di vista sulle principali tematiche delle interviste. Non potevano mancare degli articoli sul Tantra, sul senso del pudore all’epoca dei socialnetwork, sul devotismo, sulla genitorialità e sulla situazione delle donne con disabilità.

Spero che anche questo testo sia l’inizio di emozionanti progetti sulla narrazione del sé come strumento di empowerment, come lo è stato e lo sarà ancora “Nata viva”, la mia opera prima.

Nata viva: un romanzo, un cortometraggio… ma forse soprattutto la tua mission?

Esatto! Nata Viva “nasce” come un romanzo di formazione! Dopo questo step “basilare”, grazie alla regista Lucia Pappalardo, abbiamo realizzato il cortometraggio che prosegue la narrazione del libro, in quanto narra le tappe più importanti della Zoe adulta: gli amici, l’autonomia, la scrittura, l’amore. Grazie a queste due opere vado nelle scuole per cercare di contrastare il bullismo, stimolare la narrazione del sé nei ragazzi dai 10 ai 18 anni e ho la fortuna di tenere una lezione annuale presso il master di neuroriabilitazione dell’Università LUMSA di Roma. Non sono mancati innumerevoli interventi a convegni su disabilità, fase adulta e vita indipendente. In tutti questi progetti la cosa che ritengo più importante è l’ascolto dell’altro. Con i ragazzi della scuola abbiamo vissuti simili… i laureandi di oggi sono più attenti e curiosi verso la psiche della persona con disabilità… quindi grazie a “Nata Viva” scopro persone che, altrimenti, non avrei la fortuna di conoscere!

Quando nasce il tuo blog?

Piccologenio.it nasce l’l’8 marzo 2006. Sentivo l’esigenza di far leggere i miei primi articoli e racconti non solo ai parenti, insegnanti e a qualche amico. Adesso la scrittura è parte integrante delle mie giornate. È un supporto, non solo per me, ma anche per chi segue il blog.

 In un’ottica olistica, la disabilità di per sé non esiste: ognuno di noi è un mondo a sé con i suoi punti forti e i suoi punti deboli. Il mondo olistico come può aiutare a fare emergere la ricchezza della disabilità?

A mio avviso la disabilità non va negata né esasperata. La persona deve essere accettata e sostenuta nei suoi limiti e le sue potenzialità. Il mondo olistico ci insegna a prenderci cura del corpo, della mente e dell’anima di ogni individuo. Ecco che ciò mi sembra importante: se una persona ha un deficit le varie discipline olistiche possono aiutarla a rilassarsi, portare l’attenzione dove serve di più e valorizzare le capacità residue, la mente e la sfera emotiva.

Nel tuo blog parli di Tantra, un discorso spesso confuso, ci aiuti ad afferrarlo meglio?

Nel blog Piccologenio.it e nel saggio RaccontAbili, cerco di fare chiarezza su che cosa è il Tantra, parlo della sua storia, di come può aiutare le persone a scoprire un amore più intenso. Cerco di spiegare anche che oggi purtroppo, è quasi una moda, per questo ci sono tanti “operatori improvvisati”. Persone che dicono di saper fare un massaggio tantrico dopo aver fatto solo un corso. Non si imparano i massaggi olistici con il fai da te e qualche libro. Nel Tantra non bisogna aspettarsi nulla in cambio se non lo scambio energetico, è importante l’ascolto e il rispetto del corpo dell’altro, non tutti tengono in considerazione tutto ciò. Attraverso il blog ed il libro cerco di spiegare che il Tantra può aiutare le persone con disabilità a scoprire l’amore, l’erotismo e l’autoerotismo. Tante persone mi chiedono un consiglio dopo aver letto i miei articoli: sono contenta di aiutarle e far conoscere loro una cosa nuova.

Come hai conosciuto il Tantra ed il mondo olistico?

Più di quindici anni fa ho fatto il mio primo massaggio Tantrico con un operatore molto qualificato. Da lì è iniziata la mia ricerca personale su tali discipline. Sono passati alcuni anni prima che mi sentissi pronta per parlarne nel blog. Come accennavo sopra, la mia scrittura mira a divulgare i benefici del Tantra per le persone con disabilità. Spesso ai disabili viene negata l’educazione affettivo-sessuale. Succede che le uniche attenzioni che ricevono sono quelle dei genitori. Molte volte sono proprio i genitori che mi contattano angosciati, mi chiedono come possono gestire tutto ciò. Altre volte sono le persone con disabilità a chiedermi consiglio: parlo loro del massaggio tantrico (molti non lo conoscono), oppure suggerisco di utilizzare i forum sui siti che parlano di disabilità, al fine di conoscere nuove persone e scambiarsi consigli ed esperienze. Molte disabili, mi hanno ricontattata per ringraziarmi perché avevano fatto una bella esperienza.

Raccontabili è disponibile QUI

Nata viva è disponibile QUI

Potete inoltre visionare il  cortometraggio “Nata Viva” QUI

Se desiderate potete contattarmi sulla sua pagina Facebook  o  sul gruppo “Amore, disabilità e tabù: parliamone!“, o su Instagram .

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Qui non troverai i Supereroi

Lo so cosa stai pensando:” Eccolo, un altro libro sui disabili. Che palle!”
È qui che ti sbagli. Non è il solito libro. Qui non troverai i Supereroi. Non troverai il classico geniaccio alla Stephen Hawking. No non troverai nemmeno l’atleta paraolimpico o il musicista che suona la tromba senza usare le mani.
Troverai i disabili normali. Aspetta, non sgranare subito gli occhi così.
Nelle interviste presenti nel saggio “RaccontAbili, domande e risposte sulle disabilità”, il nuovo libro di Zoe Rondini, è racchiuso un vero proprio mondo. Se ti prenderai il tuo tempo e ti metterai seduto sul divano a leggere potrai scoprire tutto un arcobaleno di colori. Dai colori più chiari e tenui di persone apparentemente “più fragili” ai colori più scuri e decisi: persone che alternano luci e ombre che potrebbero tranquillamente essere i protagonisti di un Romanzo noir.
Troverai la storia del padre d Maria, affetto da polio: stimato avvocato “Don Giovanni”. Maria racconta di suo padre delle sue luci e delle sue ombre.
Lo so cosa potresti pensare, una volta lo hanno detto anche a me: “Ma se zoppichi non sei proprio disabile, disabile”.
Va bene allora parliamo di Antonio Giuseppe affermato poeta.
Sì si parla anche di sesso. No non è detto sia per forza amore. Basta immaginare il disabile come Winny the pooh, a meno che tu non ti immagini Winny the pooh che tromba.
Ci sono storie sentimentali e di vita vissuta a pieno come Angelo e Carlo, no, non insieme… forse… Non ti ho ancora convinto? Non ti sei ancora seduto in poltrona a leggere il libro? Ti dico solo una cosa: qui non è quasi mai l’esperto che parla di disabilità, ma è la disabilità che racconta se stessa in prima persona.
Di Giangiacomo Tedeschi

Chi desidera acquistare la copia dei RaccontAbili lo può fare scrivendo a live@erickson.it, andando sul sito Erickson Live ,o contattando direttamente l’autrice Zoe Rondini.

“Nata Viva” è disponibile ai seguenti link:  Socetà Editrice Dande AlghieriLaFeltrinelli,  Amazon e Ibs. L’e-book è disponibile qui

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Intervista a Nadir Malizia

Sei giurista, giornalista e scrittore. Ti occupi di disabilità, bullismo e sport. Ci vuoi parlare di queste attività e di come riesci a legarle tra loro?

Innanzitutto sono giurista, specializzato in diritto Comunitario e Diritto internazionale dell’Unione Europea. Mi occuperò di diritti civili.  Da poco mi occupo anche di Bullismo con due Associazioni e di sport, poiché in seguito ad un articolo della Gazzetta dello Sport, mi ha contattato l’Associazione Avvocati dello Sport Italiano chiedendomi se volevo farne parte come socio ordinario, portando la mia testimonianza per quanto riguarda la disabilità e lo sport. A causa del Covid lavoro da casa, ma spero presto di riprendere a viaggiare per lavoro.

Hai affermato che ti senti un uomo normale che vive in una società disabile che non vuole vedere al di là dei propri occhi. Quali sono le barriere più alte con le quali ti scontri e cosa manca al loro abbattimento?

Le barriere più alte con la quale mi scontro spesso sono quelle mentali non tanto quelle architettoniche. Sinceramente le ostilità delle persone sono difficili da abbattere perché ciò che è diverso da te spaventa. Per quanto riguarda invece le barriere da abbattere per rendere una persona con una disabilità autonoma, ci vorrebbe maggior consapevolezza che non siamo cittadini di serie B ma uguali a tutti gli altri. Si dovrebbe partire ponendo maggior attenzione ad individuare quali sono i problemi che le persone con una disabilità devono affrontare ogni giorno. Bisognerebbe avere una società a misura di cittadino che non crea delle differenze, una società coesa uguale per tutti. Soltanto così il nostro paese si potrà definire, una società civile.

Anche qui parto da una tua affermazione: “La carrozzina non deve rappresentare un disagio, ma un punto di forza, dal quale partire”. Qual è stato il tuo percorso di vita e come sei arrivato a trasformare la tua situazione in una risorsa?

Non basterebbe una risposta per raccontare il mio percorso di vita. Ma su una cosa sono: sicuro sono arrivato a trasformare la mia disabilità in una risorsa grazie alla mia consapevolezza. Succede ad ognuno di noi d’avere una battuta di arresto nell’età adolescenziale: una fase critica, piena di dubbi e domande. Per fortuna, personalmente, quella fase è durata pochi secondi e da quel momento è stata una continua salita con la determinazione di dare qualcosa per gli altri migliorando me stesso.

Sei una persona omosessuale in sedia a rotelle. Come hai vissuto e come vivi questa condizione nella famiglia, in particolar modo nel rapporto con tuo padre, in ambito lavorativo e sociale?

L’omosessualità è sempre un argomento molto delicato da affrontare, ma è giusto che se ne parli. Allora, all’interno della mia famiglia hanno compreso fin da subito il mio orientamento (così almeno mi è stato detto). Ho capito di essere omosessuale prima dei 14 anni. All’inizio pensai che era solamente una fase dovuta alla crescita e a capire che cosa mi stava succedendo, ma più gli anni passavano più capivo che non era una fase ma era veramente quello che ero.

Il mio orientamento sessuale l’ho sempre vissuto con serenità e ho trovato un equilibrio tre la mia disabilità e l’omosessualità. Mi sento fortunato e felice. Non dico che sia stato tutto facile il mio percorso, ma se potessi ritornare indietro rifarei di nuovo tutto.

Anche qui ho voluto portare la mia esperienza di persona in carrozzina omosessuale, perché di omosessualità se ne parla, ma per quanto riguarda la persona in carrozzina lesbica o gay c’è ancora tanto tabù su questo tema. Parlando della mia famiglia e di come vivo il mio orientamento sessuale, posso dire che tutti lo sanno e lo hanno accettato tranne mio padre. Il che mi dispiace, ma penso che infondo sia un problema suo: io sto bene con me stesso.

Secondo te a che punto siamo in tema di amore, sessualità e disabilità?

Si parla più frequentemente di disabilità, amore e sessualità per fortuna! Ma c’è ancora tanto da fare quando si affrontano tali tematiche. Ritengo che non siamo arrivati ad un traguardo effettivo perché si crede ancora che la persona con disabilità non possa amare o essere amata. Niente di più sbagliato. Il linguaggio universale dell’amore è uguale per tutti non esiste alcuna diversità. Bisogna appunto viverla con assoluta normalità.

Spesso quando si parla di amore e sessualità tra persone con disabilità ci sono due frequenti reazioni: chi la vede come una cosa semplice e possibile e chi è totalmente negativo e negazionista. Qual è il tuo punto di vista e la tua esperienza a riguardo?

La mia esperienza personale e stata più che positiva. Ho avuto conoscenze e le mie prime storie sono state con persone non disabili, e tuttora è così. Ritengo che ognuno deve star bene con chi ama indipendentemente che sia disabile o meno, e non dare troppo retta al giudizio e pregiudizio degli altri.

Qual è la trama e la mission del tuo libro “vita su quattro ruote” edito con la casa editrice gruppo C1V? Quali strade ti ha fatto intraprendere con e per gli altri?

La mission del mio il libro è che ogni diversità deve essere rispettata anche se si ha una disabilità perché si può sempre imparare qualcosa di nuovo. Da quando ho scritto questo libro, ho avuto l’opportunità di conoscere tante persone e di dare vita a tante collaborazioni interessanti e costruttive e inoltre questo libro mi ha dato modo di far conoscere la mia storia a livello mediatico e della carta stampata, ma soprattutto mi consente di aiutare altre persone come me e le loro famiglie a rendersi consapevoli della situazione che stanno vivendo. Spero in futuro di continuare ancora su questa strada e fare sempre di più e meglio.

Vuoi lasciare i link per comprare il tuo libro e i contatti social

Mi possono trovare su facebook, instragram, twitter e linkedin come nadir malizia

Per acquistare il mio libro possono andare sul sito della casa editrice www.c1vedizioni.com oppure possono mandare una email alla casa editrice c1vedizioni@gmail.com oppure ordinarlo in libreria.

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Intervista a Mauro T Dante

Mauro T Dante è terapista Emozionale   e  Swami Tantrika TejasAnanda Fondatore della scuola/studio Tantra Temple Academy. 

Come è nata la tua passione per mondo spirituale, lo yoga e delle terapie olistiche?

Tutto è nato dopo di un grave lutto, avvenuto circa vent’anni fa. Sono caduto una profonda depressione. Nel centro dove ero seguito, a causa di questa malattia, si svolgevano incontri di yoga e mindfulness come parte della terapia. In quel periodo, a seguito di una educazione religiosa molto rigida ricevuta dalla mia famiglia, non apprezzavo tali pratiche. Con il passare del tempo, ne ho scoperto i benefici e me ne sono innamorato. Da lì è cominciata la mia ricerca personale nel mondo olistico e dello yoga.


Ho letto che il tuo punto di svolta è arrivato con l’Iniziazione Tantrica avvenuta al termine di uno stage di quattro anni presso “L’Istituto di Tantra Maithuna” e che successivamente ti sei formato con i maestri Daniel Odier e Shri Param Eswaran. Quali ritieni che siano gli insegnamenti più preziosi che hai ricevuto durante il tuo percorso formativo?

Tutte le esperienze del mio percorso hanno segnato dei profondi cambiamenti, aprendomi alla conoscenza e alla consapevolezza.

I Zadra i maestri dell’Istituto di Tantra Maithuna mi hanno trasmesso l’amore per la disciplina e la costanza nelle pratiche Yogiche e tantriche e nei vari rituali personali di purificazione, trasmutazione e potenziamento dei propri talenti (pratiche che sono le prime chiavi di un percorso Tantrico). Shri Param Eswaran, mi ha trasmesso la leggerezza e la capacità di far scivolare via i carichi della vita insegnandomi la gioia nel lasciare andare.

Come definiresti l’amore e l’erotismo in un’ottica tantrica?

Purtroppo l’odierna concezione occidentale dell’erotismo e dell’amore è il risultato di una cultura che troppo spesso ha associato questi sentimenti a dei tabù, con conseguenti omissioni e demonizzazioni sulla sessualità. Per questo spesso tendiamo a nascondere le nostre naturali pulsioni sessuali dietro a sentimenti come paura, vergogna e senso di colpa. Ciò detto ci impedisce di vivere a pieno: ci sentiamo talvolta insoddisfatti o costretti in relazioni che, in alcuni casi, ci possono fare ammalare fisicamente, emotivamente e psicologicamente.

Il Tantra scardina tutta questa deformità, riportando sacralità nella sessualità e nell’amore stesso. Liberi da preconcetti e sensi di colpa il tantrismo ci insegna ad usare l’Eros come elemento che ci spinge verso gli altri, verso la bellezza.

L’amore insegnato nel Tantra è un Amore per se stessi, una crescita personale che serve a spogliarci da tutte quelle ferite in cuoi siamo nati e cresciuti. Soltanto con il cuore aperto e puro si può essere pronti a quel tanto mitizzato (ma reale) Amore infinito e incondizionato.

Quali tipologie di persone potrebbero più beneficiare del Tantra?

In modi diversi tutte le persone potrebbero beneficiare del potere del Tantra. Dividendole in tipologie, se consideriamo la pratica del tantrismo in chiave terapeutica o di guarigione vedrei tra i più:

  • le donne, vista la loro secolare sottomissione e strumentalizzazione della loro natura sessuale e psico-emotiva;
  • le persone che hanno subito traumi e maltrattamenti: il Tantra può essere un importante strumento di cura e guarigione;
  • le persone disabili per restituire naturalezza al corpo che spesso viene solo toccato meccanicamente da medici/terapeuti.

Inoltre il Tantra può aiutare anche chi, per svariati motivi, vive una situazione di solitudine e di conflitto con se stessi o con il sesso opposto al loro e chi non ha un buon rapporto con la propria sessualità.  Infine il Tantra può essere utile anche alle coppie, per scoprire un modo intenso nella loro unione.

Che cos’è per te il Massaggio Tantrico? Non tutti sanno che risveglia la potente energia creativa della kundalini, che la sua risalita attraversa tutti chakra. Ti andrebbe di spiegare questo meccanismo?

Per me un massaggio tantrico è un rituale sacro, non soltanto per la profondità emozionale di questa pratica, ma anche per la potente interazione tra energia e spirituale che si sviluppa.

Descrivere gli effetti e le sensazioni di una sessione di massaggio tantrico è abbastanza arduo, in quanto oltre al piacere del tocco, il massaggio agisce in maniera profonda sugli stati emozionali di chi lo riceve.

Il rituale crea un coinvolgimento sensoriale totale in quanto tocco, respiro, profumi, luci e suoni si uniscono in una armonia simile ad una danza di emozioni ed energia,  che porta colui che lo riceve a scivolare in una profonda meditazione. In questo stato le energie sono più libere di muoversi e attivare il naturale riequilibrio di quei chackra che sono più in sofferenza.

Il Tantra, come altre pratiche olistiche, rimuove la “sporcizia emotiva” e aumenta notevolmente il flusso dell’energia vitale, affinché tutto possa tornare a scorrere correttamente. Questa esperienza riporta la persona nel suo “qui ed ora” facilitando uno stato di equilibrio.

L’ascolto e l’apertura permettono poi alla energia vitale e sessuale della Kundalini  di scorrere libera in tutto il corpo andando a guarire le ferite emozionali e potenziando tutte le qualità dell’individuo. Anche in questo caso, la risalita della Kundalini, può essere vissuta e percepita in modi diversi da persona a persona, si può presentare come un formicolio diffuso in tutto il corpo e con tremori e spasmi più forti. In maniera più intensa e prolungata è simile a quell’emozione a quel brivido interiore di piacere che provoca la pelle d’oca quando ad esempio ascoltiamo particolari brani musicali, quando ci troviamo davanti a spettacoli della natura che ci tolgono il fiato ecc…

L’attivazione di questa energia non termina con il rituale, ma continua ad essere percepita anche nei giorni successivi donando una sorta di potenziamento totale della persona in tutti i sui aspetti esteriori ed interiori.

Secondo il Tantra, l’amore è sacro in quanto l’uomo è la manifestazione terrena del Dio Shiva e la donna della  Dea Shakti. Perciò quando una coppia è in fusione amorosa significa che vi è un incontro tra due Divinità: l’una rappresenta l’energia maschile e l’altra quella femminile. Cosa cercano le persone nell’esperienza tantrica?

L’essere umano anela ad unirsi al divino e ha inventato molte filosofie, religioni e pratiche per realizzare questo desiderio. Il Tantra per l’appunto usa la potente energia vitale della sessualità come mezzo per arrivare a sperimentare e godere della potenza del Dio Shiva, l’incarnato dell’energia cosmica Maschile, e della Dea Shakti, l’incarnato dell’energia cosmica Femminile.

In molti pensano al sesso tantrico come un modo più erotico e esotico di fare l’amore per ore e ore. Questa purtroppo è solo una visione falsa e stereotipata.

Prima di parlare di sesso tantrico è necessario fare un passo indietro e vedere dove e che tipo di sessualità viviamo…

Il sesso, per quello che ci è stato insegnato dalla società, anche se appagante e soddisfacente è, come dice Osho, semplicemente un masturbarsi e godere con il corpo di un’altra persona. Il sesso senza sentimento spesso diventa un atto meccanico, che, alla lunga, può generare tristezza, senso di vuoto e insoddisfazione.

Fare l’amore alimenta il sentimento amoroso reciproco; è un’esperienza piena, soddisfacente e nutriente per la coppia stessa.

Il sesso tantrico, non è tanto l’atto in sé, ma la consapevolezza e la capacità di vedere e sentire nel partner la divinità di Shiva/Shakti in tutta la loro potente manifestazione. Nell’unione tantrica i partner si aiutano a vicenda a creare la manifestazione del Dio-Dea nell’altro e solo allora si può vivere ed esperimentare l’incontro divino e l’estasi totale.

Molte persone si affacciano alla sessualità tantrica per esplorare una sessualità più espansa, per il desiderio di sentirsi veramente amati, rispettati e accettati. Avvicinarsi alla sessualità sacra/tantrica è un percorso intenso e richiede tempo e dedizione.  La prima difficoltà è trovare Maestri veramente preparati, formati ed in vera apertura alla via tantrica. Purtroppo in mezzo a tanta confusione non è sempre facile questa ricerca.

Negli ultimi anni la domanda e l’offerta dei massaggi tantrici sono aumentate a dismisura. Secondo te come mai le persone lo ricercano così tanto? Sono aumentate anche le persone che lo praticano senza un’adeguata formazione… che “caratteristiche” deve avere un operatore tantrico e che consigli daresti ai potenziali clienti per evitare le “truffe”?

Purtroppo la società ed l’educazione odierne (ancor prima del covid) portavano gli individui ad essere sempre più soli, ancor di più oggi che si è diffusa la di paura della vicinanza di un altro umano e vietato il semplice e naturale toccare o essere toccati.

In queste condizioni è normale che molte persone cerchino il Tantra. Magari inizialmente per curiosità sui tanti miti, ma spesso questa ricerca è finalizzata al sopperire l’enorme mancanza di contatto, cura ed affetto che spesso in momenti e situazioni diverse della nostra vita abbiamo vissuto.

Sfruttando l’aumento di domanda, purtroppo molte persone con pochi scrupoli e senza un vero cammino personale alle spalle si improvvisano operatori e operatrici tantrici, falsi maestri e guru. Il più di queste persone sono mosse solamente dall’avidità, da depravazioni sessuali o ancor peggio solamente per mascherare una forma esotica di prostituzione.

Tuttavia, ci sono veri tantrika (operatori/trici, guide e Maestri/e). Un modo semplice ed efficace per discernere tra un vero tantrika da un falso è fare molte domande prima di prendere un qualsiasi appuntamento come ad esempio…

  • Quale sia stata la loro formazione
  • Il loro lignaggio (discendenza data dai loro maestri)
  • A quale via del Tantra (mano destra o sinistra) offrono le loro pratiche
  • Quale stato ed è ora il suo percorso di crescita personale
  • Cosa lo ha spinto/a verso il Tantra

Più domande ponete, esaminando le reazioni e le risposte ricevute, più sarà facile distinguere un vero tantrika.

Un tantrika serio, oltre ad una vera formazione dimostrabile, ha alle sue spalle un cammino di crescita personale. In genere un buon massaggiatore/trice tantrika è formato oltre al Tantra anche in altre discipline olistiche e comunque è una persona spinta dal desiderio di essere d’aiuto, supporto, guarigione ed elevazione verso il prossimo.

È importante anche valutate che il valore economico richiesto dal tantrika sia equo chiedendo.

Mauro Tiziano Dante                  

Veneziano di nascita nel 1977, al termine degli studi artistici, si appassiona al mondo spirituale dello yoga e delle terapie olistiche.

Comincia la sua formazione nel 1999 presso la “Scuola Nazionale di Massaggio Diabasi”, con l’abilitazione di Operatore per il Massaggio Olistico.

Spinto da una grande passione, approfondisce attraverso stage e seminari la sua preparazione nel Massaggio Sportivo, Massaggio Decontratturante, Massaggio Ayurvedico,   Massaggio Thailandese, Massaggio Emozionale, nella fitoterapia, l’aromaterapia, la cromoterapia, la Pnl e psicosomatica nella lettura del corpo.

Approfondendo attraverso un percorso personale e formativo delle spico-dimaniche emozionali delle strutture caratteriali si forma come insegnante di Yoga Bio Energetico.

Il suo punto di svolta arriva con l’Iniziazione Tantrica avvenuta al termine di uno stage di quattro anni presso “L’Istituto di Tantra Maithuna” e successivamente formato con i maestri Daniel Odier,  Shri Param Eswaran e molti/e altri/e. Tali esperienze lo hanno profondamente cambiato interiormente, riscoprendo una Spiritualità che evolvendo sta cambiando ogni aspetto della sua esistenza.

Comincia il suo percorso lavorativo collaborando presso studi e associazioni, per poi aprire il suo studio privato La Ninfea Studio Olistico ora chiamata Terapia Emozionale. Attualmente oltre al suo studio, collabora presso Spa e presso i centri benessere negli hotel veneziani

Per divulgare i benefici delle pratiche Olistiche del massaggio, partecipa a importanti fiere del benessere, manifestazioni e festival del benessere ed organizza workshop e corsi esperienziali con l’intento di trasmettere la sua passione e conoscenze nel massaggio Olistico.

Come docente, collabora con la “Conscientia Academy” per la formazione professionale degli operatori olistici del benessere.

Oggi, offre ai suoi clienti trattamenti di riequilibrio grazie alla sua sensibilità e passione nell’arte del massaggio olistico oltre a proporsi come guida in percorsi di crescita professionale nel mondo del massaggio Olistico.

Collaborazioni:

Come terapista olistico, collaboro nelle Spa di alcuni Luxury Hotel  di Venezia.

Presso altre associazioni e fondazioni porta i suoi corsi di massaggio olistico, percorsi di crescita personale e percorsi di Tantra in giro per la nazione.

Assieme a Caterina Crespan, terapista Bioprano e Yogina Tantrica, condividendo il sogno comune di creare un luogo di divulgazione olistica, abbiamo fondato l’Associazione Culturale Olistica “Ananda Ashram”.

Assieme a altri Maestre/i  Tantriche fonda nel 2018 l’accademia “Tantra Temple Academy” per divulgare e trasmettere parte della sua esperienza di guarigione attraverso il Tantra.

Nota: come blogger mi interessano i diversi punti di vista, i vissuti e le esperienze delle persone. Ognuno vive la filosofia del Tantra, l’amore e l’erotismo interpretandoli. Ciò detto, se una persona mi dice cose assolutamente contrarie al mio modo di pensare è chiaro che non gli do spazio. Altresì se c’è qualche idea “opinabile” cerco di rispettarla anche se non la condivido pienamente.

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Competenza e passione sono le basi di questo mestiere. Intervista ad un operato tantrico

Intervista a Roberto, operato tantrico di Genova. Esperto di massoterapia, massaggio occidentale e massaggio orientale; oltre che di massaggio Shiastu e Thailandese. Pratica Wing Chun Kung Fu da oltre dodici anni.

Tu sei un operatore tantrico. Ci vuoi parlare del tuo lavoro spiegando cos’è per te il massaggio tantrico e su cosa si basa?

Professionalmente, ciò che faccio è soprattutto una passione oltre che un lavoro. Sono specializzato nel massaggio Tantra Yoni, cioè tratto solo le donne.

Questo tipo di massaggio per me è un’arte. Come un pittore o uno scultore cerco, con le mani, di creare ogni volta un capolavoro e a detta delle mie clienti ci riesco abbastanza spesso.

Il massaggio tantrico si basa sul riequilibrio dei Chakra; per questo il Tantra è destinato a chi vuole trovare nuovamente il proprio equilibrio psico-fisico sbloccando i punti fondamentali: i punti Chakra che determinano sia la riscoperta della propria sessualità che il rilassamento del corpo. Il massaggio Tantra è una combinazione potente e ben equilibrata tra energia sessuale, massaggio e spiritualità.

Come definiresti l’amore e l’erotismo in un’ottica tantrica?

L’amore nell’ottica tantrica, al contrario di come lo intendiamo noi, non è possedere l’altro o annullarsi per l’altro. Nel Tantra questo sentimento è inteso come qualcosa che non chiede nulla in cambio: è disinteressato, può essere paragonato a quello che normalmente lega genitori e  figli. Le emozioni, l’erotismo e il sesso sono considerati, nella letteratura tantrica, come naturali desiderabili da praticare liberamente tenendo conto della sacralità del corpo. Essi sono veicoli per avvicinarsi alla divinità.

Praticare il massaggio Tantra, mi ha fatto scoprire un nuovo mondo e mi ha consentito di vivere la sessualità nella piena libertà.

Quando si parla di Tantra, molte persone pensano alla legenda delle sei ore di Sting. Eppure l’aggettivo “tantrico” è legato al concetto di amore e ad una concezione generale e profonda della vita. Ti va di fare chiarezza su che cos’è il Tantra e, in caso, cosa ti ha fatto scoprire?

In realtà quando parliamo di Tantra stiamo parlando di una pratica seria, millenaria, di origine indiana nella quale l’unico scopo è vivere qui e ora.
Non è un trattamento qualunque e il modo di “reagire” a questo tipo di massaggio varia da persona a persona.

Il massaggio tantrico viene eseguito con movimenti molto lenti e il massaggiatore si prende totalmente cura della persona che lo riceve. Obbiettivo principale  è quello di aprire i primi chakra, quelli più bassi, connessi con la sessualità.

La parola “chakra” in sanscrito significa “ruota”. Nella tradizione indiana i sette chakra sono centri energetici, collegati l’uno all’altro e si trovano lungo la colonna vertebrale.

Nel caso vi siano blocchi lungo il percorso l’energia di tutta la persona ristagna. Sbloccare l’energia del primo chakra, legato alla sopravvivenza, alla sessualità, alla forza vitale e all’istintività è il modo  per risvegliare tutti gli altri chakra.

 

Riattivando i Chakra si rimette in circolo l’energia della Kundalini. Ti va di parlare di questo procedimento?

La kundalini è l’energia e viene rappresentata nella cultura tantrica come un serpente arrotolato alla base della colonna vertebrale.

Nel Tantra, per risvegliarla, si usano tecniche mirate alla riattivazione dei sette chakra, soprattutto sul primo e più potente il “muladhara”: il chakra legato alla sessualità che si trova nella zona perineale. Per questo motivo il massaggio Tantra prevede il tocco nella zona genitale.

Purtroppo non esiste una vera e propria qualifica per diventare operatore tantrico, non c’è un albo o una scuola. Ognuno può interpretare questa professione a modo suo. Vuoi dare un consiglio a chi intende diventare un operatore qualificato e a chi vorrebbe provare un massaggio olistico, ma ha paura di capitare in mani poco esperte?

Agli aspiranti operatori olistici consiglio di frequentare una buona scuola (difficile da trovare) e di approcciarsi a questa professione solo se si è animati da grande passione.

Altresì, a chi vuole provare questo tipo di massaggio, suggerisco di seguire il consiglio di chi magari lo ha già fatto e, quindi, possa indicare un operatore serio e qualificato. Una volta provato il trattamento, valutare in base alle proprie sensazioni, se sia il caso o meno di proseguire con quel massaggiatore.

In base alla tua esperienza che topologia di persone ricercano un massaggio tantrico e perché?

A mio parere, ci sono due categorie di persone che chiedono un massaggio tantrico. La prima è composta da chi è nel settore olistico; ad esempio chi pratica Reki o Yoga. Con loro non ho avuto nessuna difficoltà: sanno rilassarsi e sono consapevoli di cosa aspettarsi da un massaggio tantrico.

L’altra categoria è composta da chi cerca un massaggio sensuale, per provare nuove emozioni. Lavorare con tali persone è più complicato poiché hanno delle aspettative sessuali molto elevate; sono perciò più tese a livello fisico e mentale.

Nella seconda tipologia di persone, di solito non c’è molta consapevolezza su cosa sia il Tantra.

Ti è mai capitato di fare un massaggio tantrico ad una persona con disabilità?
Ho fatto trattamenti a persone disabili ma si trattava di massaggi rilassanti o decontratturanti. Non mi è mai capitato di fare un massaggio Tantra ad una persona disabile ma lo farei volentieri.

Nota: come blogger mi interessano i diversi punti di vista, i vissuti e le esperienze delle persone. Ognuno vive la filosofia del Tantra, l’amore e l’erotismo interpretandoli. Ciò detto, se una persona mi dice cose assolutamente contrarie al mio modo di pensare è chiaro che non gli do spazio. Altresì se c’è qualche idea “opinabile” cerco di rispettarla anche se non la condivido pienamente.

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Gli handicap invisibili e l’approccio Olistico della Persona. Il diritto di scoprire la Sacralità della Sessualità

Il 17 giugno 2020, Anna Senatore ed io abbiamo organizzato una video conferenza dal titolo: “Gli handicap invisibili e l’approccio Olistico della Persona. Il diritto di scoprire la Sacralità della Sessualità”. L’incontro ha esaminato vari aspetti tra i quali: l’espansione delle discipline olistiche in occidente;  l’importanza della visione “globale” per ogni individuo; gli aspetti della Sacralità dell’Amore e dell’Energia sessuale nella visione Olistica di ogni persona. Focus specifici sono stati dedicati alla fase adulta delle persone con disabilità, la ricerca dell’amore, la scoperta dell’erotismo e il diritto alla salute sessuale.

A seguire il materiale utilizzato.

Slide Zoe_7.06.20

 

Un estratto sull’approccio olistico. Il resto è su piccologenio.it

Gepostet von Zoe Rondini am Mittwoch, 17. Juni 2020

 

 

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Il tantra: dalle origini della dottrina all’espansione nel XX secolo

Dopo diversi articoli sul massaggio tantra, vorrei parlare  della sua storia, utilizzo  e diffusione nella nostra società, lontano da luoghi comuni.

Il tantra è nato intorno al  2000 a.C. nella valle dell’Indù fra gli Harappei, un popolo di matrice matriarcale, che avevano una vera e propria cultura del piacere: il lussuoso letto della padrona di casa stava nel salotto ed era lì che la donna festeggiava l’atto amoroso con l’uomo che aveva scelto. Il rapporto con la sessualità era molto cosciente, rilassato, naturale tanto che fare l’amore era un atto sacro. Nei secoli successivi, carichi di repressione, il tantra sopravvisse in alcuni ashram indiani segreti e in alcune linee del buddhismo tibetano.

Arrivato in Occidente nel XX secolo d.C. è stato divulgato, tra l’altro, grazie all’operato di Osho, mistico e maestro spirituale indiano, che nel 1978 illustrò e commentò le 112 tecniche di meditazione dello shivaismo tantrico riportate nel Vigyana Bhairava Tantra, per poi dedicarsi più avanti alla scrittura di numerosi testi interamente dedicati alla materia. Tale filosofia, trovò inoltre, un terreno culturale fertile grazie alla rivoluzione sessuale e l’emancipazione della donna.

Oggi riscontra sempre più interesse proprio perché unisce in un’unica pratica alcuni dei desideri umani più profondi: quello di amare e quello di essere veramente se stessi.

Ma quali sono i benefici la filosofia tantrica più appropriati per  nostra società?

Esso aiuta a sentirsi a proprio agio, ricollegare cuore e sensi, senza le paure di dover essere in un determinato modo piuttosto che in un altro, come spesso ci impone la società odierna.

Ritrovare il piacere, coltivare una comunicazione speciale con il partner o l’operatore tantrico, abbandonarsi alle sensazioni più intime fa parte della pratica del tantra svolta con serietà.

Tale massaggio può essere paragonato all’innamoramento dove in genere, si vivono le sensazioni più intense e spesso inaspettate; in un  buon massaggio tantra queste sono rivissute intensamente e replicate.

Ma c’è sospetto ed ancora poca conoscenza verso questa disciplina, ciò è dato da diversi fattori:

  • la società occidentale non ci abitua a prenderci il nostro tempo, meditare, vivere intensamente le esperienze: tutto deve essere rapido e di consumo. L’opposto della filosofia meditativa e tantrica;
  • spesso l’antica pratica del tantra viene impiegata da massaggiatori non adeguatamente preparati, o da persone che la usano per gestire un certo tipo di prostituzione.

Tutto ciò va a discapito di qualcosa di serio, professionale che può liberare le energie, donare un benessere psico-fisico ed andare incontro a quelle persone, normodotate e disabili, che per motivi più disparati hanno problemi (anche solo momentanei) ad avere una rapporto di coppia. Non a caso Osho affermava che: “il Tantra crede nella tua bontà interiore: ricordati questa differenza. Il Tantra dice che ognuno è nato buono, che la bontà è la tua natura. È una condizione di fatto! Sei già buono!” Esso può aiutare, normodotati e disabili, a conoscere il piacere, l’amore, il rispetto,  per se stessi e il partner. Può essere utile per superare alcuni problemi di coppia. Infatti, quando c’è  empatia e fiducia nel partner o con chi esegue il massaggio, grazie a questa pratica si può vivere la sessualità in modo più totale verso noi stessi e l’altro.

Con il tantra si può raggiungere l’estasi sessuale. Ma di che si tratta? Jenny Wade, psicologo che ha insegnato presso l’Istituto di Psicologia Transpersonale (ora conosciuto come Sophia University), ha svolto ricerche approfondite sull’estasi sessuale che ha poi riportato nel libro “Trascendent Sex. When Lovemaking Opens the Veil.” Nel libro, Wade intervista 91 persone a proposito delle esperienze estatiche. Gli intervistati raccontano che l’estasi sessuale guida a uno stato di profonda pace interiore, dove tutto appare perfetto e confortevole. “Questo profondo senso di pace può portare a vivere momenti in cui si perde forma, in cui cioè si è così presenti con tutto il proprio essere da sentire una totale connessione con l’Universo. Con ciò si vivono sensazioni intense.

L’ estasi non è altro che l’ orgasmo tantrico, un orgasmo che ci coinvolge pienamente, che pervade tutto il corpo, la mente e le nostre energie per portarci alla piena consapevolezza, alla grande beatitudine. Nel tantra si vive la sessualità in modo più intenso, si combinano sesso, amore e meditazione”.

Per conoscere e fare nostra la filosofia del tantra  sono in aumento le scuole, i corsi, i siti, gli articoli su fonti più o meno attendibili, libri e dvd. Ma la strada per “fare nostra” questa antica disciplina è ancora lunga. Quasi non se ne sente parlare nei progetti riguardanti l’assistenza sessuale per disabili e non ve ne è quasi traccia al cinema e sui media tradizionali, che continuano a dire invece molto riguardo l’amore e la sessualità di normodotati e disabili.

Chissà cosa direbbero in merito Elmar  e Michaela Zadra, i counselor del sesso tantrico in Italia che, secondo un articolo de la Repubblica  sulle colline intorno a Firenze, hanno dato una dimostrazione di quest’antica e rigorosa disciplina. Ne cito un paio di stralci:

“La sfida è provare un piacere sessuale centuplicato rispetto al solito. I seguaci del Tantra garantiscono comunque una differenza della durata e della qualità del rapporto, solleticando zone erogene sconosciute. Zadra e la Gossnitzer, psicologi, sposati e felici genitori, sono arrivati da Anghiari, vicino a Arezzo, dove ha sede ilMaithuna“,  l’istituto al quale fanno capo i tantristi d’ Italia.

La serata dedicata al tantra comincia, in un crescendo di ritmo danze, corteggiamento e rituali.

Vi offriamo due opportunità. La prima, semplice, è quella della conoscenza del proprio corpo e di quello del partner attraverso massaggi. La seconda, invece, è l’incontro con il piacere: ci spogliamo, ci massaggiamo a vicenda “.

Vorrei dedicare questo aforisma di Osho a chi non conosce il tantra, a chi lo strumentalizza per fini loschi e a chi ancora si scandalizza di fronte certi argomenti:  “Il Tantra è il cammino della naturalezza. Liberazione è diventare perfettamente naturali (…), è solo essere naturali, essere se stessi.
Tu sei un essere. Lo sei già, non c’è bisogno di diventare qualcuno. (…). L’essere è positivo: quando l’essere è attento, desto, consapevole, l’oscurità scompare”.

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Sessualità, adolescenza e disabilità. Un convegno oltre ogni pregiudizio

“Come c’è un’arte di raccontare, solidamente codificata attraverso mille prove ed errori, così c’è pure un’arte dell’ascoltare, altrettanto antica e nobile.” L’osservazione di Primo Levi, mi sembra molto pertinente con l’esperienza, anzi le esperienze, che vi sto per documentare.

Il 7 novembre 2017, Lucia Pappalardo, regista del mini film Nata viva ed io, siamo state relatrici al convegno: Adolescenza, tra affettività e sessualità, oltre ogni pregiudizio, promosso dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, presso la Sala Consigliare del Comune di Ancona. Questa opportunità è stata resa possibile grazie alla volontà e la tenacia della Presidente della Commissione della Pari Opportunità della Regione Marche, Meri Marziali, che ha promosso l’iniziativa e ha voluto fortemente la nostra presenza nonostante i danni ed i problemi causati dal terremoto.

La mattinata, ha visto coinvolte esponenti dell’Unione Italiana dei Ciechi di Ancona e le dottoresse del consultorio.

Ad ascoltare con partecipazione erano i ragazzi di medie e licei di vari istituti del capoluogo marchigiano.

La dottoressa Giorgia Giacani, la collega Katia Caravello psicologhe e psicosessuologhe e la ginecologa Valeria Bezzeccheri, hanno spiegato ai ragazzi, con semplicità e senza falsi pudori, l’importanza dei metodi anticoncezionali e la prevenzione delle malattie veneree. Le relatrici hanno altresì invitato i ragazzi a fare domande senza avere timori e vergogna su argomenti quali l’amore, i sentimenti e la sessualità. È stato anche messo in luce l’aspetto ludico del rapporto sessuale, ricordandone la bellezza e l’importanza per tutti. Le relatrici hanno poi spiegato ai ragazzi cos’è un orgasmo, descrivendolo come un momento fondamentale dell’atto sessuale.

La Giacani ha aperto il suo intervento condividendo con i ragazzi una riflessione sulla paura nel rapporto con l’altro, ricordando che “il momento giusto è quando ti passa la vergogna”. La giovane psicosessuologa ha poi sottolineato che “la sessualità fa parte di noi, dalle nostre origini, e quindi ci appartiene; ma appartiene anche all’Altro, perché il sesso è relazione. Il sesso per gli adolescenti è anche scoperta. E la scoperta implica curiosità e paura.

Forti e coinvolgenti le testimonianze delle relatrici non vedenti e ipovedenti che hanno raccontato il loro vissuto con un handicap visivo e la loro realizzazione grazie agli studi universitari, al lavoro, ai fidanzati e mariti. Hanno narrato le loro esperienze sentimentali, la fase adolescenziale, le limitazioni e le differenze con i coetanei. Katia Caravello ha condiviso con i ragazzi una parte del suo vissuto: “nel non vedere non si ha accesso ad una serie di informazioni sul contesto, sulle mode del momento, su un ragazzo che ti guarda in modo interessato… è importante che gli amici, i genitori, la scuola non neghino tali informazioni e in quest’ottica è fondamentale il lavoro che l’Unione Italiana dei Ciechi svolge per sensibilizzare famigliari, ragazzi e docenti.”

Nella seconda parte del convegno è stato proiettato il cortometraggio Nata viva, il proseguimento dell’omonimo romanzo autobiografico.

Lucia, regista del mini film, ha raccontato la nostra volontà di mettere in scena alcuni brani del libro quali la fisioterapia, ma anche narrare i problemi e le conquiste della Zoe adulta, ad esempio la vicenda della patente, l’autonomia, il rapporto con l’altro sesso e l’amore.

Al termine della proiezione, gli alunni mi hanno fatto complimenti e molte domande. Con la semplicità che caratterizza gli adolescenti, hanno voluto sapere se soffro per le barriere create dagli altri. La mia risposta è stata sincera: “oggi no, perché ho degli amici e conoscenti che mi apprezzano. Alla vostra età ho sofferto per l’emarginazione ed i pregiudizi dei compagni di classe, cosa che si sarebbe potuta evitare con semplici domande sul mio handicap e su come poter fare insieme a me cose divertenti e da adolescenti: uscire in gruppo, prendere l’autobus, andare in discoteca o a mangiare un gelato.”

Mi è stato poi chiesto se ho sofferto quando non mi volevano rinnovare la patente, ho risposto: “sì, ma ho lottato: ho guidato per più di dieci anni senza problemi e non potevo accettare un’ingiusta negazione”.

Un’altra domanda interessante ed inaspettata è stata: “perché non ti rechi nelle varie scuole per raccontare la tua storia?”, ho spiegato che sto girando istituti ed università di Roma, la mia città e la sua provincia, ma a ripensarci perché escludere un’esperienza simile ad Ancona?

Infine gli alunni si sono anche complimentati e una ragazza mi ha abbracciata con sincerità in quanto ai loro occhi ho superato l’adolescenza, età critica per loro e per la maggior parte degli individui. Con qualche ostacolo in più, ma sono comunque riuscita ad ottenere diversi risultati importanti.

Oggi nel mio girare scuole e ambienti istituzionali trovo molta attenzione per le persone con delle caratteristiche diverse dalla normalità ed anche per l’infanzia e gli adolescenti.

Spero che l’oggetto del convegno, e quindi la lotta ai vari pregiudizi, siano portati ancora avanti nelle scuole, nelle famiglie e nelle sedi istituzionali, con altre importanti iniziative anche in futuro. La volontà di continuare su questa scia è presente e tangibile. In quest’ottica è importante continuare a creare momenti di confronto e scambio, a vari livelli, tra istituzioni e persone che hanno una differenza o uno svantaggio. Si parla ancora troppo poco, e solo in sporadici contesti, delle numerose e differenti disabilità, ma anche di amore, sessualità e pregiudizi, quasi siano temi da non approfondire o capire, tutto ciò alimenta tabù ed incomprensioni.

Ripensando alle tante informazioni della conferenza, al silenzio dei ragazzi nell’ascoltare le relatrici e alla loro voglia di capire e sapere, mi torna in mente un’affermazione di Winston Churchill: “il coraggio è quello che ci vuole per alzarsi e parlare; il coraggio è anche quello che ci vuole per sedersi ed ascoltare.”

Del convegno si è parlato anche al telegiornale regionale delle Marche:

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Ascolta:

Zoe Rondini su Slash Radio a parlare di Nata viva

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L’assistente sessuale come mediatore culturale

  Nulla al mondo è  normale. Tutto ciò che esiste è un frammento del grande enigma. Anche tu lo sei: noi siamo l’enigma che nessuno risolve.

Jostein Gaarder

Ritorno ad affrontare il delicato tema dell’assistenza sessuale in Italia. Chi ha già letto i miei vari articoli su amore, sessualità e disabilità, potrebbe chiedersi come mai insisto ancora su questa tematica, se per caso non ne sia magari ossessionata. La spiegazione è semplice.

 A mio avviso ogni individuo ha diritto a ricercare i tanti significati dell’ amore attraverso un’ educazione sentimentale appropriata. In rapporto alla disabilità questo non avviene mai seriamente. Molto spesso la scoperta della propria identità, delle proprie capacità di relazione, nonché della capacità di amare, di prendersi cura di sé e degli altri  avviene anche attraverso l’ opportunità di godere, di provare piacere, di raggiungere pienamente un orgasmo, combattendo in questo modo la frustrazione, la depressione e la sfiducia in se stessi e negli altri. Per tutti e per tutte è così, a livelli diversi. E in questa moltitudine, siamo compresi anche noi… disabili.

Documentandomi attraverso vari fonti, conoscendo persone, ascoltando le loro storie, mi sono convinta che se anche qui  in Italia si accettasse la figura dell’ assistente sessuale, si accetterebbe anche il “tramite“, il mediatore culturale giusto  tra sessualità, educazione sentimentale e disabilità. Ora è pur vero che molte delle persone che ho incontrato e che mi hanno raccontato le loro esperienze in tal senso, non hanno voluto e non vogliono – anche legittimamente – esporsi e testimoniare pubblicamente questo vissuto con le relative scoperte e prese di coscienza. In attesa che si sentino “liberi“ di poterlo fare e che quindi la scuola e la famiglia, gli Istituti per disabili, le Case-famiglia e chissà un giorno le parrocchie, facilitino tale cambiamento e possibilità di racconto, mi prendo io la briga, l’ onore e l’ onere di parlarne  come posso, sotto diverse prospettive. 

 Cominciamo a riflettere su un dato importante: da più di un anno è chiuso in un cassetto di una scrivania del Senato il disegno di legge 1442 che mira ad inserire in Italia questa figura.

Prendo spunto da quanto affermato da Maximiliano Ulivieri, per passare poi a considerazioni riguardanti l’amore e la sessualità dei cittadini italiani disabili, ma ovviamente di conseguenza si deve parlare anche di politica, di leggi, di cittadinanza e diritti, di Vaticano, di denaro e prostituzione.

 «Il problema principale in Italia è la burocrazia, la legge. Nel nostro Paese – racconta Ulivieri (persona con disabilità che ha  iniziato una battaglia per ottenere l’assistenza sessuale non per lui – che è sposato – ma per molti disabili che bramano questo diritto), questa figura non è riconosciuta perché viene accostata alla prostituzione – anche se è tutt’altro – che in Italia è illegale». Anch’ io, insieme ad Ulivieri, saremmo favorevoli alla legalizzazione della prostituzione, «in modo da permettere anche agli assistenti sessuali per disabili, di operare nella legalità ».

«Sarebbe un primo passo – dichiara– ma noi ci continueremo a battere per il riconoscimento specifico di questa figura».

Oltre a un problema innegabile per il quale in Italia tutta la burocrazia è lenta e macchinosa, il Belpaese, spesso, deve fare i conti anche con una serie di resistenze culturali, probabilmente strettamente connesse alla religione.

«In Italia non si parla neanche della sessualità dei normodotati», ragiona Ulivieri.

Come Ulivieri anch’io non voglio il riconoscimento di questo diritto a fini personali. Dopo diverse storie sentimentali ed alla luce di un forte legame con un uomo, che, non ostante tutto… ci stiamo avvicinando a festeggiare dieci anni di un’intensa e passionale amicizia… non credo che mi rivolgerei ad un assistente sessuale. Il ruolo di questa figura è “terapeutico“, ha una serie di divieti… Quindi, a mio avviso, è molto utile per le tante persone che hanno un handicap cognitivo, o per i disabili motori che hanno un handicap talmente accentuato che non li permette di essere ricambiato nell’amore e nel desiderio.

Conoscevo un uomo quarantenne che desiderava una storia seria. Lui aveva un lieve handicap motorio LIEVE, lavorava, aveva degli amici, sognava un matrimonio e dei figli. Lui non sapeva distinguere  tra amore e pornografia… Non sapeva il significato di “erotismo“… non capiva le esigenze della sua donna, non sapeva badare a se stesso… non era in grado di andare da solo in farmacia… Ecco forse in quel caso una terapista del sesso poteva essere utile per aiutare il ragazzo con l’ABC dell’amore, erotismo, su come doveva relazionarsi con la donna, che, almeno a parole… diceva di amare e voleva rendere felice. Quella coppia è scoppiata lasciando più cicatrici di quanto si possa immaginare, c’è stata tanta amarezza, rabbia, solitudine, delusione. Ma chissà come sarebbero andate le cose se lui avesse seguito pochi e semplici consigli medici, e se fosse stato “educato“ sentimentalmente e sessualmente da una “terapista sessuale professionista“?! Chi può dirlo…!

Tornando a ragionamenti più generali sull’assistenza sessuale per disabili e la situazione italiana, in primo luogo non mi sembra giusto bloccare una cosa così importante come l’assistenza sessuale per disabili. Ci nascondiamo dietro la scusa che ciò va fatto per non incoraggiare la prostituzione? Quanta ipocrisia dietro a facili e rapide conclusioni e “soluzioni“.

Altra scusa già troppe volte sentita: non si regolamenta l’assistenza sessuale perché da noi c’è lo Stato Vaticano.

È vero che la Chiesa è rigida sulla sessualità non finalizzata alla procreazione, ma diciamola tutta, fino a poco tempo fa, i preti pedofili erano impuniti, venivano solo “spostati“ da una parrocchia ad un’altra; adesso sembra che Papa Francesco abbia idee diverse sui preti pedofili; si sta aprendo all’ omosessualità e alle questioni sul matrimonio e sul divorzio. Chissà se arriverà anche a noi disabili, che, giusto per ricordarlo, in Italia siamo circa 2 milioni 824 mila, di cui 960 mila uomini e 1 milione 864 mila donne.

Chissà quanti di questi votano? Me lo domando giusto per lanciare una provocazione.

Dopo questi  finti alibi,  vorrei tornare ad una realtà, quella dello sfruttamento della prostituzione che si consuma ogni giorno su tante strade e tanti quartieri delle nostre belle città. E le leggi? Che dicono le leggi delle donne in strada che, ricordiamolo, le più sono sfruttate. Certamente non pagano le tasse e non si sottopongono a controlli medici periodici. Loro sono tante, ogni giorno ed ogni notte in strada. Sorprendentemente sotto gli occhi di tutti. Ma non è legale. E perché la situazione non cambia? Dov’è chi se ne dovrebbe occupare?

E allora ammettiamolo: se sei un disabile ricco ti arrangi tra prostitute e operatori tantra, ma se sei povero? Se hai un handicap intellettivo e le prostitute si rifiutano di stare con te? Come al solito a farne le spese sono i disabili: un uomo normodotato può andare con una escort senza tante leggi e legalità! Per chi è disabile “stranamente“ è tutto più complicato; anche il sesso. E per tutto ciò ci vogliono le leggi?

Mi è rimasta impressa una mamma di un ragazzo disabile che, durante un convegno su amore, sessualità e disabilità, ha testimoniato che lei e tante altre mamme di ragazzi e ragazze con handicap cognitivo e/o motorio, erano pronte a organizzarsi per portare i figli all’estero, per consentire loro l’assistenza sessuale piuttosto che aspettare l’iter di un disegno di legge qui da noi. Penso che questa madre abbia lanciato una forte provocazione. Ma c’è chi “l’impresa“ l’ha compiuta e testimoniata come nel caso del film The special need (2014), di Carlo Zoratti.

A proposito di come vanno le cose all’estero riguardo la sessualità dei diversamente abili, trovo incisiva una breve testimonianza di Charlotte Rose.

Attraverso la giornalista Cecilia Marotta, veniamo a sapere che Charlotte Rose «in Inghilterra, offre piacere a chi soffre, senza pietà né falsi pudori. È una sex worker specializzata in clienti diversamente abili. Negli anni Charlotte ha imparato le tecniche per un orgasmo personalizzato; ogni disabile ha le proprie esigenze e deve essere stimolato in maniera diversa, come ogni individuo. L’obiettivo è aiutarlo a riconnettersi con la propria energia sessuale, per affrontare la malattia con maggiore vitalità.

Charlotte è fermamente convinta che il sesso sia un’esigenza primordiale da non sottovalutare. Per questo si iscrive al registro della TLC Trust, l’associazione inglese che si adopera per i diritti dei disabili e si preoccupa di metterli in connessione con un portfolio di escort disposte a partecipare a programmi di riabilitazione sessuale.

Charlotte è inoltre membro attivo del parlamento inglese e, tra le sue proposte, c’è quella di riconoscere ufficialmente la professione di assistente sessuale per portatori di handicap, che dovrebbe essere integrata nei servizi offerti dal National Health Service.

In Olanda, Germania, Belgio, Paesi Scandinavi e Svizzera, l’assistente sessuale è già una realtà».

Tornando alla situazione italiana, ritengo giusto non tralasciare un discorso anche politico: mi sembra che alcuni  parlamentari siano attualmente impegnati a raccogliere voti nel modo a loro più semplice e congeniale, occupandosi dei diritti dei cittadini omosessuali e L.G.T.B.

I diversamente abili in fondo sono una minoranza un po’ vecchia, consolidata nel tempo e nello spazio, non conviene occuparsene, non porterebbero abbastanza voti. E poi “poverini“ hanno tanti problemi… “ma perché anche loro pensano al sesso?“

Poi anche il discorso prettamente legato al denaro andrebbe affrontato di più e meglio (non lo sento fare nei convegni dedicati ad amore sessualità e disabilità e, a riguardo, non lo trovo spesso negli articoli dedicati alla tematica); è una realtà ed è bene parlarne: mentre l’assistenza sessuale è gratuita in tanti Paesi, da noi molti disabili sono pronti a “giocarsi“ la pensione d’invalidità per un po’ di sesso o un massaggio tantra. C’è chi è in astinenza ed è destinato a rimanerci e chi dopo anni ed anni di astinenza scopre la sessualità ed è pronto a spendere qualsiasi cifra per un po’ di piacere, una, due, dieci, quindici volte al mese. La figura dell’assistente sessuale prevede una giusta preparazione psicologica che mira ad evitare il pericolo che per il disabile il sesso diventi una mania o una dipendenza.

Ritengo che per uno Stato “civile“ non sia mai troppo tardi varare nuove leggi o modificare quelle esistenti. Un Paese cattolico come l’Irlanda si è aperto alle unioni di persone dello stesso sesso.

E da noi, in Italia,  quale grado di cittadinanza ci viene concesso?

Perché non è mai possibile aspettarsi che siano presi in considerazione tutti i nostri bisogni?

Per approfondire altre tematiche legate a diritti e disabilità, vi rimando ai seguenti link:

http://www.piccologenio.it/2015/07/12/auto-nomia-una-luce-tra-le-tenebre-delle-patenti-speciali/ (Auto – nomia: una luce tra le tenebre delle patenti speciali)

http://www.piccologenio.it/2014/07/10/la-mia-esperienza-di-tirocinio-lavoro/ (La mia esperienza di tirocinio/lavoro)

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Noi siamo Francesco

È un film delicato e bellissimo: “Noi siamo Francesco“. Francesco è un bel  ragazzo, fisico atletico, brillante studente universitario, ma senza braccia dalla nascita. Riesce a fare quasi tutto. Ha 22 anni. Vive con la madre Grazia che nella vita fa la mamma a tempo pieno, ha un migliore amico Stefano.  Belli i ruoli e i rapporti di tutti i personaggi nei confronti del protagonista, molto intense e positive anche quelle della tata e della ragazza di Stefano. Tutte queste figure  si approcciano a lui con sincerità e affetto.

Ad oltre 20 anni non aver mai baciato una ragazza sta diventando un problema per Francesco.

Con l’aiuto dell’inseparabile amico Stefano, Francesco troverà comunque la strada per vivere serenamente la sua prima volta, con l’intraprendenza che appartiene alla sua età e superando gli ostacoli, le paure e le insicurezze causate dalla sua menomazione.

Degli aspetti della vita del protagonista  hanno catturato particolarmente la mia attenzione: bello essere indipendente, avere rapporti “sani“ e autentici con le persone, non farsi influenzare dagli altri che dipendono da lui e che tra l’altro sono pagate… Di certo Francesco aveva le idee chiare,  interessante    la parte del film in cui lui se la prende con  madre  per avergli organizzato un incontro di sesso a pagamento, rapporto che si è consumato in fretta  modo squallido, tutto il contrario del rapporto amoroso finale, con Sofia, compagna d’università.

Autentico il rapporto tra la madre e quest’unico figlio maschio, sua appendice, parte di lei, parte non normale perché senza braccia. Lo psicologo della madre le chiede: “suo figlio ha un handicap, perché fargli  pesare il fatto che lei non ha più una vita sessuale?“ La domanda del dottore rende veritiere certe assurde dinamiche…

Ritengo sia un lieve e toccante documentario. Il narrarsi garbatamente e con discrezione lascia il segno. Anche l’incanto dell’ambientazione in Puglia e le bellissime musiche aggiungono poesia e bellezza alla storia.

Interessante la dichiarazione della regista Guendalina Zampagni che ammette di aver costruito un’unica storia partendo dalle interviste a persone disabili su temi quali l’amore, la sessualità e l’amicizia.

Ho visto diversi film che trattano “amore, sessualità e disabilità“ i protagonisti erano tutti maschi, sarebbe interessante veder narrata la questione con la sensibilità e le difficolta di un ruolo femminile.

Questo film mi ha fatto riflettere anche sulla figura dell’assistente sessuale: forse il suo ruolo limitato di terapista del sesso non assolverà tutti i bisogni fisici e sentimentali dei suo assistiti.

È difficile crearsi una propria indipendenza se si ha un’handicap, riconoscersi come adulti e farsi trattare e rispettare come tali  dagli altri e dalla società. La disabilità non è fonte di rispetto, comporta una limitazione dell’autonomia, dipendenza, difficoltà nella gestione di sé e della propria vita e così via… di certo non aiuta e non facilita la presa di coscienza del proprio io, delle capacità, del costruire rapporti sani, non legati al denaro (cosa esplicita molto bene in questo film) o ai tanti momenti del bisogno. Positiva è anche la figura della tata, lavora con Francesco e la madre ad ore, ha un ruolo ben definito, non si sostituisce alla vera mamma, di conseguenza può permettersi di viziare il ragazzo senza essere invidiata e additata, neanche il ragazzo rischiava stupidi atteggiamenti per il rapporto con la tata, la madre, gli amici l’Altro.

Ammirabile il desiderio di Francesco di finire l’università per vivere con il migliore amico. Chissà come può essere il seguito della storia… Francesco è reduce da una delusione d’amore come me… e ammette “un altro rifiuto non riuscirei a sopportarlo“, ma con il migliore amico e la ragazza di quest’ultimo è riuscito ad andare avanti. In fondo la vita di Francesco era quella di uno studente brillante, ma normale, non segnata dall’urgenza di risolvere problemi ed impellenze quotidiane, dover fare o dimostrare chissà cosa…  diversamente la stima degli altri, l’autostima, l’indipendenza, la libertà, la mobilità… sarebbero finite chissà dove.

Belli gli anni d’università quando avevo un ruolo, la patente e pensavo che la laurea servisse a trovare un posto di lavoro, c’era anche chi mi aiutava, forse troppo… a mantenere rapporti con diverse persone. Comunque con gli aiuti, guidavo, studiavo, sapevo come passare le giornate, avevo un mio ruolo di persona che vive da sola, esce, studia, ho avuto delle storie sentimentali, ero più capace di infischiarmene di chi si svegliava con la luna storta ed anche di chi non approvava le mie scelte amorose e sessuali…!

Pochi giorni fa un fatto mi ha colpita: un mio caro amico ha portato in un viaggio di lavoro suo figlio che è un po’ discolo: sarebbe bello poter avere ancora qualcuno che ti  istradi nel mondo del lavoro anche a costo di farti capire, col suo esempio, cosa vuol dire guadagnarsi il pane, avere degli incarichi sia  familiari, sia lavorativi da assolvere… avere scadenze, rendere conto ai capi  perché altrimenti c’è chi è più bravo di te e ti può sostituire. Sarebbe bello contare su una persona che ti  introduca nel complicato mondo del lavoro, anche mettendoti davanti alla fatica e l’impegno che ora sono del padre e poi un giorno saranno del figlio in chissà quale ambito… magari molto diverso da quello del suo modello di riferimento, il papà appunto…!

Conosco molti illustri Professori in medicina (ginecologi, dermatologi, dietologi…) che hanno aperto la strada a figli e nipoti. Ritengo che non ci sia nulla di male e che poi sia tutto dovuto al talento dei più giovani del proseguire e farsi strada!

Mi sento un elefante dentro un negozio di cristalli!

 

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