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Lettera a Fiorella Mannoia

Cara Fiorella,

ti stimo molto come cantante ed artista poliedrica!

La cosa che più mi ha colpito, oltre la tua eleganza,  bellezza e bravura è la semplicità con la quale ti sei fermata a ascoltarmi quando ci siamo incontrate nell’hotel di Pestum, al supermercato  ed ultimamente a luglio ai Parioli.

Ti scrivo questa lettera anche per parlarti di me, del mio impegno sociale, delle mie storie d’amore, soprattutto quella più importante. Mi soffermerò a ragionare anche sull’urgenza di porre più attenzione per tutelare le donne con vari tipi di disabilità.

Sono autrice del saggio “RaccontAbili, domande e risposte sulle disabilità” e del romanzo autobiografico “Nata Viva”, dal quale è stato tratto l’omonimo cortometraggio disponibile su YouTube.

Ma procediamo con ordine: i chiamo Marzia Castiglione, prima di pubblicare i miei due libri, per motivi di privacy ho scelto lo pseudonimo di Zoe Rondini.

Oggi sono abbastanza serena di ciò che, in vari modi, mi impegno a portare avanti. La mia vita ha avuto un punto di svolta quando, attraverso la narrazione del sé, sono riuscita a raccontare la resilienza nelle vite ordinarie di tante persone con disabilità (me compresa) e di chi, per vari motivi, si trova a relazionarsi noi.

Ho molti interessi, ma la mia più grande passione e l’inizio di ogni progetto è la scrittura. Grazie ad essa mi sono realizzata e continuo a realizzarmi. Ho trovato il mio ruolo nella società, parlo nelle scuole con un progetto contro il bullismo, che vuole incentivare la narrazione del sé. Ogni anno poi, tengo delle lezioni all’Università Lumsa.

Negli incontri che si svolgono in ambito universitario, avendo come interlocutori dei futuri “addetti ai lavori” (pedagogisti, terapisti, logopedisti, fisioterapisti e insegnanti e insegnanti di sostegno) la lezione si focalizza sul fornire loro il punto di vista della persona con disabilità e far passare il messaggio che oggi la scuola e le terapie riabilitative posso essere proposte in modo giocoso. Negli anni ’80 ho vissuto tutto ciò come una terribile condanna.

Per fortuna dall’età di 10 anni ho cominciato a amare la scrittura al computer e mi sono sempre  rifugiata e adoperata per fare di una passione, un lavoro ed un porto sicuro.

Il primo step è stato creare e curare assiduamente il blog www.piccologenio.it [1] attivo dal 2005. Grazie ad esso cerco di fare informazione su disabilità e varie tematiche. Soprattutto mi sono “specializzata” sulla sessualità e sentimenti che, il più delle volte vengono negati, quando si parla di figli o assistiti con disabilità.

Sono tante anche le persone con disabilità che mi contattano attraverso i social! Mi raccontano la rabbia verso la famiglia poiché si sentono trattate da asessuate e mi chiedono un consiglio. Devo ammettere che non è sempre così per fortuna!!!! In tanti anni sono   molti  i genitori che mi scrivono  per chiedermi come far  fare un’esperienza erotica al figlio o alla figlia. Spesso consiglio un massaggio tantrico perché è un’esperienza più sicura, dolce e totalizzante della prostituzione.

Da donna per fortuna, non ho mai subito nessuna forma di violenza, solo un po’ di bullismo a scuola. Le mie brutte esperienze mi sono servite per accendere il desiderio di cercare, con varie forme di comunicazione, di essere sempre più utile a gli altri.

Ti ringrazio perché sei molto attiva nel sostenere l’associazione “Una Nessuna Centomila”, mi piacerebbe fare qualcosa con voi! Sono d’accordo con la tua affermazione: «La legge da sola non basta, serve una rivoluzione culturale in difesa delle donne». La musica e i mas madia hanno il potere di arrivare a tutti: giovani, adulti, persone con tanta cultura o con poca. Secondo me, sfruttando al massimo i vari linguaggi artistici e tanti mezzi di comunicazione, si potrebbe fare di più in favore per tutelare  le varie “categorie fragili e deboli”.

Le statistiche che riguardano le donne con disabilità, vittime di vari tipi di violenza sono allarmanti! L’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) – struttura della Polizia di Stato, rileva che: “Le vittime subiscono una discriminazione multipla, definita dagli esperti “intersezionale” – ovvero causata da più fattori – che non solo rende le donne più esposte a abusi sia dentro l’ambiente domestico che fuori.”

Il Sole 24 Ore rivela i dati: “Le donne con disabilità (con limitazioni gravi) che hanno subìto violenze fisiche o sessuali sono il 36%, una percentuale già molto alta e più alta del 30% delle donne senza limitazioni. Il 10% è stata vittima di stupro contro il 4,7% delle donne senza limitazioni. La violenza psicologica dal partner attuale riguarda il 31,4% delle donne con disabilità (contro il 25%) mentre quelle che hanno subìto lo stalking prima o dopo la separazione sono il 21,6% (contro il 14,3% delle donne senza limitazioni). I dati sono quelli dell’Istat del 2014, mancano numeri più completi e aggiornati.” La vergogna, l’impossibilità di uscire di casa, l’aiuto che ricevono dal loro aguzzino per le cose pratiche incidono negativamente sulla possibilità di esporre una denuncia. Spesso la donna con disabilità è penalizzata in quanto donna ed in quanto disabile. Spesso ho parlato di queste tematiche in numerosi convegni, a Roma e non solo… ma mi piacerebbe fare di più!

In realtà ti scrivo questa lettera anche per parlarti delle mie  storie d’amore, soffermandomi su quella più importante, ancora in corso; anche se non si tratta di un fidanzamento “convenzionale”, ma per questo magari trovi spunto per una canzone.

Partiamo velocemente dalle prime esperienze: a ventidue anni ero più che mai decisa a sperimentare la sessualità (non vivevo più con i miei), così ho messo un messaggio sul forum di un sito dedicato alla disabilità. Poco dopo sono uscita con un ragazzo con disabilità motoria, siamo stati insieme ma non è scattata la scintilla. È successa una cosa analoga con un ragazzo non vedente che non viveva a Roma. Queste esperienze le ricordo ancora con dolcezza: è stato bello aiutarci a vicenda facendo insieme tante cose della vita quotidiana.

Tempo dopo, volevo vivere una storia d’amore e mi sono iscritta ad un sito d’incontri. Pensavo di non avere chance con le persone normodotate, invece mi sono stupita per la quantità messaggi ricevuti. Avevo 23 anni e grazie ad un sito  ho conosciuto un uomo normodotato, ci siamo innamorati. Siamo stati più di un anno insieme, è stata una storia importante; ma per la grande differenza di età ed il fatto che non era ben visto dalla mia famiglia, hanno fatto affievolire l’innamoramento e la passione.

Fui io a lasciarlo. Verso la fine di questa storia… sullo stesso sito ho conosciuto un uomo affascinante, sexy e elegante. Lui mi ha detto subito che non voleva una storia seria. Ci siamo frequentati per un po’ e mi sono innamorata. C’è stato un momento di forte sofferenza perché ho temuto di perderlo: aveva riconquistato la compagna dopo una pausa di riflessione. Per fortuna con il tempo e l’impegno di entrambi abbiamo trasformato il nostro rapporto in una solida amicizia. A dicembre 2020 abbiamo festeggiato quindici anni di frequentazione!

Spesso ci diciamo che se era solo sesso era finita già da tanto. Anche lui mi vuole un gran bene, mi trova bella, intelligente e sexy!  È vero, non è una storia convenzionale. Lui a circa 20 anni più di me, ha la sua vita, il suo lavoro. Penso che oltre la passione e l’amore gli elementi importanti che ci tengano insieme siano l’accettazione e il rispetto.  Tra me e V. oggi c’è ancora passione. Ci raccontiamo tutto e ci sosteniamo a vicenda.

Ho provato ad avere altre storie serie, ma con gli anni il degrado nei siti d’incontri è aumentato terribilmente. Io stessa sono cambiata e maturata. Ho avuto delle storie brevi, ma poi la coppia Zoe e V. Vince sempre! Secondo me abbattiamo anche gli stereotipi della disabile tristemente a casa nella sua famiglia d’origine o nella “classica” storia della coppia dove entrambe le persone hanno una con disabilità!

Per fortuna, la disabilità non ha mai inciso tra me e lui, anzi è tutt’ora oggetto di battute e divertimento! V. è proprio una persona speciale!

Ho visto su Instagram che sei stata ricoverata. Niente di grave spero.

Ti faccio i miei migliori auguri per tutto.

Un abbraccio.

Zoe

  Grazie di tutto e buona lettura! 

Leggi anche:

Mito e realtà: è legittimo cercare una coerenza tra i due piani? [2]

“Nata viva” di Zoe Rondini: romanzo e cortometraggio [3]

RaccontAbili: presentazione del saggio di Zoe Rondini [4]

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