La forza di Zoe, che non ha respirato nei primi 5 minuti della sua vita; l’amicizia struggente di due aspiranti astronauti che “non possono vivere senza il cosmo“; una strana piscina sulla spiaggia di Gaza; la centralinista della polizia che tutti vorremmo nei casi di violenza sulle donne; un poetico spot sull’autismo.
Sono le storie dietro i 5 video cortometraggi vincitori del premio L’Anello debole 2016, assegnato questa sera, 25 giugno, dalla Comunità di Capodarco di Fermo nella penultima serata del Capodarco L’Altro Festival. Ad essi si sono aggiunti due nuovi premi speciali (di cui uno ex-aequo) e un premio della giuria di qualità.
La serata – seguita da circa 400 persone – è stata presentata dal direttore artistico del premio Andrea Pellizzari, che sul palco ha avuto accanto l’ospite forse più atteso di questo Festival: il popolarissimo autore, regista e conduttore de “Le Iene“ Pierfrancesco Dilibero in arte Pif.
Erano state 252 quest’anno le opere in concorso, di cui 227 video e 25 audio cortometraggi (per questa sezione non erano stati designati finalisti): un’edizione quasi record per la quantità, ma sicuramente straordinaria per la qualità delle opere – molte già pluripremiate, – per il livello di molti autori e per il numero di lavori arrivati dall’estero (da 12 paesi).
Le opere finaliste erano state scelte dalla giuria di qualità del premio e poi votate (in qualche caso cambiando la classifica di arrivo) dagli oltre 150 componenti della giuria popolare durante la proiezione-maratona della “Notte dei corti“ di venerdì 24 giugno.
Il primo classificato per la sezione Corti della realtà è stato “Nata viva“ (17’), di Lucia Pappalardo, ispirato all’omonimo libro di Zoe Rondini, disabile a causa di un’asfissia alla nascita. La vitalità della protagonista ha stregato anche la platea di Capodarco. Il premio è stato consegnato dal presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale Marche Francesco Giacinti.
Il premio per la sezione Corti di Fiction è andato a un grandissimo autore russo di film d’animazione, Konstantin Bronzit e al suo “We can’t live without cosmos“ (15’), un vero capolavoro di tecnica e sensibilità.
Ma in questa sezione c’è stato anche un premio speciale della giuria assegnato a“Quasi eroi“ (20’), l’amore tenero e stralunato tra due giovanissimi di periferia filmato dal grande regista Giovanni Piperno. Il premio è stato consegnato dal presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista.
Nella sezione Cortissimi della realtà ha vinto “La piscina di Gaza“(5’20“), il progetto visionario e concreto di un istruttore di nuoto, realizzato da Luca Galassi.
Nella sezione Cortissimi di fiction premio a un altro autore straniero, l’argentinoWenceslao Shizoryk con “112“ (5’30“), un eccellente piccolo thriller su una strana telefonata a un servizio di pronto intervento spagnolo, ispirato a una storia vera.
Infine il premio per la sezione Ultracorti è andato a Andrea Tubili (già vincitore lo scorso anno a Capodarco del premio speciale Ecopneus“), con lo spot di 30“ della Rai per la giornata sull’autismo 2016. Il riconoscimento è stato consegnato dal vice prefetto di Fermo Francesco Martino.
Il premio speciale “Corto Giovani“ è andato a Alessandro Capitani per “Bellissima“(12’), un corto di fiction sull’amore per una ragazza esclusa già vincitore con la stessa opera del David di Donatello 2016 per il miglior cortometraggio. Il riconoscimento assegnatogli dalla giuria di qualità del premio L’Anello debole era stato bandito in parallelo con “Coop for Words“, il premio letterario bandito dalle Coop operanti in varie regioni d’Italia. Presente a Capodarco per la consegna il vicepresidente di Coop Alleanza 3.0 Elio Gasperoni.
Per il nuovo premio speciale dell’Anello debole al migliore “Web-Doc“ si è registrato l’unico ex-aequo di questa edizione. Per questa particolare forma di comunicazione concepita per internet e che unisce foto, video, audio e testi hanno vinto “Uncut“, la guerra delle donne contro le mutilazioni genitali femminili, di Emanuela Zuccalà e Simona Ghizzoni; e “Sotterranea“, di Carlo Tartivita, Chiara Campara, Matteo Ninni, uno straniante viaggio interattivo nel ventre di Milano. Una speciale menzione della giuria a “Nella sabbia del Brandeburgo“, una produzione italo tedesca di Katalin Ambrus, Nina Mair, Matthias Neumann. Il premio è stato consegnato dal presidente della Fondazione Carifermo Alberto Palma.
Di seguito i file audio e le foto dell’intervista al programma radiofonico “Chi c’è in classe” andato in onda su “Radio Freccia Azzurra“; la web-radio gestita dai bambini di una quinta elementare della scuola Perlasca di Roma. E’ un progetto educativo promosso dall’Associazione Matura Infanzia e dal Circolo Gianni Rodari.
Un altro importante traguardo per l’Associazione Nazionale Filmaker e Videomaker italiani. Il corto “Nata viva“ è stato selezionato tra i 5 corti finalisti al premio “L’Anello debole 2016“ all’interno del “Capodarco L’Altro Festival“.
Una giuria di qualità ha selezionato l’opera – che porta la firma della nostra Lucia Pappalardo, con il supporto dell’Associazione Nazionale Videomaker e Filmaker italiani – tra le tante che hanno preso parte al concorso. “Nata viva“, che narra la storia di una donna, Zoe Rondini, che non ha respirato per i primi 5 minuti della sua vita, fa parte della sezione i “Video della realtà“.
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Appuntamento adesso il prossimo 24 giugno quando, in occasione della “Notte dei corti“, verranno proiettate al pubblico tutte le opere selezionate. Quindi il voto della giuria popolare, sommato a quello della giuria di qualità, decreterà i vincitori di ogni sezione. La premiazione avverrà il 25 giugno. In bocca al lupo!
Ringrazio la giornalista Dianora Tinti che con la sua intervista mi ha dato modo di esprimermi su temi a me cari come il mio romanzo di formazione, il cortometraggio, la famiglia ma anche la condizione dei disabili nel nostro paese.
Buona lettura.
Zoe Rondini è uno pseudonimo. Perché questa scelta?
Ho scelto di cambiare tutti i nomi del libro, anche il mio, per essere più libera di raccontare tutta la verità dal mio punto di vista su vicende anche “scomode”, che mi hanno fatta soffrire e riguardano, la famiglia, i parenti, gli insegnanti, i medici, i fisioterapisti ect!
Sicuramente tu non incarni l’immagine della ragazza disabile. Il tuo è un aspetto costruito, il risultato di molto impegno o semplicemente il tuo modo di porti?
Mi ritengo una ragazza disabile come tante… comunque grazie a tanta fisioterapia e logopedia sono migliorata ed è migliorato il mio modo di pormi. Se esco curo trucco e capelli… ma tutto con naturalezza, per questo non ho un immagine molto “costruita”: è semplicemente un modo di pormi.
Tu vivi da sola in una bella casa, guidi l’auto, hai un Blog, una laurea di cinque anni e scrivi. Secondo te i pregiudizi sui disabili sono veramente soltanto gli altri ad averli oppure a volte sono loro stessi a crearseli?
A mio avviso in Italia i pregiudizi legati ai disabili e vari aspetti della vita sono ancora tanti, qui c’è l’assistenzialismo, “poverino il disabile non può amare, lavorare, uscire da solo e come gli altri, divertirsi, avere storie sentimentali… ma perché anche loro “pretendono“ queste cose?” è chiaro che così le persone si sentono discriminate e ghettizzate… si sentono vittime di un sistema che non li aiuta e li valorizza abbastanza (basti pensare che per un posto di lavoro valgono più i tirocini dei vari titoli di studio) questo genera rabbia, frustrazione, senso di inadeguatezza. Con la nostra società attuale per l’autocommiserazione ed il vittimismo c’è molto spazio, il passo è breve anche se non dovuto e giustificato…
Per il mio prossimo libro ho intervistato molti disabili e persone normodotate che conoscono bene il mondo della disabilità; è stato interessante e positivo vedere come i disabili affrontano i loro limiti e le sfide della loro condizione, come desiderano una loro “normalità“ ed emancipazione. Le donne più degli uomini, questi ultimi, non tutti s’intende… ma molti sono più propensi a rimanere eterni bambini. Gli piacciono le coccole della mamma e ricercano lo stesso trattamento nella loro donna (e questo in parte mi ha fatto perdere la fiducia in una vita di coppia piena ed appagante per me…). È stato difficile ma entusiasmante aiutare i disabili a parlare di sé, della loro situazione, di come cambierebbero le cose, dei loro sogni ed aspettative.
Pensi che la condizione dei disabili negli ultimi anni sia migliorata in Italia?
Ci sono molte leggi, anche troppe, ma secondo me siamo ancora lontani da un sistema in grado di garantire una vita “dignitosa” ed autonoma alle persone disabili. Questa conquista riguarda purtroppo poche persone, ed è dovuta il più delle volte ad uno sforzo personale a al sostegno della famiglia. Le realtà dei disabili che vivono in case-famiglia e istituti è ancora significativa: si stima che queste strutture abbiano circa 300.000 “ospiti“ .In queste strutture spesso non si fanno abbastanza percorsi individualizzati, non si promuove abbastanza l’autonomia e spesso si tende a far vivere insieme persone con handicap cognitivo con chi ha solo un handicap motorio. Sono dei parcheggi, dove si fanno vari laboratori manuali, si mangia, si dorme, si prega… Certo meglio che vivere abbandonati a se stessi… ma nella vita di chi non ha un deficit cognitivo ci può e ci deve essere di più.
Una valida alternativa sarebbe promuovere l’autonomia e la coabitazione delle persone con disabilità. Ma pochi attuano percorsi di questo tipo… conosco solo l’Associazione Oltre lo Sguardo Onlus che si batte per questo! Lo stato preferisce aprire altre strutture e fa lavorare le cooperative…!
Quando ero piccola tutti mi dicevano che ero uguale agli altri bambini, poi crescendo mi è venuto qualche dubbio… Inizia così Nata viva il tuo romanzo d’esordio in gran parte autobiografico, fra l’altro simpatico ed ironico. Cosa o chi ti ha spinto a scriverlo?
Ho cominciato a scrivere i miei ricordi a 13 anni, a causa di un lutto famigliare improvviso, inaspettato e doloroso. Fin dall’inizio volevo narrarmi agli altri, volevo scrivere un’autobiografia non un diario giornaliero. Ho interrotto la scrittura due volte, per correggere e ampliare anni dopo con l’aiuto di esperti. Come dici tu lo stile è volutamente ironico ed autoironico, rapsodico, alterno capitoli seri a tematiche più leggere. Questo lo rendono un libro avvincente, da leggere tutto di un fiato per scoprire presto l’epilogo delle vicende di Zoe.
Dopo varie stesure e correzioni, finalmente l’ho concluso e fatto pubblicare. Il sogno si è avverato: il libro ora è per i lettori!
Qual è il target di persone al quale si rivolge Nata viva?
Dopo aver riscosso successo tra gli adulti, i genitori di persone disabili, professori ed appassionati di romanzi autobiografici… l’ho presentato alle scuole medie e superiori, lo rifarò perché con i ragazzi ho riscosso molto successo: tocco tematiche dell’infanzia, l’adolescenza, cose a loro affini…
Comunque è bello avere un target eterogeneo ed ascoltare buoni riscontri nelle varie presentazioni, nelle scuole, all’università (ho tenuto degli incontri nella facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione, alla Sapienza di Roma). Non nego che fa anche piacere avere parecchi riscontri di persone che mi scrivono su F.B. o via mail dicendo che hanno letto il libro o lo vogliono leggere per capire meglio un figlio, un parente disabile o perché loro stessi vivono una condizione di disabilità e cercano degli esempi, degli spunti, delle soluzioni.
Ed in particolare, cosa possono ricavare da queste pagine i lettori con disabilità?
Tanti mi hanno scritto che anche loro hanno combattuto le mie stesse battaglie, hanno o volevano la mia tenacia. Anche mamme di bimbi disabili si stanno interessando al libro, per capire meglio come affrontare la crescita dei figli senza far mancare loro i sostegni necessari.
Quali sono i ricordi principali legati alla tua infanzia e adolescenza?
Racconto i ricordi belli e divertenti legati a Rickie, il secondo marito di mia madre, scomparso prematuramente ad agosto 1994, i tanti insegnamenti dei miei nonni ( allegato in appendice alla seconda edizione il lettore troverà il racconto “L’ultimo acquarello“ che approfondisce la figura di mio nonno Adriano) il rapporto un po’ conflittuale con mia madre, anche se poi era lei che giocava con me e mi raccontava barzellette e storie dei pirati prima di darmi la buona notte. I bei viaggi, le vacanze e i conflitti con i fisioterapisti ed il personale scolastico… insomma c’è tanto nella mia vita e nel mio romanzo!
Come è cambiato nel tempo il rapporto con il tuo corpo e la tua femminilità?
Anche se ho una disabilità, per fortuna non ho avuto i soliti complessi che hanno le ragazze. In generale mi piaccio, a volte un po’ di più a volte un po’ meno, ma è normale. Mi piaceva molto essere apprezzata da mio uomo… purtroppo adesso sono single: dopo l’ultima storia finita più male di quanto ho dato a vedere… ho smesso di cercare!
In una recentissima intervista rilasciata al Venerdì di Repubblica hai parlato anche delle donne importanti della tua vita, soprattutto mamma e nonna. Cosa hanno significato per te?
È vero, mi hanno trasmesso tanto, abbiamo condiviso tante battaglie, viaggi, vacanze, ore di attesa da innumerevoli medici. È stato un successo l’articolo di Repubblica, la mia famiglia, il mio migliore amico, gli amici sono fieri di me e credo e spero anche i miei nonni e Ricky da lassù. Un’altra donna importante della mia vita è mia sorella, quando ho scritto il libro i 9 anni di differenza si sentivano molto, per lei leggere il libro è stato un modo per capirmi di più, adesso che siamo entrambe adulte condividiamo interessi, viaggi, cinema, musei, amicizie in comune… e perché no buon cibo. Mi sono pentita di aver parlato poco di lei… ma nel secondo libro ha ampio spazio con un’ intervista, nei ringraziamenti ed ho dato il giusto risalto ad altre sorelle e fratelli di persone con disabilità.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Scriverai ancora?
Ora vorrei pubblicizzare il romanzo Nata viva, edito dalla Società Editrice Dante Alighieri e l’omonimo cortometraggio della regista Lucia Pappalardo realizzato grazie al supporto dell’Associazione Nazionale Filmaker Videomaker Italiani.
Sto anche ultimando, appunto il secondo libro, un saggio su disabilità e temi di tutti i giorni: famiglia, lavoro, scuola ed università, amore e sessualità, arte, hobby ect. Anche quest’ultimo progetto è condiviso con Matteo Frasca, amico e consulente letterario con il quale ho terminato di scrivere Nata viva e l’abbiamo portato nelle scuole.
Ma di questo secondo libro preferisco aggiungere altri dettagli più avanti!
Dove possiamo trovare te e il tuo libro (link, blog etc) ?
Vuoi lasciare una frase, una citazione, un pensiero, una riflessione per i lettori di Letteratura e dintorni?
L’incipit l’hai citato giustamente tu. Per non ripetermi mi piace anche l’ultima frase: Eppure la vita riserva inaspettate sorprese alle persone che nonostante tutto… nascono vive!
“Nata viva“ raddoppia il successo attraverso una seconda edizione edita dalla Società Editrice Dante Alighieri. Disabili DOC intervista l’autrice Zoe Rondini.
Difronte a certe persone e a certe storie le proprie parole per quanto possano descrivere vita e situazioni perdono il valore e la carica innanzi al racconto di chi ha vissuto la sua storia. Questo è uno di quei casi in cui preferisco passare immediatamente la parola all’intervistata che si racconta in maniera talmente egregia da non darmi alcuna ragione per dilungarmi in un’apertura più lunga.
Leggete l’intervista, leggetela con attenzione e poi, se potete, leggete anche il libro. Subirete il fascino di una storia che è sicuramente Nata viva.
A voi tutti le parole di Zoe Rondini.
… poi alzi la testa, inizi a pensare a come potrai prenderti beffa dei tuoi limiti perché tu vuoi vivere e non ti accontenti di sopravvivere!
D: Buongiorno Zoe, partiamo dalla domanda “mappamondo“. Chi è Zoe Rondini?
R: Buongiorno, Zoe Rondini è l’autrice del romanzo di formazione “Nata viva“ edito dalla Società Editrice Dante Alighieri. È anche una ragazza di 34 anni con la passione per la scrittura, il cinema, il teatro e le mostre. Zoe è laureata in “Scienze dell’educazione e della formazione“ e specializzata in “Editoria e scrittura“. Entrambe le lauree le ha conseguite alla Sapienza di Roma.
D: Mi conceda una battuta: apparteniamo allo stesso club. Infatti da quello che ci racconta la sua disabilità è sopraggiunta a causa di un parto difficile e di una temporanea asfissia. Personalmente non riesco a immaginarmi diverso da come sono, quindi Disabile; Zoe ha mai pensato come sarebbe stata la sua vita in assenza di quei 5 minuti di condizione asfittica?
R: Da piccola ci pensavo ogni giorno nel confronto con gli altri. Oggi ci penso solo quando la società e la famiglia mi fanno sentire Disabile. Se fossi nata “normale“ forse mi sarei potuta permettere di essere meno tenace, forse sarei stata più “uguale“ agli altri, ma non avrei instaurato dei legami speciali con i miei nonni materni e mia sorella. Penso anche che gli “equilibri“ con i miei genitori e parenti sarebbero stati più sani e positivi.
D: Zoe Rondini è oggi famosa per essere l’autrice di “Nata viva“, libro che è giunto alla seconda edizione. Cosa l’ha spinta a scrivere un romanzo autobiografico?
R: Ho iniziato a scrivere a 13 anni per preservare i ricordi che mi legavano al secondo marito di mia madre, che nel 1994 è venuto a mancare improvvisamente. Crescendo ho sentito il desiderio di scrivere tante esperienze importanti (positive e negative) da me vissute. C’era tanto da raccontare e da condividere con gli altri. Concludere Nata Viva, vederlo pubblicato, seguire la vita di questo libro… è per me il coronamento di un sogno. Non so se Zoe Rondini sia famosa, o se mai lo diventerà, ma di certo sto facendo di tutto per… “avere il mio quart’ora di celebrità“!
D: Da quello che ci ha raccontato “Nata viva“ è il percorso della sua vita dalla fanciullezza al momento in cui è diventata autrice del romanzo stesso. Qual è stato il cammino di Zoe Rondini attraverso le differenti stagioni della vita? Mi riferisco all’età degli studi, al dopo studi, ai momenti in cui ci si affaccia al mondo del lavoro e anche a quelli in cui si iniziano a vivere degli affetti.
R: In Nata viva viene descritta tutta l’esperienza scolastica, da me vissuta in modo negativo. I compagni, i docenti, le maestre, le professoresse invece di aiutarmi mi hanno creato ancora più problemi… All’Università mi sono trovata benissimo e ho studiato sperando che il mio curriculum vitae fosse più “appetibile“ con una laurea quinquennale. Invece la realtà italiana per un Disabile che aspira ad un lavoro è quella che si basa su: quanto hai esperienza con i tirocini e che reddito hai… Per adesso il mio “lavoro“ è scrivere ed occuparmi del romanzo di formazione Nata viva. Certo un lavoro dignitoso e rispettabile manca a me e a troppi giovani nel nostro paese…
Mi chiedi anche degli affetti, beh diciamo che la mia volontà e tenacia mi hanno portato a conoscere prima il sesso e poi l’amore. L’ultima storia d’amore mi ha deluso… è da allora che mi sono molto limitata nel conoscere nuovi possibili partner, accontentandomi di un’amicizia speciale con un uomo normodotato, più grande di me, simpatico e particolarmente sensibile!
D: Il periodo scolastico non è stato un momento vissuto bene, mi pare di capire. Quali sono state le maggiori criticità? I maggiori ostacoli incontrati nel rapporto con professori, compagni e lo stesso Istituto della scuola?
R: Esatto, il periodo scolastico è stata un’esperienza da dimenticare. I problemi maggiori sono stati arrecati da chi rendeva complicata qualsiasi mia azione o esigenza. Ad esempio nel periodo delle medie nessun membro del personale scolastico mi voleva accompagnare in bagno, in quanto se fossi caduta sarebbe stata sua la responsabilità.
Meno male che questa “esigenza“ si presentava solo una volta a settimana quando avevamo sei ore, anzi che cinque. Allo scadere dell’ora “X“ veniva mia madre apposta per una semplice “pipì“. Anche partecipare alle gite come tutti i miei compagni era un’utopia ed anche lì c’era il problema della responsabilità. Potevo partecipare solo se accompagnata da mia madre o da qualche ragazza che mi aiutava il pomeriggio… I problemi più grandi sono stati legati alla responsabilità e forse mancava anche un pizzico di buona volontà. Consentimi di non anticipare altro, in quanto in Nata viva c’è tanto sulla scuola.
D: Zoe Rondini ha vissuto un percorso di studi decisamente completo che l’ha portata a essere una universitaria. Qual è stato l’approccio con il mondo del lavoro e qual è l’attuale occupazione dell’autrice “Nata viva“?
R: A questa domanda mi sembra di avere già risposto poche battute più su… Posso comunque aggiungere di aver approcciato al mondo del lavoro in due momenti diversi, da giovanissima ragazza diplomata in cerca della sua strada e da dottoressa. Il primo lavoro retribuito è stata una collaborazione con la rivista Montessori per la quale ho scritto alcuni articoli grazie ai quali ho guadagnato qualcosa. Da laureata mi sono affacciata al mondo del lavoro attraverso un programma di tirocini e di avviamento al mondo del lavoro per persone disabili promosso dal Comune di Roma. L’esperienza professionale non è stata davvero gratificante! Ho raccontato questa mia esperienza sul mio portale Piccologenio, di seguito il link all’articolo: La mia esperienza di tirocinio-lavoro.
D: Zoe Rondini è quindi una autrice a tempo pieno, oltre a “Nata viva“ è anche curatrice del portale piccologenio.it. Se “Nata viva“ è un romanzo autobiografico qual è la missione di piccologenio.it?
R: Il portale piccologenio.it è uno spazio web che parla di disabilità e non solo, unisce le tematiche sociali e articoli a carattere culturale (si parla di film, libri, teatro ect). La missione di Piccologenio è in primis quella di raccontare il mondo della disabilità da un’ottica personale e personalizzata, ma che mira alla condivisione di questioni, problemi e situazioni quotidiane. Si parla infatti di amore, lavoro, viaggi, amicizia e tanto altro, dal punto di vista particolare della disabilità.
Il sito ha inoltre il compito di divulgare e conservare tutto ciò che riguarda il mio romanzo di formazione. È attivo dal 2006. Negli anni si è ampliato, all’inizio curavo principalmente le categorie “articoli della redattrice, film e libri, teatro…, e curiosità“. Adesso, non a caso curo maggiormente la categoria “Nata Viva“ e continuo a scrivere articoli che pubblico nella categoria “Articoli della Redattrice“.
D: Il titolo che lei ha dato al libro mi piace molto, “Nata viva“. Mi fa pensare a una persona con una grande voglia di vivere e non di sopravvivere; prova ne è il suo impegno che l’ha portata al meritato successo. La vita di una persona Disabile si completa anche, e soprattutto, attraverso la presenza di un affetto, di un amore. Qual è la vita sentimentale, amorosa, di Zoe Rondini?
R: Allora, la vita sentimentale di Zoe inizia con tanta determinazione. Superati da poco i 20 anni, mi sono inscritta ad una chat per incontri e lì ho conosciuto prima il sesso e poi ho vissuto delle storie d’amore. Se tornassi indietro rifarei quasi tutto… quello che ho fatto! In chat ho conosciuto anche il mio migliore amico, ma ahimè non saremo mai una vera coppia. Il mio desiderio di amare ed essere amata è svanito con l’ultima storia seria che ho avuto. Anche lui aveva una disabilità motoria meno accentuata della mia, mi ha attirato il suo desiderio di avere una storia seria, in fondo anch’io lo desideravo. Con il passare del tempo mi sono accorta che lui e le sue esigenze erano al primo posto e non capiva le mie… dopo tanti problemi affrontati solo dalla sottoscritta… ho detto o le cose cambiano o io dico basta e mi tiro indietro. È finita dopo i miei inutili tentativi di affrontare i problemi che avevamo.
D: In questi giorni si parla tanto di un sondaggio fatto da un noto quotidiano italiano che ha posto l’interrogativo: “Accettereste mai un partner Disabile?“. Noi – Io e Lei – abbiamo vissuto le nostre storie, l’ottimismo emerso da questo sondaggio lo ritiene reale o più che altro una risposta di cortesia per apparire mentalmente aperti?
Per lei, Zoe, quanti realmente sono sinceramente disposti a condividere una vita accanto a una persona Disabile?
R: A mio avviso dipende da vari fattori. Intanto ritengo che le donne abbiano più facilità ad “accettare“ un uomo disabile anziché viceversa, la mia disabilità è stata vista con timore da tanti uomini normodotati. Altro elemento che può fare la differenza consiste nel momento in cui l’handicap è sopraggiunto, a mio avviso se questo è dato da una malattia o un incidente, gli amici e gli affetti veri rimangono. Se nasci disabile è più complesso. Per la risposta al sondaggio penso ci possa essere una percentuale di verità ed un’altra che ha fornito una risposta di cortesia.
D: Da libro a corto. “Nata viva“ diventa un video. Qual è l’emozione di vedere recitato un messaggio che lei ha iniziato a trasmettere attraverso un romanzo autobiografico?
R: l’esperienza del corto è stata importante, è stato bello scriverlo insieme alla regista Lucia Pappalardo, mi sono divertita e impegnata nella recitazione. Fare teatro per tanti anni sicuramente mi è stato d’aiuto. Sono felice anche del messaggio del video: «Zoe fatica a fare tutto ma alla fine è arrivata a tante conquiste!».
Si può considerare il cortometraggio come un proseguimento di Nata viva, come se fosse la risposta alla domanda “e poi che succede?“. Zoe diventa adulta, impara a reagire più di prima, si è stufata di tante complicazioni ed ha imparato a ridere di più su altri temi. Il corto racconta proprio questo cercando di mantenere il tono ironico di Nata viva, che, con il sopraggiungere dell’età adulta, si trasforma in un leggero sarcasmo.
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D: Dove sarà disponibile il corto di “Nata viva“?
R: Sicuramente tra non molto sarà caricato su piccologenio.it e si trova anche su YouTube.
D: Quali sono gli attuali progetti per il futuro di Zoe Rondini?
R: in primis promuovere Nata viva a questo proposito mi permetto di dire che il volume è impreziosito dalla prefazione della Professoressa Serena Veggetti (docente di psicologia alla Sapienza di Roma), ed un racconto ispirato ad uno dei personaggi del romanzo, Adriano Bompiani, che sarebbe mio nonno. Il racconto “L’ultimo acquerello“, pubblicato in appendice a Nata viva, è stato scritto a quattro mani da me (Zoe) e mia sorella Fiore, con la consulenza letteraria di Matteo Frasca.
Infine oltre a fare nuove presentazioni del romanzo Nata viva, vorrei diffondere su internet l’omonimo cortometraggio.
D: Lei è una Protagonista. Disabili DOC ama follemente il Protagonismo dei Disabili perché riteniamo che sia propedeutico a chi è meno audace e che serva a far capire molto del D-Mondo a chi Disabile non è. Quali sono i progetti futuri della “Protagonista Zoe“?
R: Nell’ambito della promozione della prima edizione di Nata viva ho avviato un progetto mirato a narrare la disabilità nelle classi scolastiche, attraverso il mio racconto orale e la lettura di alcuni capitoli del libro. I ragazzi hanno dimostrato molto interesse ed erano entusiasti, ho risposto a tutte le loro domande, anche a quelle più piccanti…! È un’esperienza che spero di ripetere anche avvalendomi del cortometraggio e dei due contenuti nuovi del libro. Penso di aver appreso più io dalla loro spontaneità, che loro dalla sottoscritta.
D: Se lei è una Protagonista molti Disabili non amano apparire anche se hanno conquistato molte mete nella loro vita. Ho l’impressione che molti Disabili “arrivati“ vogliano evitare di definirsi tali proprio per non attirare su di loro quegli sguardi che si potrebbero rimodificare dopo tante fatiche spese per essere visti come tutti ci dovrebbero vedere.
Lei, come autrice di “Nata viva“, quale messaggio potrebbe mandare per “stanare“ quei Disabili che potrebbero essere di esempio a molti?
R: beh io non sono molto d’accordo con la sua affermazione: Simona Atzoli, Maximiliano Ulivieri, Andrea Bocelli… fanno di tutto per non far spegnere i riflettori su di loro, senza celare la loro disabilità. Perfino il presidente Roosevelt era disabile…! Per tornare alla realtà italiana, purtroppo bisogna fare un discorso mediatico: non tutti riescono a fare notizia e quindi rimangono nell’ombra pur volendo essere notati. Il mio messaggio è quello di avere grinta e tentare di essere d’esempio ad altri… ma ho anche un messaggio per i media: scommettete su talenti “diversi“ e fuori dai canoni, penso che gli ascolti ne gioverebbero!
Nel mio piccolo sto portando avanti un progetto, che potrebbe dirsi essere nella sua fase conclusiva, volto ad accendere i riflettori sul D-Mondo, come lo chiama lei. Si tratta di una raccolta di interviste a persone disabili e non, ma che abbiano comunque a che fare con il mondo della disabilità, sui grandi temi della vita quali famiglia, amicizia, amore, lavoro, autonomia…
D: Bene, siamo giunti al termine. Ora le chiedo semplicemente una chiosa tutta sua, comunichi ai lettori di Disabili DOC qualunque pensiero o messaggio che le stia a cuore.
R: In Nata viva, sia libro che video, il messaggio che passa è quello che: nonostante tutto, si può avere un’esistenza ricca di conquiste e determinazione se… ci si sente vivi!
Se posso permettermi vorrei indicare il link dove è possibile comprare il libro: “Nata viva“
Per contattarmi potete scrivere a info@piccologenio.it o raggiungermi sulla mia pagina Facebook.
Infine potete leggere i miei tanti scritti sul portale piccologenio.it e, perché no, propormene di vostri!
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È la storia di Zoe Rondini una ragazza che per i primi 5 minuti della sua vita non ha respirato. Zoe ha scritto un libro che racconta la sua vita, allegra e faticosa (Società editrice Dante Alighieri). Il corto, in un certo senso, prosegue il romanzo, concentrandosi sulle difficoltà e le conquiste “nuove“ di una Zoe matura e consapevole, contornata però da amici e familiari che sanno riconoscere la sua forza, la sua tenacia e la sua ironia anche nell’ età adulta.
Lucia Pappalardo l’ha trasformato in un breve film grazie al supporto dell’Associazione Nazionale Filmaker Videomaker Italiani. Fotografia: ENrico Farro e Valerio Nicolosi, Suono: Marco Antonelli, Trucco: Ilaria Mantini e Ilaria Puppio. E poi grazie a Marco Scali, Lorenzo Pierno, Delfy Santoro, Alessandra Fantini, Intro Spezione Abbraccialberi, Daniele Napolitano. E soprattutto grazie a Guido Damev.
Fonte: Il magazine della Scuola di Scrittura Omero di Roma.
Sabato 28 novembre alle Officine XN di Roma è stato presentato “Nata viva“. “Nata viva“ è il libro autobiografico di Zoe Rondini pubblicato dalla Società Editrice Dante Alighieri. “Nata viva“ è il cortometraggio girato da Lucia Pappalardo su Zoe Rondini. “Nata viva“ è un’ondata di allegria collettiva che travolge tutti i partecipanti alla serata, unendoli in una sequenza in crescendo di risate e applausi: da Paolo Restuccia, che la presenta, a Enrico Farro, Presidente dell’Associazione Filmaker e Videomaker Italiani che ha prodotto il film, dall’attore Stefano Viali che legge stralci del libro, all’editore del romanzo, Mauro Spinelli.
Eppure, a raccontarla in un pitch, nella storia di Zoe non ci sarebbe niente da ridere, è roba tosta. “Cammino un po’ male, parlo un po’ male, controllo un po’ male i movimenti delle mani, delle dita, dei bulbi oculari“ ecco chi è Zoe “non ho un movimento, un arto o un muscolo che fa capo al mio sistema nervoso centrale che non è stato lesionato a causa di quei cinque minuti“.
Quei cinque minuti, quei fatali cinque minuti con cui inizia il suo romanzo: “L’uomo nasce e piange… Ma io nasco e non piango. Non respiro nemmeno. Provano disperatamente a rianimarmi, ma rimango cinque minuti senza respiro … in quei cinque minuti non mi è arrivato ossigeno al cervello: è questo che mi provoca la morte di alcune cellule del sistema nervoso centrale“.
Eccola Zoe, Zoe che non si capisce quando parla, Zoe che cammina come se ballasse, Zoe che ti guarda e ti mette a nudo, Zoe che scoppia a ridere quando la sorella si commuove davanti alla macchina da presa, raccontando la sua storia. Zoe che riflette sul suo essere diversa: “Quando ero piccola tutti mi dicevano che ero uguale agli altri bambini, poi crescendo mi è venuto qualche dubbio“. Zoe e le sue parole sull’amore, sull’uomo che si mette a ridere se lei gli morde la lingua mentre lo bacia, sull’uomo che ha fretta di sfilarle le scarpe perché non può aspettare per fare l’amore. Eccola Zoe, che ti travolge con il suo desiderio di esserci e di affermare: “Questa è la mia vita, questa è la vita“.
E il corto di Lucia Pappalardo viaggia attraverso la vita di Zoe, raddoppiandola in un attore che è suo specchio, suo carnefice, suo amante. Le immagini contrappongono i muscoli traballanti di Zoe alle esplosioni estetizzanti delle statue di Hans Christian Andersen, fanno scontrare la voglia di indipendenza e di libertà della ragazza disabile con la miope ottusità della burocrazia: il test di guida per il rinnovo della patente diventa uno scontro epico sulle note del tema della Morte Nera di Star Wars.
E al centro di tutto c’è sempre lei Zoe, magnifica attrice, scrittrice tagliente che ti lascia stupefatto, distruggendo tutti i luoghi comuni sui disabili. Perché, diciamocelo chiaramente, il pensiero dominante vuole che i disabili, poverini, siano stupidi. Ecco, Zoe, con la sua opera di grande raffinatezza, stravolge l’archetipo, ti costringe a raffrontarti con la tua di stupidità. E lo fa con allegria e ironia. E a fine serata vorresti proprio diventare suo amico, continuare a parlare con lei per ore.
Ma questo non sarà difficile. Anzi, se ve ne è venuta voglia questa è la sua mail:
È la storia di Zoe Rondini una ragazza che per i primi 5 minuti della sua vita non ha respirato. Zoe ha scritto un libro che racconta la sua vita, allegra e faticosa (Società editrice Dante Alighieri). Il corto, in un certo senso, prosegue il romanzo, concentrandosi sulle difficoltà e le conquiste “nuove“ di una Zoe matura e consapevole, contornata però da amici e familiari che sanno riconoscere la sua forza, la sua tenacia e la sua ironia anche nell’ età adulta.
“Nata viva“ raddoppia il successo attraverso una seconda edizione edita dalla Società Editrice Dante Alighieri. Disabili DOC intervista l’autrice Zoe Rondini. (…)
Zoe Rondinivi invita a un appuntamento al quale si tornerà a parlare di “Nata viva“ e del corto tratto dal romanzo.
Per festeggiare la seconda edizione del romanzo “Nata viva“ Zoe Rondini, con il suo editore Mauro Spinelli, vi invita all’appuntamento del prossimo 28 novembre durante il quale verrà anche proiettato il corto tratto dal libro. Di seguito il comunicato stampa completo di tutte le informazioni.
Comunicato stampa
L’autrice Zoe Rondini e il suo editore, Mauro Spinelli, della Società editrice Dante Alighieri, vi aspettano per la presentazione della seconda edizione del romanzo «Nata viva» e per la prima proiezione dell’omonimo cortometraggio «Nata viva».
Sabato 28 novembre 2015,
Officine XN
Via dei Dalmati, 15
Ore 19:00
Presenta l’opera Paolo Restuccia, condirettore della Scuola di scrittura Omero e della casa editrice Omero editore, registra del programma radiofonico «Il Ruggito del Coniglio» e autore.
Intervengono:
Lucia Pappalardo, regista tra gli altri, del cortometraggio «Nata viva», autrice e giornalista.
Zoe Rondini con il suo romanzo “Nata Viva“. Sabato 28 novembre, a partire dalle 19:00, la presentazione della seconda edizione e la proiezione dell’omonimo corto presso le Officine XN di San Lorenzo di Roma per una serata densa di novità. Il romanzo, nella sua seconda edizione, edita dalla Società editrice Dante Alighieri vedrà infatti la presentazione del cortometraggio, ispirato alla protagonista Zoe e alla sua opera prima.
Presenta l’opera Paolo Restuccia, codirettore della Scuola di scrittura Omero e della casa editrice Omero editore, regista del programma radiofonico «Il Ruggito del Coniglio» e autore. Intervegono, Lucia Pappalardo,regista , tra gli altri, del cortometraggio «Nata viva», autrice e giornalista e Stefano Viali, attore e regista, che interpreterà alcuni passaggi del romanzo.
“Tutti i dottori si affrettano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque minuti, ma sono i primi della mia vita“.
Poi Zoe comincia a respirare. E a vivere. Quei cinque minuti dopo rispetto agli altri neonati, la costringeranno a confrontarsi fin dai primi mesi, con una vita che è cominciata più tardi ma che pian piano non tarderà a essere così tanto desiderata da consentire a Zoe di superare qualsiasi ostacolo. All’età di tredici anni, a causa di un lutto doloroso, Zoe intraprende l’avventura più importante: dare vita ad un racconto autobiografico, che l’accompagnerà per ben 16 anni. Lungi dall’essere un trattato o un saggio sulla disabilità, “Nata viva“ vuole essere un racconto appassionato e antipedagogico di una ragazzina e poi di una ragazza, che tra luci e tenebre ha saputo lottare per raggiungere e conquistare quella serenità che tutti bramiamo. Nel suo stile rapsodico, Zoe si fa cantore e testimone con la sua voce, dell’incontro sorprendente tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità. Insieme a lei, anche noi riviviamo il nostro essere stati bambini o adolescenti incompresi. Nel suo romanzo di formazione Zoe costringe il lettore a non dimenticare mai lo scarto enorme che c’è tra vivere ed esistere, inchiodandoci all’idea che per nascere veramente, ad ogni occasione, bisogna sentirsi vivi, gridarlo e raccontarlo al mondo intero.Il volume “Nata viva“ nella sua prima stesura, ha ottenuto diversi riconoscimenti ai seguenti premi letterari:
€¢Finalista al Premio Firenze 2011 – Centro culturale Firenze Europa “Mario Conti“ – XXIX Premio Firenze sezione D -narrativa edita.
€¢Segnalata al concorso letterario “Premio nazionale di letteratura Prof. “Francesco Florio“ 23 edizione 2011 – Licata“ con un diploma di elogio, ottenendo il punteggio di 93/100.
€¢Menzione d’onore con diploma di merito al Premio nazionale di poesia, narrativa e fotografia “Albero Andronico“ V edizione.
€¢Semifinalista e Menzione d’onore con diploma di merito al XVIII Premio letterario internazionale “Trofeo penna d’autore“ nella sezione A: libri narrativa e saggistica.
È la storia di Zoe Rondini una ragazza che per i primi 5 minuti della sua vita non ha respirato. Zoe ha scritto un libro che racconta la sua vita, allegra e faticosa (Società editrice Dante Alighieri). Il corto, in un certo senso, prosegue il romanzo, concentrandosi sulle difficoltà e le conquiste “nuove“ di una Zoe matura e consapevole, contornata però da amici e familiari che sanno riconoscere la sua forza, la sua tenacia e la sua ironia anche nell’ età adulta.
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