pdf: 036-038 l’ultimo articolo su Zoe Rondini e Nata viva, c’è solo un errore di nomi per il resto è bello e con tante foto! fonte: rivista “A Sua Immagine” n.44- 9 novembre 2013. Articolo di Domitia Caramazza.
buona lettura!
“Tutti i dottori si affrettano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque minuti, ma sono i primi della mia vita… in quei momenti nessuno, nemmeno i medici potevano capire il perché non mi era arrivato abbastanza ossigeno al cervello: è questo che mi provocherà la morte di alcune cellule del sistema nervoso centrale, proprio quelle che controllano i movimenti…“. Marzia sintetizza così, nel primo capitolo del suo romanzo autobiografico, Nata viva, i primi minuti di vita in cui ha rischiato di morire, fatali per la lesione cerebrale che le ha causato un handicap motorio. Nel tempo, lo ha saputo trasformare in vera e propria risorsa, grazie a tanto carattere, all’amore delle persone care, in particolare della nonna, e alla fede. “Quando ero piccola tutti mi dicevano che ero uguale agli altri bambini, poi, crescendo, mi è venuto qualche dubbio“. Esordisce autoironicamente Marzia, convinta che negare le differenze non sia un’arma per combatterle. Ha imparato a ‘giocare’ con i propri limiti, per migliorarsi. La passione per la scrittura le ha aperto una finestra sul mondo, che racconta con vivace intelligenza. È il suo concetto di esistenza che non sposerà mai l’idea di normalità, nella più banale accezione, in quanto crede nell’unicità della vita di ciascuno, “anche in tutti gli equilibri mancati“. Niente è scontato per Marzia. Non lo è stato nascere, non lo è stato parlare o scrivere, e soprattutto non lo è stato camminare.
Primi difficili passi
“Sono una persona deambulante, anche se a volte sembra che stia per cadere o in procinto di schiantarmi al suolo. Anche se barcollo tanto, oramai, a 28 anni, sono poche le volte che realmente cado per terra e quelle poche volte non faccio in tempo a toccare il suolo che già mi sono rialzata“. Marzia introduce così quella che definisce l’im
Nata viva
Dalla sua opera prima è stato tratto uno spettacolo teatrale
La Cantastorie Zoe
L’handicap
come ricchezza Marzia, in arte Zoe Rondini, ha fatto
della sua disabilità una risorsa di vita.
E lo racconta con forza, coraggio ed energia
di Domitia Caramazza
presa più assurda e faticosa della sua vita: camminare. Quando ha ancora pochi mesi, gioca per terra, come tutti i bambini, poi, nel rimanere seduta a osservarli muoversi e camminare, acquisisce progressivamente la consapevolezza della propria disabilità. Sono numerosi e conflittuali i ricordi legati ai medici e ai fisioterapisti, soprattutto quello che fa riferimento a Damian, l’inglese al quale riconosce il merito della sua deambulazione autonoma. È con lui che Marzia inizia a camminare sola, stringendo forte i pantaloni sull’esterno coscia per mantenere l’equilibrio. È una bambina, ma deve esercitarsi anche durante l’estate. Non può rischiare di perdere tutti i piccoli ma faticosi progressi raggiunti. Damian la raggiunge a Roma per alcuni periodi di terapia intensiva, durante i quali le impone infinite camminate. Il suo metodo è la motivazione psicologica. “I medici che mi visitavano nei primi anni di vita, dicevano che non avrei mai camminato. Invece, adesso, mi muovo da sola“. Afferma risoluta Marzia.
Persone importanti
Negli anni della prima infanzia la mamma e la nonna lottavano per farla crescere serena: “Non sapevo che papà non riusciva ad accettarmi, non sapevo che i miei stavano per separarsi“. All’età di due anni, i genitori chiedono l’annullamento del matrimonio. Più tardi, la madre si fidanza con Rickie, entrato a far parte della loro vita “in punta di piedi“. Lui, reduce da una poliomielite infantile, sa benissimo come e quando dover aiutare Marzia, stimolandola a fare moltissime cose. Riesce a comprenderne le difficoltà e a rassicurarla più di altri. La parte destra del corpo di Rickie è rimasta più piccola rispetto a quella sinistra. È completamente autonomo, ma ha un braccio che non riesce più a utilizzare quasi per niente. Rickie, però, muore all’improvviso, nell’estate del 1994, periodo in cui Marzia/Zoe, decide di iniziare a scrivere Nata viva. Ad accompagnarla nell’impegnativo passaggio dall’infanzia all’adolescenza, dopo i primi anni di vita trascorsi con la tata ‘Nonna Ali’, è la ventenne Ingrid, ex capo scout. Niente coccole, al contrario, la rende autonoma nel lavarsi, asciugarsi e mettersi il pigiama, facendole capire che non serve chi la compatisca. La persona più importante della sua vita, però, è la nonna: “L’unica che non ha smesso di aiutarmi e di starmi vicina, ha sempre creduto nelle mie potenzialità e per questo mi ha fatto raggiungere molti traguardi“. Marzia è cresciuta con lei. È con la nonna che usciva nel tempo libero. È stata la nonna a imporsi perché imparasse a camminare. A sostenerla nelle difficoltà scolastiche. A regalarle il viaggio più bello, a New York. Ad aiutarla a scrivere il primo articolo. La nonna è stata sempre e amorevolmente vicina. Il nonno, invece, “uomo saggio e importante“, l’ha aiutata a preparare i primi esami universitari.
I traguardi della vita
“Mentre gli altri bambini giocavano, io ho passato tante, troppe ore seduta al banco dell’asilo e il pomeriggio”
Storie di fede MARZIA RONDINI
IN LIBRERIA
Tra vivere
ed esistere
Non è un trattato o un saggio sulla disabilità, ma un appassionato romanzo autobiografico di formazione, in cui la protagonista, Zoe, diviene testimone del sorprendente incontro tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità, non accontentandosi del “quieto vivere“ che spesso la società assegna alle persone disabili. Per maggiori informazioni gli indirizzi e-mail
sono info@piccologenio.it,
e ordini@ilfiloonline.it.
Nata Viva
Zoe Rondini
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Anno di pubblicazione: 2011
Numero pagine: 195
Prezzo: € 15,50
Cinque minuti di blackout Nei primi attimi di vita non ha respirato, riportando danni molto gravi al sistema nervoso centrale
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