GLI OCCHI NON SONO SOLO LO SPECCHIO DELL’ANIMA. (con un’immagine di un quadro)

Molte persone mi chiedono come mai, quando scrivo, faccio ancora parecchi errori. Tanti di voi già sanno che ho un handicap motorio legato al momento della mia nascita.

Fin dai tempi dell’asilo veniva un terapista a casa per insegnarmi a scrivere. La dottoressa che mi seguiva aveva deciso che dovevo imparare a scrivere prima degli altri bambini, perché non riuscivo a controllare molto bene i movimenti.

Mentre gli altri bambini giocavano io ho passato tante, troppe ore seduta al banco dell’asilo ed il pomeriggio in camera mia, a riempire pagine e pagine di lettere “A“ poi “B“ poi “C“ e così via.

Alle medie mi cominciò a seguire un logopedista molto bravo. Fu lui a spiegarmi che i bulbi oculari sono circondati da muscoli e quando una persona legge i muscoli devono consentire all’occhio di muoversi da sinistra verso destra con una certa rapidità. “Marzia, i tuoi muscoli sono molto più deboli del normale, puoi fare degli esercizi specifici per rinforzarli così leggerai con meno lentezza e fatica, e aumenterà la tua capacità di apprendimento.“ Questo logopedista mi spiegò che anche se  mi impegnavo negli esercizi non sarei comunque riuscita a recuperare al cento per cento. Gli esercizi li ho fatti da grande: è stata una mia scelta. Ma mi era stato anche spiegato che se li avessi fatti nell’età dell’asilo e della scuola elementare, avrei ottenuto risultati di gran lunga migliori.

Ho scritto quest’articolo per spigare il mio problema visivo, che apparentemente non si vede e non si può intuire. Non voglio colpevolizzare nessuno, ma spero che conoscendo un altro aspetto del mio handicap, delle persone, magari mamme, maestre, presidi e anche (spero) terapisti, possano capire ed aiutare i bambini con la mia stessa difficoltà.

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occuparsi delle persone tenendo conto della loro spiritualita’

Dottor Francesco Tassiello

Questo tema ha per oggetto una serie di considerazioni e riflessioni incentrate sul malato in generale e la persona con handicap e sofferente in particolare. Egli, nel suo percorso evolutivo, tende ad isolarsi ed allontanarsi sempre più dalla realtà della vita, spinto dalla necessità e materialità di quei bisogni che sono semplici e banali per i “sani normodotati“ e che lo allontanano sempre più dall’essenzialità filosofica e spirituale che connota, comunque, tutti nella continua e costante ricerca delle risposte alle domande vitali che attraversano tutte le culture e strati sociali, tanto nella salute che nella malattia e nella sofferenza. Queste riflessioni non vogliono entrare nei dettagli etici in cui la politica si è dibattuta, distratta solo dagli eventi funesti del terremoto dell’Aquila. Una considerazione teorica per tutte, di contenuto non religioso, rimanda ai due passaggi evolutivi, quello della nascita e della morte, in cui ciascun passaggio rappresenta un’ipotesi affascinante di crescita e spinta. Il primo dal mondo intrauterino a quello extrauterino, in cui tutto è chiaro, tranne il pensiero di colui che è espropriato da quel “paradiso“ di vita iniziale. Il secondo ancora più affascinante è rappresentato dal passaggio, cosparso di sofferenza e lutto, da questo mondo fatto di energia concentrata e materiale ad un altro di “altre energie“ ben più affascinanti e misteriose. Gli spunti di riflessione sono i seguenti:
a) Il malato è una persona nella sua totalità (teoria di A. Mercurio).
b) Il cammino semplice di Santa Madre Teresa di Calcutta.
c) Il concetto di prendersi cura della persona di Fornari e R. Carli, dal curare al prendersi cura.
d) Le riflessioni dell’ex presidente francese Francois Mitterrand sulla morte.
e) La deontologia e l’etica della sperimentazione.
f) Le riflessioni, i suggerimenti e i pentimenti di tre medici passati “Dall’altra parte“.

In questa prima “provocazione“ parliamo insieme (aspettando i vostri contributi) della persona nella sua complessa dimensione, così come la definiscono alcuni illustri autori. M. Erikson dice che “la persona è un cittadino che si prende cura“. Vorrei fermarmi su questa splendida definizione che è di apertura e preludio a tutti gli altri punti che affronteremo insieme.

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