L’educazione sentimentale e sessuale per un “Durante e Dopo di Noi” più sereno

Foto di Alessio Mingiardi

Sono tante le testimonianze che mi giungono da adulti con disabilità che non sanno come appagare i desideri di affetto, d’amore e sessualità. A volte la persona con disabilità si approccia all’altro sesso parlando o facendo domande solo sulla disabilità propria o altrui. Per fortuna siamo persone quindi si può tentare un approccio più originale ed interessante, che non risulti quasi fastidioso. È vero che le persone non sono il loro handicap o la loro malattia ma sta prima di tutto a noi vedere  e far vedere che c’è molto altro e che spesso è più interessante.

C’è poi da tener presente che, non tutte le famiglie sono in grado di promuovere una sana educazione all’amore, l’affettività e la sessualità. Inoltre la rete spesso nasconde molteplici insidie.

In questo articolo tenterò, soprattutto attraverso la narrazione di storie reali, di mettere in evidenza le insidie del web e come esse possono essere evitate con un maggior dialogo e una maggior educazione.

Le testimonianze raccolte

Di recente la storia di un signore mi ha molto colpito. Lo chiamerò Gianni. Gianni ha passato l’infanzia e l’adolescenza gattonando; era normale: si spostava in quel modo. Così facendo non perdeva occasione di scrutare sotto le gonne della madre e della zia! A distanza di qualche decennio si ricorda minuziosamente l’intimo delle donne. Non si tratta di un feticismo: lui desidera una compagna, ma vive quasi sempre a casa. Quando in tv c’è una scena erotica la madre la ridicolizza e fa di tutto per far cambiare canale al figlio ormai adulto. Forse molti genitori per loro pudore, imbarazzo ed un eccessivo senso di protezione perdono tante occasioni per educare i figli a tali tematiche; ma, probabilmente, il problema è anche che non vedono i figli come adulti.

Tornando al racconto di Gianni, la zia sapeva che il nipote le guardava sotto la gonna. Un giorno il ragazzo era a casa degli zii al lago d’estate. Stava a carponi sotto il tavolo e la zia a dischiuso le gambe e si è lentamente tirata su il vestito. Difficile pensare che la donna non l’abbia fatto a posta e che Gianni sia rimasto indifferente. Il racconto continua: “quella non è stata l’unica occasione per mia zia di farsi guardare le gambe e più su”. Non sta a me giudicare: posso solo dare dei suggerimenti. Una psico-sessuologa (per un caso simile) mi disse di far capire alle persone in questione l’importanza dei ruoli famigliari e porre l’accento sul fatto che il rapporto di coppia e l’erotismo vadano cercati a di  fuori degli affetti con i genitori, fratelli, sorelle e parenti, ciò per evitare sofferenze: una madre che masturba un figlio lo fa con un carico di sofferenza, l’amore tra famigliari deve sfociare in sentimenti e supporti di tipo diverso.

Un  piccolo supporto concreto e le testimonianze

Nel 2012, ho creato il gruppo Facebook: “Amore, disabilità e tabù: parliamone!” che oggi conta più di 1.500 iscritti tra normodotati e persone con disabilità.

Uno degli scopi del gruppo è incentivare lo scambio di informazioni tra pari e promuovere l’educazione affettivo-sessuale. Il gruppo è anche un  luogo virtuale per conoscersi e per condividere i problemi legati a come ci vedono gli altri, o parlare dei desideri che molti non sanno come soddisfare. Grazie al gruppo, negli anni ho letto tante testimonianze e cerco di fare del mio meglio per supportare persone con  disabilità e famigliari che mi chiedono spesso consigli.

E’ vero che l’amore è più totalizzante di qualche esperienza erotica. Tuttavia capisco che per un adulto sia più importante conoscere prima la sessualità e poi magari ricercare un amore corrisposto. Tante persone con disabilità hanno delle storie d’amore. Per molti rimangono storie platoniche e necessità fisiche proibite.  Mi hanno colpito anche vari  post, di un uomo che esprime sempre lo stesso desiderio. Lui ha la tetraparesi spastica e vorrebbe fidanzarsi con una donna con la sua identica disabilità. Va bene che spesso in una coppia di persone con disabilità ci si aiuta e ci si capisce di più. Ma quanto è  bello farsi stupire da persone che, all’inizio non le vedresti mai come partner e poi gli eventi te le fanno  osservare con occhi nuovi e diversi…? Bisogna anche guardare in faccia  la realtà e farci stupire da essa.

Le mie esperienze, ma prima di tutto il dialogo tranquillo con mia madre sull’amore e la sessualità  e il vivere da figlia  le sue relazioni, mi hanno insegnato a non credere al principe azzurro e a cercare un uomo proprio come lo desidero. È  bello lasciarsi stupire o ammettere i propri errori per non ripeterli in una nuova relazione.

Un’altra storia che ha toccato le mie emozioni ha come protagonista un uomo che è stanco di dover lottare per cose come il diritto al lavoro e la voglia di essere amato. Troppo spesso, per noi disabili – lamenta l’autore-  tutto si riduce al sesso a pagamento. La persona in questione è stufa  di essere spettatore della felicità altrui… Poi spiega che  di recente  è stato rifiutato. Capisco che uno   o più rifiuti creino rabia, dolore e frustrazione. Per questo penso sempre più fermamente, che il ruolo delle famiglie nell’educarci all’amore, al rispetto di noi stessi e degli altri, a far fronte alle delusioni amorose sia ancora più fondamentale per una persona con disabilità. Non bisogna arrendersi o aspettare di essere troppo grandi per cercare l’amore e crearsi una propria autonomia. Meglio cominciare  quando si è giovani, piacenti ed un po’ scapestrati piuttosto che dopo gli “anta”, i primi capelli bianchi che ci rendono  più tristi.

L’importanza del “Durante Noi” per migliorare la situazione di tante famiglie

Altro punto sul quale riflettere: tante persone dai quarant’anni in su desiderano una vita indipendente sotto molteplici punti di vista. Non voglio scoraggiare nessuno, ma secondo me le famiglie più illuminate, e per fortuna me ne vengono in mente diverse, sono quelle che creano percorsi d’autonomia per i loro figli e  altri giovani ed adulti con disabilità, a partire dal  contesto scolastico o appena il figlio ha terminato la scuola. Penso sia più facile cominciare un cammino verso l’autonomia e distacco quando famigliari e figli sono ancora giovani. Può essere più facile e meno traumatico creare presto un “durante noi” più sereno per avere meno paura del “dopo di noi”.

L’educazione affettivo-sessuale è utile anche per non cadere nella Rete

Tornando all’educazione dei figli con disabilità, vorrei fare delle considerazioni che valgono anche per adolescenti normodotati: molto spesso non si pensa a metterli in guardia dai vari rischi della rete. Ad esempio si può essere vittima di Revenge porn: ovvero  la condivisione pubblica di immagini o video intimi, senza il consenso dei protagonisti degli stessi. O di cyberbullismo che viene così definito dal vocabolario Zanichelli: “comportamento a danno di minori consistente in atti molesti o persecutori, utilizzando illecitamente dati personali.” Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni pericolosi e diffusi tra i ragazzi, ma anche giovani e adulti con disabilità troppo spesso vengono presi di mira.

C’è anche un altro rischio molto diffuso sui socialnetwork del quale si  parla poco. Si tratta di uomini e donne maturi e stranieri che raccontano di essere soli con dei figli a carico in un paese lontano.   Queste persone si prendono tutto il tempo necessario per raccontarti di loro, per sapere come si svolge la tua vita, dopo averti illuso che è possibile ricominciare tutto da zero in un bellissimo rapporto d’amore eterno arriva puntuale la richiesta di denaro.

Una persona che conosco ha mandato del denaro e foto intime. Il giorno che la persona in questione si è rifiutata di mandare altri soldi si è sentito minacciare al telefono da un uomo che chiedeva 1.000 euro, altrimenti avrebbe pubblicato le foto. Per fortuna la storia ha un lieto fine, in quanto la vittima non ha versato altro denaro e i due truffatori sono spariti.

Purtroppo l’illusione di un amore rende tutti delle potenziali prede, questo vale soprattutto per chi non ha mai avuto esperienze e pensa  che i sogni e le fantasie fatte per decenni si possano trasformare in amore vero. Anche in una coppia alle prime armi si può erroneamente pensare che le foto intime si cancellino facilmente e non saranno mai condivise con terze persone, purtroppo però a volte la realtà è diversa dalle nostre  fantasie o aspettative: i fatti di cronaca ce lo ricordano quasi ogni giorno.

L’autonomia e il diritto-dovere di fare delle scelte

Alle tante persone con disabilità che mi chiedono consiglio su come crearsi una relazione, spiego quanto sia difficile ma essenziale assumere dei comportamenti che ci facciano sentire adulti e ci mostrino come tali a chi ci sta maggiormente accanto.

A mio parere molti problemi ed insoddisfazioni sono determinati da tanta solitudine associata ad una negata educazione sentimentale e sessuale. Grazie all’educazione ricevuta in famiglia e alla mia caparbietà, mi ritengo una persona fortunata e libera di fare le sue scelte.

Ai molti ragazzi e genitori che mi scrivono, spesso ho spiegato l’importanza della  privacy, ma non mi sento di prendere decisioni al posto della persona, anche se a volte è questa la richiesta. Andreste da uno psicologo che vi dicesse in ogni minimo dettaglio come vi dovreste comportare? Infondo nel bene e nel male siamo un po’ artefici della nostra vita. Anche l’essere totalmente inerme è una scelta, magari non si è totalmente consapevoli di questa opzione o del fatto che non ci vogliamo impegnare in un processo di cambiamento, quindi rimaniamo inerti, ci lasciamo trattare come eterni bambini, lasciamo che gli altri o gli eventi si sostituiscano alla nostra volontà. Non chiariamo i nostri desideri agli altri e nemmeno a noi stessi.

Vorrei comunque sottolineare che  l’ immaturità emotiva non giova a nessuno.

Spesso sono a disposizione per consigliare le persone su come trovare un’esperienza sessuale. Purtroppo la negazione dei bisogni affettivi e sessuali porta  la persona a non avere limiti nel pormi domande intime e dettagliate. Non si tratta dei “leoni da tastiera”, bensì di quasi analfabeti sentimentali che forse hanno molto da imparare da loro stessi innanzi tutto. I bambini imparano a camminare cadendo, si fanno male e capiscono le situazioni pericolose: è normale. Forse è meno normale essere adulti e non essere  “allenti” a cavarsela in tante situazioni ordinarie. Si parla tanto di percorsi di crescita personale, di life coach, tutto ciò, a mio avviso dovrebbe essere maggiormente utilizzato dalle persone con disabilità, soprattutto per chi desidera uscire dall’isolamento imposto dalla famiglia o dagli istituti.

Vorrei fare di più…

Sono tantissime le persone con disabilità che da quando ho creato il gruppo Facebook: “Amore, disabilità e tabù: parliamone”, nel 2012, si sono rivolte a me per chiedermi consigli relativamente a come esplorare la propria componente sentimentale. In alcuni casi mi sono proposta di fare una videochiamata con loro e il famigliare più vicino. Mi è stato garbatamente risposto che volevano dei consigli e un confronto senza coinvolgere nessun altro. Ovviamente ho rispettato la loro volontà. Penso però che in certi casi sarebbe più utile trovare dei punti d’incontro tra persone con vari tipi di disabilità, genitori, famigliari e terapisti.

Nel 2020, ho pubblicato il saggio polifonico RaccontAbili che, attraverso le interviste a trenta  persone dedica ampio spazio a tematiche quali la famiglia, l’amore e la sessualità. Quest’anno (2022-2023)  ho iniziato una collaborazione in qualità di esperta di sessualità delle persone con disabilità al programma “O Anche No”, di Rai Tre, dedicato all’inclusione e alla solidarietà realizzato con Rai per il Sociale. Ogni anno, dal 2017, tengo delle lezioni su “Amore, sessualità e disabilità” nell’ambito del Master in Neuropsicologia dell’età evolutiva, promosso dall’Università LUMSA. Vengo invitata spesso a convegni che parlano di donne doppiamente discriminate: perchè donne con disabilità. Sono laureata in scienze dell’educazione e della formazione e specializzata in lettere. Mi informo continuamente sul tema della sessualità. Mi piacerebbe molto poter mettere ancora di più a disposizione del prossimo le competenze che ho acquisito e continuo a coltivare con passione.

I diritti all’amore, all’affettività e alla sessualità dovrebbero essere riconosciuti quali diritti di ciascun individuo. Sarebbe auspicabile che tutte le famiglie, con il supporto di vari specialisti, creassero un percorso ben studiato per promuovere una vita piena e indipendente per la persona con disabilità, in famiglia e al di fuori di essa. Solo coltivando un sereno ed equilibrato “Durante Noi” ci si può liberare dalla paura del “Dopo di Noi”. Alla luce del mio bagaglio formativo e delle riflessioni fatte in questo articolo ed in varie sedi, mi piacerebbe fare un lavoro di equipe per supportare maggiormente tante situazioni.

Contatti: e-mail: zoe.rondini@gmail.com, oppure mi potete scrivere in privato sulla pagina Facebook ZoeRondiniAutrice o sul profilo Istagram

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Come godo. Guida avventurosa al piacere femminile

Il libro “Come godo. Guida avventurosa al piacere femminile” di Lyona Florencia, edito da Vallardi, ha un approccio ironico, mordace e femminista nei confronti della sessualità. La protagonista compie un “viaggio” alla ricerca del proprio piacere sfatando il cliché della sessualità femminile. I riferimenti a medici e psicologi nella storia sono molto interessanti per capire come siano cambiate le conoscenze sulla sessualità, ma si evince anche quanto lavoro ci sia ancora da fare contro i tabù e gli stereotipi di una visione maschilista ancora troppo diffusa.

Il libro è adatto a ragazzi e persone con disabilità che non hanno ancora avuto esperienze amorose e sessuali, ma anche a chi vuole approfondire la conoscenza riguardo l’amore e la sessualità.

Di seguito citerò alcuni spunti tratti dal libro che sfatano molti luoghi comuni sulle donne: “vogliamo tutte il Principe Azzurro… Ah sì, davvero? Ci hanno fatto credere che noi donne cerchiamo solo l’amore e che non abbiamo bisogno del sesso, per dominarci e sottometterci, relegandoci ai margini della società”. Ma il libro ci suggerisce che il  piacere è potere.

E ancora il volume illustrato mette in evidenza come il rapporto sessuale non si limita alla penetrazione: “siamo ossessionati dalla penetrazione quando possiamo ottenere molto di più con carezze, baci, sussurri, parole e giochi”.

In effetti il modello sessuale lineare, orientato a raggiungere un solo obiettivo, fa sì che molte donne con il passare del tempo si sentano frustrate pur avendo orgasmi perché non sfruttano al massimo il loro potenziale.

“Si pensa che il rapporto sessuale sia completo solo quando avviene la penetrazione, questo perché la visione del sesso è fallocentrica e si basa sulla risposta sessuale maschile”.

L’autrice ci ricorda poi, che le statistiche dimostrano che, due terzi delle donne non raggiungono l’orgasmo con la penetrazione vaginale e hanno bisogno della stimolazione della clitoride.

Sempre parlando del piacere femminile: “il 99,9% delle donne ha praticato sesso orale più di quanto lo abbia ricevuto. Perciò se il tuo partner non lo fa o non ha voglia, diglielo. Non vergognarti di esprimere i tuoi desideri. E se ti spiega perché non vuole, cercate di trovare una soluzione.”

È interessante anche il capitolo che analizza la pornografia, dove viene spiegato che il modello pornografico che oggi va ancora per la maggiore è maschile e maschilista. Questo perché rappresentano un rapporto sessuale meccanico, con corpi e dinamiche molto diverse dalla realtà. Tutto risulta veloce e semplice: i protagonisti cominciano a fare sesso e tutto si riduce nel compiacere e far raggiungere l’orgasmo all’uomo, ignorando quasi del tutto il piacere della donna.

Un’altra cosa che può rendere il libro utile agli adolescenti è che non tutti sono a conoscenza del fatto che la zona erogena più potente è il cervello e non solo per le donne, anche per gli uomini, sebbene siano più visivi, provate a chiedere a un uomo se non rimane su di giri per ore dopo del sexting o del sesso telefonico fatto bene. Allo stesso modo, anzi di più, per una donna l’eccitazione parte tutta dal cervello.

L’autrice poi, va contro la visione che vede noi donne come delle sante o delle poco di buono: “la dualità nella visione femminile per secoli e ancora oggi purtroppo, è una delle dicotomie che riguardano la definizione di donna ha a che fare proprio con il sesso: o è santa, quindi poco o per niente interessata al sesso, o è una poco di buono, se per caso osa confessare che il sesso le piace. Se ama parlarne, farlo, ricercarlo, farlo da sola, farlo in modo strano, farlo in modo audace… gli epiteti che le si danno sono negativi, offensivi e difficili da contrastare. Perché? A noi donne non è dato godere? E’ ora di riprenderci questa libertà”.

Degna di nota anche la riflessione che le autrici riservano agli effetti benefici che il Piacere apporta al nostro sistema nervoso centrale: “l’orgasmo consente di produrre dopamina, l’ormone del piacere, che fa sentire immediatamente più euforiche, energiche, concentrate e creative. Tutto ciò ha una spiegazione scientifica: quando godiamo viene rilasciato anche testosterone che dona sicurezza e forza. In una parola, siamo più potenti, fisicamente e mentalmente. Quindi, ascoltiamoci, liberiamoci, diamoci piacere. Facciamolo per la nostra libertà e la nostra felicità”.

Un importante invito riguarda il lasciare andare i giudizi per vivere una sessualità libera da ricatti e tabù: “ciò che gli altri fanno o dicono non dovrebbe interessarti. Non giudicare o non permettere che ti giudichino. Non ti reprimere. Non ti autocensurare, perché quando la colpa scompare ecco arrivare il piacere (…) La maggior parte delle donne si vede minacciata ed umiliata per aver condiviso immagini intime. Se non ci fossero così tanti tabù, ipocrisie e pregiudizi sulla sessualità, non ci sarebbe spazio per i ricatti, gli abusi e la pressione sociale a danno di molte donne.”

Infine è ben ricordare a tutte le persone che possono esplorare il corpo, senza trascurare nessuna zona erogena per andare anche oltre l’amplesso!

Questo libro invita a non accontentarsi, scoprire con divertimento e rispetto il proprio corpo e quello delle altre persone (ovviamente ci deve essere il consenso). È un viaggio nella conoscenza che molti possono fare.

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La potenza del Serpente

“La Vita è e deve essere un festa. Una festa continua a cui siamo tutti invitati! Nessuno è escluso dall’incanto e dall’estasi del GRANDE GIOGO COSMICO DELLA VITA! La separazione tra sessualità e spiritualità ha generato piaceri effimeri e molta frustrazione, tristezza e rabbia, dopo millenni di separazione ci conviene tornare all’armonia e alla riconciliazione. Chi vive bene la sessualità si regala momenti felici”.

Queste parole di Giorgio Cerquetti, autore del testo “L’essenza del Tantra, fare l’Amore ed essere Amore mi fanno pensare al grande potenziale della concezione che il Tantra e l’Energia della Kundalini regala ad ognuno di noi. La Kundalini è l’energia vitale,  potente, è legata alla sessualità, all’innamoramento ed alla nostra creatività. Tale forza spesso rimane dormiente nell’area del primo chakra che porta il nome sanscrito di Muladhara, ovvero chakra della radice, dove affluisce la vita. Questo chakra ci collega alla terra, alle nostre basi,  al ramo materno e paterno. I testi tantrici definiscono con il termine kundalini, letteralmente “avvolta”, quell’energia che, in forma di serpente attorcigliato che giace addormentata alla base della colonna vertebrale.

Secondo la tradizione Kundalini Yoga, il corpo è attraversato da vari canali trasportatori di energia: i Nadi. Nei tre  Nadi principali chiamati Sushumna, Ida e Pingala scorre il Prana. Il Prana è la forza vitale presente in noi e nel mondo, connaturata al respiro. L’energia del Prana determina il corretto svolgimento di tutte le funzioni psicologiche ed emotive necessarie a mantenere un armonico equilibrio tra mente, corpo e spirito.

Cos’è il risveglio della Kundalini?

In parole povere, il risveglio della kundalini è una forma di risveglio energetico che ci fa trasformare a livello mentale, emotivo e spirituale.

La stessa Kundalini è una parola sanscrita che significa “colei che è avvolta” – si riferisce all’energia della forza vitale primordiale contenuta alla base della spina dorsale che è spesso raffigurata come un serpente. Questa energia serpentina, una volta risvegliata, viaggia su per i vari centri energetici (i chakra) del corpo fino al  chakra della corona dove vengono  attivate la coscienza e la creatività.

Nella tradizione indiana dei testi sacri tantrici, induisti e buddhisti, si fa riferimento alla kundalini come a quell’energia sessuale che ha in sé una grande potenza.

Il risveglio dell’energia della Kundalini può innescare reazioni molto potenti sul piano fisico, psicologico e spirituale. C’è chi sente una forte creatività e un’energia infinita e c’è chi invece è completamente privato di ogni energia.

Bisogna risvegliarla con consapevolezza essendo maestri di noi stessi. L’autore Ashley Thirleby nel suo libro “Tantra, un invito a vivere l’affettività, l’amore e l’erotismo in modo libero e completo”, ci insegna che: “diversamente a quanto avete sempre creduto, il piacere non è fine a se stesso ma vi farà provare una gioia molto intensa che vi consentirà di sviluppare tutte le vostre potenzialità utilizzando le grandi riserve di energia che avete liberato”.

La conoscenza della Kundalini in occidente 

La conoscenza in occidente della Kundalini si deve all’ orientalista britannico Sir John Woodroffe (15 dicembre 1865 – 1936), da molti fu denominato “il padre degli studi tantrci [2]”. La  pubblicazione più nota di Woodroffe s’ intitola “Il potere del serpente”, del 1919, scritto con lo pseudonimo di Arthur Avalon. In quest’opera letteraria è riportato tutto un insieme di insegnamenti tradizionali indù, specie quelli riguardanti l’anatomia e la fisiologia dell’organismo umano, tanto da fornire al lettore una visione completa e seria di tutta questa sapienza. Il suo lavoro ha contribuito a promuovere in Occidente un profondo interesse per la filosofia indù e le pratiche yoga. Sir John Woodroffe spiega anche che:

“l’attivarsi dell’energia della kundalini si basa in un risveglio dell’eros, inteso attraverso un amore intenso e profondo che trascende la sfera sessuale”.

La Kundalini  arrivò ad affascinare anche Carl Jung, psichiatra, psicoanalista che andò alla ricerca di paralleli tra questa energia latente e l’inconscio. Jung apprezzò molto il concetto di kundalini ritrovandoci diverse corrispondenze con le sue teorie: credeva infatti che il risveglio di questa energia potesse portare a essere completamente sommersi dalle forze dell’inconscio.

Gli strumenti per il risveglio

Per svegliare la Kundalini occorre un lungo processo meditativo e un costante e assiduo allenamento nelle posizioni dello Yoga. Non dimentichiamo che c’è anche il massaggio Kundalini è un insieme di tecniche che fanno parte della tradizione del Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajan. Il massaggio Kundalini permette di sperimentare la cura del contatto, di lavorare sul proprio vissuto emozionale collegato al corpo e sulla comunicazione non verbale.

Dyal Kaur, insegnante di Kundalini Yoga e Massaggio Kundalini da oltre venticinque anni, allieva di Yogi Bhajan, spiega la sua conoscenza del massaggio Kundalini:

“Mi sono avvicinata al massaggio Kundalini perché veniva proposto durante i seminari di Yogi Bhajan come Il Massaggio come Comunicazione. Qui  iniziai a sentire una forte attrattiva per il Kundalini Yoga. La sentivo come una grande opportunità, perché mi faceva risvegliare la percezione del mio corpo fino ad allora per me sconosciuta. Così iniziai a curarmi anche col massaggio oltre che con lo Yoga e ad approfondirne la conoscenza frequentando i corsi a Roma tenuti da un allievo diretto di Yogi Bhajan: Gobinde Singh.”

La comunicazione non verbale e il sapersi mettere in ascolto con tutti i sensi, anche il tatto, sono una caratteristica fondamentale del massaggio. Ecco cosa ne pensa Dyal Kaur: “La comunicazione non verbale è uno strumento eccezionale per fare arrivare al cuore di una persona quella presenza mentale e spirituale che non può essere trasmessa a parole e che crea una speciale relazione di anima che cura una persona nella sua totalità. Il massaggio Kundalini rappresenta un’esperienza sensoriale unica: si occupa di riequilibrare la persona a livello Spirituale ed Energetico”.

Il  massaggio Kundalini è un trattamento che si basa sulla meditazione e sulla ricarica energetica, il cui beneficio dura più giorni. E’ più intimo di altri tipi di massaggi perchè lavora di più sui primi due chakra.   Questo massaggio è indicato per chi desidera scoprire l’abbandono non solo fisico ma anche della Mente e va eseguito da professionisti capaci di mettersi in una condizione di accoglienza e amore incondizionato.

Spero che questo articolo vi abbia fornito una conoscenza di base e sia servito a stimolare la vostra curiosità. Gli esperti ci invitano ad essere persone sempre maggiormente consapevoli; anche attraverso il risvegliare la Kundalini: è un processo che ci può aiutare a conoscere della nostra vera essenza.

[1] Dal libro “Tantra, un invito a vivere l’affettività, l’amore e l’erotismo in modi libero e completo”, di Ashlay Thirleby.

[2] Dal libro “L’Essenza del Tantra; Fare l’Amore ed Essere  Amore”, di Giorgio Cerquetti.

Approfondimento sui chakra:

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“Comincia dall’inizio. Il corpo è il tuo inizio” due testimonianze sul Tantra

Lezione al master in neuropsicologia dell’età evolutiva presso l’Università Lumsa

 

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Sessuologia, tutto quello che non sapevi di voler sapere sul mondo del sesso

Con il dottor Francesco Battista, psicologo e psicosessuologo, abbiamo commentato il libro: “Sessuologia, tutto quello che non sapevi di voler sapere sul mondo del sesso”, edito da Gribaudo, autore Daniel Giunti. Il testo ci ha offerto numerosi spunti per riflettere sulla sessualità di ogni persona e rispondere alle domande frequenti degli utenti del gruppo “Amore, disabilità e tabù: parliamone!

 

 

 

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Sessuologia, un volume utile ma non completo sui “fatti della vita”

Parliamo di libri, amore, famiglia, Educazione e progetti

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I diversi Rituali Tantrici per scoprire l’unità tra corpo, mente e spirito

I diversi Rituali Tantrici per scoprire l’unità tra corpo, mente e spirito. 1

La Via Tantrica per vivere in armonia. 1

L’orgasmo tantrico. 1

Rituale Tantra Kundalini 2

Rituale Tantrico Kashmiro. 2

Rituale tantrico di coppia ed il rituale Maithuna. 3

Massaggio tantrico dei cinque elementi 3

A chi possono essere utili i rituali tantrici 3

Il Tantra è un antico sistema di pratiche rituali e tecniche che utilizzano la capacità creativa dell’energia vitale per portare gli individui ad un più elevato stato di coscienza. Il massaggio rituale fa parte di questo millenario sistema di pratiche.

Attraverso il rituale Tantra, il corpo ritrova l’armonia, il rilassamento e l’esaltazione dei sensi. L’intento principale è quello di sviluppare una maggiore consapevolezza sia in chi lo offre che in chi lo riceve; migliorando la reciproca padronanza dei desideri e delle emozioni.

Come spiegherò meglio più avanti, è  fondamentale affidarsi agli esperti per potersi  abbandonare al momento di piacere del trattamento.

Il rituale tantrico fa parte dei rituali sacri d’amore e serve anche per sviluppare la coscienza della nostra unione tra corpo, mente e spirito. È bene tener presente che il rituale tantrico non si improvvisa, al contrario prevede una grande preparazione da parte dell’operatore o operatrice, tanto studio, molta pratica e disciplina, nulla è lasciato al caso.

È auspicabile che il rituale tantrico venga svolto da un/una tantrika, cioè da chi segue un percorso spirituale e che dopo aver imparato a conoscere il corpo sottile riuscirà a percepire i malesseri e le emozioni della persona che avrà di fronte, andando a giovare sia a livello mentale che fisico. Attraverso il tocco sapiente si andranno a purificare i chakra (centri energetici) per far scorrere l’energia vitale (prana); così facendo è possibile ritrovare l’equilibro di corpo, mente e spirito e si riattiva la Kundalini.

L’energia kundalini è la fonte della forza vitale che ognuno custodisce dentro di sé. Risvegliare la Kundalini è una pratica considerata in Oriente molto significativa per la realizzazione spirituale ed il benessere di corpo, mente e spirito  di ogni individuo, ma è raramente riconosciuta come tale nelle tradizioni occidentali. Non è raro che il rituale tantrico sia associato solo alla sessualità, anche se negli ultimi anni si stanno diffondendo seminari e scuole di un certo livello in Italia, ma maggiormente al centro nord.  

La Via Tantrica per vivere in armonia

Chi intraprende la Via Tantrica si addentra in un cammino che coinvolge numerose pratiche, tra cui i rituali tantrici. Vivere nel tantrismo significa infatti condurre uno stile di vita con  tecniche e discipline mirate all’innalzamento della coscienza.

Nei vari rituali tantrici, il sesso è visto come uno strumento per raggiungere l’illuminazione incanalando l’energia dell’Universo. Di conseguenza il piacere è da considerare, tra l’altro, un mezzo per raggiungere il divino. Grazie al massaggio Tantra, si possono ottenere benefici che riguardano la totalità dell’organismo. Anche la vita sessuale e sentimentale ne trarrà dei benefici.

L’orgasmo tantrico

La focalizzazione sul Qui ed Ora nei rituali tantrici è uno degli elementi imprescindibili. Nella tranquillità del rapporto tantrico, come negli altri massaggi tantrici, le persone  possono sperimentare orgasmi multipli, che comunque non costituiscono l’obiettivo primario dell’atto.
A differenza di come viene vissuto il sesso in Occidente, dove spesso l’orgasmo è il culmine dell’amore, dura solo qualche secondo e coinvolge solo la zona genitale, nel Tantra l’orgasmo è molto di più. Gli insegnanti della scuola TantraYoga di Bologna, che si ispirano agli insegnamenti tradizionali, tramandati dai saggi dell’India e del Tibet, spiegano così l’orgasmo tantrico: “a differenza dell’orgasmo tradizionale, in cui l’uomo arriva al punto di non ritorno, eiacula e la sua sessualità crolla, nell’orgasmo tantrico l’uomo, subito prima del punto di non ritorno applica le tecniche per la continenza. Questa esperienza può aprire la porta a nuove, potenti sensazioni, facendo sì che subito dopo il primo orgasmo ne seguano altri, in una condizione di benessere multi-orgasmico”.

Per la donna il Tantra può far sperimentare due tipologie di orgasmo:

  • ORGASMO ESPLOSIVO: esperienza superficiale che comporta la dispersione dell’energia all’esterno del corpo. Coinvolge solamente l’area genitale e i chakra inferiori (primo e secondo), lascia spesso un senso di stanchezza e frustrazione perché non porta il completo appagamento. L’orgasmo clitorideo è di questo tipo.
  • ORGASMO IMPLOSIVO: esperienza in cui l’energia non si disperde all’esterno ma implode verso l’interno e verso i chakra superiori. Può coinvolgere tutto il corpo, come pure le sfere mentali ed emotive della donna, regalando un profondo stato di appagamento, fisico, mentale ed emozionale. Di questo tipo sono invece l’orgasmo vaginale e quello cervico-uterino[1]”.

Sembra complicato, eppure quest’onda tantrica può durare a lungo, un tempo in cui entrambi gli amanti possono continuare ad avere orgasmi implosivi senza eiaculazione e senza perdita di energia.
Vediamo ora i vari tipi di rituali tantrici.

Rituale Tantra Kundalini

Il rituale Tantra Kundalini deve il suo nome all’energia kundalini che grazie a questo trattamento viene risvegliata. L’obiettivo è risvegliare l’energia  dormiente. Durante questo rituale  vengono stimolati i sette chakra uno alla volta, partendo da quello del cuore la cui apertura favorisce il passaggio energetico attraverso il canale principale.

Le stimolazioni passano poi alla zona vertebrale con l’intenzione di far correre l’energia in tutto il corpo e ricavare tutti i benefici che derivano da questo risveglio. Un altro aspetto fondamentale da considerare è che l’energia vitale ha una grandissima capacità di essere convertita in energia sessuale. Per questo motivo le tecniche kundalini sono utilizzate anche nella coppia, praticandolo sotto forma di massaggio Tantra kundalini.

Rituale Tantrico Kashmiro

Detto anche “Massaggio del Tocco”, il rituale tantrico di scuola kashmira, viene utilizzato come mezzo per espandere e innalzare la coscienza, esattamente come tutte le altre tecniche Tantra.

È considerato un massaggio di tipo emozionale e sensoriale, in quanto va a sprigionare le emozioni. Attraverso il tatto si cerca di raggiunge un’esperienza meditativa e rilassante. È grazie a questo tocco, talvolta definito “sacro”, che si percepiscono tutte le sfumature e le fattezze dell’altra persona. Non a caso nelle teorie di questo massaggio si parla di “ascolto tattile”.

Con il rituale tantrico Kashmiro si pratica un vero e proprio rito che riporta ad un’intensa unione con l’altra persona.

Rituale tantrico di coppia ed il rituale Maithuna

Generalmente, una persona o una coppia che si dedica ad un percorso tantrico, vuole sperimentare diverse pratiche, al fine di concepire il sesso come mezzo per raggiungere l’appagamento, sperimentare un piacere intenso e durevole e raggiungere l’illuminazione.

Nel Tantra l’atto sessuale viene definito “rituale Maithuna”. L’uomo e la donna durante questo rito incarnano le energie femminili e maschili Shiva e Shakti  diventando l’uno per l’altra la totale espressione di divinità. Shiva rappresenta il principio maschile universale e Shakti è l’energia femminile. Nella pratica, il sesso secondo il rituale del Maithuna utilizza movimenti lenti, caratterizzato da una apparente immobilità. Nella tradizione erotica tantrica, la parte attiva del sesso appartiene alla donna, che in quel momento sta incarnando la dea Shakti.

La dualità tra uomo e donna si trasforma in unità e la fusione delle anime, in perfetto equilibrio tra energia maschile e femminile, porta ad un piacere universale.

Massaggio tantrico dei cinque elementi

Il massaggio rituale tantrico dei cinque elementi è una delle principali tecniche con cui vengono perseguiti gli obiettivi propri della filosofia tantrica. Viene impiegato per risvegliare l’energia interiore ed entrare in contatto con un livello spirituale superiore.

Anche questo massaggio va a lavorare sulle energie sessuali stagnanti (come anche il rituale kundalini, e il massaggio tantrico rituale di scuola kashmira). Questo trattamento si basa sull’ideologia orientale secondo la quale tutti gli esseri viventi sono incarnazione dei cinque elementi della natura: Acqua, Terra, Fuoco, Aria, Etere. Ciascuno dei sette chakra, ossia i centri energetici del corpo che raccolgono e metabolizzano l’energia vitale, ha una diretta corrispondenza con uno dei cinque elementi che compongono l’universo.
Il primo chakra Muladhara o Chakra della Radice  è associato all’elemento Terra, il secondo Svadhisthana o Centro Sacrale, rappresenta l’elemento Acqua, il terzo Manipura o del Plesso Solare è legato al fuoco; il quarto all’elemento Anahata o del Centro del Petto è legato all’aria; il quinto Vishuddha o Centro della Gola; il sesto è Ajna o Centro Frontale; il settimo è chiamato Sahasrara o Centro Coronale, questi ultimi tre simboleggino la luce.

A chi possono essere utili i rituali tantrici

La pratica del Tantra è utile a chiunque voglia approfondire in maniera olistica il rapporto tra corpo, mente e spirito, e rendere più sottile la propria percezione energetica. 

Tale pratica mira al raggiungimento di uno stato di equilibrio e armonia tra il corpo fisico, grossolano, e i corpi più sottili e spirituali, e può essere quindi molto utile nei casi in cui sia necessario lavorare su squilibri fisici oppure su sbilanciamenti energetici che possono causare, ad esempio, stati di agitazione,  ansia o depressione, ma è bene ricordare che, come le altre discipline olistiche, non si sostituiscono alla medicina.

Per chi vuole scoprire una sessualità più profonda, i rituali tantrici possono essere una bella esperienza per donare e donarsi una coccola o un momento di intenso piacere. Questi rituali sono consigliati alle donne vittima di abusi o  dopo la gravidanza  e a chi per vari motivi a perso la stima in se stesso/a o in un partner. È indicato anche a persone con disabilità che vogliono vivere un’esperienza amorevole e scoprire delle sensazioni diverse del loro corpo e nel contatto profondo con un’altra  persona.

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Sitografia

1 https://www.gyanastudio.it/index.php/64-servizi/156-rituali-antichi

2https://www.studiokarenshaktidevi.com/rituale-tantra-e-massaggio-tantra-vediamo-la-differenza/

3 https://massaggiorientali.biz/rituali-tantrici-tipologie.html

4https://www.cure-naturali.it/enciclopedia-naturale/terapie-naturali/medicina-naturale/tantra.html

[1] https://www.ilgiornaledelloyoga.it/tipi-orgasmo-femminile

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Storia di un devotee: tra il proprio “demone” ed il rispetto

Un’interessante intervista ad un devotee che è riuscito a tener a bada il suo “demone”. Marco (nome di fantasia), ci parla della sua famiglia e della sua  vita abbastanza “normale”. Solo la moglie è a conoscenza della sua particolarità. Essere devotee gli procura molti sensi di colpa, ma è anche un uomo  attento alle necessità delle persone con disabilità e una parte del suo lavoro è volta all’abbattimento delle barriere architettoniche. Probabilmente chi è contrario/a  ai devotee non cambierà opinione,  ma il racconto a tratti sofferto di Marco rende la sua storia toccante.

Ti va di parlare un po’ di te e della tua famiglia?

Mi chiamo Marco (nome di fantasia), ho superato la cinquantina, una famiglia piccola ma felice: sono sposato da più di vent’anni, con una figlia tra l’adolescente e l’adulto. Ho un lavoro di una certa responsabilità nella Pubblica Amministrazione e vivo in una città del centro nord. Mia moglie non è disabile ma è a conoscenza del mio “segreto”, mentre mia figlia non sa nulla.

Quando e come hai capito di essere un devotee?

Premetto che mal digerisco le etichette, compresa quella di devotee. Rispondendo alla domanda, ho da sempre avuto interesse non esclusivo per le ragazze con difficoltà motorie, ricordo ancora con “emozione” la compagna di classe di cui ero già invaghito arrivare a scuola con le stampelle ed un piede ingessato. Eravamo in seconda elementare, per cui ben prima dello sviluppo della sessualità. Non mi è mai interessato approfondire più di tanto la questione delle origini di questa attrazione ma nel mio caso credo si tratti di una caratteristica pressochè innata.

Nel corso degli anni questo interesse si è consolidato, pur non essendo mai sfociato in morbosità o peggio perversione, ho sempre avuto uno stile di vita “normale” anche dal punto di vista delle relazioni sociali e sentimentali; ho conosciuto ovviamente anche ragazze disabili ma senza mai andare a cercarle, tanto meno con l’inganno.

Fino all’avvento di internet pensavo di essere il solo al mondo con questa particolare attrazione, poi il vulcano si è scoperchiato  a cominciare dalla presa d’atto dell’esistenza in tutto il mondo di migliaia di “colleghi” di passione, nei confronti dei quali non mi è mai interessato cercare contatti diretti ma che mi hanno rafforzato nella convinzione sulla perversione della stragrande maggioranza di loro, almeno di quelli che si espongono su internet.

Che impatto ha avuto e come l’avete gestita questa situazione a livello famigliare e tra le tue amicizie e conoscenze?

Mia moglie è l’unica persona che è al corrente della mia attrazione. La scoperta è avvenuta in modo piuttosto traumatico. Un giorno le ho chiesto di mandarmi da casa alcuni documenti per il lavoro senza aver chiuso il browser con visitazioni piuttosto esplicite. Forse sto facendo psicologia spicciola, ma è stato come se volessi liberarmi di questo segreto e, passata la tempesta iniziale, mi sono sentito sollevato nei suoi confronti. 

All’epoca (mia figlia era piccolissima) decidemmo di intraprendere un percorso di psicoterapia singolo e di coppia, ma lo abbiamo interrotto quasi immediatamente di comune accordo perché non nutrivamo alcuna  fiducia in quello che stavamo perseguendo. Forse non abbiamo trovato la persona giusta; ci è sembrato un percorso lungo, tortuoso e squilibrato.

Ti senti di avere dei sensi di colpa o dei punti di forza per essere attratto da chi ha difficoltà fisiche?

Ho sempre vissuto interiormente questo mio interesse particolare con un grandissimo senso di colpa e di vergogna, temo inevitabile da persona sensibile quale mi ritengo. La mia è una frustrazione quasi fisica, essendo attratto da ragazze in difficoltà, non certo una cosa di cui farsi vanto. L’approfondimento del fenomeno su internet mi ha aperto successivamente scenari variegati e quindi meno colpevolizzanti, anche se l’argomento resta scabroso e con punti di vista diversi e contrapposti, sia all’interno della categoria dei disabili che di quella dei “devotee”.

Dal punto di vista etico e sociale, questa mia caratteristica paradossalmente mi ha consentito di sviluppare una sensibilità particolare e, se mi è consentito, anche di empatia nei confronti delle problematiche e delle esigenze dei portatori di handicap: è solo un esempio banale, ma mai e poi mai parcheggerei l’auto nemmeno per poco tempo nel posto riservato ai disabili. Nel mio lavoro, nel poco di mia competenza, una parte importante è rivolta con passione all’eliminazione delle barriere architettoniche.

Hai conosciuto ragazze disabili ma senza andare a cercarle e senza mai “ingannarle”. Ti va di raccontare dove e perché vi siete incontrati e come si è sviluppato il vostro rapporto?

Nella vita quotidiana non ho mai approcciato ragazze disabili allo scopo di soddisfare la mia attrazione, credo abbiano prevalso il mio pudore ed i sensi di colpa cui ho accennato sopra. Le ragazze disabili conosciute nella vita reale derivano quindi da incontri casuali come tutti gli altri: studio, lavoro, tempo libero e quant’altro. In questi casi ha sempre prevalso il mio raziocinio ed il mio equilibrio, mi sono sempre comportato con loro in modo “normale” e che credo non si siano mai accorte del mio occhio particolare.

 I miei due unici incontri con ragazze disabili sono avvenuti a seguito di conoscenze in rete. Entrambi risalgono a tantissimi anni fa, ovvero agli albori di internet. Con entrambe le ragazze sono stato chiaro e trasparente dall’inizio nella mia attrazione particolare (d’altronde ci siamo conosciuti in forum a tema), ma le storie sono diversissime tra loro.

Nella prima avevo conosciuto da poco la mia futura moglie; non eravamo fidanzati, per cui avevo libertà di movimento anche morale per capire che cosa davvero volessi. La ragazza, conosciuta in un forum di ‘devotee’, (mi ha cercato lei ma poco cambia) era affetta da una malattia degenerativa, con periodi intervallati tra remissione e crisi con ricadute ogni volta più invalidanti. L’esito definitivo sarebbe stato inevitabilmente la paralisi completa delle gambe con la conseguente vita in sedia a rotelle, sperando che la malattia non salisse anche verso tronco e braccia.

Era una ragazza molto forte e, nei limiti del possibile, serena. Professionista di valore, qualche anno più di me, attorno ai trentacinque anni. Purtroppo avevamo aspettative molto diverse: io, ingenuamente preso dalla novità, volevo solo sperimentare il mondo che avevo sempre represso, mentre lei voleva rifarsi una vita essendo in fase di separazione dal marito, spaventato dal rapido incedere della sua malattia. Ci siamo frequentati alcuni mesi in chat, incontrati qualche volta di persona, per poi capire che non era quello che volevo, soprattutto che non era la persona giusta per me a prescindere dalla sua disabilità.

Lei invece non si capacitava di come io, attratto da ragazze disabili, potessi esitare nell’avere una relazione stabile con lei. Era come se si fossero ribaltati i ruoli, mi dava per scontato! Ovviamente in quel periodo i miei sensi di colpa raggiunsero i massimi livelli. Mi è servito diverso tempo per metabolizzare questa storia e anche questa volta ne sono uscito definitivamente qualche tempo più tardi, dopo averne parlato con mia moglie, ovviamente omettendo i particolari più scabrosi e nel rispetto totale della privacy della ragazza.

La seconda storia, qualche anno dopo, è molto più leggera. Nel frattempo ci eravamo sposati, era nata la piccola e ci eravamo trasferiti temporaneamente in una casa enorme, assieme a mia suocera che dava una mano a mia moglie con la bambina. Di fatto pochi mesi di vita separata nella quale ho contattato (questa volta io) una ragazza disabile in una chat a tema, escludendo esplicitamente coinvolgimenti sentimentali. Pochi giorni per capire che il “sesso a distanza” non fa per me e qualche settimana per chiudere definitivamente, questa volta senza sensi di colpa se non con un po’ di vergogna nei confronti di me stesso.

Mi hai raccontato che con tua moglie avete intrapreso un percorso di psicoterapia, ma vi siete trovati male e non avete più affrontato la questione. Ti va parlare di questa scelta? Come mai non avete fatto altri tentativi?

Da allora effettivamente non ne abbiamo più parlato, io soddisfatto del peso che mi ero tolto e lei tranquillizzata dalla serenità con cui tenevo e tengo a bada il mio “demone”. Forse non è stata modalità da manuale, soprattutto in assenza di controprova, ma dopo tanto tempo ancora funziona.

In realtà recentemente ho fatto un altro tentativo in solitaria, ho contattato una professionista, questa volta molto preparata ed empatica che mi ha proposto una sessione di tre incontri focalizzati sulla problematica, al termine dei quali decidere se e come proseguire. Ebbene, forse sto peccando di presunzione, ma anche questa volta ho deciso di interrompere, o meglio di fermarmi dove eravamo arrivati. Il punto è che non vedo valore aggiunto per me in un percorso di psicoterapia: alla mia età specialmente mi ritengo perfettamente in grado di controllare le pulsioni sconvenienti e allo stesso tempo non credo sia possibile “guarire” da questa attrazione, ammesso che ci sia qualcosa da cui guarire.

Su discorso devotee c’è chi è favorevole  e chi è contrario. Ti va di dare dei consigli a chi cerca un devotee, a chi è contrario ed infine come si deve comportare un devotee per trovare ciò che desidera e per gestire il proprio “demone” o per affrontare i sensi di colpa?

La domanda è molto interessante ed altrettanto complessa; oltre alla mia esperienza diretta posso portare al dibattito solo alcune riflessioni personali maturate negli anni. In modo del tutto laico, penso ogni persona sia un unico ed irripetibile, non a caso ad una domanda precedente ho risposto manifestando insofferenza per le etichette parziali.

Se pensiamo al “devotee” come ad un soggetto che si eccita solo in presenza di una difficoltà motoria o peggio di un oggetto inanimato, che considera le disabili stesse come un feticcio e non come persone e soprattutto con una vita sociale, affettiva e sessuale condizionata esclusivamente da questa attrazione, sono  il primo a ritenere che siamo di fronte ad una patologia che va contenuta e respinta, sia nel caso di avance troppo esplicite sia all’opposto in caso di approcci subdoli e ingannatori.

Se invece inseriamo questa attrazione nel complesso delle caratteristiche di una persona, la lettura del fenomeno può essere diversa, quanto meno più articolata. Se sono presenti sincerità, fiducia e soprattutto rispetto reciproco credo che il fenomeno possa essere anche una risorsa, ovviamente avendo ben chiari quali sono i limiti ed i confini.

Non sono e non voglio certo fare il “verginello”, ma credo che la mia storia sia una testimonianza ed uno spunto di riflessione, anche se non sono qui per convincere nessuno.

Vorrei aggiungere un’ultima considerazione. Si dice che tra adulti consenzienti sia tutto lecito ed è sicuramente vero, ma attenzione agli squilibri emotivi e psicologici delle situazioni. E questo vale non solo per una persona disabile che approccia il mondo devotee esclusivamente per trovare una scorciatoia, ma anche al contrario, come dimostra la storia che raccontato con la persona che “pretendeva” mi legassi a lei solo in quanto disabile. Come se fosse una condizione sufficiente.

Vuoi aggiungere altro che non è emerso dalle domande precedenti?

Vorrei semplicemente ringraziarti per avermi dato l’opportunità di esternare sentimenti e considerazioni che mi stanno molto a cuore e che avevo sempre tenuto rinchiusi dentro me stesso. E ti ringrazio di averlo fatto con grande professionalità, senza pregiudizi e senza indulgenza nei miei confronti e della mia storia.

Se avete una storia interessante da raccontare, che abbia a che fare con la disabilità, i bambini, l’amore, la sessualità, la famiglia… potete mandare una mail a: marziacastiglione81atgmail.com 

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Relazioni: quali sono le cose basilari nei vari tipi di rapporti?

Quante relazioni ci sono? Analizziamone alcune. 1

Relazioni: quando preoccuparsi?. 2

Alcune dinamiche di coppia. 3

Relazioni poliamorose. 4

L’importanza delle regole e del rispetto. Qualche consiglio pratico. 4

L’importanza di educare all’unicità di ognuno di noi 5

Lo psicologo Erich Fromm ha dato la seguente definizione dell’amore:

“l’amore è un potere attivo dell’uomo; un potere che annulla le pareti che lo separano dai suoi simili, che gli fa superare il senso di isolamento e separazione, ma comunque gli permette di essere se stesso e di conservare la propria integrità. Sembra un paradosso, ma nell’amore è quando due esseri diventano uno, tuttavia restano due”.

 Non esiste un’unica definizione per quello che è, forse, il sentimento più importante che ci preserva e ci unisce gli uni agli altri. Ognuno di noi ha la propria idea, questa è il risultato di vari fattori che influiscono positivamente o negativamente sul nostro concetto d’amore: la cultura, il paese e l’epoca storica in cui nasciamo, l’educazione ricevuta, l’età e le esperienze.. L’amore cambia nel tempo e in base alle persone: quando si è alle prime esperienze è più facile sentirsi perdutamente innamorati, rispetto a chi è in un’età più avanzata.

Certo è che l’amore è essere in relazione. E proprio di relazioni cercherò di parlarvi. Mi soffermerò sulle aspettative che spesso i nostri cari e la società alimentano. Fornirò punti di vista su relazioni “sane, atipiche e sbagliate” attingendo al pensiero personale e di vari esperti; perché essere  innamorati e in relazione, a volte non dovrebbe essere classificato: se c’è rispetto reciproco, un sentimento vero non sempre  si desidera una “relazione classica”.

Quante relazioni ci sono? Analizziamone alcune

Esistono tanti tipi di relazioni sentimentali, dalle più classiche a quelle considerate atipiche nella nostra cultura, a quelle dannose.

Spesso il contesto socioculturale immagina solo le relazioni classiche meglio se tra persone eterosessuali. “E’ un bravo ragazzo con un lavoro stabile? Vi sposate in chiesa? Quando ti sposi, hai quasi trent’anni?! Quando fate un bambino?”

Quante volte facciamo o ci sentiamo rivolgere queste domande. Spesso l’immaginario collettivo tende a pensare una relazione di coppia come due persone accumunate da un percorso di vita simile. Le aspettative sulla coppia sono perlopiù: il fidanzamento, il matrimonio e i figli.

A mio avviso, la domanda più importante dei genitori e degli amici, ma anche la più difficile da fare, è: “Sei/siete felice/i?”

È bene ricordare anche che le relazioni possono avere mille sfaccettature. Non tutte le persone sognano di mettere su famiglia. E non solo, non tutte le persone vogliono una relazione. C’è chi sceglie di essere single, chi cerca molte avventure, c’è chi ha una relazione stabile da tempo e sceglie la convivenza, altre coppie poi scelgono il matrimonio e la famiglia.

Tendiamo a pensare che una vera relazione sia solo monogama ovvero esclusiva. Eppure esistono anche relazioni non monogame, ma etiche. Che significa “relazione etica”? Ce lo spiga Violeta Benini, nel suo libro “Senza Tabù”: “(…) Vuol dire che le persone coinvolte scelgono consapevolmente un tipo di relazione aperta o di altra natura.”

Le relazioni “atipiche” possono essere diverse e ci vorrebbe maggior educazione al rispetto di ogni differenza.

Relazioni: quando preoccuparsi?

Una relazione sana si caratterizza per il rispetto, la fiducia, l’onestà e la buona comunicazione tra le persone coinvolte; ma anche per la possibilità che ciascuna conservi l’identità e la personalità individuale. Viceversa, un rapporto sbagliato può essere caratterizzato dall’assenza di tali aspetti, i quali vengono sostituiti dal disprezzo, la disonestà, la menzogna, l’incomunicabilità e l’urgenza di cambiare la propria natura per compiacere il partner. Talvolta, anche nei rapporti sani possono emergere questi atteggiamenti disfunzionali e negativi, ma solo per periodi di tempo brevi e isolati. Se si vive una relazione con uno di questi “sintomi” in maniera regolare e per un lasso di tempo considerevole, probabilmente si tratta di un legame perverso, che è opportuno scogliere. È importante imparare a riconoscere fin dall’inizio a riconoscere i segnali negativi che potrebbero manifestarsi nei tuoi rapporti.

Alcune dinamiche di coppia

“Nelle prime fasi dell’amore, quando si è reciprocamente  innamorati prevalgono gli assoluti di totalità, esclusività ed eternità, è una fase magica, ciascuno si sente capito, accettato ed amato per quello che è. Progressivamente, questo vissuto di accettazione totale si ridimensiona e si trasforma in affermazione di sé, potrebbero cominciare ad affiorare le proprie configurazioni, i propri bisogni, ciascuno inizia venir fuori per come è.

Questo passaggio è scontato e naturale, come è altrettanto scontato e probabile è pensare che quando l’altro inizia a venir fuori con i propri bisogni, superata la fase della totalità, non ci ami più come all’inizio, quindi  ci sentiamo offesi ed arrabbiati. Contemporaneamente, per l’altro non è facile fare i conti con questa nostra sensazione di frustrazione e rabbia.

Per tutte le coppie la crisi è inevitabile e, generalmente, l’affermazione di sé ne è la causa[1]”. Il bello dell’amore è essere capaci di supere le difficoltà e i momenti di crisi, senza aver timore di chiedere aiuto, se da soli non si riesce!

Tuttavia, come si diceva all’inizio, è bene anche ricordare che ci sono persone single che hanno una vasta gamma di relazioni pur non sentendosi legate a qualcuno in particolare. Solitamente una coppia condivide una progettualità. Ci sono persone che amano le relazioni sporadiche o continuative, senza le consuetudini tipiche di una coppia.

Relazioni poliamorose

L’essere umano è per natura poligamo. L’esperienza della monogamia è stata costruita ad hoc nelle diverse culture per garantire alla prole la paternità, introducendo un nuovo concetto di relazione intima e di famiglia. In realtà nella storia sono sempre esistiti gruppi in cui l’esperienza “poli” era contemplata e vissuta in armonia e grande rispetto tra le persone.

“È stato stimato che negli Stati Uniti circa il 4-5 % degli individui sono attualmente coinvolti in una relazione consensuale non-monogama (Rubin, Moors, Matsick, Ziegler & Conley, 2014) e circa una persona su cinque ha fatto esperienza di questa forma di relazione in un periodo della propria vita (Haupert, Gesselman, Moors, Fisher & Garcia, 2017).

Il termine relazioni consensuali non-monogame racchiude una costellazione di configurazioni relazionali che prevedono la possibilità di instaurare rapporti affettivi e/o sessuali con più partner nello stesso momento (Rubin et al., 2014); ciò avviene con l’accordo e il consenso da parte di tutte le persone coinvolte. [2]

Chi vive questo tipo di relazione non ha scelto il partner sbagliato, ma semplicemente sente il bisogno di stare anche con altre persone perché da ogni individuo può ricavare sentimenti ed emozioni diverse.

L’importanza delle regole e del rispetto. Qualche consiglio pratico

In tutti i tipi di relazioni, tipiche e atipiche, è bene stabilire delle regole condivise. Quando una relazione è palesemente sbagliata? Ad esempio, quando si vuole in tutti i modi prevaricare l’alta persona. In questa situazione mancano le basi di una relazione: il rispetto, il voler il bene dell’altra  persona, l’amore o per lo meno l’affetto.

Qualsiasi tipo di relazione si viva è bene ricordarsi che i sogni, le idee, il tempo per noi stessi/e in primis e della/e persona/e che amiamo sono importanti. Se una persona viene meno alle regole, tradisce la fiducia del partner.

Cercare di imparare dal nostro passato decisamente non è semplice, ma può essere un buon proposito. Se non ti dai il tempo di capire che cosa è andato storto nei rapporti precedenti, potresti cadere più volte nel rischio di costruire relazioni sbagliate. Prima di intraprendere una nuova storia, fermati e pensa a tutte quelle passate. Quante di loro sono finite male? Perché si sono chiuse in questo modo? Che cosa, secondo te, non andava nel tuo partner? Cosa non andava in te? Che cosa, invece, funzionava?

Talvolta bisogna superare i sensi di colpa per analizzare lucidamente cosa  non ha funzionato o cosa è cambiato nella relazione, senza farsi condizionare troppo dai molteplici  giudizi degli altri.

L’importanza di educare all’unicità di ognuno di noi

Nella società italiana le relazioni hanno spesso a che vedere con l’esclusività del rapporto. Ciò non toglie che le persone si interroghino, ad un certo punto della relazione, se non sia possibile trovare attenzioni altrove. Certo è che questo momento di definizione e talvolta di crisi del rapporto, porta con sé una serie di possibili rischi – spiega Gabriele Lo Iacono, psicoterapeuta autore di “D’amore e d’accordo” (edizioni Erickson) – uno di questi è quello di cercare di inquadrare il rapporto “dentro schemi precostituiti, come regole stabilite in anticipo dai copioni diffusi. Ma ognuno di noi è un essere complesso e unico e per questo stiamo stretti nei copioni in cui altri vorrebbero rinchiuderci”.

Sono d’accordo con il professor Lo Iacopo che sottolinea la nostra unicità, in molti casi nessuno meglio di noi stessi conosce i nostri sentimenti, relazioni, aspirazione e bisogni.

In qualsiasi relazione è auspicabile che ci siano la libertà, l’ascolto ed il rispetto reciproci. Per arrivare a ciò e evitare storie sbagliate che, a volte, diventano casi di cronaca nera, sarebbe auspicabile intervenire di più sull’educazione dei bambini, delle bambine e degli adolescenti per insegnare loro che esistono tanti tipi di relazioni.

“Nei paesi del nord Europa, l’educazione sessuale e sentimentale è considerata uno strumento per garantire la salute fisica e psicologica della popolazione, ridurre le gravidanze precoci e contrastare la diffusione delle malattie.

E’ obbligatoria nell’Unione europea, con poche eccezioni tra cui l’Italia. In Danimarca sono previste lezioni anche con omosessuali e in Francia i programmi vertono su prevenzione Hiv. Nelle scuole italiane i corsi sono lasciati all’iniziativa dei docenti e organizzati dai consultori: “I ragazzi vogliono sapere e discutere, ma gli istituti hanno sempre meno fondi e il numero dei corsi diminuisce di anno in anno”, spiegano le associazioni. Intanto in un villaggio in Pakistan la “sex ed” entra in classe con il permesso delle famiglie[3]”.

L’obbiettivo di un’unione  non dovrebbe essere solamente il matrimonio e la famiglia, ma la serenità propria e delle altre persone, in qualsiasi relazione si scelga liberamente e consapevolmente di vivere!

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[1] https://www.psicologia-psicosomatica.it/2021/08/05/le-principale-causa-della-crisi-di-coppia-e-laffermazione-di-se/

[2] https://www.stateofmind.it/2020/10/poliamore-attaccamento/

[3] https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/08/educazione-sessuale-in-olanda-si-inizia-a-4-anni-in-italia-non-ce-una-normativa/1008863/

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Disabilità ed omosessualità: confrontiamoci

Il 29 gennaio 2022, insieme allo psicologo e psicosessuologo Francesco Battista e a Nadir Malizia, abbiamo tenuto un webinar su disabilità ed omosessualità. Ci siamo confrontati sulle barriere culturali, sociali ed architettoniche che le persone disabili L.G.B.T.Q. (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender e queer) devono, ancora, oggi affrontare. Non è mancato il riferimento alla realtà del nord Europa e i consigli per trovare la propria identità, la serenità e l’amore. Obiettivo del webinar è stato quello di dare consigli alle persone ed alle famiglie, creando spunti su come abbattere le barriere mentali e culturali, su come vivere la sessualità se hai una mobilità ridotta, vincendo timidezza e paure.

Anche questo webinar fa parte di un ciclo di incontri su amore e sessualità, che si propongono di rispondere alle domande degli utenti del gruppo Facebook: “Amore, disabilità e tabù: parliamone!” Il gruppo vuole essere un luogo di incontro virtuale, per fare conoscenza, scambiare informazioni sui temi che riguardano l’amore, la sessualità, talvolta accolta e altre volte negata, per le persone con disabilità motoria, sensoriale e cognitiva. E’ anche rivolto a tutti coloro che, per vari motivi, si relazionano con il mondo delle disabilità.

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L’apice del piacere ed il consenso per scoprire noi stessi e gli altri

Spesso si sottovaluta l’importanza che l’appagamento sessuale può avere sul benessere psicofisico delle persone. Dopo molti articoli e letture sui vari aspetti della sessualità, desidero soffermarmi sull’apice del piacere sessuale e l’importanza del consenso, prendendo spunto da diversi libri e ricerche. Partiamo da che cos’è l’orgasmo. Si tratta di un’esperienza altamente soggettiva, legata al piacere sessuale che porta l’individuo ad uno stato emotivo e fisico di benessere e di appagamento. Il dizionario Treccani riporta la seguente definizione: “Stato di eccitamento parossistico. In particolare, orgasmo sessuale, complesso evento psicofisiologico, di breve durata, che costituisce l’acme dell’eccitamento sessuale ed è accompagnato da un particolare stato di coscienza, intensamente piacevole: raggiunto in seguito a stimolazioni sia somatiche sia psicologiche, è caratterizzato da una serie di azioni neuromuscolari non controllate dalla volontà, che culminano per l’uomo nell’eiaculazione e per la donna in contrazioni perivaginali e altri fenomeni motori e secretori riflessi, determinando la risoluzione delle tensioni sessuali; con riferimento alla sessualità femminile, sono stati distinti un orgasmo vaginale e un orgasmo clitorideo (a seconda dell’area erogena più specificamente stimolata o a più spiccata eccitabilità)”.

Già solo il vocabolario (testo non medico scientifico) mette in risalto il fatto che l’apice del piacere riguardi sia il corpo che la psiche.

La sessualità dovrebbe essere sempre vissuta libera da tabù, tra persone consenzienti ed in modo appagante. Va detto che, in molti casi, fortunatamente, l’appagamento sessuale non è più un tabù, ma in altre situazioni, soprattutto quando si ha a che fare con una persona con disabilità, ancora si tende a non svelare ed affrontare i vari aspetti legati alla sessualità.

In un rapporto sessuale non sempre si raggiunge l’orgasmo. Ma è pur vero che questo step può rappresentare un’esperienza unica per chi lo prova ed un motivo di orgoglio per chi lo dona. Una corretta educazione sessuale, la voglia di giocare e sperimentarsi, associata ad una maggior confidenza e un maggior dialogo, possono essere risolutivi per sviluppare la consapevolezza necessaria per raggiungere l’orgasmo. Un rapporto sessuale senza piacere può non essere appagante e lo stesso vale anche quando una delle  persone coinvolte non dimostra di provare piacere.  Ogni persona ha il diritto di vivere a modo proprio il sesso e le proprie esigenze.

Il libro: “Club Godo, una cartografia del piacere”, di June Pla, fa una distinzione tra il godimento e l’orgasmo. Il primo “è un piacere che traiamo da una certa situazione (…). L’orgasmo è l’esplosione che fa capire di aver raggiunto il massimo del piacere”.

Cerchiamo, pertanto, di fare chiarezza con dati storici e statistici.

Da quando l’orgasmo non è più un tabù?

[1]Nella nostra società, l’orgasmo ha perso la sua etichetta di tabù a partire dagli anni ’50, quando si è passati da una visione funzionale della sessualità, limitata alla procreazione, all’idea che il raggiungimento del massimo grado di soddisfazione erotica costituisca la quintessenza di un rapporto felice. Il rapporto amoroso ed il piacere possono essere vissuti associati al fine riproduttivo o solamente legati al benessere delle persone.

A partire dagli anni  ’60, la sessualità della coppia ha iniziato a prevedere la partecipazione attiva e coinvolta della donna. L’orgasmo femminile, così come quello maschile, non sono più un tabù né un motivo di vergogna: anche le donne iniziano a rivendicare il loro diritto al piacere. Nel 1976 Willy Pasini, padre della sessuologia italiana, scrive: “far l’amore con piacere è diventato un nuovo dovere sociale”. Grazie a vari studiosi, oggi giorno possiamo affermare che l’orgasmo non è una risposta meccanica ad uno stimolo, ma è un’esperienza soggettiva legata al piacere.

Perché è importante parlare di orgasmo?

In una recente ricerca americana sull’orgasmo emerge che l’86% degli uomini dichiara di raggiungerlo dopo un rapporto sessuale, mentre per quanto riguarda le donne la percentuale si abbassa al 75% nel caso di rapporti omossessuali e al 62% nel caso di rapporti eterosessuali. Sembra esserci quindi una difficoltà significativa per entrambi i sessi a raggiungere il traguardo del percorso.

Sicuramente, la percentuale rispetto al sesso femminile è più allarmante di quella maschile. Il dato sembra essere confermato da un recente sondaggio svolto dall’azienda Durex su 2000 clienti da cui emerge che solo il 15% delle donne raggiunge l’orgasmo durante il rapporto e ben 2 donne su 10 non hanno mai provato orgasmi durante l’atto sessuale.

Le statistiche mettono in evidenza come sia frequente tra le donne la sensazione di non riuscire a raggiungere il massimo del piacere. In molti casi, questa condizione porta le donne a fingere il piacere. Il rischio di questo comportamento riparatore è  che la donna entri in un circolo vizioso da cui è difficile uscire. C’è poi da tener presente che nessuna donna nasce orgasmica, è importante che ogni donna impari a conoscersi per poter raggiungere il massimo piacere che è determinato anche dalla capacità di lasciarsi andare.

Per l’uomo il percorso può essere altrettanto faticoso, ma in maniera diversa: l’uomo ha l’obiettivo fondamentale di eiaculare attivando il riflesso eiaculatorio che in genere parte a seguito di una eccitazione sessuale, ma non sempre a questa eiaculazione corrisponde la sensazione di orgasmo. Infatti, a fronte di una tendenza ad identificare l’orgasmo maschile con il verificarsi dell’eiaculazione va ricordato che i due eventi non sono assimilabili. A differenza di quanto può accadere nella donna, l’uomo non può mettere in atto comportamenti riparatori che gli permettono di aggirare l’ostacolo o di fingere che il problema non sussista.

Quando ritenersi pronto/a e come comportarsi

Non esistono tempi giusti per avere o non avere un rapporto sessuale, sono d’accordo con Violeta Benini che nel suo libro “Senza Tabù”, sottolinea che una persona non dovrebbe essere influenzata/o né dai coetanei che hanno già avuto questa esperienza, né dai contesto sociale che magari può esortare ad aspettare. Il momento giusto è soggettivo e nessuno meglio di noi stessi se ne può rendere conto. Per quanto concerne il  piacere, è importante sottolineare che tutto il corpo è erogeno, ma vanno rispettati i tempi e i modi diversi di toccarlo. Molti testi sottolineano che, nel rapporto sessuale tutto è importante e tutto può essere piacevole. In tale ottica, in un rapporto non solo la penetrazione può essere appagante.

 Inoltre, ci può essere eccitamento anche senza arrivare per forza all’orgasmo. Le fantasie, poi, possono dare scariche di endorfina: ormone fondamentale per l’eccitamento sessuale. Tutto il corpo è erogeno, fermarsi solo alle zone classiche vuol dire vedere solo la punta dell’iceberg. Tuttavia anche la Dottoressa Benini chiarisce che uno scompenso ormonale può avere degli effetti negativi sul desiderio; se il sintomo persiste e non è associato al periodo della gravidanza o allattamento, può essere opportuno quindi rivolgersi ad uno specialista.

L’anorgasmia

[2]Confidare di avere difficoltà a raggiungere l’orgasmo, sia in un rapporto sessuale che nell’autoerotismo, non è facile. Eppure, parlare con un professionista può aiutare a risolvere il problema e riscoprire il massimo piacere.

Chi vive il disturbo dell’anorgasmia, infatti, non raggiunge né le contrazioni involontarie né la scarica completa di eccitazione irradiata a tutto il corpo, oltre a rinunciare (senza volerlo) al completo senso di soddisfazione ed abbandono che l’orgasmo infonde.

Le cause del disturbo sono svariate; tra le più importanti ci sono:

  • La mancanza d’istruzione sessuale: l’apprendimento scorretto e l’ignoranza in materia;
  • L’inesperienza e la scarsa conoscenza di sé: se una persona non conosce il funzionamento del proprio corpo, è difficile che possa riuscire, in una relazione o da solo/a, a lasciarsi andare ed a raggiungere il piacere. Non può neanche “istruire” il/la partner su ciò che lo porta al piace;
  • Un eccessivo autocontrollo: un’educazione rigida, il vivere il sesso come un tabù, le restrizioni culturali e religiose, così come l’ansia da prestazione, sono  cause che possono influenzare l’insorgenza del disturbo sessuale;
  • Un problema organico: l’anorgasmia potrebbe essere provocata da farmaci, o da sostanze dopanti, traumi fisici a livello genitale, traumi pregressi, violenze sessuali ed abusi.

L’orgasmo anale esiste davvero?

A questa domanda risponde MySecreCase: “esiste, anche se non dovremmo definirlo orgasmo anale. L’orgasmo infatti è solo uno, ed è quello che viene prodotto dal nostro cervello e che può scatenarsi grazie alla stimolazione di alcune zone del corpo, tra cui quella anale e perianale.
L’orgasmo anale non ha genere: se per chi ha il pene questa stimolazione può essere il modo migliore per scoprire tutti i pro della prostata, chi ha la vulva prova comunque piacere perché nel mentre vengono stimolati i muscoli pelvici che, tra le altre cose, stringono le pareti vaginali e il clitoride.

A oggi sono ancora poche le ricerche su questo tipo di piacere, ma uno studio del “National Survey of Sexual Health and Behaviour” ci rivela che il 94% delle donne ha raggiunto l’orgasmo tramite stimolazione dell’ano mentre per quanto riguarda gli uomini si tratta del 100% degli intervistati. È vero comunque che gran parte delle persone, affinché questo tipo di orgasmo arrivi, necessita di una stimolazione aggiuntiva, che sia del pene, della clitoride.

Ma cosa si prova durante questo tipo di orgasmo? Man mano che si stimola la zona, il piacere e la tensione sessuale aumentano fino a raggiungere un apice: qui cominciano le contrazioni muscolari ritmiche dell’orgasmo e si sentono delle onde di piacere concentrarsi per tutta l’area anale. Insomma, è una sensazione molto simile a quella degli orgasmi a cui siamo abituati e sopra descritti, ma focalizzata su tutta un’altra zona.

Come ritrovare il piacere

Nella coppia è importante il desiderio di appagare la/il partner, di soddisfarla/o, anche se prima sarebbe necessario saper amare sé stessi/e.

Qualora l’ostacolo al raggiungimento dell’orgasmo fosse collegato ad un blocco psicologico e fisico sarebbe utile rivolgersi ad un/a professionista del settore, (urologi/ginecologici, psicologi, psichiatri, operatori olistici) che siano in grado di avviare un percorso alla riscoperta del proprio piacere.

Il primo passo per risolvere un disturbo è quello di riconoscere di avere un problema e di chiedere aiuto.

L’importanza dell’educazione e della comunicazione

Ho voluto parlare del massimo piacere sessuale perché spesso è visto come un tabù, a volte basterebbe più comunicazione ed una corretta informazione per liberarsi da inutili pregiudizi. Va inoltre considerato che, quando si tratta di persone con disabilità il tabù è doppio ed, in molti casi, è difficile avere accesso alle informazioni da fonti attendibili (medici, psicologi, libri, podcast). Essere disabili non vuol dire non avere pulsioni, desideri o problemi legati alla sessualità, nonostante questo si tende ancora troppo a sottovalutare la sessualità delle persone con disabilità.

Parlando dell’importanza dell’educazione, penso che la famiglia e la  scuola andrebbero più sostenute nell’educare bambini e adolescenti, con e senza disabilità, al rispetto ed al rifiuto.   Sul tema del rifiuto, Eric Lindsey, professore associato del dipartimento di psicologia presso la Pennsylvania State University-Berks Campus, affermava che  non si tratta di eliminare l’affetto, fondamentale allo sviluppo umano, ma di imparare a conoscerne e stabilirvi i limiti appropriati, si tratta quindi di prendere coscienza dei corpi, i desideri, i sentimenti le aspettative: sono tutti elementi che ci portano a vivere un’esperienza sentimentale sana e gioiosa.

[1] https://www.centroclinicospazioiris.it/orgasmo-sessualita/

[2] https://www.paginemediche.it/benessere/sesso-e-sessualita/perche-non-si-raggiunge-l-orgasmo

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Sessuologia, un volume utile ma non completo sui “fatti della vita”

Il libro: “Sessuologia, tutto quello che non sapevi di voler sapere sul mondo del sesso”, edito da Gribaudo, autore Daniel Giunti – psicologo, psicoterapeuta e sessuologo e fondatore del Centro Integrato di Sessuologia “Il Ponte”- offre una panoramica su ricerche, fatti e curiosità, talvolta credibili altre volte bizzarri e divertenti, sul comportamento sessuale.

L’autore in questo volume ha voluto raccontare la sessualità con uno sguardo inedito, per dimostrare che non esistono modi giusti e sbagliati di vivere il sesso, ma solo preferenze più frequenti o più atipiche.

E’ un libro di facile lettura, accattivante ed ironico.

Ho trovato particolarmente interessanti i capitoli “Arte, storia e cultura” e “Sessualità bizzarra”. Nel primo si mette in luce come la sessualità si esprime in modi differenti a seconda del contesto storico e culturale, ne riporto un breve estratto: “La società costruisce  regole e tabù che variano da paese a paese e nei diversi periodi storici.  Un esempio lo abbiamo nell’antica Grecia dove le relazioni fra adulti ed adolescenti erano considerate fondamentali nell’educazione dei giovani”.

Curiosità

Tra le tante particolarità raccontate nel libro mi ha colpito quella relativa al Dottor Kellogg, che produsse i suoi primi cereali come “antidoto” alla masturbazione. Il primo vibratore? La zucca di Cleopatra. Era un contenitore con forma fallica con dentro api vive che muovendosi vibravano. Questo dispositivo, molto innovativo per l’epoca, poteva essere appoggiato sui genitali per godere della vibrazione e pare essere legato alla figura di Cleopatra, dipinta come femme fatale e donna sessualmente libera e moderna. Il Vagina Museum di Londra ha aperto nel 2019 con lo scopo di diffondere informazioni corrette sulla vagina e la vulva.

A Reykjavík, in Islanda è stato inaugurato nel 1997 un museo tutto dedicato al pene. Il museo contiene una collezione di 209 peni e parti di pene, appartenenti a pressoché’ tutti i mammiferi terrestri e marini presenti in Islanda. Nel museo è possibile ammirare circa trecento stranezze artistiche ed utensili collegati al tema del museo. Sempre sul tema organo riproduttivo maschile, avrei aggiunto un accenno a Castelmola, paese in Sicilia erotica. Qui nel 1947 fu aperto il bar Turrisi. Il locale si estende su tre piani e l’arredamento è tutto dedicato al membro maschile.

Il borgo di Castelmola è noto anche  per aver ispirato il romanzo osé di D.H. Lawrence. L’opera trae ispirazione dalle voglie sessuali della baronessa tedesca Frieda Von Richthofen, moglie dello stesso autore. Lawrence amava raccontare le avventure erotiche della moglie (con il suo appagato consenso) cambiando nomi ai protagonisti e ai luoghi.

Tornando al volume,  ampio spazio viene riservato alla cultura giapponese, famosa per le pratiche di BDSM (Bondage,  Dominazione/Disciplina, Sottomissione/Sadismo, Masochismo) e molte forme di feticismo. Per esempio si racconta il Bukkake, la pratica di eiaculare sul viso della donna. Secondo alcune versioni era un rito nuziale, secondo altre si trattava di una punizione all’adulterio. Il Burosera poi, è la vendita di biancheria intima delle studentesse giapponesi. Nel volume però, non vengono spiegate le ragioni storiche e sociali legate al diffondersi delle pratiche in determinati paesi.

Parlando sempre di paesi e culture diversi dall’occidente nel volume si afferma che la cultura indiana ha avuto un ruolo significativo nella storia della cultura umana. Sono infatti di origine indiana alcune tra le prime opere  al mondo (come ha esempio il Kamasutra) che hanno trattato il rapporto sessuale come una vera e propria forma d’arte e di scienza. L’autore spiega che il fascino di alcune idee espresse in queste opere sono giunte fino ai tempi moderni, influenzando i nostri atteggiamenti nei riguardi del sesso. A questo punto si è  persa, a mio avviso, l’occasione di terminare il discorso con la filosofia e il rituale tantrico, nate anch’esse in India ed altri paesi orientali e giunti fino a noi.

Sessualità atipica

Interessante il capitolo dedicato alla sessualità atipica o estrema. Questi modi di vivere il rapporto sessuale non sono sinonimo di perversioni o di patologie mentali. La scienza ritiene che questi tipi di sessualità fanno parte delle naturali variazioni in fatto di preferenze erotiche. Nella sessualità atipica si mettono in atto pratiche insolite come ad esempio assomigliare ad oggetti o assumere comportamenti canini, legarsi, bendarsi o sottomettersi. Tali situazioni sono le uniche capaci di accende l’eccitamento sessuale in alcune occasioni, ma va sottolineato che non siamo ancora nell’ambito della patologia. Il disturbo da curare si ha quando le pratiche sessuali atipiche provocano un danno a se stessi o agli altri.

Uomini, donne e relazioni

Non poteva mancare poi il capitolo “Uomini, donne e relazioni”, si parla molto del tradimento: da uno studio su uomini omosessuali è emerso che durante il dating online, le possibilità di accettare un incontro, aumentano quando si ha poco tempo ovvero quando la batteria del cellullare è quasi scarica. Nello stesso capitolo si trova la conferma che  in genere le donne tendono  a pentirsi di aver fatto qualcosa, mentre gli uomini si pentono maggiormente di non aver fatto qualcosa.

Per le donne i rimorsi più comuni sono:

– Aver avuto la prima esperienza sessuale con la persona sbagliata.

– Aver tradito il partner.

– Essere andata a letto con qualcuno troppo presto.

Passiamo ora ai pentimenti più comuni del genere maschile:

– Non aver confessato ad una persona di essere attratta da lui\lei.

-Non essere strato più audace da giovane.

-Non aver avuto più avventure sessuali da single.

Sempre in ambito di tradimenti pare che le persone siano più inclini al tradimento al termine di un decennio di vita, poiché’ è un momento dove siamo più portati a meditare sul significato, i traguardi e le sconfitte della nostra vita. E’ questo il momento dove si mettono maggiormente in discussione le relazioni affettive.

Tutte le informazioni del libro si avvalgono di dati scientifici, in  materia di tradimenti penso che a molti sia capitato di ascoltare o raccontare i rimorsi o i rimpianti. In altri casi le informazioni ci sembrano meno credibili poiché’ i più non ne hanno fatto esperienza e vengono da culture lontane dalla nostra.

Parliamo del piacere, le fantasie e la pornografia

Sempre nel capitolo “Uomini, donne e relazioni”, sono riportati dati e curiosità riguardanti il piacere. Pare infatti che in media l’orgasmo maschile duri 6 secondi e quello femminile circa 23. Sembra poi che il record femminile in un’ora sia di 134, quello di maschile invece è di 16. Questi ed altri dati sono stati forniti dal centro di ricerca californiano Centre of Marital and Sexual Studies. Ritengo che la ricerca sia interessante ma ogni persona è diversa e, come si evince dal primo capitolo: “Storia, arte e cultura”, ci sono infiniti fattori personali e socioculturali che incidono sul viversi  o non potersi vivere a pieno l’appagamento sessuale.

Nel volume si parla anche di pornografia (un mercato in espansione) e fantasie. L’autore ha unito le due tematiche perché si rispecchiano a vicenda. Le fantasie sono da considerarsi il carburante della nostra libido, ma ciò non vuol dire che corrispondano ai nostri reali desideri. Una fantasia più comune ed espressa, è il Threesom (sesso a tre), ma è anche quella che, una volta realizzata, piace meno. Vediamo perché: nel Threesom alcune persone fantasticano di stare al centro dell’attenzione, mentre altri immaginano che tutti stiano alla pari. C’è poi chi desidera una situazione con due donne e un uomo e chi vorrebbe due uomini e una donna, c’è anche chi desidera più di tre partecipanti. Le fantasie diverse fanno si che una volta realizzata la realtà sia la più deludente. 

Cosa ci spinge alla sessualità

Da questo libro si evince come ci siano molteplici modi di vivere la sessualità. Essa può essere finalizzata solo alla riproduzione, c’è chi considera il sesso un’importante business, come le persone che lavorano nella pornografia, (PornHub ha più visualizzazioni di Netflix). Ci sono anche persone che considerano il sesso un’attività puramente ricreativa e parlare di sesso serve per corteggiare e sedurre. Ci sono coloro per i quali la sessualità non richiede parole: per loro la sessualità è pulsione, spontaneità’ e tal volta anche incoscienza.

Con questo libro Daniel Giunti si fa carico di educare gli altri sugli aspetti misteriosi e sorprendenti della sessualità, sia essa riproduttiva o non riproduttiva.

In inglese, il fatto di spiegare la sessualità ai bambini si esprime con la frase “Teaching them the facts of live”: insegnare loro i fatti della vita. Ho imparato io stessa alcune cose che non sapevo sul mondo umano e animale, ve lo consiglio sia se siete adulti e con una certa esperienza, sia se siete adolescenti con mille fantastiche e fantasiose domande!

Vi divertirete!

Link ad alcune pagine

Di seguito il webinar con lo psicologo e psicosessuologo Francesco Battista dove abbiamo commentato i vari spunti proposti nel libro.

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