“Nata viva” vi sta aspettando!!!!!!!!!!

il libro “NATAVIVA“ edizioni “Gruppo Albatros il filo“, di Zoe Rondini (prima edizione APRILE 2011) vi sta aspettando! L’autrice scrive usando il nome d’arte di ZOE RONDINI.

I lettori lo reputano un libro molto avvincente.

È il BREVE romanzo autobiografico di Zoe; una persona “diversa“, una bambina, una ragazza, poi una giovane donna che tra luci e tenebre ha saputo lottare per raggiungere e conquistare quella serenità che tutti bramiamo. Nel suo stile rapsodico, Zoe si fa cantore, dell’incontro sorprendente tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità. Insieme a lei, anche noi riviviamo il nostro essere stati bambini o adolescenti incompresi.

È un libro adatto a tutti: studenti, adolescenti, adulti, genitori, insegnanti etc. è per questo che vi segnalo alcuni siti dove potete leggere l’incipit, la quarta di copertina ed in fine acquistarlo on-line.

 

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Udite udite!

Avrei bisogno di un piccolo aiuto: se entro aprile 2013 circa 10 classi tra scuole medie inferiori, superiori e/o universitarie si impegneranno a comprare il libro da me con un prezzo scontato o tramite librerie ed internet; arriverò a 500 copie vendute in 2 anni e “nata viva“ diventerà un piccolo caso editoriale!
Spero di poter contare su di voi! Se siete interessati o avete idee, proposte da suggerirmi potete scrivermi all’indirizzo e-mail info@piccologenio.it .

Grazie mille

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Recensione bellissima su “Nata Viva”, scritta da Riccardo Rossi. (post con 3 foto)

Buongiorno a voi tutti,

 

ho il grande piacere di invitarvi a leggere una bella recensione tratta da sito: http://www.goleminformazione.it/recensioni/libri/nata-viva.html

Buona navigazione e buon fine settimana!

 

Zoe Rondini

 

Nata viva

07 Settembre 2012

 

di Riccardo Rossi

 

Zoe nei primi cinque minuti di vita non ha respirato. Nel suo libro si racconta. Oltre alla sua disabilità ha dovuto superare tanti dolori e preconcetti. Ora che ha 31 anni ed è laureata, ha tanti progetti, un sito in cui tratta temi di disabilità e cerca di aiutare chi si trova difficoltà.

 

Zoe Rondini - Nata Viva

 

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La Cantastorie Zoe: impressioni di uno spettatore

Il 31 maggio 2012, mi sono recato al teatro Abarico, di via dei sabelli, con una certa dose di perplessità e sopratutto perché Zoe (nome d’arte di Marzia) ci teneva a vedermi con lei, in prima fila.

A dire la verità, non avevamo quasi mai parlato di questa impresa – dopo una piccola recita avvenuta nella tarda estate del 2011, nella casa dei genitori di Matteo Frasca. Nemmeno conosco gli sforzi di preparazione che la necessità di “imparare la parte“ ha richiesto, ad ambedue i giovani attori – sotto la guida della brava e sensibile Tiziana Scrocca. Ebbene, mi sono trovato di fronte ad una vera sorpresa. Un racconto svolto nelle molteplici pagine di un libro annedottico, come “Nata viva ove ciascuno degli episodi ha valore di ricordo sentimentale di un passato che non tornerà più, ma ha inciso nella memoria ed ha costruito la sensibilità umana e la partecipazione alla vita sociale di una persona che “nel venire al mondo“ ha giocato il suo destinoè stato magistralmente tradotto nello spettacolo teatrale ove il “vedere“ dei gesti, “l’ascoltare“ di brevi frasi mozze; l’ostentare di giocattoli, collane e fotografie; il suono sempre coerente di brevi frasi musicali hanno racchiuso – quasi condensato –   circa trent’anni di vita nella simbologia di quei primi “cinque minuti di non respiro“.

Questa “trovata“ degnissima ed efficace con la quale è stato costruito teatralmente il racconto ha consentito di narrare quasi una progressiva previsione da parte dell’istinto del sub conscio di Zoe di ciò che sarebbe successo, negli anni a venire, se la decisione fosse stata a favore del vivere.
La nota bassa e progressivamente ritmata con maggiore frequenza delle chitarra ha finalmente “espresso“ questa “scelta“ dal cuore noenatale di Zoe.

Nel guardare con ammirazione ciò che nel palcoscenico andava svolgendosi, mi è tornato alla memoria l’antico maestro liceale che mi insegnava cos’è il Teatro: azione.  E ripeteva la nota frase: ACTIO, ACTIO, ACTIO!

Tiriamo le conclusioni:  la piece recitata benissimo da ambedue i giovani attori/autori, è metafora di una possibilità di esistenza piena e reale con tutte le sue gioie e le sue pene; anche a dispetto di qualche difficoltà fisica – e questo è l’essenziale!

Fa pensare per le “potenzialità“ che presentano molti di questi “non fortunati“ colpiti nei primi minuti dopo la nascita ed anche, talvolta, nel tempo trascorso nel grembo materno. Ad essi non andrebbe attribuito solamente un sorriso di compassione, ma dovrebbe essere loro rivolta una solidarietà completa.

Leggi anche:

La Cantastorie Zoe  a Radio Onda Rossa.

La Cantastorie Zoe, spettacolo tratto dal romanzo “Nata Viva”

Zoe Rondini è Nata Viva

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Intervista a Zoe Rondini tratta dal sito www.consiglialibro.altervista.org

      

1) CIAO, PARLACI UN PO’ DI TE
Ciao e grazie per questa intervista. Allora diciamo che sono laureata in pedagogia; quest’anno ho svolto un progetto che ha visto coinvolti studenti dai 10 ai 25 anni, su: “handicap e narrazione di se“. Ho scritto e recitato nello spettacolo teatrale “La cantastorie Zoe“, tratto da alcuni capitoli del mio breve romanzo di formazione “Nata viva“. Entrambe queste opportunità hanno avuto un successo ed una richiesta di un seguito anche in altri contesti, per coinvolgere altri ragazzi ed adulti. La mia più grande aspirazione è che ciò mi possa portare o per lo meno indirizzare ad un lavoro retribuito. Incrociamo le dita e staremo a vedere!

2) DI COSA PARLA IL TUO LIBRO?
“Nata viva“ è un breve romanzo di formazione; è la mia autobiografia e quindi parla di tante “disavventure scolastiche“, dei bellissimi viaggi che ho avuto l’opportunità di intraprendere, dei giochi e cartoni animati della mia generazione (sono nata agli inizi degli anni ’80). In questo libro rapsodico ci sono una serie di ostacoli, che in parte ho superato, e che possono appartenere ed essere condivisi da tanti lettori. Il tutto è narrato con molta ironia ed autoironia, è la cosa che mi stava più a cuore e che mi ha dato maggior soddisfazione: far sorridere e ridere chi con passione legge le mie pagine. In particolare molti adulti mi hanno riferito che si erano  divertiti e che la sera riponevano il libro sul comodino ripromettendosi di arrivare presto all’epilogo delle varie vicende!

3) COSA TI HA SPINTO AD INIZIARE A SCRIVERE?
Ho sempre amato scrivere: a nove anni iniziai a scrivere una fiaba per altri bambini. Dopo poco ho capito che ero ancora troppo piccola per un’impresa così ardua ed rinunciai.
A tredici anni iniziai una lunghissima ed importante avventura: scrivere la mia autobiografia!
Molte persone mi chiedevano: “come mai a soli 13 anni già scrivi le tue memorie? non ti sembra un po’ presto?“- La risposta che ancora  oggi sento molto attuale è che l’idea di fermare su carta il mio vissuto mi è nata in seguito ad un episodio doloroso. Era l’estate 1994 quando Rickie, il secondo marito di mia madre è venuto a mancare. Avevo l’esigenza di ricordate tutto di lui e degli anni nei quali mi ha fatto da padre. Crescendo continuai a scrivere non solo di Lui, ma anche delle persone che vedevo ogni giorno a casa ed a scuola, dei mie pensieri, di tutta la mia vita.
La mia adolescenza, ed un po’ tutta la mia vita, è stata “diversa“, per un motivo che è ben narrato nell’opera e che non vorrei svelare in questa intervista. In quegli anni la scrittura mi ha aiutato molto a non sentirmi sola, a passare il mio tempo libero in completa autonomia, a ragionare riflettere e quindi anche a crescere. Per tornare alla tua domanda “cosa mi ha spinto ad iniziare a scrivere“ direi che la risposta è da prima il dolore acuto di un lutto improvviso e famigliare, e poi la crescente consapevolezza di una mia “caratteristica“, oggi la definirei così… Ecco gli elementi  che mi hanno spinta a scrivere sia per me stessa sia per gli altri.

4) COSA NE PENSI DEGLI EDITORI E LETTORI ITALIANI?
Direi che i lettori italiani sono sempre più attenti ed informati sui libri, ma un dato significativo è che negli ultimi anni la fiera del libro di Torino (la più prestigiosa in  Italia) ha riscontrato un maggior numero di visitatori ma anche un netto calo nelle vendite. Questo mi porta a supporre che i lettori ci tengano ad essere ben informati, ma poi possono subentrare vari motivi che li scroraggino all’acquisto (prezzi troppo alti, la possibilità di scaricarsi un testo facilmente e gratuitamente, o anche poca scelta nel genere preferito) quindi perché comprare il caro vecchio libro cartaceo? A meno che non sia un must da tenere assolutamente in bella vista nel salotto di casa!
Per quanto riguarda gli editori Italiani, penso che le grandi case editrici dovrebbero aprirsi un po’ ai giovani talenti e dar loro almeno una possibilità, magari riservandoli una piccola area e specifiche collane. Non trovo giusto che gli aspiranti scrittori possano pubblicare solo con piccoli e medi editori e quindi faticare molto di più per farsi conoscere, o per avere una buona distribuzione in libreria.
C’è solo una grossa casa editrice che da poco ha aperto un progetto rivolto ai giovani autori, ma i libri pubblicati non sono presenti nelle tantissime librerie di questo editore; è quindi possibile solo l’acquisto on-line scaricando a pagamento l’E-Book o ordinando la versione cartacea che esteticamente non è ben curata e rifinita.
In Italia sono pochi gli scrittori che vivono facendo solo questo bel mestiere, eppure dall’800 a giorni nostri se ne sono aperte tante di case editrici. Vedo la situazione editoriale un po’ troppo chiusa e cristallizzata, basata su regole che  non sono mai abbastanza evolute a differenza delle idee, delle prospettive, delle abitudini delle persone e  del mondo del lavoro.

5) COSA TI ASPETTI DAL TUO LIBRO E CHE PROGETTI HAI PER IL FUTURO?
Grazie al libro ho intrapreso il progetto nelle scuole, ho recitato in teatro ed ho avuto l’opportunità di conoscere persone umanamente molto ricche ed interessanti, spero che tutto questo continui anzi cresca! Spero di arrivare quanto prima alla seconda edizione di “Nata viva“, mi auguro che venga letto da ancora tante persone. Vorrei entro due o tre anni pubblicare un  secondo libro, mi sto impegnando molto per tutti questi progetti. Speriamo bene!

Potete richidere una copia del breve romanzo di formazione “Nata viva“ scrivendo una mail ad info@piccologenio.it   la spedizione è gratuita 🙂 non esitate!!!!!!!!

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Dalla cantastorie Zoe la testimonianza di chi ha deciso di essere nel mondo. Fonte: http://www.fattiitaliani.it/news.asp?id=1857

ARTICOLO ED INTERVISTA. 

Nata Viva è il romanzo di esordio, cui si accompagna uno spettacolo teatrale, di Zoe Rondini. Un romanzo che segue la sua vita dall’adolescenza in poi. Un racconto antipedagogico da cui si respira tutto il vizio di vivere attraverso le difficoltà.

Lei è Marzia e “Nata viva” è il racconto della sua nascita e poi del suo cammino, un pò più difficile, attraverso la vita e le sue avversità, costellato anche da momenti belli, che ti piovono addosso tra cervello e cuore.
La differenza nella vita di Marzia, il cui pseudonimo è Zoe Rondini, sono 5 minuti.
Cinque minuti in cui non ha respirato, in gergo medico si chiama anossia, ed il sangue non è riuscito ad arrivare al cervello.
Poi Zoe comincia a respirare. E a vivere. Ma quei cinque minuti le hanno cambiato la vita.
Giuseppe Pontiggia nel suo libro “Nati due volte” dice che i bimbi con disabilità hanno due nascite. La prima è resa più difficile dalle peripezie della vita. La seconda dipende da quanto amore sapremo dar loro.
È proprio l’amore per la vita, il vizio di vivere, che permetterà a Zoe di superare tanti ostacoli.
“… Cammino un pò male, parlo un pò male, controllo un pò male i movimenti delle mani, delle dita, dei bulbi oculari… – si legge nel libro-autobiografia – non ho un movimento, un arto o un muscolo che non fa capo al mio sistema nervoso centrale che non sia stato lesionato a causa di quei cinque minuti”.
Ma chi la dura la vince e Marzia, alias Zoe, non rinuncia ad “essere nel mondo”.
Così imparerà con suoi tempi a camminare, a parlare, a leggere e all’età di nove anni scoprirà la inesauribile passione per la scrittura, cominciando a scrivere i suoi primi racconti.
Ma a tredici anni un lutto doloroso spezza il suo cammino, e per ritrovare senso e significato Zoe comincia a scrivere questo romanzo, a fissare i pensieri sulla carta per dar loro contorni di realtà ed alleviare un dolore che scava dentro.
E continua a farlo ad intervalli regolari.
Così questo romanzo cresce camminando in pari con il progredire della sua vita.
“Nata viva” vuole essere un racconto appassionato e antipedagogico, caratterizzato da uno stile “rapsodico, squisitamente discontinuo, frammentario e spesso profondamente ironico”.
Ma lasciamo la parola a lei che ne racconta la genesi.

L’INTERVISTA
Come raccontare stati d’animo e sensazioni ti ha aiutato a dare contorni più definiti alle cose ed a superare fasi difficili?
Sai Tania la lentezza che caratterizza la scrittura rispetto al pensiero, mi ha aiutata a capire, metabolizzare e in un certo modo rielaborare il mio vissuto. La scrittura è stata una compagnia fedele negli anni della mia adolescenza.
Io sono una persona che tende ad ironizzare sui propri limiti, i mie difetti, le cose che non sono in grado di fare, ma mi piace anche scherzare sugli altri.
Ecco sono questi gli elementi che mi hanno aiutato a superare i momenti difficili e le due cose – ironia e scrittura – per me, vanno a “braccetto” .

Com’è nata l’esperienza teatrale e quale tassello in più ha aggiunto al tuo percorso?

Negli anni della mia adolescenza ho fatto molto teatro. Dopo la pubblicazione del libro ho cominciato una serie di incontri nelle scuole medie inferiori e superiori dove raccontavo alcune “tappe” della mia vita e Matteo Frasca – il mio consulente letterario- leggeva delle pagine del mio libro. I ragazzi si sono dimostrati molto interessati a questo “nuovo progetto pedagogico” – in genere a scuola non si fanno questo tipo di esperienze – dicevo che l’attenzione dei ragazzi e il loro entusiasmo a farmi ogni genere di domanda.
Il loro entusiasmo ha spinto me e Matteo a creare un vero e proprio spettacolo teatrale per entrare in contatto con altre persone e altri contesti.
Lo spettacolo si intitola LA CANTASTORIE ZOE.
Il debutto è stato un successo inaspettato, è per questo che i gestori del teatro ci hanno proposto una replica che si terrà il 26 giugno alle 21.00, al Teatro Abarico in via dei Sabelli 116, a Roma zona San Lorenzo.

Se dovessi dirlo in poche parole dove sei oggi e dove vorresti andare?
Questa è la domanda più complicata!
Mi piacerebbe scrivere un altro libro, ed ora che ho potuto arricchire il mio curriculum vitae non sarebbe male trovare un lavoro retribuito in ambito pedagogico.
Infatti e mi sono laureata in scienze della formazione e dell’educazione. Mi piacerebbe anche poter trovare un lavoro in ambito letterario data l’esperienza del libro, la mia passione per la scrittura ed anche perché sto per ultimare il mio percorso di laurea magistrale in editoria e scrittura.
Purtroppo in Italia è difficile in primis trovare lavoro. Figurarsi, ahimè, uno che sia anche corrispondente al proprio percorso di studi e formativo.
Comunque non disperiamo!

di Tania Sabatino

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Gruppo di Lettura: “Nata Viva“ di Z. Rondini – Nata Recensione a cura di Federico Sinopoli.

Fonte:
http://www.scrittorisommersi.com/gruppo-di-lettura/gruppo-di-lettura-%E2%80%9Cnata-viva%E2%80%9D-di-z-rondini/

Per questa recensione, mi era stata proposta la lettura di un romanzo di formazione e come sempre le classificazioni si dimostrano insufficienti a contenere il materiale veramente buono; ma classificare è vizio umanissimo e, in quanto vizio, sottrae per definizione spazio alla virtù. Dell’esordio di Zoe, pseudonimo – perché, poi? – dell’autrice, la prima più elementare virtù, e la più importante se si scrive per essere letti, è la grande scorrevolezza della lingua. Mai sciatta, nemmeno mai forzatamente “quotidiana“, Zoe racconta se stessa con grande padronanza del suo italiano: essere chiari, semplici è grande dote e riuscirci senza sperimentare, ad esempio, un uso alternativo della punteggiatura (molti TotòePeppino, oggi, sparano interpunzioni “per stupire“) dimostra solide basi.
Nata Viva si legge con piacere e si rimette sul comodino sempre con la promessa di un “arrivederci a presto“. La classificata formazione è quella di una bambina che nasce cinque minuti dopo, “cinque minuti completamente senza respirare“ e che ci descrive la sua vita (oggi ha trent’anni) non semplice, attraverso i brani del diario cha iniziò a tenere a tredici anni, sapientemente riordinati secondo la cronologia dei fatti e non della scrittura. Vita che mi sembra possa essere ben riassunta in questa frase (pag. 184): “questa è la grande, duplice difficoltà: gli altri mi vedono diversa e non sempre mi accettano; loro per me sono diversi, difficili da capire e da accettare“. Zoe non denuncia, non accusa, ma descrive: pregiudizi, indifferenze, il più delle volte pura e semplice stupidità; difetti comunissimi, ma intercettati da una sensibilità individuale fuori dal comune, descritti spesso con una disarmante ironia, refrattaria a qualunque piega malinconica. In particolare l’istituzione scolastica – in buona parte privata – ne esce con le ossa rotte. Educatori, pedagoghi, maestri e professori, si dimostrano caricature di se stessi e si salvano solo grazie all’autrice che non sferra mai il colpo di grazia, ma li lascia cadere silenziosamente nel nulla.
Altri, invece, hanno dato molto a Zoe; qualcuno, tra questi, non c’è più e allora la nostra giovane scrittrice diventa poeta in prosa descrivendo “con il sorriso sulla penna“ piccoli semplici deliziosi momenti di vita di tutti i giorni: un pranzo al ristorante, uno scherzo in famiglia, una gita al porto, la gioia di una ragazzina. Credo che Zoe abbia compreso quanto affermava George Orwell in 1984: “molte azioni restano senza effetto, ma non per questo sono senza significato“. Il valore della nostra vita non è nei suoi effetti, nelle sue manifestazioni, in quella “carriera dell’apparenza“ che oggi ci fa da insostituibile modello di crescita (crescita?), bensì nel suo significato, nello scambio di sentimenti tra le persone, sceverato dalle ipocrisie e dai doveri, nella complicità di un pensiero, di una risata, di uno sforzo. L’effetto può bloccarsi davanti al “diversamente abile“, il significato no, arriva sempre all’individuo, qualunque sia il guscio che lo contiene.
Zoe ci fa riflettere su tutto questo, con il garbo di non salire mai sul pulpito per una predica né di rimproverarci o, tantomeno, per dettare regole. L’autrice ci regala tanti piccoli quadri autobiografici che, a mo’ di micce, innescano nel lettore una infinità di esplosioni/riflessioni. E siccome non c’è niente di meglio, nel leggere, che dirsi “toh, guarda: da questo punto di vista non l’avevo mai pensata“ allora Nata Viva è di certo un buon libro.

Brava Zoe, continua!

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Un libro sulla ricchezza interiore dell’handicap.

RIVISTA ASM, N° DI GENNAIO-MARZO 2012
TESTO PER IL TAGLIO BASSO DELLA SETTIMA PAGINA DELLA RUBRICA “AGENDA“ (PAG. 28).
Se qualcuno volesse cercare un’ennesima conferma della convinzione di Eugenio Montale secondo cui la poesia è un sostitutivo della vita, potrebbe trovarla nel romanzo autobiografico di Zoe Rondini Nata viva (Albatros Editore, € 15,50). Il poeta non vive, secondo il grande letterato ligure originario di Monterosso, la vita “normale“, mentre è attirato da ciò che tutti gli altri trascurano e considerano insignificante, ma che è invece davvero essenziale per gettare uno sguardo profondo sull’esistenza umana. La giovane autrice romana di Nata viva ci guida in un percorso di questo genere, intessuto di ricordi minuziosi e rivissuti con intensità e autenticità quasi violenti. Ma il peso dei ricordi (“Ricordo tutto, sicuramente ricordo troppo“, scrive Zoe verso la fine della sua narrazione) è il frutto di una situazione non scelta, è la conseguenza di quei fatali cinque minuti di vita dopo la nascita in cui al suo organismo non era arrivato ossigeno, diminuendone irreversibilmente le capacità motorie, ma non quelle intellettuali e affettive. Impossibilitata ad una vita attiva come tutti gli altri bambini e poi ragazzi, Zoe Rondini la sostituisce con una vita interiore ipertrofica, che passa ai raggi X gli egoismi, le  grettezze e i (rari) esempi di altruismo e di umanità dei “normali“. L’handicap come elemento di arricchimento: questa la lezione del romanzo, che invita a non cercare di omologare la persona diversabile (impresa peraltro impossibile e fonte di indifferenza), ma a valorizzare ciò che negli individui normodotati è andato oggi spesso perduto: la sensibilità e la capacità di osservare i comportamenti, analizzandoli e conferendo loro un significato.

Maurizio Fabbri

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Articolo ed intervista tratta da Letto e Bloggato: http://paneeparadossi.netsons.org/?p=2320

Salve a tutti, vi invito a leggere l’ultima intervista e articolo su “Nata viva“. In particolare potete  soffermarvi su: “LA MIA OPINIONE“ scritta dalla bravissima blogger di “Letto e Bloggato“ e le domande numero 3, 6, 7,

Buona lettura

Zoe Rondini 🙂

 

Sul libro:
“… Tutti i dottori si affrettano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque minuti, ma sono i primi della mia vita“. Poi Zoe comincia a respirare. E a vivere. Quei cinque minuti dopo rispetto agli altri neonati, la costringeranno a confrontarsi fin dai primi mesi, con una vita che è cominciata più tardi ma che pian piano non tarderà a essere così tanto desiderata da consentire a Zoe di superare qualsiasi ostacolo. All’età di tredici anni, a causa di un lutto doloroso, Zoe intraprende l’avventura più importante: dare vita ad un racconto autobiografico, che l’accompagnerà per ben 16 anni. Lungi dall’essere un trattato o un saggio sulla disabilità, Nata Viva vuole essere un racconto appassionato e antipedagogico di una ragazzina e poi di una ragazza, che tra luci e tenebre ha saputo lottare per raggiungere e conquistare quella serenità che tutti bramiamo. Nel suo stile rapsodico, Zoe si fa cantore e testimone con la sua voce, dell’incontro sorprendente tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità. Insieme a lei, anche noi riviviamo il nostro essere stati bambini o adolescenti incompresi. Nel suo romanzo di formazione Zoe costringe il lettore a non dimenticare mai lo scarto enorme che c’è tra vivere ed esistere, inchiodandoci all’idea che per nascere veramente, ad ogni occasione, bisogna sentirsi vivi, gridarlo e raccontarlo al mondo intero.

La mia opinione:
Per Arthur Bloch “la vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti“ e “Nata Viva“ è una perfetta sintesi di questo pensiero. Questo romanzo autobiografico appare infatti rivolto sia all’indietro, al passato, così come lo è in avanti, verso il futuro. Ne esce un libro delicato e insieme crudo, scevro di pietismi, dove la voce limpida dell’io narrante mostra, con incedere penetrante, le avversità e insieme le rivincite di una vita nata con 5 minuti di ritardo. Pur essendo alla sua prima prova letteraria l’autrice riesce efficacemente a universalizzare la sua storia, non limitandosi a darne testimonianza, ma cercando di comprenderla ed interpretarla con occhi diversi, in differenti momenti della sua vita. Da questa iniziale esigenza di chiarezza, sui fatti passati e sui rapporti personali e familiari, si passa fluidamente alla denuncia dello stato di inerzia e di indifferenza che colpisce troppo spesso la scuola e chi si considera educatore. Nata viva è un libro forte e generoso la cui unica pecca è forse il poco spazio lasciato al vissuto dei tanti personaggi che lo popolano. Una conoscenza più approfondita del loro passato avrebbe potuto spiegare e contestualizzare alcune loro scelte e decisioni e renderli più accessibili al lettore. Un esordio comunque promettente e coraggioso che fan ben sperare per eventuali scritti futuri.

E ora l’intervista con l’autrice:

1) Che ne dici di iniziare raccontandoci qualcosa di te?
Le mie esperienze sono state condizionate da una nascita difficile e diversa da come avviene generalmente; ho un handicap motorio dovuto ad una anossia neonatale che ha comportato la lesione di alcuni neuroni che controllano i movimenti. Con il tempo e tantissima terapia riabilitativa ho imparato a camminare, a parlare, a controllare i movimenti delle mani così detti “fini“; oggi guido la macchina, sono laureata in “scienze dell’educazione e della formazione, vado spesso al cinema… ho una vita normale!
Da pochi mesi ho coronato il sogno della mia vita: vedere la mia autobiografia pubblicata! Ora sto svolgendo degli incontri nelle scuole medie per raccontare a gli adolescenti dei fatti di vita reale; è bello sentirli interessati e partecipi e sono contenta di rispondere alle tante domande che loro mi pongono! È stata anche una piacevole sorpresa che tanti alunni, di loro iniziativa mi hanno chiesto dove potevano acquistare il libro.
Dopo la laurea triennale in “scienze d’educazione e della formazione“ mi sono iscritta alla laurea magistrale in “editoria e scrittura“ nella speranza che una buona preparazione teorica mi possa agevolare nella scrittura e che questa mia passione si trasformi, prima o poi, in un lavoro. Tutto il mio corso di studi si è svolto a La Sapienza.
Sto anche scrivendo una sceneggiatura di uno spettacolo teatrale ispirato al libro che andrà in scena a Roma tra qualche mese. Più in là pubblicherò tutte le informazioni al riguardo sul mio sito internet www.piccologenio.it .

2) So che “Nata Viva“ ha richiesto diverso tempo e più revisioni prima che tu decidessi di pubblicarlo. Quando e come è maturato in te il progetto per questo libro?
Parliamo anche del particolare e significativo titolo che vorrei tu ci spiegassi.

A nove anni è iniziata la mia passione per la scrittura: io bambina avevo iniziato una fiaba, speravo di scrivere per altri bambini in un linguaggio, quello delle favole, che conoscevo bene. Dopo poco ho capito che ero ancora troppo piccola per un’impresa così ardua ed rinuncia.
A tredici anni iniziai una lunghissima ed importante avventura: narrare la mia vita e fissare sulla carta i ricordi, le vicende tristi dolorose ma anche quelle belle ed importanti. L’idea mi è nata in seguito ad un episodio doloroso: era l’estate 1994 quando Rickie, il secondo marito di mia madre è venuto a mancare. Avevo l’esigenza di ricordate tutto di lui e degli anni nei quali mi ha fatto da padre.
Crescendo ho continuato la mia autobiografia: mi sono resa conto che volevo narrare un po’ tutta la mia vita in quanto ritenevo (e ritengo ancora oggi) che c’erano dei fatti importanti legati alla mia nascita, alla mia famiglia, al vissuto scolastico e alle enormi difficoltà che avevo superato ai bellissimi viaggi che ho avuto fortuna di poter fare, ai sogni realizzati e da realizzare. Tutte esperienze condivisibili da tante persone disabili e non.
Per quanto riguarda il titolo del mio breve romanzo di formazione “Nata viva“ possono esserci due significati: il primo è quello più letterale, più esplicito, in riferimento a tutto quello che mi è capitato nel momento della mia nascita, nella quale sono rimasta quasi cinque minuti completamente senza respirare. Il secondo significato è più celato e metaforico, ma credo ugualmente comprensibile dalla lettura. Riguarda la vita di tutte le persone e la volontà di affrontare a testa alta le difficoltà e i momenti di sconforto con la volontà di vivere la vita in maniera dignitosa e attiva, senza lasciarsi sopraffare dalle vicissitudini e senza permettere che la vita scoora via lasciandoci inerti, passivi e lamentandoci e basta, senza far nulla per cambiare le cose, ma passare gran parte del tempo a piangersi addosso.

3) Per qualunque autore è sempre difficile dare “in pasto“ al pubblico la propria opera, soprattutto se, come nel tuo caso, ha profonde connotazioni biografiche. Vuoi raccontarci come sei giunta a questa coraggiosa scelta per il tuo esordio narrativo?
Veramente nel mio caso avevo una gran voglia di condividere con il cosiddetto “pubblico“ tante vicende ironiche, drammatiche, sconfortanti come entusiasmanti, difficili, semplici, legate a persone della mia famiglia e “personaggi“ esterni incontrati durante il mio tortuoso percorso di vita, soprattutto durante la mia infanzia e la mia adolescenza. E con questo pallino dentro di me, per molti anni ho temuto di essere alle prese con un’opera in divenire, visto che alcuni scrittori hanno trasformato il loro unico libro per molte volte nel corso della loro esistenza, senza scrivere mai le conclusioni né mettere un punto definitivo. Fortunatamente per me, due anni fa mi sono accorta, con l’aiuto di un mio amico e assistente letterario Matteo Frasca, che il desiderio più grande che avevo era effettivamente concludere la mia autobiografia e vederla pubblicata, lasciando ad altri autori il piacere o la condanna di scrivere un’opera letteraria aperta, scomponibile, non lineare e in divenire! Ad esempio Glas di Deridda e Composition number one di Marc Saporta sono due testi esemplari in questa direzione.

4) Come ti trovi, nella veste di scrittrice? Raccontaci della tua esperienza come autrice e di come sei riuscita a veder pubblicato il tuo libro. E’ stato tutto come ti aspettavi?
Dopo tanti anni di fatiche e nei quali ho temuto di non diventare mai una vera scrittrice, oggi ancora non mi sembra vero che realmente lo sono diventata. Come per Calvino e molti altri autori, lo scrivere apre infinite finestre sulla fantasia e sulle possibilità di narrare il mondo. È vero che la scrittura mi ha aiutato a superare tanti momenti difficili, soprattutto nell’età adolescenziale. Oggi Zoe Rondini è una ragazza di trent’anni felice perché ha conquistato diverse mete che si era prefissata negli anni.
Di certo, il traguardo più importante che mi ha gratificata moltissimo è stata la pubblicazione di questo romanzo. L’esperienza editoriale mi ha consentito e mi consente tuttora di organizzare e diversificare le presentazioni, a seconda dei destinatari e del tipo di pubblico. Mi offre l’opportunità di conoscere altri scrittori esordienti, frequentare ambienti letterari, partecipare a concorsi e premi nazionali di letteratura, ottenendo anche dei riconoscimenti concreti da esperti del settore. E naturalmente, non per ultimo, rilasciare interviste in televisione, radio o via web. A proposito di importanti apprezzamenti, sono stata particolarmente colpita dal leggere una bella recensione del mio libro su una rubrica de “L’Avvenire“!
Prima ancora di pubblicare con il Gruppo Albatros, avevo provato anche con altre case editrici, piccole e medie. Nessuna di queste si è dimostrata interessata a pubblicare l’opera di un autore esordiente. In Italia, credo ci sia ancora molta chiusura rispetto al valorizzare un’opera letteraria, e all’atteggiamento sincero – da parte delle casi editrici – di diffusione e promozione della stessa, quando si tratta di un esordiente. Ho voluto pubblicare con il Gruppo Albatros, perché è una delle poche case editrici a scommettere sugli esordienti, chiedendo in cambio un investimento iniziale. Mi è poi capitato più di una volta, quando inviavo la lettera di presentazione dell’opera a riviste letterarie e simili, di sentirmi rispondere che la loro scelta era quella di non recensire libri di autori che avevano pubblicato la loro opera a pagamento. Nessuno si è preoccupato e credo si preoccupi di valutare il curriculum e i contenuti dell’opera letteraria, a prescindere da questa scelta di campo un poco ideologica.
Fortunatamente Nata viva è riuscita in poco tempo ad avere un buon successo di vendita e di critica, arrivando finalista a diversi concorsi letterari.

5) Secondo Calvino “scrivere è sempre nascondere qualche cosa in modo che poi venga scoperto.“ Cosa vorresti che i lettori scoprissero con la lettura del tuo libro?
Spero che il lettore si rispecchi nelle tante vicende e nei vari sentimenti che Zoe ha narrato e descritto. Quello che ho voluto un po’ celare in Nata viva è che l’idea che anche davanti alla drammatica prospettiva di una vita sulla sedie a rotelle o peggio ancora su di un passeggino senza avere nessun controllo su qualsiasi movimento, c’è la possibilità di accorgersi di essere vivi e di combattere anche a costo di fatiche che lasciano il segno e delle quali non ho voluto parlare.

6) Quali scrittori e quali libri sono stati e sono ancora guide per il tuo lavoro? Cosa hanno suscitato in te? Come ti hanno cambiato?
Sant’Agostino come filosofo e non come religioso, mi ha ispirato e ho rivisto in alcune suoi pensieri, in collegamento con le vicende che contemporaneamente volevo narrare nell’ opera. Per questo alcune sue massime sono inserite all’inizio dei vari capitoli di Nata viva.
Calvino mi ha permesso di pensare che si può tirare in ballo il lettore, dialogando direttamente con lui, chiamando in causa la sua complicità e addirittura scrivere alcune parti della propria opera… con lui! E con questa funzione, il lettore compare come personaggio del libro, nelle Conclusioni, come se avessi avuto bisogno di materializzare la sua presenza e la sua pazienza nell’essere riuscito a seguirmi e a interessarsi di me e della mia vita, dall’inizio alla fine, appunto.
Giuseppe Pontiggia con il libro Nati due volte durante la stesura del romanzo, l’ho sentito vicino e affine, sia per i contenuti, sia per la scelta stilistica di alternare capitoli brevi ad altri più lunghi.
Thomas Bernhard in particolare il suo libro un bambino questo autore è per me un grande maestro per lo stile ironico e leggero con il quale racconta le vicende serie ed anche quotidiane della sua vita e dei suoi personaggi.

7) Trovi che la crescita dei nuovi media ( blog, social network, ecc.) o la decisione di Amazon di pubblicare autori tagliando fuori dall’equazione gli editori, possano rendere più accessibile ai nuovi autori quell’universo un po’ chiuso ed elitario che fino ad ora è stato il tradizionale e tradizionalista mondo letterario italiano? Infine il dilemma più discusso: E-book o non e-book?
Con le nuove “tecnologie sociali“ a disposizione tutti possono scrivere e pubblicare. Bisogna impegnarsi davvero per non vedersi alla fine pubblicata la propria opera. E se questo da una parte rende accessibile la scrittura anche ai cosiddetti esordienti, cioè a chi si affaccia per la prima volta in questo universo, dall’altra c’ è il rischio che tutti si considerino scrittori. Ma diventare scrittori è la sfida più interessante e più onesta, in campo intellettuale. L’antica abitudine di scrivere ogni giorno, scegliendo le parole giuste, scoprendone delle nuove con il dizionario a portata di mano, impegnarsi perché la forma risulti elegante, densa, chiara, nuova, impegnata, rigorosa è – a mio avviso – l’unica strada sicura per fare della scrittura una professione o quantomeno un aspetto professionale della propria vita. Sono a favore di qualsiasi mezzo contemporaneo, tecnologico che si preoccupi di diffondere la cultura della buona scrittura, con rigore e passione, senza facili scorciatoie che più che altro sono spesso sinonimi di quel bisogno di avere riflettori puntati a tutti i costi su quel che si fa, con qualunque “pressappochismo“ possibile.

8) Stai lavorando ad altri progetti attualmente? C’è qualche novità in arrivo?

In seguito alla pubblicazione di Nata viva io e Matteo, stiamo portando avanti due progetti molto interessanti: il primo consiste in una serie di incontri in due scuole medie in provincia di Roma. In questi incontri raccontiamo dei fatti di vita reale e leggiamo dei brani tratti dal libro.
È entusiasmante vedere il grande interesse e la partecipazione dei ragazzi che si manifesta prima nella loro completa attenzione e disposizione all’ascolto, e poi, nelle molte domande alle quali ho sempre risposto in piena onestà e senza esitazione. È stata anche una piacevole sorpresa che tanti alunni, di loro iniziativa mi hanno chiesto dove potevano acquistare il libro; questi incontri infatti non volevano avere uno scopo divulgativo per il libro, erano più mirati a sensibilizzare i ragazzi su alcune tematiche e far capire che con la volontà si possono abbattere non tutti, ma parecchi limiti!
Il secondo progetto al quale mi sto dedicando, sempre insieme a Matteo, consiste nella stesura di una sceneggiatura teatrale ispirato al libro che andrà in scena a Roma fra circa un mese. Anche qui c’è la speranza che da due repliche ci sia la richiesta di farne altre a scopo pedagogico per gli alunni di due scuole superiori di Roma. Per ora sono un po’ scaramantica e non mi sbilancio a parlare del nostro spettacolo ma presto pubblicherò le date e tutte le informazioni sul mio sito internet www.piccologenio.it

9) Ci lasci con una citazione dal tuo libro?
Quando ero piccola tutti mi dicevano ero uguale agli alti bambini. Poi crescendo mi è venuto qualche dubbio.
Eppure la vita riserva inaspettate sorprese alle persone che nonostante tutto… nascono vive!

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Nata Viva di Zoe Rondini, su www.associazionelibroaperto.it

Ecco l’opera prima della scrittrice Zoe Rondini, Nata Viva, un romanzo risultato finalista nel concorso letterario Premio Firenze 2011 e segnalata nel concorso Premio nazionale di letteratura “Prof. Francesco Florio” 2011.

La trama di Nata Viva
“Tutti i dottori si affrettano a rianimarmi, ma rimango cinque minuti completamente senza respirare. Si tratta solo di cinque minuti, ma sono i primi della mia vita“.    


Poi Zoe comincia a respirare. E a vivere. Quei cinque minuti dopo rispetto agli altri neonati – a causa di un respiro intrappolato per un tempo infinito in un corpo troppo piccolo – la costringeranno a confrontarsi, fin dai primi mesi, con una vita che è cominciata sì cinque minuti più tardi, ma che pian piano non tarderà a essere così tanto desiderata da consentire a Zoe di superare qualsiasi ostacolo, senza rinunciare a nulla, a costo spesso di immane fatica e  incomprensione da parte degli altri.

Zoe imparerà con suoi tempi a camminare, a parlare, a leggere e all’età di nove anni scoprirà la inesauribile passione per la scrittura, cominciando a scrivere i suoi primi racconti.


Ma è all’età di tredici, che per superare il momento più difficile della sua vita – a causa di lutto doloroso –  intraprende l’avventura più importante, e un po’ per bisogno, un po’ per caso, un po’ per scelta, decide di dare vita ad un racconto autobiografico che l’accompagnerà per ben dodici anni.

Lungi dall’essere un trattato o un saggio autobiografico sulla disabilità, Nata viva vuole essere un racconto appassionato e antipedagogico di una ragazzina e poi di una ragazza che, tra luci e tenebre, ha saputo lottare per raggiungere e conquistare quella serenità che tutti bramiamo, non dando mai per scontato nulla e soprattutto non accontentandosi mai del buon quieto vivere che spesso la società assegna alle persone disabili.


Nel suo stile rapsodico, squisitamente discontinuo, frammentario e spesso profondamente ironico, Zoe si fa cantore e testimone, con la sua voce, dell’incontro sorprendente tra limite e prospettiva, civiltà e pregiudizio, presenza e invisibilità, costruendo, capitolo dopo capitolo, la propria visione del mondo, dove la normalità sembra non appartenere a nessuno, per fortuna.

Ne nasce un racconto a suo modo epico in cui riconoscersi,  popolato da  personaggi indimenticabili, amici e nemici che  Zoe sa tratteggiare con sapiente tocco  tra familiari, compagni di scuola, dottori, fisioterapisti, maestri, insegnanti, docenti universitari, presidi,  babysitters, viandanti, incontri fortuiti.

E insieme a lei, anche noi riviviamo il nostro essere stati bambini o adolescenti incompresi, in famiglia come a scuola, dentro o fuori dal gruppo, allontanati e maltrattati spesso inconsapevolmente, a volte con una certa presunzione da chi non la pensava o non poteva essere come noi.


Nel suo romanzo di formazione Zoe costringe il lettore a non dimenticare mai lo  scarto enorme che c’è tra vivere ed esistere, inchiodandoci all’idea che per nascere veramente, ad ogni occasione, bisogna sentirsi vivi, gridarlo e raccontarlo al mondo intero.

Per contattare l’autrice Zoe Rondini:
info@piccologenio.it

Scheda Libro:
Titolo: nata Viva
Autore: Zoe Rondini
Editore: Gruppo Albatros Il Filo
Anno: 2011

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